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Da: lisa  (Messaggio originale)Inviato: 26/06/2003 8.39
Buongiorno a tutti, come ho scritto in un altro  post, dopo anni  mi accingo  a  espletare il sacramento della confessione, è un passo su cui ho molto meditato perchè nononascondo che dopo anni di  diciamo "non frequentazione" sento un certo disagio, disagio colmato in parte dalla consapevolezza che il sacerdote che mi ascolta  è un tramite fra me e il Signore, almeno credo ,perchè su questo sacramento non so nulla e mi piacerebbe sapere da dove nasce, quali sono le sue fonti, come si è sviluppato......
Spesso ho sentito mia madre dire: "mi sonoconfessata la settimana scorsa, quindi questa settimana non c'è bisogno, faccio lo stesso la comunione", e allora io mi chiedo se è a nostro giudizio che noi decidiamo o meno di confessarci, non credo che possa dipendere dalla gravità o meno dei peccati commessi , tutti i peccati non sono gravi agli occhi di Dio? non credo che esista il peccato per cui non serva la confessione.....e allora come ci si regola? magari mi direte secondo coscienza, ma io ripeto come possosentirmi a posto con la coscienza, non avrò ucciso nessuno o commesso altri peccati del genere, ma so benisimo che non posso dire di essere a posto. Quello che voglio dire se esiste la confessione perchè si pratica questa forma di autoassoluzione, non è un controsenso?
Spero abbiate compreso quello che voglio dire, io ho le idee piuttosto confuse e forse non mi so spiegare.
lisa    


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Da: Soprannome MSNablasor56Inviato: 26/06/2003 8.58
Ciao Lisa, anch'io dopo ben 10 anni ho sentito il desiderio di confessarmi e l'ho fatto 15 giorni fa'. Dopo la separazione da mio marito non volevo più saperne di comunità cristiane ed altro perchè le ritenevo causa dei miei mali. Ho pure praticato il buddismo per 6 anni e con coerenza, ma quando ho capito che era una ingabbiatura del cervello me ne sono andata con tanto di dimissioni formali spiegando il perchè. Finalmente spero di aver capito che devo esclusivamente affidarmi a Dio-Gesù e se sono forte di questo, tutto viene naturale ed anche in forma naturale esce fuori la voglia o meno di confidarsi con un Ministro di Dio, senza schemi, esprimendo i nostri stati d'animo, le nostre sensazioni; e se riesci a trovare un "direttore spirituale" puoi anche dimenticare di usare la parola "confessione". Felicità in Dio-Gesù, giusy

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Da: NazarethInviato: 26/06/2003 13.51
Care amiche....l'argomento è delicato perchè va a toccare quella sfera che non sempre ci piace spiattellare sul tavolo......appunto la CONFESSIONE.....e ci si chiede " ma perchp devo dire tutto a un prete, un uomo, che forse nei comportamenti è anche peggiore di me? Io mi confesso a Gesù e questo basta....."
Partiamo da un aspetto evangelico.....se fosse stato sufficiente dire i propri peccati a Gesù...perchè ai suoi Gesù raccamonada: "e a chi li rimetterete (i peccati) saranno rimessi; a chi NON li rimetterete resteranno NON rimessi...."??
Gesù da all'uomo chiamato da Lui alla missione nella Chiesa come MINISTRO......e TRAMITE LUI.....egli assolve.....NON è il prete ad assolvere, ma la Grazia Santificante che per mezzo delle imposizioni delle mani CONSACRATE......scende sul penitente.....
Quando il prete dopo aver detto la formula dice: ".....ed IO TI ASSOLVO"....quell'"io"......non vuole identificare lui come uomo....ma come prete INVIATO DALLA CHIESA AD ASSOLVERE A QUESTO COMPITO.....in quell'"io" c'è tutta la Chiesa che perdona.......è Cristo che assolve.....e dopo....avviene il nostro ritornare ad essere membra "purificate"........e poichè siamo facilmente fallibili....si consiglia una maggior frequenza a questo Sacramento.....
