00 04/01/2011 19:39
...Antiochia.... Dafne.... Giuliano l'apostata....la persecuzione contro i cristiani non paga.....
dal sito Antidoti di Rino Cammilleri.... il quale comunica anche quanto segue:

Comunico ai lettori degli Antidoti che ogni sabato uno speciale Antidoto uscirà su www.labussolaquotidiana.it  , dove ho anche un rubrica giornaliera (Almanacco). I primi li pubblicherò anche sul mio sito, ma poi compariranno solo sul quotidiano on line. Gli affezionati sono avvisati. Sappiate che su La Bussola Quotidiana (BQ) scrivono anche Introvigne, Messori, Tornielli e compagnia (davvero) bella.




«A quaranta stadi da Antiochia era situata Dafne», dove esisteva un famoso tempio di Apollo. Nei pressi del tempio sgorgava la fonte Castalia, sede di un oracolo altrettanto famoso. Gallo, fratello di Giuliano l’Apostata, prima di finire ucciso nel 354 aveva cercato di «controbilanciare l’affluenza dei pagani con quella dei cristiani; di fronte al tempio aveva fatto costruire una chiesa e vi aveva fatto trasportare le reliquie di san Babila, un vescovo di Antiochia martirizzato sotto Decio». Ma «a un certo punto gli idoli ammutolirono cessando di dare oracoli». Giuliano, giunto ad Antiochia per preparare la spedizione contro i persiani (in cui poi perse la vita), intendeva servirsi degli oracoli. «Consultando un esperto negromante, gli fu risposto che la ragione del silenzio consisteva nel fatto che il luogo era contaminato» e che «la contaminazione era prodotta specialmente dalle reliquie di san Babila. Immediatamente Giuliano dette ordine di rimuovere le reliquie». I cristiani accompagnarono in massa il carro con le reliquie levando inni, ma Giuliano «arrestò molti cristiani e ne rinchiuse altri in carcere». Il 22 ottobre di quell’anno 362, «nel colmo delle notte il tempio di Apollo prese fuoco e fu totalmente distrutto (…). Per scoprire i colpevoli Giuliano sottopose alla fustigazione i custodi del tempio e alla tortura il sacerdote d’Apollo, ma non ricavò alcuna indicazione». Il fatto era che «l’incendio si era propagato dall’alto in basso, e quindi era fuoco calato dal cielo: contadini delle vicinanze attestavano di aver visto cadere un fulmine». Malgrado ciò, Giuliano ordinò contro i cristiani «rappresaglie lontane e vicine». Cfr. Giuseppe Ricciotti, Giuliano l’Apostata (Mondadori, 1956, pp. 265 ss.).




Giuliano l’Apostata era convinto che il tempio di Apollo in Dafne, vicino ad Antiochia, fosse stato incendiato dai cristiani e non da un fulmine. Per vendetta, nello stesso anno 362, in Antiochia «la principale chiesa cristiana fu chiusa e poi saccheggiata dei preziosi arredi donati da Costantino e da Costanzo». Se ne incaricò lo zio di Giuliano e suo omonimo, «ch’era stato cristiano anche lui ma poi era ritornato al paganesimo» come il nipote. Fu coadiuvato dal sovrintendente Felice. Non contento, orinò sull’altare e defecò nei vasi sacri. «Il vescovo ariano Euzoio, quello che aveva battezzato in punto di morte Costanzo, protestò ma in riposta fu schiaffeggiato». Felice «morì poco dopo per emorragie violente dalla bocca». Lo zio Giuliano fu «preso da una violentissima affezione intestinale, il suo interno si disfaceva in marciume e gli escrementi uscivano dalla bocca». Sua moglie, che era rimasta cristiana, gli disse che ciò era dovuto al male fatto alla chiesa. Giuliano pregò suo nipote di porvi rimedio «ma l’imperatore non acconsentì, e lo zio dopo lunga agonia morì». La gente cominciò a pensare che prima o poi la stessa sorte sarebbe toccata a Giuliano l’Apostata. Infatti, cadde l’anno seguente in battaglia contro i persiani. Giuseppe Ricciotti (Giuliano l’Apostata, Mondadori 1956, pp. 268-269) fa notare che un cinquantennio prima, dopo la grande persecuzione di Diocleziano, il cristiano Lattanzio aveva scritto un libro, De mortibus persecutorum, in cui si mostrava la fine che facevano i persecutori dei cristiani.



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Alberto Leoni, nel suo L’Europa prima della Crociate (Ares, 2010) rammenta «l’episodio della tempesta miracolosa, raffigurata nella cosiddetta Colonna Antonina, che, in realtà, ricorda un episodio delle campagne di Marco Aurelio. Nel 174, durante un’offensiva contro i Marcomanni, l’imperatore era andato a cacciarsi in quella che appariva essere una trappola senza scampo. Rinchiusi in un valle, con le alture presidiate da una moltitudine di barbari, torturati dal caldo e dalla sete, i soldati romani stavano per essere annientati, quando si scatenò sulla zona un uragano di prima grandezza. I legionari si dissetarono con l’acqua piovana mentre le folgori abbrustolivano i barbari. Storia o leggenda? Pagani e cristiani che, senza dubbio, avevano pregato con fervore i propri dèi per uscire da quella brutta situazione, si contesero il merito di tale prodigio e tal fatto induce a pensare che l’avvenimento sia autentico, oltre ad accertare la presenza di numerosi cristiani nella XII legione “Fulminata”, protagonista dell’episodio». La legione in questione prese quel nome proprio a ricordo dell’evento.

