Si Francesco,
ti faccio i miei migliori auguri per il tuo matrimonio, e prego per voi, comunque il problema di Stefano non è un caso isolato, e lo hai notato anche tu. Noi che abbiamo avuto esperienze con i pentecostali capiamo meglio Stefano, non per intelligenza ma per esperienza.
Mia moglie tempo fa veniva spesso afflitta da nostalgia, sentiva la mancanza della sua ex comunità. Vedeva troppo silenzio tra i cattolici durante la Messa.
Gli facevo spesso notare che noi non possiamo giudicare il silenzio, le apparenze, e che spesso dietro il silenzio si nascode una grande fede, o dei grandi dolori che si portano davanti al Signore.
Gli ho spiegato, e di tanto in tanto gli ripasso il significato della Messa, di ogni gesto liturgico, di ogni parola liturgica, e lei ha cominciato ad apprezzarla di più.
Si anch'io con lei frequentavo la sua ex comunità, e mi facevano sentire a casa mia, mi riempivano di premure, uscivo la domenica pomeriggio con loro, frequentavo i loro corsi biblici, sempre assieme alla mia fidanzata (ora moglie).
Ma purtroppo in quelle premure c'erano secondi fini, volevano che diventassi uno di loro per cui riporto la frase che ha usato Francesco:
"Io credo che molte volte si fa confusione con la felicità umana da quella evangelica che è gratuita e non ti chiede in cambio di diventare - uno di loro- , "
Si mi chiedevano di diventare uno di loro, non per via diretta, ma me lo facevano capire in mille modi diversi, cominciando dal pastore che spesso durante i culti domenicali, cominciava a pressare, a invitare genericamente coloro che volevano essere salvati, coloro che volevano accettare Gesù come personale salvatore si dovevano presentare davanti a lui, da quel passo in poi naturalmente si passa al ribattesimo.
Con le sue parole faceva sentire a disagio coloro che magari non avevano voglia di presentarsi davanti a lui, ma il pastore parlava a nome di Cristo, e ci metteva nella posizione di "non accettare realmente Cristo, se non andavamo davanti a lui, a testimoniare la nostra fede..."
Io non ci andai mai, perchè io già credevo in Gesù, non c'era bisogno -secondo il mio punto di vista- che andassi davanti al pastore, per accettare Gesù come personale salvatore. Ma la pressione psicologica era notevole per i non battezzati o ribattezzati. In mezzo ad una marea di mani alzate, e preghiere confusionarie, voci che provenivano da qualsiasi direzione, ci si sentiva avvolti, coinvolti, e il pastore come un ipnotizzatore continava a chiamarci, vieni, vieni, Cristo sta chiamando te, si proprio te, non ti vergognare di Lui, vieni ad accettarlo....una pressione psicologica enorme, alla quale alcune volte scampai per un pelo.
Mi ricordo una volta che andammo a vedere un concerto a Palermo, gospel, lì erano presenti diversi pastori, che come al solito ad un certo punto cominciarono ad invitare coloro che volevano accettare Gesù, (cioè i non battezzati o ribattezzati) come personale salvatore a farsi avanti, ad andare davanti a loro, per ricevere le loro benedizioni, anche li eravamo avvolti in una marea di voci di preghiere, di invogliamenti, che spesso confondono la mente, fanno perdere lucidità.
Ad un certo punto, mio fratello (l'avevo invitato io) mi guardò e mi disse
"ci andiamo?" gli risposi che non c'era bisogno perchè entrambi già credevamo da un pezzo, e di lasciar perdere i pressanti inviti di quei pastori, inviti che facevano sentire a disagio coloro che restavano seduti ai loro posti.
Dissi a mio fratello (anche lui cattolico) "noi siamo già battezzati, e crediamo in Cristo Gesù, quini queste pressioni non ci devono toccare" restò seduto, come me.
Mi amavano quindi per "convertirmi", ma quando capirono che ero duro da "convertire" cambiarono tattica, e la monitrice, cioè la catechista della mia fidanzata, andava a casa dei miei suoceri, per fare opera di convinzione, li pressava, li consigliava di dire alla loro figlia di lasciarmi.
Quando la mia ragazza lo seppe, ci rimase molto male, e invece di allontanarsi da me si allontanò da loro.
Fu in una di quelle occasioni che arrivando a casa, trovò la sua ex monitrice, e questa la salutò con un freddo e intonato CIAO!
Usò un chiaro tono dispregiativo, come per dirgli, sei diventata anche tu "schiava del peccato" perchè così gli insegnavano, CIAO=SCHIAVO.
ma la mia ragazza non smise di colpo di andare ai loro culti, in cambio però loro la facevano sentire a disagio, tanto per cominciare la tolsero dal "gruppo lode" e poi fecero la stessa cosa con mia cognata. Insomma un allontanamento soft, ma crudele, e poco cristiano.
Poi appresi pure che il pastore smise di lavorare, per occuparsi a tempo pieno della comunità, e pensai "prima criticano i preti, che vivono di offerte, e poi fanno la stessa cosa....o peggio, visto che almeno i preti non hanno mogli e figli a carico da mantenere"
E se il pastore devo comprare il motorino ai suoi figli, con quali soldi glielo compra?
Con quelli della comunità...e lo stesso dicasi per qualsiasi altra esigenza familiare.
Il potere decisionale di quel pastore cresceva, e cresce a dismisura, arrivando a decidere pure i matrimoni che "sanno da fare" all'interno della sua comunità.
Ha praticamente costretto due ragazzi, entrambi pentecostali, della sua comunità ad andare a convivere, pur di non sposarli, praticamente li ha fatti emarginare, sempre nella solita maniera soft, togliendogli gli incarichi, e con gli atteggiamenti sempre soft, li metteva a disagio, fino a quando sono scappati entrambi, andando a vivere assieme.
Poi continua con un altra coppia, anche questa composta da due evangelici, ma il ragazzo non era gradito (pur essendo membro della stessa comunità) al pastore, e anche questo matrimonio "secondo lui, non sa da fa" per cui scatta l'opera di emarginazione soft. Il ragazzo andava spesso ad assistere alle prove di canto, della sua amata, e un bel giorno si sentì suggerire, pardon, consigliare dalla solita catechista, che lui non poteva assistere, anche se non disturbava affatto non poteva assistere, e poi con mille altri atteggiamenti soft, gli fecero capire che non era gradito nella comunità.
Fu chiesto un chiarimento dal ragazzo, al pastore, e gli fu risposto che tra qualche giorno il pastore sarebbe andato a trovarlo a casa; sono passati più di sei mesi, e ancora lo aspetta.
Nel frattempo anche la madre della ragazza di era stufata di questo tipo di atteggiamenti e decidette di lasciare l'incarico che ricopriva nella comunità, mostrando le sue evidenti perplessità verso l'atteggiamento del pastore.
Ecco cosa succede nelle calorose ed accoglienti comunità pentecostali, che amano solo i solo fratelli, e a volte nemmeno loro, e che usano metodi soft, ma poco cristiani per allontanare alcuni fratelli non graditi, per assecondare i capricci del pastore.
Stefano farebbe bene a tenersi le fredde comunità cattoliche, dal freddo ci si può riparare dal caldo invece si può morire soffocati.....
Pace
Salvatore