00 17/01/2010 15:54
Rispondi
Consiglia  Messaggio 21 di 29 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 25/11/2001 21.56
Ciao Alfonso, intanto parlavo dei tre punti focali: conversione e ritorno a Dio; obbedienza e fede...Comunque...., la chiesa, sulla questione delle indulgenze non ha cambiato rotta...basti ricordare il Giubileo e la Porta Santa, la confessione, la Messa e l'Eucarestia...ecc...ciò a cui ti riferisci è una questione più delicata e politica dell'epoca stessa in cui l'uomo di Chiesa arrivò a toccare il fondo sulla speculazione delle Indulgenze....tuttavia NON è la Chiesa responsabile, ma gli uomini...anche se, ovviamente, non hanno dato un buon esempio......hanno infangato la Chiesa, l'hanno offesa....ma come vedi non è sparita! Veniamo al significato vero dell'Indulgenza...Quando una persona si va a confessare a Dio (mediante il suo consacrato!), riceve una "penitenza" per far si chè il suo spirito ricordi di essere stato perdonato da Dio e la penitenza servirà a non farglielo dimenticare...e ad impegnarsi a non ricadere nella colpa...(a prescindere ovviamente, che avremo spesso e sempre bisogno di Dio e che ricadremo sempre nella colpa!), l'assoluzione e questa penitenza rimette i peccati....ma c'è anche una remissione mediante le "indulgenze" che altro non sono che delle applicazioni sovrabbondanti della grazia di Cristo e che sono meriti comuni anche ai santi, a tutta la Chiesa. Questa "distribuzione" appartiene a chi della Chiesa ne ha il governo terreno: "Tutto ciò che legherete, resterà legato e tutto ciò che scioglierete, resterà sciolto nei cieli"! Ma anche l'A.T. ci insegna qualcosa a riguardo delle indulgenze...Essa deve essere concessa da chi ne ha l'autorità per concessione divina "il papa e il vescovo nel foro esterno della Chiesa" e chi la riceve deve trovarsi in stato di grazia (confessione), e la causa del concederle deve trovarsi nella "pietà che comprende l'onore a Dio e l'utilità al prossimo"....Altro aspetto è che non si possono dare indulgenze a chi è in stato di "peccato mortale" e questo perchè non si può rimettere la pena se prima non è stata rimessa la colpa...cioè se ho commesso un atto grave e non intendo confessarmi, non posso avere la remissione della colpa e perciò neanche la pena....però la Chiesa, che è Madre...può applicare i meriti insiti in essa i quali dispongono della Grazia...in poche parole, occorre il pentimento del cuore(ed è ovvio che se il pentimento c'è, corro da un sacerdote per ottenere la benedizione!) e, per fare un esempio concreto, l'indulgenza che accorda la chiesa nella giornata di Pasqua nella Benedizione Urbi et Orbi...(e questa, per fortuna, non può essere accusata di essere speculativa...). Ma le indulgenze valgono anche per i consacrati perchè in quanto a peccare non sono da meno dei fedeli! Ora che alle indulgene sono prescritte delle determinate cose da fare...esse vanno rispettate altrimenti decade il suo valore! In primis c'è sempre la CONFESSIONE, PENITENZA, PENTIMENTO....al quale si aggiunge per alcune forme, anche la recita del Credo, la preghiera del Padre Nosto, poi segue un opera, per esempio nel Giubileo chi non poteva attraversare una Porta Santa, poteva acquistare l'indulgenza facendo visita ai malati, ai carcerati, ai poveri, agli indigenti, ecc...Tuttavia...quando si parla di soldi...haimè.....e qui casca l'asino...eheheheh! Chissà perchè quando c'è il denaro in mezzo, arriva il diavoletto a farla da padrone....Io mi chiedo e tutto il resto????? Non aggiungerò altro di questo aspetto perchè intendo rispettare ciò che ha detto Gesù "che la tua mano destra, non sappia cosa ha fatto la sinistra" ( e qui anche per evidenziare le colpe degli uomini di chiesa del passato e che comunque non sta a me giudicare....anche se, ovviamente non condivido quanto la storia ci ha consegnato....sono tutti morti, mi pare!!!! e allora ci penserà Dio!) Le indulgenze sono strettamente legate alla PENITENZA...per un attimo tentiamo di voltare pagina alla storia...e guardiamo almeno agli ultimi fatti: il Giubileo appena trascorso e le tante indulgenze elargite accompagnate dalle tante conversioni, penitenze e buoni propositi dalle quali sono scaturiti! L'impegno che il credente assume di fronte a Dio attraverso le opere di misericordia e di carità, l'aiuteranno a spogliarsi dell'uomo vecchio per rivestirsi...dell'uomo nuovo (cfr.Ef.4,24)...Tanto ancora si potrebbe dire, per ora mi sembra esaudiente la risposta...Una cosa: è ovvio che le Indulgenze NON SONO OBBLIGATORIE...perciò, se uno si sente tranquillo e a posto, buon per lui....questo è un dono che la Chiesa fa a chi ne sente la necessità....
Fraternamente, C.