Vorrei anche inglobare le meditazioni di Lisa.....
spesse volte ci accade di trovarci di fronte all'esame di coscienza: "che faccio? la faccio lo stesso la comunione?"......
Gesù non è un cacciatore appostato dietro un cespuglio pronto a colpirci se sbagliamo........ma è il Pastore che lascia tutte le altre pecore per cercare quella che si è persa....allora l'esame di coscienza deve spostarsi non tanto sul da farsi durante la messa, ma prima e dire..."come sto messa? posso andare incontro allo Sposo?".......
Vi è la possibilità di riconoscere l'incapacità di un momento precisop per la confessione.....e allora si può anche fare la comunione ma.....con la promessa  A GESU'...di andarsi a confessare quanto prima.......
Per il resto non posso che ringraziarvi per questo forum.....
e per le meditazioni che avete tratto anche per me stessa.....
Fraternamente C.

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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 26/06/2003 14.27
Confessarsi è mettere a nudo il proprio animo , riconoscendo non solo i nostri errori, ma anche i nostri limiti. In questo senso diventa anche un atto di umiltà, in prima istanza nei confronti di Dio, e in via secondaria di fronte ad un uomo come noi. Non esistono momenti precisi per farlo ... è la nostra introspezione che dovrebbe suggerirci il momento ... Se diventasse una semplice abitudine o qualcosa sul tipo ... così mi metto a posto ... sarebbe veramente molto triste e squallido. La confessione deve essere un momento di grande consapevolezza, non basta certo una semplice elencazione dei nostri errori se questi  non sono entrati a far parte del nostro sentire di coscienza.
Nessuno di noi è perfetto, quindi ci saranno sempre mancanze di diversa entità. L'importante è riconoscere umilmente la nostra debolezza davanti a Dio e davanti agli uomini. La confessione serve anche a questo.
Ps. non sono un catechista, per cui mi sono limitato ad esprimere quello che è solo il mio piccolo pensiero. 

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Da: lisaInviato: 22/07/2003 8.16
Cara Caterina e cari fratelli, visto che in qualche modo siete stati partecipi dei miei piccoli passi nella fede vorrei raccontare gli ultimi sviluppi...................................
Come tu stessa mi avevi suggerito, ieri sono andata nel pomeriggio in chiesa con l'intento di confessarmi, non c'era nessuno tanto che ho dovuto chiamare il prete, è stato disponibilissimo, prima abbiamo parlato un pò e gli ho raccontato per sommi capi la mia storia, pensavo erroneamente che al sentire che ero stata evangelica si sarebbe in qualche modo irriggidito e avrebbe cambiato atteggiamento nei miei confronti...........mi sbagliavo, è stato molto comprensivo e ha saputo trovare le parole adatte per mettermi a mio agio, tanto che naturalmente siamo passati alla confessione, e con mia grande sorpresa non è stato per niente imbarazzante, anzi quasi dimenticavo che parlavo con un prete, insomma è stata proprio una bella esperienza............e dopo?..........dopo sono rimasta per la messa, e devo dire davvero con le gambe tremanti  mi sonoaccostata alla comunione, dopo circa 10 anni! e per la prima volta nella mia vita, quella che ricevevo non era solo un ostia , avevo la coscenza del momento che stavo vivendo, non so se capisci, e come se finalmente tutti i conti tornavano, come se avessi , chiuso un periodo, è stato come tornare a casa...e quale migliore accoglienza di Gesù ?!!
Confesso che anche dopo la messa , sarei volentieri rimasta li a pregare tanto stavo bene!! è stata una esperienza bellissima!!
Cara Caterina volevo solo renderti partecipe di questo ulteriore passo , mi sei davvero stata molto vicina ( anche via pc), e mi auguro che questo cammino possa continuare.
Un grande abbraccio
lisa   

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 22/07/2003 9.40
Cara Lisa.....comprendo invece la tua emozione...perchè è ciò che provo ogni volta che mi accosto all'Eucarestia...dopo la Confessione.......
