00 19/05/2016 16:06

  ESCLUSIVO: il cardinale Burke afferma che l'esortazione post-sinodale deve essere letta 'criticamente'

 
Testo molto interessante perché tocca anche alcuni punti non approfonditi dal Cardinale nell'ultima relazione, alla quale l'intervista fa seguito.
Sorvolo sulle numerose sottolineature dell'introduzione perché si trova tutto nel testo integrale dell'intervista da noi tradotta e pubblicata di seguito.
Ci sono molte osservazioni da fare. Ma esaminiamo prima attentamente i contenuti dell'intervista. Sarà mia cura inserire presto un articolo con le riflessioni che essi suscitano. 



ROMA, 18 Maggio 2016 ( LifeSiteNews ) - Due giorni dopo il Rome Life Forum nel corso del qualeha esortato i fedeli cattolici a prepararsi a subire il "Martirio di testimonianza" [qui] per la "difesa della vita umana e della sua culla nell'unione coniugale di marito e moglie", ho avuto il privilegio di ottenere un colloquio personale con il cardinale Raymond Burke per LifeSiteNews. Nell'occasione egli ha chiarito che a suo parere, Amoris Laetitia può esser letta "criticamente", ha parlato con gravità, deplorando anche purtroppo che molti cattolici oggi sono "ignoranti della loro fede cattolica" [...]

* * *
L'intervista:

Eminenza, lei ha parlato forte e chiaro sulla necessità di sostenere il vero insegnamento della Chiesa sul matrimonio, sulla famiglia e sulla sessualità umana. Questo insegnamento è sufficientemente noto ai cattolici?

No non lo è. Nella Chiesa ormai da diversi decenni abbiamo sofferto di una pessima catechesi e anche di una certa tendenza a predicare evitando una esposizione sistematica della fede, che ha lasciato molti cattolici ignoranti della loro fede cattolica come pure degli insegnamenti della legge morale, che è una parte importante della nostra fede cattolica. Quindi il nodo della questione è che in un mondo in cui cresce in maniera sempre più folle la ribellione contro Dio e la sua legge, i cattolici sono mal equipaggiati per rispondere e compiere il loro dovere in difesa della fede per la salvezza del mondo.

Cosa vorrebbe consigliare ai cattolici da leggere e meditare per entrare nella loro vita adulta e quali punti devono essere ben evidenziati durante la preparazione al matrimonio?

Esorto tutti i cattolici a leggere il Catechismo della Chiesa cattolica, che è il compendio della nostra fede cattolica e, se non hanno il tempo di leggere tutto il Catechismo, almeno leggano ilCompendio, e poi consultino il Catechismo intero per l'ulteriore illustrazione di punti che potrebbero non aver capito. Ciò è fondamentale per noi oggi. La nostra fede è la nostra salvezza, e se non conosciamo la nostra fede certamente corriamo il rischio di perdere la nostra salvezza. Ciò, per noi, significa la salvezza eterna, ma significa anche la nostra felicità su questa terra, che è un anticipo della pienezza della felicità nel mondo a venire. Ma per quanto riguarda la preparazione al matrimonio penso che si debbano sottolineare i maggiori valori fondamentali del matrimonio, in altre parole, l'unione tra un uomo e una donna, nella fedeltà. Dobbiamo insistere sulla fedeltà, che è una virtù, per molti aspetti spesso violata nella nostra cultura. In secondo luogo, che [l'unione] è permanente; e in terzo luogo, che è per sua natura generosamente procreativa. E dobbiamo sottolineare a coloro che si preparano al matrimonio che la vita coniugale è una particolare partecipazione alla vita di Dio. Essa riflette l'amore delle tre Persone della Santissima Trinità, fedele, durevole e vivificante. Di conseguenza, è opportuno sottolineare che l'amore del matrimonio è maggiormente compreso e più efficacemente nutrito dalla nostra comunione con Dio nella preghiera e attraverso i Sacramenti, soprattutto la Santissima Eucaristia. Quindi penso che queste sono le cose che dovrebbero essere maggiormente messe in risalto. Poi, mi sembra importante aiutare i giovani a riconoscere gli aspetti della nostra cultura, che minacciano particolarmente il valore del matrimonio, in modo che possano essere vigili e proteggersi contro questo tipo di influenze che li porterebbe a tradire la verità del loro matrimonio.

