00 30/12/2010 15:32

di fra Francesco M. Iuliani FI
http://www.diocesiportosantarufina.it/home/news_det.php?neid=864

Domenica 26 dicembre 2010 abbiamo avuto una grande grazia, un bel regalo di Natale nella nostra Parrocchia di Santa Maria di Nazareth: è venuto a farci visita Sua Eminenza il Cardinale Raymond Leo Burke, Prefetto della Segnatura Apostolica, creato Cardinale di Santa Romana Chiesa appena un mese fa dal Santo Padre Benedetto XVI. Il prelato ha celebrato la Santa Messa nella forma straordinaria, dunque in latino, con un solenne pontificale davvero ricco di bellezza e di sacralità.

Con grande piacere possiamo dire che i fedeli hanno risposto con entusiasmo alla visita del Cardinale, hanno gremito la Chiesa parrocchiale sin dall’inizio della celebrazione eucaristica e hanno partecipato con attenzione alla lunga liturgia aiutati dai sussidi, con traduzioni in italiano delle letture e delle orazioni della Santa Messa.

All’ora stabilita Mons. Burke con il nostro Vescovo S.E. Mons. Gino Reali, i Fondatori dei Francescani dell’Immacolata P. Stefano M. Manelli e P. Gabriele M. Pellettieri e i ministri sacri sono entrati processionalmente nella Chiesa che per l'occasione era stata abbellita in modo particolare e dopo una breve adorazione del Santissimo Sacramento è iniziata la vestizione del Cardinale con i paramenti sacri; i ministranti, frati e giovani della Parrocchia, hanno portato gli abiti liturgici color oro per la vestizione del Cardinale al trono. Subito dopo è iniziato il rito della Messa con le suggestive preghiere ai piedi dell’altare e il confiteor.

Ad ornamento di tanta solennità c’è da sottolineare anche la bravura della corale composta da frati e suore che con le loro voci hanno aiutato a partecipare meglio al grande mistero del Sacrificio dell’Altare e a rendere evidente la magnifica solennità della liturgia. La Santa Messa è proseguita con l’Introito, il Kyrie, il Gloria in excelsis Deo, la lettura e la proclamazione del Vangelo domenicale; poi è arrivato il consueto momento dell’omelia in cui il Cardinale ha davvero toccato le menti e i cuori degli uditori con parole piene di sapienza. La Santa Famiglia di Nazareth è un modello anche nel mondo odierno, nella nostra città, nelle nostra parrocchia, per vivere profondamente e cristianamente il matrimonio e per rivitalizzare con Cristo la cellula fondamentale della società, la famiglia.

Illuminanti sono state anche le parole che Sua Eminenza ha espresso circa il mistero della Messa e sulla conseguente bellezza della liturgia antica che riesce ad esprimere in modo mirabile la fede della Chiesa nella presenza reale del Signore Gesù nel Sacramento dell'altare; ha inoltre esortato noi, Francescani dell’Immacolata, a far conoscere questo grande tesoro della Chiesa che ha radici millenarie e si è congratulato per la possibilità che si dà ai fedeli, in questa parrocchia, di poter partecipare anche alla liturgia antica (vai al testo completo dell'omelia).

La Santa Messa è proseguita nel modo consueto e ha avuto il suo momento più alto nella consacrazione; il suono dell’organo, l’incenso, l’orientamento alla Croce del celebrante, il silenzio, le genuflessioni hanno davvero reso pregnante il momento in cui si ripresenta il Sacrificio della Croce in modo reale e sostanziale sull’altare. Altro momento importante è stato quello della Comunione, in cui tra l’altro, i fedeli si sono accostati numerosi per ricevere il Corpo di Cristo con atteggiamento devoto e rispettoso, ricevendo il Signore in ginocchio e sulla lingua, come prescrive il Rito Romano Antico e come il Santo Padre insegna attraverso le Sue celebrazioni eucaristiche. Al termine della Messa è stato suggestivo il momento della svestizione del Cardinale avvenuta al trono. Infine, Sua Eminenza, dopo aver indossato la cappa magna (un lungo mantello rosso), segno della dignità dei Cardinali, principi della Chiesa, si è avviato processionalmente in sacrestia.

