00 02/03/2010 11:34
Vescovi emiliani spiegano a vescovi italiani come difendere la vita nelle urne


Mentre si avvicina il voto regionale, mentre la confusione regna nel Lazio dove, tra i tanti grattacapi, c’è anche quello di una chiesa ufficiale che ancora non ha detto nulla – e senz’altro non dirà nulla – in merito alla candidatura della radicale Emma Bonino, c’è una regione dove i vescovi e gli arcivescovi hanno deciso in qualche modo di uscire allo scoperto: l’Emilia Romagna. I presuli guidati dal cardinale arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra, infatti, hanno abbandonato nelle scorse ore l’ecclesialese e hanno provato tutti insieme, nessuno escluso, a parlare chiaro. Hanno scritto una notificazione nella quale hanno spiegato che, seppure non sia compito loro fare nomi e dare indicazioni di voto, spetta a ognuno, in particolare a ogni elettore cattolico, ricordare che esistono dei valori che al momento del voto non possono essere elusi, dimenticati. Sono i valori scritti all’interno della dottrina sociale della chiesa, ovvero i valori inerenti la vita e la sua difesa, quei valori che Benedetto XVI chiamò, tempo addietro, “non negoziabili”.

Dicono i vescovi dell’Emilia Romagna che al momento del voto occorre discernere chi difende meglio “la dignità della persona umana, costituita a immagine e somiglianza di Dio”. E ancora: “La sacralità della vita dal concepimento fino alla morte naturale, inviolabile e indisponibile a tutte le strutture e a tutti i poteri; i diritti e le libertà fondamentali della persona: la libertà religiosa, la libertà della cultura e dell’educazione; la sacralità della famiglia naturale, fondata sul matrimonio, sulla legittima unione cioè fra un uomo e una donna, responsabilmente aperta alla paternità e alla maternità; la libertà di intrapresa culturale, sociale, e anche economica in funzione del bene della persona e del bene comune; il diritto a un lavoro dignitoso e giustamente retribuito, come espressione sintetica della persona umana; l’accoglienza ai migranti nel rispetto della dignità della loro persona e delle esigenze del bene comune; lo sviluppo della giustizia e la promozione della pace; il rispetto del creato”. Perché una cosa deve essere chiara: “La coscienza cristiana rettamente formata non permette di favorire col proprio voto l’attuazione di un programma politico o la promulgazione di leggi che non siano coerenti coi valori sopraddetti, esprimendo questi le fondamentali esigenze della dignità umana”.

L’uscita dei vescovi della regione più “rossa” d’Italia è stata senz’altro condivisa dal combattivo cardinale Angelo Bagnasco. Avvenire, infatti, il giornale della Cei, ha dedicato un’intera pagina domenica al comunicato, segno che anche la presidenza della Cei condivide il taglio molto deciso dei presuli: “Valori non negoziabili. La bussola per il voto”, ha titolato Avvenire.

Negli ultimi giorni, comunque, il quotidiano diretto da Marco Tarquinio è intervenuto più volte sul voto regionale, con riferimenti espliciti anche alla candidatura della Bonino nel Lazio. Tarquinio, infatti, ha scritto che i radicali che “si candidano ad assumere addirittura la rappresentanza del sentire cattolico”, rappresentano un caso “curioso quanto inquietante” perché su vita, famiglia, difesa della libertà educativa, solidarietà sociale e visione del mercato e del lavoro “i radicali predicano sistematicamente l’opposto di ciò che afferma la dottrina sociale della chiesa”. Poi, sempre su Avvenire, è stato monsignor Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente della commissione Cei per i Problemi sociali e il lavoro, a parlare di “militanze assolutamente non condivisibili da parte di noi cristiani”.

Da Palazzo Apostolico di Paolo Rodari martedì 2 marzo 2010



Comunicato dei Vescovi dell'Emilia Romagna in vista delle elezioni regionali


ROMA, domenica, 28 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo per la rubrica di Bioetica il comunicato dei Vescovi della regione Emilia-Romagna in vista delle elezioni regionali.

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Gli Arcivescovi e Vescovi della regione Emilia-Romagna desiderano indirizzare ai fedeli delle loro comunità questa comunicazione, in vista delle elezioni regionali del prossimo mese di marzo.