Domenica ad esempio pensavo alla ricchezza delle migliaia forme di emozioni che Dio in fondo riceve da ognuno di noi....tutte diverse, tutte belle......perchè il nostro Padre NON FA DIFFERENZE.....accoglie ogni cuore innamorato...e pentito...ed umiliato...dice il Salmo: "Un cuore affranto ed UMILIATO, Tu o Dio, non disprezzi..!"
In quella Confessione ho accolto con giaia una tua emozione che faccio mia, quando dici:
anzi quasi dimenticavo che parlavo con un prete.......questo è il vero "segreto" per comprendere il Mistero di questo Sacramento...non è un uomo che ci assolve, ma la Chiesa intera che ci perdona e ci raccoglie come figli dispersi........"a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi non li rimetterete resteranno non rimessi..." non è solo il Mistero del perdono infinito di Dio, ma è "PAROLA DI DIO".....cioè, un ordine che Gesù diede soltanto ai discepoli e a chi, dopo di loro, sarebbero stati CONFERMATI DA Pietro, cioè...dai vescovi tutti della Chiesa..il famoso MANDATO ...... l'esercizio ricevuto mediante il Sacramento dell'Ordine Sacro.....
Fai tesoro della tua esperienza....custodiscila......e fai in modo che essa porti frutto ma prima di tutto a te stessa....Gesù ci dice "AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO"..ma se prima NON ci amiamo noi......come faremo ad amare bene il nostro prossimo? Gesù non intendeva certo o soltanto...quell'amarci mondanamente...Gesù chiedeva molto di più......amarsi vuol dire stare bene con noi stessi e con Dio...e se con Dio stiamo male....e se critichiamo sempre e soltanto gli altri fratelli perchè vivono diversamente la fede in Gesù..che tipo di amore potremo dare agli altri?
Ecco....amiamoci come vuole Gesù...a questo serve l'Eucarestia.....ad amarci, a testimoniare il Cristo che per noi si è fatto nutrimento.....e una volta in pace con Cristo=con la Chiesa...ecco che possiamo essere efficaci Testimoni.......della carità cristiana....virtù più importante di tutte.....
Fraternamente C.
P.S.
ricordiamoci nella Preghiera reciproca....

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Da: nylusInviato: 22/07/2003 14.08
in effetti la questione della confessione è molto controvers.
il fatto stesso che ci siano altre confessioni cristiane che non la ritengono necessaria ci fa capire che evitandola non casca il mondo (religiosamente parlando!)
non sono d'accordo con nazareth quando dice che non è l'uomo-sacerdote che assolve ma tutta la chiesa.
per un caso di esperienza personale posso dire che invece è proprio l'uomo che decide di assolvere o no, secondo un suo personale metro di valutazione.
alcuni sacerdoti in presenza di una persona separata dal coniuge negano addirittura la confessione.
ritengo che confessare i propri peccati al sacerdote sia anche più sbrigativo e meno doloroso che farlo a dio direttamente, se si ha piena coscenza del peccato commesso.
del resto, confessare al sacerdote considerandolo tramite è un po' come pensare che dio non ci ascolta. e siccome non è così mi chiedo a cosa serva il tramite.
a farci sentire più in colpa?
gesù disse
a chi li rimetterete (i peccati) saranno rimessi; a chi NON li rimetterete resteranno NON rimessi..."
non disse:
a chi ve li confessa saranno rimessi ..ecc.ecc.
quindi gesù non escludeva il ricorso alla confessione tramite o con l'aiuto degli apostoli, di un sacerdote.
Nylus

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 22/07/2003 15.55
Dunque partiamo da un fatto.....il rimettere i peccati è da sempre stato riconosciuto un atto legittimo da parte dei SOLI APOSTOLI.....e man mano che INVIAVANO....altri (cioè ricevevano il MANDATO APOSTOLICO) questi avevano il dovere di PERDONARE...il perdono era legato a che cosa? all'ingresso nella Chiesa mediante il Battesimo.......e questo "atto di confessare" in effetti era pubblico....ma solo coloro che avevano ricevuto il mandato...PERDONAVANO......
1Cor.4,1: "Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio....." il perdonare....è parte di quel Mistero d'amore di Dio che incondizionatamente vuole accogliere TUTTI nella sua Chiesa.......