Nel teatro della Parrocchia, infine, c’è stata la foto di gruppo del Cardinale con il Vescovo, i Sacerdoti, i ministranti, i frati e le suore e il saluto con tanto di indulgenza plenaria; Sua Eminenza non ha mancato, prima di ritornare in Vaticano, di benedire tutte le famiglie della Parrocchia e di pregare per tutte le nostre necessità.

Ringraziamo il Signore e l’Immacolata per questo giorno di grazia e speriamo che il Cardinale possa tornare a visitarci.

P. Stefano M. Manelli e P. Gabriele M. Pellettieri, Fondatori dei Francescani dell'Immacolata
 

il coro composto dai Frati e dalle Suore della Congregazione

 la Chiesa gremita di fedeli

il parroco, P. Settimio Manelli, mentre assiste Sua Eminenza

  

solenne Benedizione al termine del rito

dopo la Messa, Mons. Gino Reali saluta il Card. Burke 

il Card. Burke imparte una speciale Benedizione ai Religiosi e alle Religiose
della Congregazione dei Francescani dell'Immacolata


OMELIA
di S.E.R. il Sig. Cardinale Raymond Leo Burke
Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica

ROMA - Casalotti, Parrocchia di Santa Maria di Nazareth
26 dicembre 2010, Festa della Santa Famiglia

Sia lodato Gesù Cristo!

Il mistero dell’amore divino verso di noi, che si esprime in modo perfetto e meraviglioso nella Natività del Nostro Signore Gesù Cristo, necessita, per la sua grandezza e profondità, una celebrazione di otto giorni. Durante l’ottava di celebrazione della Natività di Gesù, noi riceviamo la grazia di conoscere più compiutamente il mistero e di viverlo più ardentemente nelle circostanze della nostra vita quotidiana. Il mistero è che Dio si è fatto uomo per salvarci dai nostri peccati e per donarci la sua vita, il settiforme dono dello Spirito Santo. San Paolo ha descritto il mistero con queste parole della Lettera ai Galati che abbiamo appena ascoltato: "Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio" (Gal 4,4-7).

La realtà del mistero della Incarnazione Redentiva è che noi siamo figli di Dio nel Suo unico Figlio, Gesù Cristo, Seconda Persona della Santissima Trinità fatta carne, fatta uno di noi, nato dalla Vergine Maria a Betlemme.


Il Vangelo di oggi sottolinea per noi sia la realtà dell’Incarnazione sia il suo fine, la Redenzione. Quando Maria, la Madre di Gesù, e San Giuseppe, il suo Padre adottivo e Custode, presentarono il neonato Bambino Gesù nel tempio a Gerusalemme, il sant’uomo Simeone e la santa donna Anna, hanno subito parlato del destino del Divino Bambino, un destino che non sarebbe nient’altro che la battaglia definitiva contra il Maligno e le sue forze sul Calvario, riuscendo in una vittoria di vita, la Risurrezione, Ascensione e Pentecoste, l’effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa e nell’anima di ogni membro della Chiesa. Simeone, prendendo il Bambino Gesù tra le braccia, ha pregato il Signore in termini chiarissimi e incontrovertibili: "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la sua salvezza, ...” (Lc 2,29-30). E la profetessa Anna, vedendo il Bambino Gesù nelle braccia di Simeone “si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme” (Lc 2,38).

Il Vangelo ci dice che, dopo la Presentazione, Gesù, nel quale lo Spirito Santo era presente in tutta la Sua potenza, “cresceva e si fortificava, pieno di sapienza” (Lc 2,40). Queste parole si applichino alla nostra vita di figli nel Figlio unico di Dio. Grazie all’Incarnazione Redentiva, lo Spirito Santo è stato riversato nelle nostre anime, purificandoci e fortificandoci per fare le cose di Dio, per vivere una vita santa in questo mondo per arrivare alla fine del nostro pellegrinaggio terreno, cioè la vita eterna nel Regno dei Cieli.

