La Pace di Cristo!
Allora, interessante davvero la tematica di questo forum. Vorrei dare anch'io un mio piccolo contributo e sei testimonianze sulla scia di quanto detto fino ad ora.
Non penso che nessuno consideri sbagliata la prassi di comunicarsi solo al pane (almeno tra i cattolici)... ma io penso che le condizioni storiche che anno portato allo "status quo" della Chiesa latina siano finite da un pezzo, almeno dal Vaticano II.
Perticole... i racconti su san Tarcisio sono assai successivi alla sua epoca. Il redattore della sua Passio riporta un suo uso a lui contemporaneo al primo secolo, ma ti posso assicurare, Caterina, che tutti i documenti a nostra disposizione ci fanno sapere che per almeno i primi tre secoli (nel periodo in cui la chiesa era "minoranza") ci si nutriva tutti dei frammenti di un unico pane (ed erano tali fragmentis o paruticulae che Tarcisio portava ai carcerati).
Sappiamo anche che in alcune zone d'oriente invalse l'uso che ogni famiglia portasse a casa dalla celebrazione domenicale del pane per potersi comunicare tutti i giorni, ma non il vino; dunque la prassi di comunicare solo del pane è antichissima, seppur limitata a quella che oggi chiameremmo "comunione fuori dalla messa".
Per Quovadis, vorrei far notare come già La Seconda ed. del Messale Romano prevede molte possibilità di comunicare i Laici al Calice, ed in moltissime forme (per intizione, direttametne al calice, con cucciaini, addirittura con cannucce di argento!!!) e demanda alle Conferenze episcopali altre possibilità... La CEI ha stabilito che la comunione al Calice si possa fare in tutti i momenti festivi, e dunque, dato che la domenica è festiva, di regola si può fare in tutte le domeniche e messe con una certa partecipazione.
Il problema è che forse i nostri sacerdoti spesso non si pongono il problema di come fare a rendere questo gesto un gesto ordinario, ritenendo sufficiente farlo solo nelle grandi occasioni!
La Terza ed. del Messale, che sarà pubblicata tra poco, eliminerà ogni ostacolo alla partecipazione dei laici al calice e dunque servirà soltanto un po' di educazione, pratica ed inventiva per far si che esso divenga in tutte le comunità gesto abituale delle messe domenicali almeno...
Per quanto riguarda il tempo di durata delle comunioni? Beh, le indicazioni della CEI ritengono che il tempo max per la comunione dovrebbe essere di 20 min, e dunque per stare nei tempi ogni comunità dovrebbe dotarsi di diaconi e accoliti, o almeno di ministri straordinari dell'Eucarestia... le possibilità ci sono, basta impegnarsi a portarle sulla pratica.
Ma volete sapere ancora di più? Se sfogliate l'indice del Messale romano treverete una benedizione da fare al momento sui laici perchè possano aiutare il sacerdote a distribuire la comunione... Le possibilità ci sono.
Ora vi elenco sei testimonianze che ci possono far capire come le difficoltà sono più nel fatto che non siamo abituati, nella nostra forma mentis, più che nella realtà.
1) Nella mia comunità di Gallipoli sono stati istituiti 1 accolito e 4 ministri straordinari dell'Eucarestia e la comunione sotto le due specie la si fa in tutte le Solennità e le Feste del Signore ricorrenti in domenica.
Due persone reggono il calice e due la pisside, e la comunione è per intinzione.
2) Nella Parrocchia di Santa Maria in Campitelli (Roma), Sede generalizia del mio Ordine, la comunione è per intinzione sotto le due specie ogni domenica... da ormai tre anni e tutto procede benissimo.
3) Nella mia comunità attuale, Santa Maria in Portico (Napoli) facciamo la comunione sotto le due specie ogni Solennità e per tutto il tempo di Natale e Pasqua, Sacerdote e Diacono, per intinzione... ma stiamo trovando il modo per passare a quella di partecipare direttamente al calice... ma è ancora in studio.
Nella messa conventuale, sia noi in formazione, che chiunque partecipi, fa la comunione sotto le due specie bevendo direttamente al calice posto sull'altare.
4) A Taizè in Francia. Se non la conoscete è una comunità monastica ecumenica che accoglie all'incirca 6 mila giovani ogni settimana. Nella preghiera del mattino di ogni giorno è distribuita la comunione (per cattolici e ortodossi) e del pane benedetto (per coloro che provengono dalla riforma e i cattolici e ortodossi che non si possono accostare alla comunione).