1.                 Come Vescovi, la nostra prima inderogabile missione è di annunciare il Vangelo  proponendo  ad ogni uomo la via della fede, come via della libertà, come via della responsabilità e della salvezza.

Ma il Vangelo che dobbiamo annunciare contiene anche una precisa concezione dell'uomo e di tutta la sua realtà, personale e sociale, che risponde in modo adeguato alle fondamentali esigenze della sua persona.

È questa concezione il nucleo portante della Dottrina Sociale che la Chiesa ha sempre proclamato e testimoniato, e che l'attuale pontefice Benedetto XVI ha mirabilmente sintetizzato nell'espressione «valori non negoziabili».

2.                 Essi costituiscono patrimonio di ogni persona, perché inscritti nella coscienza morale di ciascuno.

A questi valori anche ogni cristiano deve riferirsi come criterio ineludibile per i suoi giudizi e le sue scelte nell'ordine temporale e sociale.

Eccoli sinteticamente: la dignità della persona umana, costituita ad immagine e somiglianza di Dio, e perciò irriducibile a qualsiasi condizione e condizionamento di carattere personale e sociale; la sacralità della vita dal concepimento fino alla morte naturale, inviolabile ed indisponibile a tutte le strutture ed a tutti i poteri; i diritti e le libertà fondamentali della persona: la libertà religiosa, la libertà della cultura e dell'educazione; la sacralità della famiglia naturale, fondata sul matrimonio, sulla legittima unione cioè fra un uomo e una donna, responsabilmente  aperta alla paternità e alla maternità; la libertà di intrapresa culturale, sociale, e anche economica in funzione del bene della persona e del bene comune; il diritto ad un lavoro dignitoso e giustamente retribuito, come espressione sintetica della persona umana; l'accoglienza ai migranti nel rispetto della dignità della loro persona e delle esigenze del bene comune; lo sviluppo della giustizia e la promozione della pace; il rispetto del creato.

3.                 È questo complesso di beni che costituisce l'orizzonte immutabile di ogni giudizio e di ogni impegno cristiano nella società. Persone, raggruppamenti partitici e programmi devono pertanto essere valutati a partire dalla verifica obiettiva del rispetto di quei beni.

Perciò la coscienza cristiana rettamente formata non permette di favorire col proprio voto l'attuazione di un programma politico o la promulgazione di leggi che non siano coerenti coi valori sopraddetti, esprimendo questi le fondamentali esigenze della dignità umana.

4.                 Siamo consapevoli di avere proposto ai nostri fedeli non solo orientamenti  doverosi per l'oggi, ma anche un costante cammino educativo, mediante cui l'assimilazione dei valori della Dottrina Sociale della Chiesa porta a giudizi e a scelte responsabili e coerenti, sottratte ai ricatti dei poteri ideologici e mass-mediatici o avvilite da interessi particolaristici.

Vorremmo che crescesse, anche in forza di un rinnovato e quotidiano impegno educativo delle nostre Chiese, un laicato che proprio a causa della sua appartenenza ecclesiale, fosse dedito al bene comune della società.

5.                 La Chiesa non deve prendere «nelle sue mani la battaglia politica» [cfr. Benedetto XVI, Deus caritas est, 28]. Pertanto clero ed organismi ecclesiali devono rimanere completamente fuori dal dibattito e dall'impegno politico pre-elettorale, mantenendosi assolutamente estranei a qualsiasi partito o schieramento politico. Per i sacerdoti questa esigenza è fondata sulla natura stessa del loro ministero (cfr. Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei Presbiteri 33, cpv.1°: EV 14/798).

6.                 Ma è un diritto dei fedeli essere illuminati dai propri pastori quando devono prendere decisioni importanti. Se un fedele chiedesse al sacerdote come orientarsi nella situazione attuale, il sacerdote tenga presente quanto segue.

Ogni elettore è chiamato ad elaborare un giudizio prudenziale che per definizione non è mai dotato di certezza incontrovertibile. Ma un giudizio è prudente quando è elaborato alla luce sia dei valori (cfr. § 2) umani fondamentali che sono concretamente in questione sia delle circostanze rilevanti in cui siamo chiamati ad agire.