Non si potrebbe pensare che si possa rompere il legame tra una madre e suo figlio o un padre e il suo bambino: è lo stesso tipo di legame che esiste tra un uomo e una donna sposati?

Ovviamente. In effetti, il legame tra padre madre e figli è un legame costituito dall'amore del padre e della madre uno per l'altro. Un bambino non cresce e si sviluppa correttamente se il padre e la madre non comunicano l'amore che hanno l'uno per l'altro. Abbiamo assolutamente bisogno di questo per la nostra crescita e sviluppo: avere l'amore di un padre e di una madre, e la sua comunicazione da parte di entrambi i genitori.

In questa epoca di divorzio dilagante e fallimento matrimoniale, qual è la responsabilità della contraccezione artificiale, e pensa che la Chiesa possa cambiare il corso della mentalità contraccettiva?

Il ruolo svolto dalla contraccezione artificiale è fondamentale e letale, perché ha come effetto l'affievolimento dell'amore tra marito e moglie, eliminando la totalità dell'amore insita nell'unione coniugale, che include sempre il grande dono della procreazione: la corona del'unione matrimoniale è il dono dei figli. E così quando una mentalità contraccettiva vi entra, l'amore viene distorto. E infatti vediamo che c'è chi usa l'argomento che l'unione sessuale senza il suo aspetto  fecondo è di per sé coniugale nel discutere sull'attività sessuale tra due persone dello stesso sesso e così via, perché si dice: "Beh, si tratta di un atto d'amore, anche se non è fecondo". Ma questo è un uso illecito dell'unione coniugale: l'unione coniugale può essere solo tra un uomo e una donna uniti nell'amore. Così la mentalità contraccettiva è alla base di un certo numero di minacce più gravi per il matrimonio di oggi. E la Chiesa, a mia conoscenza, è l'unica istituzione che afferma il male insito nella contraccezione, e così oggi più che mai è chiamata a difendere la verità circa l'unione coniugale e la sua natura fondamentalmente feconda. Credo fermamente che il beato Papa Paolo VI lo riconobbe nel 1968, quando ci fu una pressione enorme su di lui da parte dei cosiddetti "teologi", teologi morali, per attenuare l'insegnamento della Chiesa, e in effetti per modificarlo. Egli ha difeso in maniera eroica l'insegnamento della Chiesa, e ringraziamo Dio per questo. E poi il suo successore, Papa Giovanni Paolo II, dopo il breve pontificato di Papa Giovanni Paolo I, ha speso tanto del suo magistero a illustrare la verità contenuta nella Lettera Enciclica del Beato Papa Paolo VI Humanae vitae.

Ci sono molti peccati ripetitivi e infedeltà abituali che ci tagliano fuori dalla grazia santificante, ma che possono essere assolti nella Confessione; potrebbe spiegare il motivo per cui i divorziati "risposati" non possono ottenere l'assoluzione senza decidere di separarsi o almeno di vivere "come fratello e sorella"?