Nel contesto di questa celebrazione della Santa Messa nella forma straordinaria del Rito Romano, vorrei sottolineare l’aspetto più elevato e perfetto della nostra vita in Cristo, cioè la nostra partecipazione nel culto divino, specialmente per la celebrazione del Sacrificio Eucaristico. L’unione del cielo e della terra, compiuta per la Natività del Nostro Signore Gesù Cristo, per Sua Morte sulla Croce e per Sua Risurrezione, si realizza sempre di nuovo per noi nella Santa Messa. Per il Sacrificio Eucaristico, Gesù fa sempre presente il Sacrificio di Calvario, dandoci il dono del Suo Corpo e del Suo Sangue, con l’anima e la divinità, come cibo spirituale per sostenerci nel nostro pellegrinaggio sulla terra e per portarci certamente alla nostra dimora duratura in Cielo (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1374).

La realtà dell’Incarnazione Redentiva che ci stupisce in questi giorni deve stupirci di nuovo e sempre più profondamente ogni volta che assistiamo alla Santa Messa. Il Rito della Messa, sviluppato nella Chiesa sotto la guida dello Spirito Santo, in ogni suo dettaglio volge i nostri occhi a vedere il grande Mistero dell’amore di Dio per noi, amore incommensurabile e incessante, compiuto nell’azione della Santa Messa.

Dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, ma non in ragione del Concilio, la modalità di riforma del Rito della Messa per certi versi ha abbastanza oscurato l’azione divina nella Santa Messa, unendo cielo e terra, e ha indotto alcuni al pensiero erroneo che la Santa Liturgia è una nostra attività, che in qualche senso noi abbiamo inventato e con la quale allora noi possiamo fare esperimenti.

La verità della Sacra Liturgia è ben diversa. Infatti, la Sacra Liturgia è l’azione di Gesù Cristo, vivo nel Suo Corpo Mistico per l’effusione dello Spirito Santo; è il Suo dono a noi, che dobbiamo ricevere, apprezzare e salvaguardare secondo le indicazioni dei nostri Pastori e specialmente del Santo Padre, il Vicario di Cristo sulla terra, e perciò Pastore della Chiesa Universale. Siamo chiamati così nel tempo attuale ad accogliere l’insegnamento e la disciplina che il nostro Santo Padre Benedetto XVI ci ha dato nella sua Lettera Apostolica Summorum Pontificum, per la quale egli ha voluto restaurare la forma del Rito della Messa per esprimere più pienamente ed efficacemente la verità della Sacra Liturgia.

Stabilendo “il Messale Romano promulgato da San Pio V e nuovamente edito dal Beato Giovanni XXIII” come “forma straordinaria della Liturgia della Chiesa”, il Santo Padre ha voluto tenere questa forma del Rito “nel debito onore per il suo uso venerabile e antico”, che risale al pontificato di San Gregorio Magno e che è stato sempre rispettato e salvaguardato lungo la plurisecolare vita della Chiesa (“Missale autem Romanum a S. Pio V promulgatum et a beato Ioanne XXIII denuo editum ... extraordinaria expressio eiusdem «Legis orandi» Ecclesiae ... ob venerabilem et antiquum eius usum debito gaudeat honore”: Benedictus PP. XVI, Lettera Apostolica «Motu proprio data», Summorum Pontificum, “De usu extraordinario antiquae formae Ritus Romani”, 7 Iulii 2007, Acta Apostolicae Sedis, 99 [2007], p. 779, art. 1).

Le due forme, cioè la forma ordinaria e la forma straordinaria, dell’unico Rito Romano non significano nessuna divisione nella Chiesa ma rispecchiano l’unità organica del culto divino lungo i secoli cristiani ed infatti provvede per il mutuo arricchimento delle due forme per esprimere più fedelmente la realtà del culto divino, l’azione di Dio che viene a incontrarci con il dono incomparabile del Suo amore verso di noi, il dono del Figlio di Dio fatto uomo, soprattutto nella Santissima Eucaristia.

Così il nostro Santo Padre, al tempo della promulgazione della Lettera Apostolica Summorum Pontificum, ha scritto queste parole ai Vescovi di tutto il mondo: "Non c’è nessuna contraddizione tra l’una e l’altra edizione del Missale Romanum. Nella storia della Liturgia c’è crescita e progresso, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e dar loro il giusto posto" (Benedictus PP. XVI, Epistula “Ad Episcopos Catholicae Ecclesiae Ritus Romani”, 7 Iulii 2007, Acta Apostolicae Sedis, 99 [2007], p. 798).

