00 21/08/2010 18:55
Alcuni ANTIDOTI del grande Rino Cammilleri

«Suor Meena, dell’ordine religioso delle Servitrici, svolgeva la sua missione nel centro pastorale Divyajyoti a K Nuagaon, nel distretto di Kandhamal, insieme a un sacerdote, padre Thomas Chellan». Siamo nello stato indiano dell’Orissa. Il 25 agosto 2008 «è stata presa, picchiata, spogliata e fatta andare in giro per il villaggio. A un certo punto i fondamentalisti volevano bruciarla viva insieme al presbitero, ma poi l’hanno violentata. Solo in tarda serata, mentre continuavano ad essere oltraggiati e malmenati, la polizia ha soccorso lei e padre Chellan». Ancora: «Molte suore sono state attaccate, abusate sessualmente, uccise». Tuttavia, in India «ci sono ancora molte vocazioni». Monsignor John Barwa, vescovo di Rourkela e zio della suora, l’ha accompagnata e sostenuta nei giorni del processo contro gli estremisti indù.


                                                   





Ecologia:

“Il termine ‘ecologia’ apparve per la prima volta nel 1866 nell’opera ‘Generelle Morphologie der Organismen’ di Ernst Haeckel (1834-1919), uno dei più ferventi discepoli di Darwin. “Il movimento romantico tedesco si basava sul Volk legato all’ambiente; senza ambiente, niente Volk” (Paul Johnson, “Storia del mondo moderno,1917-1980”, Mondadori 1989, p. 135).


Dote:


In tutto il subcontinente indiano è drammatico il numero di infanticidi di neonate. Ora tale è pure schizzato, perché con la diagnosi prenatale si può conoscere in anticipo il sesso del nascituro, con impennata degli aborti selettivi. E il governo indiano si ritrova con 10 milioni di maschi in eccedenza. Il problema (anche nel Bangladesh) è la dote: le famiglie si indebitano e molte finiscono in miseria. Le mogli i cui genitori non riescono a saldare il debito dotale vengono maltrattate, talvolta uccise o sfigurate con l’acido. Anche nel famoso film “La città della gioia” (tratto da un fortunato bestseller) si vede un poveraccio che, con l’acqua fino al petto, tira il risciò per dotare le figlie.


Shechita:


Anche gli ebrei osservanti, come gli islamici, hanno la loro macellazione rituale. Si chiama “Shechita” ed è, se non vado errato (e, se ci vado, accetto volentieri correzioni), praticamente uguale a quella islamica. Nel maggio di quest’anno nella Nuova Zelanda è stata proibita perché crudele nei confronti degli animali (che vengono lasciati morire dissanguati, come richiede il rito). La Nuova Zelanda si allinea così all’Islanda, alla Norvegia e alla Svezia (ringrazio il lettore che mi ha passato il link con la notizia). Ovviamente, ci sono state proteste. Ma, chissà perché, da noi (e non solo) gli animalisti, quelli che fanno i blitz nelle cliniche dove si pratica la vivisezione e tirano vernice addosso alle signore che indossano pellicce, tacciono. Un ricordo personale: quando abitavo a Milano una certa cura omeopatica (che non seguo più) mi aveva vietato la carne di maiale; così, per sicurezza, facevo spesa in una macelleria islamica, dove anche il salame era “sicuro”. Il gestore, per garantirsi con la sua clientela abituale, proiettava a ciclo continuo su un piccolo schermo un documentario in cui si vedeva l’esecuzione della macellazione rituale: un bue infilato in una specie di camera iperbarica da cui usciva solo la testa; un addetto gli recideva la gola con un coltellaccio; la “camera” ruotava su se stessa e il bue, testa semirecisa penzoloni, si liberava dal sangue (ci voleva, certo, qualche tempo). Il filmato rassicurava, certo, i devoti, ma raccapricciava me. Così, smisi di andarci.