A Timoteo Paolo dice: Questo incarico di RICHIAMARE io te lo affido, o Timoteo, figlio mio......"(1Tm.1,18)...e ci sono anche altri riferimenti..
All'inizio del secondo secolo che cosa è accaduto? Durante le persecuzioni NON tutti i perseguitati cristiani morivano martiri.....molti si salvavano perchè......PER PAURA DELLA MORTE (non tutti siamo forti).....abiuravano la fede cristiana.......Che cosa stava accadendo dunque?
Che cominciavano a serpeggiare malcontenti nei confronti di questi che si salvavano.....i quali cominciavano a venire additati nella comunità.....come traditori....e l'intolleranza cominciava a seminare zizzania....i vescovi erano preoccupati...del resto erano cristiani che poi si erano pentiti e COMUNITARIAMENTE avevano riconosciuto la loro debolezza...e il vescovo li aveva perdonati.......dopo UNA PENITENZA......come risolvere il problema?
Si iniziò a chiedere alla comunità....che chi aveva abiurato per timore e debolezza...di DIRLO IN FORMA PRIVATA AL VESCOVO.......questo proprio per evitare una sorta di linciaggio morale.....da parte di coloro che superstiti avevano anche perso familiari nelle persecuzioni e non ritenevano giusto che se la cavassero con una penitenza.....
Tale metodo accolse IMMEDIATAMENTE l'approvazione dei vescovi delle Diocesi vicine......e ne venne informato il vescovo di Roma che avendo saputo che tutti i vescovi erano concordi nel ritenerla una "cosa buona".......l'approvò senza aggiungere altro......
Tale prassi quindi, la confessione privata..ebbe inizio in questo modo......agli inizi del II secolo......ancora oggi gli stessi ortodosssi praticano la Confessione privata....soltanto intorno all'anno 1000 (anno più o meno non vorrei sbagliare, ma può accadere) si decretò tale funzione....come Sacramento obbligatorio per chi voleva accedere al Battesimo e quindi entrare a far parte della Chiesa......Confessare i propri peccati non pubblicamente ma in forma privata poichè i vescovi si resero conto che la gente in privato si apriva molto più liberamente..e diceva aspetti che in pubblico non avrebbe mai detto......
Caro nylus..io non dubito della lealtà di chi confessa a Dio i propri peccati, anche perchè si presume che ai Suoi occhi nulla sfugge.........tuttavia il rapporto con un ministro di Dio è diverso, perchè se la confessione è ben fatta.......ti posso garantire...che si arriva a parlare piangendo, e non tanto di dolore, ma di senso di liberazione.......un cattolico onesto che va a confessarsi....ha già di fatto confessato i suoi peccati a Dio..perchè ha fatto l'esame di coscienza..dunque sa ora di che cosa ha bisogno...chiedere il perdono......la RICONCILIAZIONE..a chi per nome della Chiesa= di Cristo.... ti assolve.....tutto qui...è un atto estremo di fiducia perchè la confessione davanti ad un altra persona....viene a toccare il nostro orgoglio.....la confessione umilia l'orgoglio che ci porterebbe a dire....che non abbiamo bisogno di nessuno tanto Dio ci ascolta.........NON è questione di "farci sentire in colpa".....e sapessi come comprendo questa tua domanda legittima..........la questione di fondo è che la Chiesa ha in sè dei ministri..."amministratori dei Misteri di Dio"......l'orgoglio può impedirci di vedere l'utilità della missione dei sacerdoti...e questo accade sovente purtroppo.....l'orgoglio ci convince che non abbiamo bisogno di nessuno....tuttavia per stare dentro la Chiesa ci sono delle regole...e queste le hanno prescritte gli Apostoli e chi, dopo di loro, avendo ricevuto un mandato......ha ritenuto approfondire certi argomenti....
Poi dici:
gesù disse
a chi li rimetterete (i peccati) saranno rimessi; a chi NON li rimetterete resteranno NON rimessi..."
non disse:
a chi ve li confessa saranno rimessi ..ecc.ecc.
quindi gesù non escludeva il ricorso alla confessione tramite o con l'aiuto degli apostoli, di un sacerdote..