Seguendo il magistero del Santo Padre, molto giustamente celebriamo il Rito Romano secondo la forma straordinaria oggi per aiutarci ad entrare più pienamente nella conoscenza del Mistero della Fede, il mistero dell’amore di Dio verso di noi, ed rispondere al mistero con amore puro e disinteressato verso Dio ed il prossimo.

Visitando la vostra parrocchia oggi, vorrei, in modo particolare, ringraziare l’Eccellentissimo e Reverendissimo Monsignor Gino Reali, Vescovo di questa Diocesi di Porto - Santa Rufina, che mi ha invitato a celebrare questa Santa Messa e ci onora con la sua presenza, e i Frati dell’Immacolata che hanno la cura della Parrocchia, per la loro cura a provvedere per la più fedele, e perciò ricca, celebrazione possibile del Rito Romano per i parrocchiani. In modo particolare, ringrazio loro per la fede cattolica autentica e devota che esprimono in tutte le celebrazioni della Sacra Liturgia e che nutrono con la regolare celebrazione della forma straordinaria del Rito Romano.

Venendo in mezzo a voi in questo santo tempo della Natività del Nostro Signore Gesù Cristo, prego, in modo speciale, per la vostra parrocchia di Santa Maria di Nazareth, quale grande famiglia di famiglie cattoliche, perché tutte le case nella parrocchia trovino aiuto nella parrocchia per essere veri santuari di Dio, case nelle quali l'amore di Cristo, ricevuto in modo più pieno e perfetto per la partecipazione alla Santa Messa, animi tutti e si estenda ai vicini e a tutti i fratelli della comunità più estesa. Nel mondo di oggi c'è grande sete di Cristo e della libertà che Egli solo ci offre. Nelle case cattoliche e nella parrocchia i nostri fratelli devono trovare le fonti di acqua viva, le fonti di grazia divina, le fonti del Magistero della Chiesa e dei Sacramenti, specialmente, la Penitenza e la Sacra Eucaristia, che possono estinguere la sete spirituale di un mondo tristemente secolarizzato.

Preghiamo perché voi parrocchiani, per la vostra partecipazione alla Sacra Liturgia, celebrata in fedeltà al magistero del Santo Padre, cresciate nell'amore di Cristo e portiate questo amore in ogni settore della vostra attività quotidiana. Che Santa Maria di Nazareth, Madre di Dio, interceda per voi perché seguiate il suo esempio nel donare i vostri cuori a Gesù, trovando nel Suo Sacratissimo Cuore la fonte della purificazione da ogni peccato e della fortificazione dell’anima per una vita cattolica fedele e generosa.

Adesso, nel Sacrificio Eucaristico eleviamo i nostri cuori, uniti con il Cuore Immacolato di Maria, al glorioso Cuore trafitto di Gesù, aperto dalla lancia del centurione e sempre pronto ad accoglierci, affinché, nell’incontro col Signore Eucaristico, possiamo essere purificati e fortificati per divenire, con Santa Maria di Nazareth, una fonte viva di incoraggiamento e sostegno nella sequela di Cristo per i nostri fratelli. Uniti con il Cuore Eucaristico di Cristo, diventiamo con Cristo, come fu Santa Maria, Madre di Dio, un’oblazione di puro e gratuito amore per i nostri fratelli.

È nel Cuore Eucaristico di Cristo che troviamo l'ispirazione e la forza per essere, con Santa Maria, forti e affidabili testimoni di Cristo e della Sua Chiesa, e così le vostre case e la vostra parrocchia diventeranno centri della nuova evangelizzazione, della trasformazione della nostra società secondo il Cuore di Gesù.

Cuore di Gesù, formato dallo Spirito nel seno della Vergine Madre, abbi pietà di noi;

Cuore Immacolato di Maria, prega per noi;
San Giuseppe, prega per noi.
San Francesco d’Assisi, prega per noi.
San Massimiliano Kolbe, prega per noi.
San Pio di Pietrelcina, prega per noi.

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)