 

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Apprendo dall’agenzia Zenit del 5 giugno 2011 l’uscita (in inglese) del libro «Why Catholics Are Right» (Perché i cattolici hanno ragione), ed. McClelland and Stewart, del giornalista canadese Michael Coren. Nato in una famiglia non praticante da padre ebreo, si è convertito al cattolicesimo. Nel libro l’autore ripercorre strade a noi già note per le opere di Rodney Stark, Michael Heseman e altri. Quel che mi ha colpito, però, è questo: «Essere ebreo lo ha aiutato nella sua carriera, mentre – come spiega nell’introduzione al suo libro – la sua fede cattolica lo ha portato a perdere due lavori e a vedersi chiudere molte porte in faccia nel mondo dei media».


La Presidenza (ungherese) dell’Unione europea ha organizzato nei giorni scorsi (giugno 2011) una conferenza internazionale per il dialogo interreligioso tra cristiani, ebrei e musulmani, a Gödollö (Budapest). Tra i relatori c’era anche il rappresentante dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), Massimo Introvigne. Questi ha fatto sapere che ogni anno 105mila cristiani vengono uccisi perché tali. In media, uno ogni 5 minuti. «Se non si riconosce che la persecuzione dei cristiani è la prima emergenza mondiale in materia di violenza e discriminazione religiosa, il dialogo tra le religioni produrrà solo bellissimi convegni ma nessun risultato concreto», ha detto. Uno ogni 5 minuti. Eh, Diocleziano era, al confronto, un bravo ragazzo. Comunque, non c’è da farsi illusioni: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me (…). Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (Gv 15, 18). Non finirà mai. Fino alla fine del mondo.


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Da diverse fonti mi è arrivata via internet una profezia di Anna Maria Taigi (1769-1837), una Beata senese. Madre di sette figli, per le sue profezie, sempre azzeccate, era consultata da teste coronate e santi canonizzati. Ecco l’estratto che ci interessa: «…andranno per le vie della Eterna Città Santa bagnata dal Sangue dei Principi (gli Apostoli, ndr), portando la Lussuria in processione (…). Sacrilegi compiranno contro i tempi (templi, ndr) del Santo Spirito e contro la Religione: gli uomini si vestiranno da donne e le donne si vestiranno da uomini, la Voce del Santo Vicario non sarà ascoltata e l’Alma Sua figura sarà fatta oggetto di scherno e risa…». So che adesso state pensando all’EuroPride del 2011 ma cose del genere sono avvenute più volte a Roma, fin dai tempi dell’occupazione giacobina. Forse anche durante il Sacco del XVI secolo, pur se è improbabile –ma non impossibile- che i lanzichenecchi luterani abbiano sfilato vestiti da donna.


Bellissimo "appello" di Rino Cammilleri


Cari amici degli Antidoti, chi di voi mi segue da tempo sa che ogni tanto sento l’esigenza di fermare i lavori e fare due chiacchiere con voi. Lo spunto, questa volta, mi viene da certe piccate riposte ai miei Antidoti sul GayPride. Poiché io ribatto per le rime, non è a loro che mi rivolgo per chiarire ma a voi. Il tempo passa e certi, magari giovani, non hanno ancora colto lo spirito degli Antidoti. Sono stati concepiti come brevi e tali resteranno. I luoghi per le analisi sono altri: i libri, per esempio, a cui rimando. I miei, soprattutto. Infatti, le questioni che tratto, di solito le ho già con abbondanza affrontate e, se non li leggete, i libri, è inutile farmi perdere tempo qui. Lo stesso vale per i testi non miei che segnalo. Da qui le mie repliche brevissime e, talvolta, dure, tese a scoraggiare quelli che adorano «dibbattere»: vadano per altri siti. Altra cosa: gli omosessuali che soffrono della loro condizione sono miei fratelli in Cristo e posso aiutarli. Quelli che invece, fanno propaganda gay per aumentare la materia prima non contino sul mio tempo. Alcuni, infine, pensano che io sia «di destra» e che, dunque, debba preferire l’islam alla corruzione occidentale. Non ci penso nemmeno. Con un occidentale corrotto si può sempre ragionare, come cerca di fare perfino il papa. Qualcuno, bontà sua, ha letto il mio libro «Cianciana» e pensa che io abbia nostalgia del VII secolo, quello in cui visse e operò Maometto. Ha capito male: ho nostalgia della mia infanzia, come tanti. E di un mondo profondamente cristiano. Non della mancanza del frigorifero. Detto questo, buona estate a tutti e ricordatemi nella preghiera.









[Modificato da Caterina63 23/06/2011 22:43]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)