Ciò premesso in linea generale, ogni elettore che voglia prendere una decisione prudente, deve discernere nell'attuale situazione quali valori umani fondamentali sono in questione, e giudicare quale parte politica - per i programmi che dichiara e per i candidati che indica per attuarli - dia maggiore affidamento per la loro difesa e promozione.

L'aiuto che i sacerdoti devono dare quindi consiste nell'illuminare il fedele perché individui quei valori umani fondamentali che oggi in Regione meritano di essere preferibilmente e maggiormente difesi e promossi, perché maggiormente misconosciuti o calpestati. Il Magistero della Chiesa è riferimento obbligante in questo aiuto al discernimento del fedele.

Ma il sacerdote deve astenersi completamente dall'indicare quale parte politica ritenga a suo giudizio che dia maggior sicurezza in ordine alla difesa e promozione dei valori umani in questione. Questa indicazione infatti sarebbe in realtà un'indicazione di voto.

La nostra Regione, così come l'intera nostra nazione, sta attraversando un momento difficile. Pensiamo in primo luogo e siamo vicini alle famiglie colpite da gravi difficoltà economiche; e a chi ha perduto o rischia di perdere il lavoro.

La consultazione elettorale è una occasione nella quale ogni fedele è invitato ad esercitare mediante il voto una parte attiva nella doverosa edificazione della comunità civile.

In questo modo «la carità diventa carità sociale e politica: la carità sociale ci fa amare il bene comune e fa cercare effettivamente il bene di tutte le persone, considerate non solo individualmente, ma anche nella dimensione sociale che le unisce» [Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa n. 207].

Con la nostra Benedizione.

22 Febbraio, Festa della Cattedra di San Pietro

CAFFARRA S.Em. Card. CARLO, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEER

VERUCCHI S.E. Mons. GIUSEPPE, Arcivescovo di Ravenna-Cervia e Vicepresidente della CEER

RABITTI S.E. Mons. PAOLO, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio

AMBROSIO S.E. Mons. GIANNI, Vescovo di Piacenza - Bobbio

CAPRIOLI S.E. Mons. ADRIANO, Vescovo di Reggio Emilia - Guastalla

GHIRELLI S.E. Mons. TOMMASO, Vescovo di Imola

GHIZZONI S.E. Mons. LORENZO, Vescovo ausiliare di Reggio Emilia -

Guastalla

LAMBIASI S.E. Mons. FRANCESCO, Vescovo di Rimini

LANFRANCHI S.E. Mons. ANTONIO, Amministratore Apostolico di Cesena -

Sarsina

LOSAVIO Mons. PAOLO, Amministratore Diocesano di Modena - Nonantola

MAZZA S.E. Mons. CARLO, Vescovo di Fidenza

NEGRI S.E. Mons. LUIGI, Vescovo di San Marino - Montefeltro

PIZZI S.E. Mons. LINO, Vescovo di Forlì - Bertinoro

SOLMI S.E. Mons. ENRICO, Vescovo di Parma

STAGNI S.E. Mons. CLAUDIO, Vescovo di Faenza - Modigliana

TINTI S.E. Mons. ELIO, Vescovo di Carpi

VECCHI S.E. Mons. ERNESTO, Vescovo ausiliare di Bologna, Segretario della CEER



RICORDIAMO A TUTTI I SEGUENTI DOCUMENTI:

PER VOTARE SECONDO UNA COSCIENZA DAVVERO CATTOLICA, QUI A SEGUIRE TROVERETE TUTTI (o quasi) I DOCUMENTI DELLA CHIESA...UN CATTOLICO E' LIBERO, CERTAMENTE, MA PER DIRSI TALE DEVE USARE IL DISCERNIMENTO NON IL MALE MINORE E VOTARE SOCNDO LA COSCIENZA CATTOLICA E IN RIFERIMENTO AL CRISTO E AL SUO MAGISTERO CHE E' SCRITTO NELLA BIBBIA E CONSEGNATO DALLA CHIESA NELL'INTERPRETAZIONE:

Il Magistero Pontificio ecclesiale sulla questione politca e sull'omosessualità





[Modificato da Caterina63 02/03/2010 15:43]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)