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Da: quovadis  (Messaggio originale)Inviato: 17/05/2003 9.06

Questo post vale anche come presentazione , sono un medico psichiatra , papà di tre bimbe, appassionato di spiritualità Cristiana e fortemente interessato al dialogo Ecumenico ed ad una strada per raggiungere l'Unità dei Cristiani.Ciao a tutti  e grazie per avermi accolto.

Quella sul vino è una mia riflessione ,considerando lo status quo delle chiese cattoliche...L'espressione parente povero dell'Eucarestia l'ho sentita paventare in una predicazione di P.Raniero Cantalamessa , secondo me molti sacerdoti prestano poca attenzione alla necessità di far partecipare l'assemblea anche alla specie del vino , che come sappiamo liturgicamente è nella nostra messa in genere "riassunta"...ci sono speranze che venga resa obbligatoria ?....Il gesto avrebbe anche un significato Ecumenico . Un abbraccio a tutti.




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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 17/05/2003 9.39
Ciao quovadis.....e grazie per questo forum che ci aiuterà a chiarire alcuni aspetti dell'Eucarestia........
Partiamo dalle radici storiche.......quando l'Eucarestia veniva fatta in forma "completa" con le due specie.......Tuttavia a differenza di quanto sostengono molti Pentecostali.....NON è vero che essa veniva fornita sempre attraverso le due specie.....
Prima si usava il pane.....nel vero senzo comune della parola.....ma già dalla metà del primo secolo si parla di "PARTICOLE"........la storia di s.Tarcisio, il primo martire dell'Eucarestia.....ci fa presente che il "vino".....non veniva "trasportato".....mi spiego:
Tarcisio si offre volontario per portare l'Eucarestia ai prigionieri cristiani che da li a poco avrebbero subito il martirio......
Quando verrà lapidato dai suoi coetanei....sul petto nascondeva e custodiva le PARTICOLE CONSACRATE......ciò fa presagire che già dall'epoca si usava portare il "Pane eucaristizzato" a chi non poteva essere presente alla Messa.....
Veniamo anche ad un particolare:
quando il sacerdote dice "Questo è il mio copro"...si intende un Corpo vivo e vero...dentro il quale non può che scorrere SANGUE VIVO E VERO.....quel Corpus Eucaristico è COMPLETO......
Del resto oggi....a prescindere dalle piccole comunità......diventerebbe un problema l'Eucarestia sotto le due specie nelle grande adunanze di fedeli...pensiamo alla Messa del Papa......già i sacerdoti ci impiegano circa 20 /30 minuti per fare il giro completo della distribuzione......vi immaginate l'imposibilità di dare a tutti anche il calice?
Quindi...il problema di rendere "obbligatoria" una prassi che nelle piccole comunità avviene....mi sembra inerente alla realtà......Pewr esempio, quando partecipo a delle Messe fra piccoli gruppi....o perchè siamo in viaggio di preghiera......la partecipazione alle due specie si può realizzare......e la facciamo.....
Poi c'è l'aspetto del Concilio Vaticano II che ha portato alla comunione originale, cioè, la ricezione sulla mano.......il che rende ancora più complicato l'accostarsi al calice......poichè NON basterebbe per tutta la comunità.......
Tuttavia ricordiamoci comunque che il Corpo di Cristo.....è già una assunzione completa dell'Eucarestia.......il miracolo di Lanciano, che da dodici secoli lascia a bocca aperta gli scienziati, dopo i recenti studi, dimostra che lì è un pezzo di miocardio che ha lasciato cadere i veli del Mistero, per donarci una testimonianza inconfutabile, nel quale tracce di sangue ne stabiliscono la completezza.........
Lo stesso Tommaso d'Aquino, cantore per eccellenza degli Inni Eucaristici da quando si iniziarono le Processioni del Corpus Domini.....intendono sottolineare la completezza del "Corpo" dopo la Consacrazione.....
Se sono uscita fuori tema aiuitami a rientrare nell'argomento.....se ci sono altre domande......attendo di migliorarmi anch'io.......
Fraternamente C.

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Da: quovadisInviato: 17/05/2003 9.59

Anch'io penso da Cattolico che non ci sia nessun problema teologico sulla "completezza" della particola...diciamo che si potrebbe ovviare al problema liturgico delle grandi Assemblee così : due ministri , un ministro tiene il Calice col Vino consacrato in mano L'altro ministro immerge la estremità dell'Ostia consacrata nel Calice porgendola poi al Fedele. Si potrebbe ipotizzare di consigliare questa forma almeno in una delle Messe Festive di ogni Parrocchia.

A proposito ricorda anche il miracolo Eucaristico di Siena , anche quello splendido, nel suo messaggio di uguaglianza nel Corpo di Cristo tra una parte e il tutto.

Fraternamente Q. 