Qui è importante distinguere tra un peccato individuale, ad esempio, un atto individuale in cui si non si riesce a rispettare la fedeltà e il vivere in uno stato pubblico che è in violazione di tale fedeltà. Prima di tutto si può sostenere che nell'atto individuale c'era una forza della passione, una pressione, qualunque essa sia che potrebbe costituire in qualche aspetto una diminuzione della colpa. Lo stesso non si può dire di uno status, perché si sceglie liberamente di vivere con un'altra persona come marito e moglie, anche se l'uno o l'altro è vincolato, o entrambi sono legati da un matrimonio precedente. Confondere queste due situazioni è molto dannoso. E così la persona che pecca e va a confessarsi, veramente pentita e con il fermo proposito di correzione di non farlo di nuovo, può essere assolta, ma chi va a confessare il peccato di infedeltà, quando ha l'intenzione di continuare a vivere in quella situazione, e quindi un elemento essenziale del pentimento - il fermo proposito di modifica - non c'è, quella persona non può essere assolta e, naturalmente, non può accostarsi a ricevere la Santa Comunione. Si parla di una soluzione in foro interno. In altre parole, una soluzione non oltre il sacramento della Penitenza. Esiste solo una soluzione, e cioè che, nel Sacramento della Penitenza l'uomo e la donna si impegnino a vivere come fratello e sorella, in altre parole, ad osservare la continenza ed a rispettare la fedeltà del rapporto matrimoniale a cui sono legati. Poi possono essere autorizzati a ricevere i sacramenti, ma solo in un luogo in cui questo non dà scandalo, cioè in un luogo dove la gente non conosce la loro situazione. Si riconosce in questa disciplina della chiesa - molto antica - come la verità sul matrimonio è enormemente importante per tutta la vita della Chiesa e come la Chiesa garantisce la verità. Conosco molte persone i cui matrimoni sono falliti che dedicano il resto della loro vita a vivere nella fedeltà alla loro unione matrimoniale, anche se il loro coniuge li ha abbandonati. Alla fine, mi dicono molto chiaramente, che è in questa fedeltà che trovano la loro felicità.

La sua prima reazione ad "Amoris laetitia" è stata quella di dire che bisogna ascoltare il Romano Pontefice con rispetto, ma che non tutti i suoi detti e scritti sono parte del "magistero infallibile". Questo significa che è possibile fare una rispettosa lettura critica della Esortazione post-sinodale o anche che alcuni dei suoi elementi sono aperti a un'interpretazione non ortodossa?

Non credo che possa essere altrimenti perché il Papa stesso dice che il documento è costituito dalle sue riflessioni dopo l'esperienza Sinodale, e quelle riflessioni sono personali. La Chiesa non ha mai affermato che tutto ciò che il Papa dice o tutte le sue riflessioni sono parte del magistero. L'insegnamento nella Chiesa è una questione molto seria, in cui si comprende che non il papa non parla personalmente, ma che sta parlando come Successore di Pietro. E dunque è così che questo documento deve essere letto . Alcune persone mi hanno criticato per aver detto che il documento non è magistero; essi sostengono che si tratta di una Esortazione post-sinodale e, pertanto, deve essere parte del magistero; ma non è il titolo del documento a conferire la qualifica di magistero. Occorre leggere i contenuti e quando lo si fa, ci si accorge che questo documento va letto criticamente alla luce del Catechismo e del Magistero della Chiesa. Quelle parti che supportano e danno piena espressione al Magistero della Chiesa vanno bene, ma ci possono essere altre cose che sono riflessioni del Santo Padre, ma non sono magistero.

Molti cattolici sono turbati dal testo, ma sono riluttanti a esprimere i loro dubbi e perplessità anche perché il suo autore è il Papa. Cosa vorrebbe consigliar loro di fare?

Non siamo stati abituati a questo tipo di scrittura da parte del Santo Padre. In passato il Santo Padre parlava molto di rado, o scriveva molto raramente, e lo faceva sempre con una grande attenzione al fatto che egli è il Vicario di Cristo in terra e che, quindi, ogni espressione della Fede deve essere aderente alla verità del magistero della Fede. Papa Francesco ha scelto di scrivere e parlare in un modo tale per cui vi è una sorta di commistione tra l’esposizione dell’insegnamento della Chiesa e l’espressione dei propri pensieri personali, e molte volte lo fa in un linguaggio molto colloquiale, nel quale a volte non è così facile capire esattamente che cosa intende dire. E quindi penso che dobbiamo renderci conto che qui abbiamo un diverso modo di scrivere del Papa, e noi possediamo tutti gli strumenti nella nostra nostra fede per comprendere correttamente questo modo di scrivere, ma non ci è familiare. Tuttavia è semplicemente non vero sostenere che questo documento sia parte del magistero come lo erano, ad esempio, le Lettere Encicliche Evangelium vitae, o Familiaris consortio – che era anch’essa una Esortazione Apostolica post-sinodale -, giacché questo documento non è scritto nello stesso modo di quelle. È scritto in stile molto differente. A tale proposito, inoltre, credo che la cosa importante sia che quando si legge criticamente il documento, si sia sempre rispettosi della persona del Papa. Indulgere nella mancanza di carità rispetto a qualsiasi compagno di fede, e in modo particolare verso il Romano Pontefice, è del tutto inappropriato e sbagliato.