.....
nylus...aiutami a capire l'ultima parte di questo trafiletto...stai dunque dicendo il ricorso alla confessione tramite gli apostoli e sacerdoti.....? giusto?
RIMETTERE I PECCATI.....se non confesso le mie colpe..che cosa possono rimettere i discepoli?...la confessione è un ammettere e riconoscere i propri peccati e sbagli....da qui scatta il perdono della Chiesa......
Spero di aver fatto un pò di luce su aspetti pochi noti della vita della Chiesa primitiva...., diversamente ne possiamo ancora parlare....fraternamente C.

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 22/07/2003 16.45
Poi nylus dice una cosa interessante che merita una risposta a parte..dice:
non sono d'accordo con nazareth quando dice che non è l'uomo-sacerdote che assolve ma tutta la chiesa.
per un caso di esperienza personale posso dire che invece è proprio l'uomo che decide di assolvere o no, secondo un suo personale metro di valutazione.
alcuni sacerdoti in presenza di una persona separata dal coniuge negano addirittura la confessione..
.....
...intanto spero che dalla firma si comprenda che Nazaret sono sempre io (uso quel nik per inserire immagini^__^), dunque.......non diciamo uomo-sacerdote....a me fa brutto..mi sembra una trasformnazione.....che non esiste......il sacerdote resta un uomo a tutti gli effetti...ma quando amministra i Sacramenti lo fa in virtù del Sacramento dell'Ordine che ha ricevuto (il famoso Mandato)...per questo la Chiesa insegna che se anche un prete è nel peccato....il Sacramento che amministra è valido..proprio perchè NON è lui ad esercitare quella Grazia, ma è Cristo che interviene per mezzo dell'uomo, di quell'uomo, usando parole e gesti che riteniamo appunto RITI SACRAMENTALI....
Certamente che il prete potrebbe decidere di NON ASSOLVERE.....Gesù dice "a chi rimetterete...e a chi NON rimetterete"...quindi si prevede anche una NON rimessione anche se lo stesso Giovanni Paolo II nella Lettera ai Sacerdoti su questo Sacramento....ha auspicato che questo possa NON avvenire.....TUTTAVIA...in virtù di questo potere se un prete ha davanti, ad esempio..un convivente prima divorziato....può perdonargli certamente i peccati....ma non può assolverlo in pienezza per ricevere l'Eucarestia.....perchè tale persona vive in contrasto con il Vangelo......
Ovviamente questa è una risposta molto esigua.....l'argomento andrebbe approfondito maggiormente....ma so già che scatenerebbe malcontenti purtroppo non fa piacere vedersi negare l'Eucarestia........ma se leggiamo Paolo si esprime in toni maggiormente severi di quanto faccia la Chiesa oggi.....Lo stesso discorso vale, ovviamente per un omosessuale ad esempio..che confessando il suo modo di vivere la sua natura..NON promettesse ad esempio di tentare con tutta la sua volontà di astenersi dai rapporti sessuali sodomasi.....Se esistono i presupposti, ad esempio di un impegno a non cedere alle tentazioni..il sacerdote può assolvere in pienezza......ma se il sacerdote sa nel confessionale che tale penitente NON ha intenzione di contenersi...è ovvio che deve avvisarlo che in quel caso lui NON può ammetterlo nella pienezza con la Chiesa.......
Leggendo invece che alcuni sacerdoti negano la confessione....allora stanno commettendo un abuso......a meno che tale sacerdote non sia già al corrente che tale persona separata....di fatto convive......tuttavia è lo stesso un abuso..perchè il sadertote ha il dovere e L'OBBLIGO morale di ascoltare chiunque chieda la Confessione....Tale confessione potrebbe addirittura durare più incontri e NON risolversi con un unico incontro.....dipende dagli accordi che entrambi prendono per tentare di risolvere problemi gravi come, ad esempio..può essere un omecida che confessa al prete ma non alla giustizia...allora l'assoluzione sarà piena soltanto quando il penitente si consegnerà anche alla giustiza.....
Spero di aver fatto più chiarezza...fraternamente C.