I-PAZZI(A)

Hanno rotto l’anima e le scatole e tutto il rompibile con lamentele, raccolte di firme, “denunce” e guaiti alti lai perché in Italia il Vaticano (sic) boicottava il film su Ipazia. Non era vero niente, tanto per cambiare. Ora, però, qualcuno ci spieghi perché il film “The Blind Side”, con cui Sandra Bullock ha vinto l’Oscar, da noi non viene neanche tradotto. Forse perché è un film cristiano? Senza forse…


Aborto

Ci si faccia caso: sono ormai migliaia gli studi prodotti dagli antiaboristi, di fronte al silenzio totale degli abortisti, di solito così queruli. Il fatto è che non hanno argomenti. Sanno benissimo, infatti, che si tratta di un omicidio tout court. Non per nulla si avvolgono di pezze come l’autodeterminazione della donna e l’utero è mio. Il prossimo passo del ritorno al paganesimo sarà la legalizzazione della schiavitù e della pedofilia (per ora torna buona per dare addosso ai preti, ma è questione di poco). Fossero almeno contenti… (v. i numeri degli ammazzamenti e dei suicidi).


Kazakistan e l'Eucarestia

Leggo su Zenit.org del 5 luglio 2010 la trascrizione di un’intervista fatta da Mark Riedemann per “Where God Weeps” (programma televisivo e radiofonico settimanale, prodotto da Catholic Radio and Television Network e Aiuto alla Chiesa che Soffre) al vescovo Athanasius Schneider, segretario della Conferenza episcopale kazaka. Nel Kazakistan i cristiani sono presenti fin dal III secolo ma il boom attuale è dovuto paradossalmente a Stalin: “Alla fine degli anni ’30, Stalin ha fatto deportare milioni di europei in Kazakistan, che è diventato un enorme campo di concentramento in cui improvvisamente si sono ritrovati quasi mezzo milione di cattolici”. I genitori del vescovo “facevano parte degli insediamenti tedeschi nel Mar Nero, vicino Odessa. Verso la fine della Seconda guerra mondiale le forze armate tedesche hanno preso tutta questa gente – 300mila persone – e l’hanno portata a Berlino per proteggerla dai russi. E quando l’esercito russo ha occupato Berlino questa gente è stata ripresa e messa ai lavori forzati, dislocandola in tre luoghi: Kazakistan, Siberia e gli Urali”. Lui, nato in Kirghizistan, ricorda che i suoi genitori andavano a messa solo una volta al mese in quanto la chiesa più vicina stava a 100 km. Prendevano il treno di notte e tornavano di notte perché avevano quattro figli ed era vietato portare i bambini in chiesa. Nel 2009 il vescovo ha pubblicato un libro (“Dominus Est. It is the Lord: Reflections from a Bishop in Central Asia on Holy Communion”), nel quale auspica un ritorno alla comunione in ginocchio. “Mi veniva detto che lì era realmente presente Dio. Era quindi del tutto naturale inginocchiarsi davanti al Santissimo”. Sua madre una volta aveva nascosto un prete alla polizia e, poiché la nonna era molto malata, chiese al prete di lasciarle un’ostia. “Mia madre poi diede la Santa Comunione a mia nonna e per farlo si mise un paio di guanti nuovi, per non toccare l’ostia con le mani nude, (…) e utilizzò un cucchiaio per amministrarla”. Dice il vescovo: “È innegabile che vi sia stata una banalizzazione; come distribuire fette di torta (…). Quando il Signore risorto è apparso alle donne e queste lo videro, si inginocchiarono”.






Gubbio

E’ uscito un libro che consiglio con tre stelle, “Gli occhi di Maria su Gubbio”, di L. Girlanda, L. Padeletti e C. Crescimanno. Potrete procuravelo scrivendo a:
ass.benedettoxvi@gmail.com  C’è la prefazione di Vittorio Messori e prende spunto dal libro che facemmo io e quest’ultimo a proposito della “ondata di miracoli” che nel 1796 travolse l’Italia centrale invasa da Napoleone. Alcuni volenterosi autori eugubini ne hanno preso spunto per indagare quel che successe nella loro città. Mi auguro che altri prendano analoga iniziativa per altri luoghi, indagando quel che io e Messori, per ovvi motivi, non approfondimmo nel nostro “Gli occhi di Maria” (Rizzoli).



