00 07/01/2013 11:43
[SM=g1740733] Papa/ Nel 2013 incontra solo vescovi italiani in visita ad limina

Concluso il primo ciclo di incontri del pontificato Ratzinger


Città del Vaticano, 5 gen. (TMNews)


Benedetto XVI ha concluso lo scorso novembre, con l'udienza ai vescovi della Francia, il suo primo ciclo di incontri con i vescovi di tutto il mondo per le visite 'ad limina apostolorum'.


Nel 2013 incontrerà soltanto i presuli della Conferenza episcopale italiana.

"In questo 2013 - spiega all''Osservatore romano' l'arcivescovo Lorenzo Baldisseri, segretario della Congregazione per i Vescovi - saranno i vescovi italiani a recarsi in pellegrinaggio alle tombe degli apostoli e a incontrare il successore di Pietro.
E' una visita, la loro, molto significativa, perché il Papa è il vescovo di Roma quindi ha un legame molto stretto con i vescovi d'Italia: potremmo dire che il Papa è 'vescovo italiano'.

Lo svolgimento dell'Anno della fede non permetterà la visita di altre Conferenze episcopali, considerata anche l'ampiezza della Conferenza episcopale italiana".


"Visita ad limina apostolorum significa 'visita alle soglie degli Apostoli', nel senso che i vescovi sono periodicamente invitati ad andare a Roma per videre Petrum, compiere un pellegrinaggio alle tombe degli apostoli Pietro e Paolo, fondatori della Chiesa di Roma ed esprimere e rafforzare l'unità e la collegialità della Chiesa", ricorda il presule. 

"I canoni 399 e 400 del Codex iuris canonici in effetti prescrivono le visite a scadenza quinquennale, ma per eventi e circostanze particolari tale scadenza spesso non viene osservata".

**************************        
  
[SM=g1740758] Card. Ouellet: così in sette anni il Papa ha ascoltato tutti i vescovi del mondo

Benedetto XVI sta incontrando in questi giorni i vescovi italiani in visita ad Limina. Un evento che segue al completamento, in questi sette anni di Pontificato, delle visite di tutti i vescovi del mondo alla Sede Apostolica. Un traguardo su cui si sofferma il prefetto della Congregazione dei Vescovi, il cardinale Marc Ouellet, intervistato da Olivier Bonnel:

R. - La Visita “ad Limina” è di origini antichissime. La prima traccia si trova nella Lettera di San paolo ai Galati. Con la venuta dei vescovi a Roma, si rende visibile l’universalità della Chiesa, nella sua unità e nella sua diversità. Colpisce, infatti, l’universalità che proviene dalla pluralità delle culture, ma in profondità la sua universalità deriva da Cristo, l’unico salvatore.

D. - Quali sono i principali frutti di questi incontri?

R. - I frutti sono innanzitutto spirituali, perché venendo a Roma ogni vescovo conferma la professione della propria fede sulla tomba di San Pietro. Attraverso l’incontro del vescovo con il Papa, si rafforza l’unità e la collegialità tra i vescovi e il successore di Pietro e la Chiesa stessa si rinsalda nella comunione e nello slancio missionario.

D. - Ci sono, ovviamente, in tante diocesi situazioni difficili, a volte drammatiche: pensiamo ai tanti Paesi che vivono situazioni di guerra, come la Siria, o emergenze umanitarie, come l’Africa. La Chiesa si fa vicina particolarmente a chi è in difficoltà…

R. - Quando un vescovo giunge a Roma, porta in sé le gioie, le speranze e le sofferenze della sua Chiesa. Nella fraternità della Chiesa, si condividono le sofferenze provocate da tante situazioni negative e in questa condivisione ogni vescovo si sente sostenuto dal Papa e dai vescovi a svolgere la sua missione, a favore della giustizia e della pace.

D. - Il Papa, per quanto riguarda le diocesi in Occidente, è preoccupato in particolare per la questione antropologica: la famiglia, la tutela della vita, la libertà educativa ed ora anche l’obiezione di coscienza…

R. - Nell’incontro personale con i vescovi, il Papa si mostra padre di tutti e indica la via per ritrovare i fondamenti della persona, della famiglia, della tutela della vita e del senso autentico della libertà.

D. - Grande attenzione è anche rivolta dal Santo Padre alle Chiese che subiscono persecuzioni violenze, che non godono libertà religiosa…

R. - Non può essere diversamente, perché la libertà di professare la propria fede è stata introdotta nel mondo dal cristianesimo. Quest’anno, ricordiamo il 17.mo Centenario dell’Editto di Costantino, con il quale l’imperatore concesse la libertà di culto. Tale libertà appartiene alla persona in quanto tale ed è il fondamento di ogni altra libertà. Questo diritto deve essere riconosciuto e sancito dagli ordinamenti civili di ogni nazione e questo diritto della persona compete anche alle comunità religiose, che devono potersi organizzare e svolgere le loro attività culturali, educative ed assistenziali, secondo il proprio credo. La libertà religiosa - di cui il Beato Giovanni Paolo II è stato apostolo e pioniere - deve essere riconosciuta e promossa per tutti, come il Santo Padre insegna.

D. - Tutti i vescovi, commentando i colloqui con il Papa, restano colpiti dalla sua capacità di ascolto…

R. - Quello dell’ascolto è un tratto caratteristico della personalità del Papa. Questo ascolto si approfondisce con domande che il Santo Padre rivolge ai vescovi, che riguardano situazioni particolari e la vita stessa delle diocesi, in un dialogo fraterno e sincero, come si addice ai responsabili della Chiesa. Il Papa offre ad ogni vescovo l’esempio di come ascoltare, per poi guidare la Chiesa sulla via del Signore.

D. - Quali sono le impressioni del Santo Padre dopo questi incontri?

R. - Oserei rispondere con quanto disse Benedetto XVI, nell’omelia della Messa per l’inizio del suo Pontificato: “La Chiesa è viva. La Chiesa è giovane. Essa porta in sé il futuro del mondo e perciò mostra anche a ciascuno di noi la via verso il futuro”. Questa realtà, credo che il Santo Padre abbia potuto costatarla nei sette anni durante i quali ha incontrato i vescovi del mondo, riscontrando la vitalità della Chiesa su tutta la terra, che - tra le sofferenze del mondo - è continuamente ringiovanita e resa bella dallo Spirito Santo, con la forza del Vangelo.

da Radio Vaticana


[SM=g1740771]


[Modificato da Caterina63 30/01/2013 13:10]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)