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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 17/05/2003 10.49
Pur essendo anch'io d'accordo sulla "completezza" del rito eucaristico così come viene svolto, la soluzione suggerita da quovadis mi sembra fattibilissima.
Ho partecipato ad alcune funzioni, dove il sacerdote immergeva l'estremità della particola in un altro calice contenente il vino.
Ovviamente c'era qualcuno che sosteneva il calice vicino all'officiante.
Posso assicurare che tutto avvenne senza alcuna   difficoltà.
Questo mi ha riportato più vicino alla gestualità originaria attraverso la quale Cristo si è donato all'umanità.
Non vedo come questo non potrebbe essere praticato  normalmente.
Fraternamente
Iyvan 

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Da: Soprannome MSNlizzie9821EInviato: 17/05/2003 11.20
Da me questo lo hanno fatto un paio di volte... esattamente come lo hai descritto tu.
Ma personalmente come voi penso che sia sufficiente l'ostia da sola...

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Da: Soprannome MSNIreneo81Inviato: 18/05/2003 21.34

La Pace di Cristo!


Allora, interessante davvero la tematica di questo forum. Vorrei dare anch'io un mio piccolo contributo e sei testimonianze sulla scia di quanto detto fino ad ora.


Non penso che nessuno consideri sbagliata la prassi di comunicarsi solo al pane (almeno tra i cattolici)... ma io penso che le condizioni storiche che anno portato allo "status quo" della Chiesa latina siano finite da un pezzo, almeno dal Vaticano II.


Perticole... i racconti su san Tarcisio sono assai successivi alla sua epoca. Il redattore della sua Passio riporta un suo uso a lui contemporaneo al primo secolo, ma ti posso assicurare, Caterina, che tutti i documenti a nostra disposizione ci fanno sapere che per almeno i primi tre secoli (nel periodo in cui la chiesa era "minoranza") ci si nutriva tutti dei frammenti di un unico pane (ed erano tali fragmentis o paruticulae che Tarcisio portava ai carcerati).


Sappiamo anche che in alcune zone d'oriente invalse l'uso che ogni famiglia portasse a casa dalla celebrazione domenicale del pane per potersi comunicare tutti i giorni, ma non il vino; dunque la prassi di comunicare solo del pane è antichissima, seppur limitata a quella che oggi chiameremmo "comunione fuori dalla messa".


Per Quovadis, vorrei far notare come già La Seconda ed. del Messale Romano prevede molte possibilità di comunicare i Laici al Calice, ed in moltissime forme (per intizione, direttametne al calice, con cucciaini, addirittura con cannucce di argento!!!) e demanda alle Conferenze episcopali altre possibilità... La CEI ha stabilito che la comunione al Calice si possa fare in tutti i momenti festivi, e dunque, dato che la domenica è festiva, di regola si può fare in tutte le domeniche e messe con una certa partecipazione.


Il problema è che forse i nostri sacerdoti spesso non si pongono il problema di come fare a rendere questo gesto un gesto ordinario, ritenendo sufficiente farlo solo nelle grandi occasioni!


La Terza ed. del Messale, che sarà pubblicata tra poco, eliminerà ogni ostacolo alla partecipazione dei laici al calice e dunque servirà soltanto un po' di educazione, pratica ed inventiva per far si che esso divenga in tutte le comunità gesto abituale delle messe domenicali almeno...


Per quanto riguarda il tempo di durata delle comunioni? Beh, le indicazioni della CEI ritengono che il tempo max per la comunione dovrebbe essere di 20 min, e dunque per stare nei tempi ogni comunità dovrebbe dotarsi di diaconi e accoliti, o almeno di ministri straordinari dell'Eucarestia... le possibilità ci sono, basta impegnarsi a portarle sulla pratica.


Ma volete sapere ancora di più? Se sfogliate l'indice del Messale romano treverete una benedizione da fare al momento sui laici perchè possano aiutare il sacerdote a distribuire la comunione... Le possibilità ci sono.


Ora vi elenco sei testimonianze che ci possono far capire come le difficoltà sono più nel fatto che non siamo abituati, nella nostra forma mentis, più che nella realtà.


1) Nella mia comunità di Gallipoli sono stati istituiti 1 accolito e 4 ministri straordinari dell'Eucarestia e la comunione sotto le due specie la si fa in tutte le Solennità e le Feste del Signore ricorrenti in domenica.


Due persone reggono il calice e due la pisside, e la comunione è per intinzione.


2) Nella Parrocchia di Santa Maria in Campitelli (Roma), Sede generalizia del mio Ordine, la comunione è per intinzione sotto le due specie ogni domenica... da ormai tre anni e tutto procede benissimo.


3) Nella mia comunità attuale, Santa Maria in Portico (Napoli) facciamo la comunione sotto le due specie ogni Solennità e per tutto il tempo di Natale e Pasqua, Sacerdote e Diacono, per intinzione... ma stiamo trovando il modo per passare a quella di partecipare direttamente al calice... ma è ancora in studio.


