00 21/02/2010 19:26

GESU', MAOMETTO E LE DONNE

Nei vangeli appare che le donne godano di ampia considerazione. A parte la figura di Maria che viene onorata anche dai musulmani i quali credono di lei la verginità e l'Immacolata,  vi sono quelle che la tradizione poi ha denominate le" pie donne" che seguono  Gesu ed egli stesso spesso si rivolge ad esse. WIlliam  Reich  parlò di una concezione "matristica" dei Vangeli : in realtà però solo agli uomini veniva riconosciuto il ruolo di "apostoli" e tuttora (salvo qualche confessione protestante) il ruolo di sacerdote (e quindi anche di vescovo) viene riservato solo agli uomini

Maometto anche mostra di avere considerazione delle donne: viene riferito che consulta sempre la moglie Cadigia e poi le altre mogli e figlie che conduceva anche alla guerra e non mancano nel Corano riferimenti particolari alle donne.

Maometto ebbe invece un atteggiamento che definiremmo singolare:sposò Cadigia, una ricca vedova di circa 15 anni piu anziana il che sarebbe strano anche per i  parametridi giudizio moderni. Il matrimonio comunque fu felice, Maometto fu marito fedele, ebbero sei figli e Cadigia fu la sua prima seguace. Alla sua morte però Maometto, ormai gia uomo maturo, cambiò atteggiamento: sposò da 10 a 15 mogli giovanissime, intorno a 12 anni : ovviamente non si possono però applicare a questi comportamenti criteri e valori moderni che li condannerebbero duramente, appare invece che Maometto abbia fatto qualcosa di anomalo in questo senso: scrivendo il Corano egli insegna letteralmente la poligamia ma per uno scopo nobile "soccorrere le vedove, prendersi cura degli orfani", l'anomalia sta nel fatto che egli non sposò più una vedova dopo la morte della prima moglie e quelle che sposò erano tutte giovanissime, senza figli quindi, tanto da far sospettare sul suo equilibrio sensuale.

Anche la progenie di Maometto è fatto importante per i Mussulmani: gli Sciti si staccano dagli altri mussulmani proprio perche ritennero che la guida religiosa debba spettare a un parente di Maometto stesso

In seguito principi e potentati vari hanno cercato di rivendicare una propria parentela con il profeta. Persino Saddam Hussein si proclamò discendente dal Profeta senza che naturalmente alcuno gli credesse.

Nulla del genere naturalmente avviene nel mondo cristiano  nel quale l'unica discendenza presa in considerazione  è solo di carattere spirituale....

Nei Vangeli non si tratta mai esplicitamente della gerarchia  fra uomo e donna, nessun precetto particolare viene enunciato. Nelle lettere abbiamo invece un passo fondamentale dell'apostolo Paolo, quello che abbiamo imparato a conoscere di Ef.5,23-33 dove Viene richiamato il principio di gerarchia uomo- donna (l'uomo è capo della donna) ma è contemperato con un paragone mistico (Cristo e la Chiesa) e dal richiamo all'amore che deve unire i coniugi

Nel Corano invece la preminenza maschile viene enunciata con bel altro rigore....

Sura IV An-Nisâ'  (Le Donne ) 34 Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande!

Come possiamo leggere la differenza è enorme, la differenza fra le parole dell'apostolo Paolo e la frase della Sura coranica, contiene un abisso non nelle frasi specifiche, ma nella sostanza dell'insegnamento e dello scopo dell'unione fra i due....

Come si vede la prevalenza dell'uomo dipende dalla volontà di Dio e dall'ordine sociale.

Ma l'aspetto più grave è stato scoprire la buona fede dell'iman il quale si stupiva del clamore e ribatteva che aveva solo dato qualche utile consiglio pratico!