Rispondi
Consiglia (1 suggerimento finora) Messaggio 22 di 29 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 26/11/2001 9.57
.......anche se, ovviamente non condivido quanto la storia ci ha consegnato....sono tutti morti, mi pare!!!! e allora ci penserà Dio!) ......
Ops. rimetto questo perchè ho sbagliato e dice il contrario....perciò è ovvio che condivido ciò che la storia ci ha consegnato su questa faccenda della speculazione sulle indulgenze, anche se mi rammarico che poco e niente si è mai detto delle conversioni che ne sono scaturite, dei benifici che apportano e dei santi che ne hanno beneficato.....
grazie, C.

Rispondi
Consiglia  Messaggio 23 di 29 nella discussione 
Da: giglioInviato: 27/11/2001 17.15
se DIO e' con me, chi puo' essere contro di me?
ciao!

Rispondi
Consiglia  Messaggio 24 di 29 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 27/11/2001 22.06
Carissimo giglio,
il tuo brevissimo intervento, fatto qui per la prima volta, mi da occasione, intanto di salutarti con affetto, e poi di chiederti maggiori elementi per capire cosa significa nell'ambito dell'argomento in corso.
Certo si tratta di una bella espressione di Paolo, che dà un grande incoraggiamento a tutti i credenti. Ma naturalmente, messo insieme a tante altre espressioni potrebbe assumere altri significati.
Ti prego di farci dono di altre parole. Dal nome si direbbe che saranno tutte un profumo cristiano.
Con affetto

Rispondi
Consiglia  Messaggio 25 di 29 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 09/12/2001 22.28
Carissimi,
sono rimasto molto colpito ed edificato da questo brano del profilo di Madre Lalia inserito da Caterina nel suo sito e vorrei riportarlo qui per il fatto che questa suora ha vissuto e sofferto anche per l'unità dei cristiani:
"Suor M.Antonia Lalia aveva saputo associare in modo mirabile la preghiera, il lavoro, l'umiltà, l'ardimento, la dolcezza, la rettitudine, la carità, la prudenza...nella sua lunga vita posta a completo servizio delle anime. Madre Lalia ha sopportato pazientemente ed eroicamente prove e sofferenze, con una crescente identificazione di se stessa al Mistero della Croce; per lo spirito profetico con cui ha progettato e fondato una Congregazione di suore missionarie ancora oggi fiorente, in funzione dell'evangelizzazione e della riunione di tutti i cristiani nell'unica Chiesa cattolica...
Nelle difficoltà si abbandonava completamente alla Provvidenza Divina, alle suore insegnava queste parole:" Quanto degna sei d'Amore, o Divina Volontà ".
La vita di questa Donna è una incessante eco del Getsemani e del Calvario, è un esempio di come si opera e si patisce per la Chiesa di Cristo; è esempio per quanti hanno a cuore l'opera ecumenica e l'evangelizzazione del mondo.
Fra le sue virtù spicca quella dell'umiltà che la spingeva a mettersi sempre all'ultimo posto, a trattarsi e firmarsi come la " meschinella Lalia ", bisognosa di compassione e di perdono; tuttavia questo non le impediva di essere forte, coraggiosa, tenace, abile...quando si trattava di compiere atti per le sue opere o quando doveva affermare la "Verità".
Comunque sia, ciò che imponeva rispetto, simpatia e fiducia in questa Donna, era quel certo carisma misto di Fede intrepida e di umile abbandono di sè nelle braccia amorose della Provvidenza. Chi ha avuto modo di conoscerla ci ha tramandato che in lei si percepiva e si godeva di una certa pace e serenità, presenza indiscutibile di Dio!"

Rispondi
Consiglia  Messaggio 26 di 29 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 13/01/2002 16.16

Carissimi, 

da qualche tempo andavo rimuginando un passo evangelico che volevo condividere con voi, ma solo ora ho avuto il tempo di scriverlo.