In particolare, sembra essere stata messa da parte la questione della dannazione eterna : "Nessuno può essere condannato per sempre, perché non è la logica del Vangelo" anche se la misericordia di Dio vuole raggiungere ogni uomo, non è vero che è possibile per l'uomo rifiutare la grazia e scegliere l'inferno?

Ovviamente. La Chiesa ha sempre insegnato che Dio rispetta la nostra libertà e così si può essere duri di cuore anche nel momento della morte. Cristo stesso ha parlato nel Vangelo. La logica del Vangelo è: Dio vuole salvare tutti gli uomini, non c'è dubbio su questo. Ha mandato il suo unico Figlio per salvare tutti gli uomini. Ma gli uomini restano liberi e alcuni di loro rifiutano la salvezza, e se lo fanno, meritano la dannazione eterna: se si rifiuta la salvezza, come si può essere salvati?

Parlando dei divorziati risposati, alcuni sacerdoti vanno dicendo che in certe situazioni concrete, è difficile dire che vivono "nel peccato". L'Esortazione dice: "Quindi non si può più semplicemente dire che tutti coloro che si trovano in una situazione 'irregolare' vivono in uno stato di peccato mortale e sono privati ​​della grazia santificante". Come dobbiamo interpretare questo?

L'unico modo per interpretarlo è il seguente: se essi vivono in quello che sembra essere uno stato di peccato, ma in effetti non peccano, in altre parole, se vivono come fratello e sorella, allora è vero [che possono accostarsi alla santa Eucaristia]. Ma se si trovano in relazioni more uxorio, ciò è oggettivamente peccato e non può essere diversamente. Non può esserci peccato e non peccato allo stesso tempo. Oggettivamente, avere rapporti sessuali con una persona che non è il coniuge è fornicazione oppure adulterio.

In ogni caso l'unione deve essere benedetta.

Ovviamente! Per questo convivere al di fuori del matrimonio è erroneo e nega la possibilità di accedere ai sacramenti.

E, se la "colpevolezza morale" è attenuata, ciò è un motivo sufficiente per consentire a queste coppie di ricevere la comunione? O, per dirla in modo diverso: mentre la misericordia di Dio può operare la loro salvezza eterna, è saggio a livello ecclesiale consentire loro di ricevere la comunione?

Prima di tutto, torno alla distinzione tra circostanze attenuanti nei confronti di un atto individuale e circostanze attenuanti circa il vivere in uno stato di peccato: le circostanze attenuanti sono applicate a singoli atti, a chi rimane fedele: per un atto individuale ci può essere qualche circostanza che diminuisce il grado di colpevolezza. Ma per quanto riguarda il vivere pubblicamente in stato di peccato, dato che nostro Signore offre ad ogni persona sposata la grazia di vivere nella fedeltà al primo matrimonio, si può dire che, sì, essa può vivere in fedeltà al matrimonio, perché ha la grazia per farlo. Mentre ci possono essere tutti i tipi di considerazioni gravi, che i figli siano educati e assicurare loro una casa, tutte possono essere rispettate, pur restando fedele alla unione matrimoniale [la prima unione autentica, non quella in atto].

L'attuale ignoranza sulle regole e valori del matrimonio ha raggiunto un livello tale che molti matrimoni non sono validi?