Umiltà


Non se se ci avete fatto caso ma l’umiltà -degli altri- non basta mai. L’autore cattolico, poi, dovrebbe sempre procedere con la lingua per terra per essere, secondo alcuni (tanti, ahimè), credibile. Così, se uno (mai visto né sentito prima) ti si rivolge con una sequela di insulti e tu lo mandi a quel paese, subito ti accusa di superbia e fa le meraviglie. È il classico bue che dice cornuto all’asino, nulla di nuovo sotto il sole. Ma, devo dirlo, ciò avviene anche per colpa dei cattolici. Decenni di moderatismo calabrache democristiano; poi, venuto meno lo scudo (crociato), la Chiesa istituzionale si è ritrovata sola di fronte al branco. Ora, la suddetta Chiesa istituzionale è composta da preti e frati, cioè da persone consacrate. Da cui è lecito (anche se non in tutti i casi) aspettarsi l’altra guancia e, generalmente, un atteggiamento francescano. Ma i laici credenti fanno gli insegnanti, i poliziotti, i soldati, i magistrati, gli impiegati… gli scrittori. Dunque, se (per esempio) sull’accoglienza oves et boves a tutti gli immigrati e alle loro famiglie anche poligamiche dicono niet, non sono per questo meno cattolici. Il resto degli esempi potrete agevolmente trovarlo da soli. Io mi limito a questo: se un cialtroncello arrogante mi dà gratuitamente del cretino, io lo mando a fare in c… tout court. Dare una lezione a chi la merita è altrettanto cattolico che porgere l’altra guancia. E se volete l’esempio evangelico, eccolo qua: nel Getsemani, prima che la «turba» (tanti contro uno) lo arrestasse, Gesù li sbatté tutti quanti a terra per ben tre volte. Così, quelli si guardarono bene dall’inseguire gli Apostoli che scappavano.



Focaimbranata

A commento di un precedente Antidoto (“Dueminuti”) la lettrice mia quasi coetanea Focaimbranata (davvero, w la foca, che Dio la benedica!) ha inviato un post che a mio avviso merita un Antidoto tutto suo, che qui riassumo con i miei sinceri complimenti. Eccolo. Se un profilattico può essere talvolta permeabile agli spermatozoi, l’Hiv è infinitamente più piccolo. Noi donne, lo dico con amarezza, siamo davvero meno intelligenti degli uomini. Ci siamo fatte buggerare su tutti i fronti e non ce ne rendiamo conto. Ci hanno convinte che il lavoro in casa era frustrante. Abbiamo abboccato e lasciato casa e figli per procurarcene uno “gratificante”. I nostri figli sono finiti negli istituti pubblici, dove si inculca loro il politically correct. E ora il ménage familiare (le donne di casa sapevano fare tutto), pur con due redditi, risulta inadeguato. Ci hanno convinte che, se il matrimonio non funziona, meglio dividersi, anche per il bene dei figli (meglio genitori separati che litigiosi). Ma il divorzio è cosa per ricchi: ha ridotto in povertà un sacco di gente. Ci hanno dato gli anticoncezionali e istigate a riappropriarci della nostra sessualità. Abbiamo solo ottenuto un degrado del nostro status pure agli occhi dei maschi stessi, che un tempo si facevano in quattro per noi ragazze. Stiamo attente alla forma e a quel che mangiamo. Ma non al bombardamento chimico/ormonale che ingurgitiamo con le pillole contraccettive: possibile che non lascino conseguenze sulla salute, nostra e dei figli? Ci hanno fatto credere di essere parte attiva nella sessualità ma sono i maschi a essersi liberati da ogni responsabilità: noi prendiamo la pillola, noi abortiamo, noi siamo abbandonate emotivamente a noi stesse. Siamo un sacco che si riempie e poi si vuota. Ma non basta mai (a chi ci guadagna): ora le dodicenni (sperando che siano ancora vergini) devono vaccinarsi contro il papilloma virus e i profilattici sono distribuiti nelle scuole. In verità c’è un solo sistema sicuro al 100% per evitare gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili: il santo timor di Dio, l’amor proprio, il rispetto per la famiglia e tenere le gambe chiuse. Ma oggi anche a quarant’anni gli uomini sono “ragazzi”.