Mi sembra che sia molto pertinente al tema dell'UNITA' IN CRISTO.

leggiamo in Mc.9,38

Giovanni gli disse: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri". 39Ma Gesù disse: "Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. 40 Chi non è contro di noi è per noi.

Vorrei fare una riflessione su questo brevissimo dettaglio evangelico.

In esso troviamo che Giovanni (l'apostolo della Carità e dell'unità) si preoccupa di riferire a Gesù che un tale si permetteva di agire in nome SUO, ma di averlo vietato perchè, egli precisa, : "NON ERA DEI NOSTRI".

Giovanni, insieme al gruppo apostolico aveva determinato di escludere quel tale da una qualsiasi azione, fosse pure prodigiosa, per il fatto che non agiva UNITARIAMENTE col gruppo ufficiale fondato da Gesù.

Ma Gesù rettifica la loro determinazione, senza rimproverarli, ma semplicemente dando loro un metro di giudizio anche in questa occasione.

Dicendo NON GLIELO PROIBITE, è come se avesse voluto da una parte riconfermare loro il potere di VIETARE, mentre dall'altra avesse voluto indicare loro di usare il potere di PERMETTERE, lasciando che quel tale facesse ciò che già lo Spirito Santo stava facendo per suo mezzo, e di cui essi non si stavano preoccupando: la loro premura principale era l'UNITA', che non riuscivano a scorgere nell'azione separata di quel tale.

La motivazione conclusiva addotta da Cristo è molto significativa:

Chi non è contro di noi è per noi.

Gesù ha pronunciato diverse volte la parola NOI.

Ora è molto solenne ed indica Lui stesso insieme agli Apostoli, la prima Chiesa visibilmente formata (comprendente Giuda); quel NOI sta a dire IO E VOI.

Dice dunque che chi non è CONTRO quel determinato gruppo da Lui scelto e che forma quel NOI , è come se agisse a suo favore, in quanto pur non appartenendovi, le resta unito invisibilmente.

Ecco che trovo qui una indicazione valida a quanto è stato ribadito dal Concilio Vat.II e da altri atti della Chiesa; e cioè che, se è vero che vi è una Chiesa visibile ed ufficiale, mediante la quale Cristo ci dona i mezzi ordinari per la nostra salvezza, tuttavia non si può escludere che la Grazia di Dio possa debordare al di fuori di essa e condurre le anime alla salvezza.

Troviamo una espressione simile ma non identica nel Vangelo, quando Gesù dice: "chi non è con me è contro di me".

In questo caso esclude categoricamente che si possa essere a suo favore se si è contro di Lui, direttamente.

Ma nel caso del gruppo apostolico Gesù autorizza a pensare che si possa essere per Lui senza essere direttamente uniti a loro.

Naturalmente, però resta necessaria la condizione posta da Cristo:

non bisogna essere CONTRO di loro, altrimenti si rischia di "correre invano" (Gal.2,2) e di disperdere i propri sforzi al di fuori dell'unità, comunque ardentemente desiderata dal Signore, e dagli apostoli.

E in tal caso la salvezza rimane fortemente vincolato alla partecipazione diretta o indiretta alla vita della Chiesa.

In questo senso vanno pure interpretate le parole, spesso ripetute dai Padri: al di fuori della Chiesa non vi è salvezza.


Rispondi
Consiglia  Messaggio 27 di 29 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 13/01/2002 21.40
Caro Teofilo, agli inizi di questo mio dialogare in queste comunità, ora sono due anni, in una discussione analoga, tirai fuori questo brano del Vangelo (non ovviamente nei termini più profondi di come hai fatto tu eheheh...., grazie) per unire la discussione sulla questione della Chiesa Madre e le Chiese "figlie"...atteggiamenti già presenti ai tempi degli Apostoli: infatti si dicevano "chiese apostoliche" quelle chiese fondate dagli apostoli o da chi aveva ricevuto un mandato direttamente da loro.....Col passare degli anni e dei secoli si rese necessario centrare, appunto, l'attenzione su una Chiesa che fosse il centro, e il punto di riferimento su tutte le altre chiese che man mano stavano nascendo...già prima del Concilio di Nicea si parlava di "diocesi" e questo a conferma dell'espansione della Chiesa....La scelta di Roma è stata praticamente in automatico dal momento che fu Pietro e poi Paolo a concentrare la loro attenzione sulla nuova chiesa ivi fondata...e nel cuore della capitale non soltanto dell'impero, ma anche del paganesimo....
Insomma, un brano stupendo, quello di Giovanni, che ci invita ad abbassare la "cresta"...
Fraternamente, C.