00 14/04/2010 14:19
Il 31 dicembre 2001, il cardinale Giacomo Biffi, arcivescovo di Bologna, celebrava il tradizionale Tè Deum di ringraziamento nella cattedrale di San Petronio, ricordando i 33 missionari cattolici uccisi nel corso di quell'anno nel mondo. Il coraggioso prelato metteva in guardia i cattolici dal rischio di dimenticare la propria identità quando avevano a che fare con culture e religioni diverse:

"II cristiano non deve aver paura di niente e di nessuno se non della propria insipienza, della sua strana pròpensione alla resa, della sua assurda disponibilità a sacrificare al dialogo e all'accoglienza ogni manifestazione e ogni segno della sua identità"

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Nella Sacra Scrittura ricorrono 366 volte l'espressione NON TEMERE, NON AVERE PAURA o parole analoghe che incoraggiamento a vivere con la certezza dell'aiuto di Dio.

Ve n'è una per ogni giorno dell'anno e ne avanza anche per l'anno bisestile!!!!
Abbiamo ottimi motivi perciò per essere sempre sereni di fronte a qualsiasi prova della vita, se viviamo secondo il volere di Dio.


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Mettiamoci alla scuola dei Santi, grandi interpreti della vera pietà eucaristica. In loro la teologia dell'Eucaristia acquista tutto lo splendore del vissuto, ci "contagia" e, per così dire, ci "riscalda"

(Giovanni Paolo II "Ecclesia de Eucharistia", n. 62)


“Dai sacerdoti i fedeli attendono soltanto una cosa: che siano degli specialisti nel promuovere l'incontro dell'uomo con Dio. Al sacerdote non si chiede di essere esperto in economia, in edilizia o in politica. Da lui ci si attende che sia esperto nella vita spirituale”.
(Benedetto XVI 4.8.2006 Festa di san Giovanni Maria Vianney)


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Intervista breve ad Alda Merini da Avvenire ottobre 2004

«La nostra epoca è pervasa di inquietudini forse mai viste prima. E il mio senso è di impotenza. Il mondo sembra impazzito, un'immensa Babele senza possibilità di dialogo e comprensione, una gara di crudeltà. Prendiamo i terroristi di Beslan: come si può realmente, concretamente, arrivare a tanta bestialità? Il mio parere è che questi animi, così terribili e terrificanti, sono stati inaspriti. Come il figlio discolo, riempito di botte, si incattivisce. Non parlo di politica, e non esiste giustificazione alcuna per atti così disumani, dico solo che anche Barabba, preso in un altro modo, avrebbe lodato Dio, invece hanno innalzato la sua cattiveria

Che cosa potrebbe restituire al mondo parte del suo equilibrio?

«La fede, innanzitutto: chi ha vera fede non ha paura nemmeno della morte. Nessuna i nquietudine può agitare chi crede. La fede aiuta: riconoscere che non possiamo arrivare a tutto ci permette di non dibatterci invano.»

E che altro?

«Il silenzio: occorre osservare il silenzio. Oggi si parla a sproposito, parole, parole al vento, parole a vanvera, tutti pensano di aver qualcosa da dire, la gente si sente frustrata se non diffonde la propria opinione, ma così perde la Verità.»

Qualcuno sostiene che le generazioni passate erano troppo inquiete, penso al '68, ma che oggi i giovani sono caduti nell'eccesso opposto: ignavi, incapaci - direbbe Dante - di seguire un'insegna, un ideale.

«È vero: noi eravamo inquieti, nel bene o nel male, loro spesso non hanno un campo d'azione preciso. Hanno perso, per colpa nostra, le fondamenta da cui partire anche solo per ribellarsi a qualcosa: il senso dell'obbedienza, che era sacrosanto. Noi sentivamo forte l'osservanza delle leggi della famiglia, l'obbedire anche a qualcosa che sembrava sbagliato era un principio, una base di sottomissione che era fede negli adulti e che almeno nei primi anni di vita è necessaria

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«C'è qualcosa che non va, nel mondo, ma spesso questo qualcosa origina da un altro qualcosa che non va in noi stessi».

«Ci sono, gli innocenti, ci sono: e sono i santi. Ma quanti sono? Il grido "sono innocente" ha aperto tutti i capitoli più bugiardi della storia. Il fatto è che oggi ci siamo costruiti una scorza di individualismo dentro la quale avevamo l'illusione di salvarci, invece stiamo perdendo l'anima. Ci vuole una grande pazienza per moralizzare l'anima: niente è più devastante di un cuore che si innamora di se stesso

(Alda Merini, poetessa)


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[Modificato da Caterina63 12/07/2010 08:12]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)