Penso che la confusione che è nel mondo, ora è entrata anche nella Chiesa, e influisce su chi progettano di sposarsi. Ma penso anche che dobbiamo ricordare che il bene del matrimonio ci è insegnato dalla natura stessa. E così affermare, ad esempio, che il divorzio generalizzato, la promiscuità sessuale e via dicendo condizionano le persone in modo da non permetter loro di fare un matrimonio valido, non è corretto. Il giovane sa nel suo cuore ciò che è il matrimonio, ed in questo è aiutato anche da una buona preparazione. Quindi, anche se nella società ci sono tutti i tipi di pressioni contrarie al matrimonio, un giovane può anche scegliere il matrimonio come veramente è. L'unico modo per dire che il matrimonio non è valido è quello di dimostrare che una persona in particolare abbia applicato al suo consenso matrimoniale, il diritto al divorzio o all'infedeltà. In altre parole: nel dare il consenso a sposarsi una persona si è riservata il diritto di divorziare o quello di avere rapporti sessuali con un altro partner.

Fin da bambino mi è stato insegnato nel Catechismo che la chiamata verginale è oggettivamente superiore al matrimonio, che è lo stato ordinario dell'uomo. Ciò è cambiato?

No per niente. Questo è stato l'insegnamento costante della Chiesa. È nel Vangelo, è nei Padri della Chiesa. Non vi è alcun cambiamento per quanto riguarda il fatto che la continenza perfetta verginale rappresenta la perfezione dell'amore ed è, quindi, una fonte di ispirazione e anche di forza per i coniugi nel vivere la castità nel loro rapporto con l'altro. Questo è il significato del Signore anche quando Egli ci dice che nella vita a venire, non ci sposeremo né ci uniremo in matrimonio, perché non ci sarà che la perfezione dell'amore. No, l'insegnamento non è cambiato.

In questi tempi di confusione, non si presta troppa attenzione alla realizzazione di sé e al fatto di "essere parte" di una comunità, invece di rendersi conto che il nostro obiettivo finale e la felicità è in Cristo?

Certamente. La nostra attenzione dovrebbe essere completamente centrata sulla bontà in quanto Cristo, la nostra fedeltà, la nostra collaborazione con la sua grazia per crescere a Sua somiglianza, ed è in questo modo che rimaniamo uniti nella carità a tutti i nostri fratelli e sorelle. Ma se non concentriamo la nostra attenzione sulla grazia, visualizzando ogni cosa nella prospettiva dell'eternità, scadiamo ad un modo mondano di pensare, e così la nostra vita nella Chiesa diventa una sorta di realtà politica, associazionismo e via dicendo. Ma il nostro legame nella Chiesa, il legame tra di noi, che è il legame più profondo possibile, è la vita dello Spirito Santo in noi, è l'amore di Cristo in noi. Sono molto turbato oggi da un crescente linguaggio ecclesiale del tutto banale, che si riferisce ai membri della Chiesa, come più "conservatori" o più "liberali", e simili, come se fossimo un corpo formato da partiti politici . È una sola fede, che noi tutti condividiamo che ci unisce.

Sua Eminenza ha chiamato i cattolici a pregare il Rosario per la famiglia. Le piacerebbe interpellare anche i miei lettori di lingua francese per farlo?

Vi esorto a farlo! Non c'è dubbio che stiamo vivendo in tempi veramente difficili nella Chiesa di oggi, e noi come membra del Corpo di Cristo dobbiamo pregare con fervore per la Chiesa nel nostro tempo. E una delle preghiere più potenti che il Signore ci ha dato è il Rosario. Ecco perché sono stato così favorevole all'"Operazione Storm Heaven - Assalto al Cielo" [vedi il lancio - e l'ultima], come la chiamiamo in inglese, chiedendo alle persone di pregare un Rosario ogni mese per la Chiesa, e, naturalmente, sollecitandole a pregare ancora più frequentemente. Dunque si spera che durante questo mese, per così dire, "solenne", la preghiera del Rosario informi anche un atteggiamento quotidiano di preghiera così necessaria per la Chiesa.

E lei stesso celebra la Messa ...

Sì, ogni primo giorno del mese, celebro la Santa Messa per tutte le intenzioni di coloro che fanno parte della "Operazione Storm Heaven - Assalto al Cielo".


[Traduzione a cura di Chiesa e post concilio]
 


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)