La comunione si svolge così: si usano dei calici larghi e molto bassi (non a coppa come quelli che usiamo noi). Due ministri (frati) si mettono vicino. Il comunicante riceve l'ostia dal primo frate e poi si accosta al secondo che presenta il calice dicendo "Il sangue di Cristo" e poi il comunicando intinge da solo l'ostia e si comunica al corpo e al sangue. E' il metodo a mio parere più originale e più bello, perchè semplice, veloce e partecipativo, anche per colui che si comunica!
5) Pochi giorni fa è tornato dalla Svezia un mio amico, Francesco, ospite da un'amica comune sposata lì con uno svedese; domenica si sono crepati per cercare una chiesa cattolica (la Svezia è per lo più luterana) e alla fine hanno partecipato alla celebrazione della Cattedrale Cattolica di Lundt. Tenete presenti le chiese nordiche? Quanto sono immense? Bene, la chiesa era gremita.
Arrivato il momento dell'eucarestia si sono mossi 6 ministri, 3 pissidi e 3 calici colmi di vino.
Le persone prima ricevevano il Corpo del Signore, e mentre lo masticavano si dirigevano dal ministro con il vino eucaristizzato e bevevano direttamente un sorso dal calice, purificato dal ministro con il purificatoio. Ha naturalmente fatto la comunione anche il mio amico.
A dir suo, tutto si è svolto in modo ordinatissimo e la comunione è durata un quarto d'ora.
6) Chiunque sia stato nelle comunità albanesi del possino, o in chiese di rito orientale, sia cattoliche che ortodosse, si può rendere conto di come in tutte le messe i laici ricevono sia il pane che il vino... infatti è solo nel rito latino che è invalso l'uso di riservare il calice al clero. In oriente la comunione è sempre stata, ed è ancora, in ogni messa, sotto le due specie.
Certo, quanto detto al numero 6 in italia è troppo presto per proporlo, infatti in Svezia, per la presenza della Chiesa luterana, che non ha mai rinunciato al fatto che i laici bevessero direttamente dal calice, le persone sono più abituate.
In italia, almeno 700 anni di solo pane rendono ancora difficile questo (penso a quante volte per le prime comunioni, quando il mio parroco proponeva che i bambini bevessero dal calice, i genitori, e a volte gli stessi catechisti, divecano che era meglio di no per motivi igienici, quando dai metalli è davvero improbabile che ci si possa prendere qualche malanno... pensare se si dovesse comunicare tutta l'assemblea!)
Ma la mentalità gradualmente si può cambiare... fino a quattro anni fa nella mia comunità la comunione al calice la si vedeva solo il Giovedì santo e per le Prime Comunioni (neanche ai matrimoni!!!) ora le persone sanno che per tutto il tempo pasquale riceveranno l'ostia intinta nel vino.
Da quest'anno abbiamo intenzione di estendere questo gesto a tutte le domeniche e quindi continuarlo anche dopo pentecoste. Per la pasqua dell'anno prossimo vorremmo proporre il metodo "Taizè" (vedi al numero 4) e per questo ci siamo attrezzando: quest'estate, conosendo dei ragazzi che andranno a Taizè in Campo Scuola, ci faremo acquistare due calici come quelli descritti sopra.
La nostra idea sarà poi, quando diventerà abituale intingere da soli l'ostia, dare la possibilità di bere anche al calice. Ma tutto va fatto gradualmente e occorre che anche l'assemblea maturi certe dinamiche e certi "bisogni"... anche in questo il sacerdote, o il "gruppo liturgico parrocchiale" non devono imporre, ma proporre e gradualmente educare.
Dunque, manteniamo ferma la nostra fede nella presenza piena di Cristo per opera dello Spirito santo sia nel Pane che nel vino, ma nello stesso tempo attiviamoci perchè quella partecipazione più chiara e simbolicamente più piena della partecipazione alle due specie (in modo simile si esprimono Principi e Norme per l'uso del Messale Romano)diventi un bisogno delle nostre assemble e gesto abituale, come lo era per i discepoli di Gesù, come lo era per Maria, e per tutti i cristiani dei primi secoli, ed ancora oggi per le Chiese Orientali, la Chiesa Vetero-cattolica, la Chiesa anglicana e tutte le chiese nate dalla riforma.
A presto e buona domenica!
Ireneo