Preti

Vado alla messa solenne per s. Giovanni Battista, vorrei confessarmi. Macché: i preti sono tutti dietro all’altare, nei confessionali non c’è nessuno. Concelebrazione. Secondo loro è più “solenne” così. L’omelia è di quelle: siccome non ho niente da dire lo dico lo stesso, anzi, la mèno più lunga del solito, rimestando il torrone per trenta-minuti-trenta. Alla consacrazione, giacché non ci si può certo esibire in un’ammucchiata, ecco i saluti romani a distanza verso il calice. Consacratum est. Il tutto al ritmo delle chitarre pop (già: è “solenne”…). Gli avvisi parrocchiali: data la solennità, ognuno di essi viene corredato da commento spiritoso, tanto per totalizzare un’ora abbondante complessiva. Certo, lo so, i preti come Dio comanda esistono. Ma sono tutti a sacrificarsi nel terzomondo. Certo, lo so, esistono anche quelli svegli. Ma sono tutti occupati a far carriera in curia e/o nei Sacri Palazzi. Eh, verrà la ghigliottina, già se ne sente il cupo brontolìo. Ma poi non si dica che i cattolici non se la sono meritata.



Iraq

Il 2 luglio il papa ha ricevuto l’ambasciatore dell’Irak e, tra le altre cose, ha detto che i cristiani irakeni hanno bisogno innanzitutto di sicurezza. La mente (mia) corre al suo predecessore Urbano II, che predicò la prima crociata per lo stesso, identico motivo. Ma i cristiani occidentali di oggi, tutti, guarderebbero con orrore a una proposta del genere. Anche il papa. Eh, in mille anni hanno cambiato testa e radicalmente. Al contrario, non pochi islamici continuano ad avere la stessa testa che avevano nel VII secolo. Eh, difficile “dialogare” con chi capisce una sola cosa…


Trotula

La prima grande scuola di medicina fu quella di Salerno, laica e aperta a tutti indistintamente. Infatti, pare sia stata fondata da quattro maestri: Helinus ebreo, Pontus greco, Adela arabo e Salernus latino. Al tempo di Carlo Magno. Ebbe il suo massimo splendore tra il 1100 e il 1300. Fu abolita dal solito Napoleone nel 1811. Vi si praticava la dissezione anatomica a scopo di studio (vietata alla medicina pagana ma anche a quelle ebraica e islamica). Solo chi proveniva da tale scuola non doveva sottostare agli esami di abilitazione professionale previsti dal re normanno Ruggero II. I testi usciti da Salerno furono di base per generazioni. Tra i massimi esponenti si annoverano diverse donne, le più importanti delle quali sono Rebecca, Costanza e Trotula. Quest’ultima, vissuta attorno al Mille, «era una bellissima donna i cui insegnamenti sono raccolti nel libro “De mulierum passionibus” (…) che fece testo fino al secolo XV» (Luciano Sterpellone, “Storia della medicina”, San Paolo 1998). Come si vede, per trovare antiche donne-scienziato da celebrare non c’è bisogno di risalire a Ipazia, più unica che rara nel mondo antico, più mitica che reale e che, tra l’altro, non ha inventato nulla né ha lasciato alcunché ai posteri.


Mentre scrivo (17 giugno 2010) i morti negli scontri (con stupri e pulizia etnica) tra kirghizi e minoranza uzbeka sono più di 170 e i profughi 250mila. Scrive l’agenzia Zenit.org: «Nonostante la Chiesa cattolica conti appena 500 fedeli su quasi cinque milioni di abitanti, molte persone hanno chiesto aiuto alle strutture cattoliche. Dopo i saccheggi dei negozi delle città, il governo ha chiesto aiuti umanitari anche alle varie confessioni cristiane presenti nel Paese». Così va il mondo: comunisti ed ex, laicisti e islamisti, induisti e omosessualisti, relativisti e –isti vari, quando sono nei guai ricorrono ai soli che hanno l’amore del prossimo nel loro statuto. Poi, passato il bisogno, ricominciano.


Coma

Notizia del 28 maggio 2010 («Il Giornale»): Massimiliano Tresoldi tornerà perfettamente normale. Nel 1991 non aveva ancora vent’anni quando si era schiantato con l’auto ed era entrato in coma. Come per Eluana Englaro, i medici dicevano che era irreversibile. Ma i genitori di Massimiliano non erano come quelli di Eluana. Per dieci anni, ogni sera la madre gli ha preso il braccio e fatto fare il segno della croce. Fino al Natale del 2000, quando, stanca, ha sbottato: basta, fattelo da solo. E Massimiliano, lentamente, se lo è fatto. Sì, si è svegliato e, per giunta, ha detto che per dieci anni ha sentito tutto quel che dicevano attorno a lui, compresi i commenti negativi dei medici. Poi, la lunga riabilitazione.





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)