Nella messa conventuale, sia noi in formazione, che chiunque partecipi, fa la comunione sotto le due specie bevendo direttamente al calice posto sull'altare.


4) A Taizè in Francia. Se non la conoscete è una comunità monastica ecumenica che accoglie all'incirca 6 mila giovani ogni settimana. Nella preghiera del mattino di ogni giorno è distribuita la comunione (per cattolici e ortodossi) e del pane benedetto (per coloro che provengono dalla riforma e i cattolici e ortodossi che non si possono accostare alla comunione).


La comunione si svolge così: si usano dei calici larghi e molto bassi (non a coppa come quelli che usiamo noi). Due ministri (frati) si mettono vicino. Il comunicante riceve l'ostia dal primo frate e poi si accosta al secondo che presenta il calice dicendo "Il sangue di Cristo" e poi il comunicando intinge da solo l'ostia e si comunica al corpo e al sangue. E' il metodo a mio parere più originale e più bello, perchè semplice, veloce e partecipativo, anche per colui che si comunica!


5) Pochi giorni fa è tornato dalla Svezia un mio amico, Francesco, ospite da un'amica comune sposata lì con uno svedese; domenica si sono crepati per cercare una chiesa cattolica (la Svezia è per lo più luterana) e alla fine hanno partecipato alla celebrazione della Cattedrale Cattolica di Lundt. Tenete presenti le chiese nordiche? Quanto sono immense? Bene, la chiesa era gremita.


Arrivato il momento dell'eucarestia si sono mossi 6 ministri, 3 pissidi e 3 calici colmi di vino.


Le persone prima ricevevano il Corpo del Signore, e mentre lo masticavano si dirigevano dal ministro con il vino eucaristizzato e bevevano direttamente un sorso dal calice, purificato dal ministro con il purificatoio. Ha naturalmente fatto la comunione anche il mio amico.


A dir suo, tutto si è svolto in modo ordinatissimo e la comunione è durata un quarto d'ora.


6) Chiunque sia stato nelle comunità albanesi del possino, o in chiese di rito orientale, sia cattoliche che ortodosse, si può rendere conto di come in tutte le messe i laici ricevono sia il pane che il vino... infatti è solo nel rito latino che è invalso l'uso di riservare il calice al clero. In oriente la comunione è sempre stata, ed è ancora, in ogni messa, sotto le due specie.


Certo, quanto detto al numero 6 in italia è troppo presto per proporlo, infatti in Svezia, per la presenza della Chiesa luterana, che non ha mai rinunciato al fatto che i laici bevessero direttamente dal calice, le persone sono più abituate.

In italia, almeno 700 anni di solo pane rendono ancora difficile questo (penso a quante volte per le prime comunioni, quando il mio parroco proponeva che i bambini bevessero dal calice, i genitori, e a volte gli stessi catechisti, divecano che era meglio di no per motivi igienici, quando dai metalli è davvero improbabile che ci si possa prendere qualche malanno... pensare se si dovesse comunicare tutta l'assemblea!)


Ma la mentalità gradualmente si può cambiare... fino a quattro anni fa nella mia comunità la comunione al calice la si vedeva solo il Giovedì santo e per le Prime Comunioni (neanche ai matrimoni!!!) ora le persone sanno che per tutto il tempo pasquale riceveranno l'ostia intinta nel vino.


Da quest'anno abbiamo intenzione di estendere questo gesto a tutte le domeniche e quindi continuarlo anche dopo pentecoste. Per la pasqua dell'anno prossimo vorremmo proporre il metodo "Taizè" (vedi al numero 4) e per questo ci siamo attrezzando: quest'estate, conosendo dei ragazzi che andranno a Taizè in Campo Scuola, ci faremo acquistare due calici come quelli descritti sopra.


La nostra idea sarà poi, quando diventerà abituale intingere da soli l'ostia, dare la possibilità di bere anche al calice. Ma tutto va fatto gradualmente e occorre che anche l'assemblea maturi certe dinamiche e certi "bisogni"... anche in questo il sacerdote, o il "gruppo liturgico parrocchiale" non devono imporre, ma proporre e gradualmente educare.


Dunque, manteniamo ferma la nostra fede nella presenza piena di Cristo per opera dello Spirito santo sia nel Pane che nel vino, ma nello stesso tempo attiviamoci perchè quella partecipazione più chiara e simbolicamente più piena della partecipazione alle due specie (in modo simile si esprimono Principi e Norme per l'uso del Messale Romano)diventi un bisogno delle nostre assemble e gesto abituale, come lo era per i discepoli di Gesù, come lo era per Maria, e per tutti i cristiani dei primi secoli, ed ancora oggi per le Chiese Orientali, la Chiesa Vetero-cattolica, la Chiesa anglicana e tutte le chiese nate dalla riforma.


A presto e buona domenica!


Ireneo