Il problema va ricondotto al concetto di Shari'ah  e alla sua interpretazione. Una interpretazione estensiva può superare il problema e avvicinare alla sensibilità occidentale: un'interpretazione letterale invece lo rende insuperabile perchè: il devoto mussulmano che vuole alla lettera seguire il Corano, che è parola non di Maometto ma di Dio stesso "deve" pretendere ubbidienza dalla moglie, "deve" alla fine giungere anche a costringerla con la violenza!

per il problema vedi: "Shari'ah: "la interpretazione" e "gli interpreti" 

da: www.cronologia.it

 


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 9 di 22 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 09/11/2003 22.38

IL CELIBATO

Il Cristianesimo, anche per la tradizione evangelica ed apostolica a cui abbiamo gia accennato, si mostra poco incline alla valutazione della sessualità  e del matrimonio tanto  che la Chiesa è stata accusata, in tempi moderni, anche di "sessuofobia"

Pertanto il celibato diventa uno stato superiore al matrimonio e ai celibi in effetti viene riservato un posto di rilievo nella chiesa (il sacerdozio, soprattutto):fra coloro che hanno fama di santità non mancano i coniugati ma la grande maggioranza non è sposata, o se era sposata e rimasta vedova, non si risposavano più, vivendo in castità. Non a caso molti conventi femminili accoglievano queste vedove che dalla vedovanza, si dedicavano così alla preghiera contemplativa e ad accudire il prossimo indigente nei lazzaretti. Sempre dagli Ordini Religiosi, nascevano così i "laicati" nei quali venivano annoverate quelle donne che non si sposavano e che desideravano restare nubili, diverse sono le sante scambiate per monache, ma che in realtà erano laiche "Terziarie" come S.Caterina da Siena, Domenicana. Si noti pure che il pensiero cristiano fu elaborato da uomini che facevano voto di celibato e pertanto per molti di loro  la tentazione più forte  erano proprio le donne: questo spiega anche certi atteggiamenti misogini e se vogliamo anche "sessuofobici" imputati ingiustamente da una cultura che, come dice lo stesso Vangelo, non "avrebbe compreso".

Nel mondo mussulmano invece non avviene nulla di simile: il profeta stesso abbondava in fatto di mogli e mai fu considerato auspicabile o superiore lo stato del celibe, anzi in genere il matrimonio viene considerato un dovere. La conseguenza sul ruolo e la figura della donna di questa duplice tradizione è stata notevole e ha avuto conseguenze contrastanti.  Nella tradizione cristiana la donna intesa come portatrice di sessualità viene identificata con la tentazione da evitare ma d'altra parte essa non è solo considerata solo come moglie e madre e quindi assume un ruolo rilevante nell'ambito di tutta la comunità religiosa, tanto è vero che solo nella Chiesa Cattolica si hanno centinaia di figure femminili Fondatrici di Ordini Religiosi e santificate per la condotta di vita legata alle virtù evangeliche, l'ultimo esempio è Madre Teresa di Calcutta.

Nell'Islam invece la mancanza del celibato (e soprattutto del nubilato ,anche per la poligamia) riduce il ruolo della donna solo all'essere moglie e  madre:  in questo unico ruolo la donna può dare molto ma ben difficilmente può avere un posto di rilievo nella società. Non solo, nell'Islam una donna non sposata non ha nessun altra via d'uscita, non è accolta nei gruppi della società familiare dei vicini, non ha diritto a "crearsi o inventarsi", nè comunque sia, può usare il Corano come una cristiana usa la Bibbia.  La donna dell'Islam, per esempio, non prega con il marito, nè può recarsi nella Moschea con lui. La preghiera è separata proprio perchè il concetto coniugale non ha un rivestimento spirituale, ma esclusivamente materiale di soddisfazione al marito: la loro unione è solo di facciata per la comunità e la ricerca quindi di un rispetto, e nel letto. Diversa è la situazione di quei musulmani che di fatto si sono e si stanno integrando nella società Europea, con grande vantaggio delle donne.

***********************************

 


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 10 di 22 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 09/11/2003 22.56

LE   TRADIZIONE RELIGIOSE

In sostanza, solo nella tradizione cristiana-cattolica la donna ha quindi assunto una grande rilevanza nella comunità  religiosa, cosa che invece non è accaduto in quella islamica e se vogliamo anche in gran parte del mondo Protestante la cui Riforma ha riportato il valore della donna ad essere in retrocessione. Innanzitutto già al tempo delle persecuzioni i martiri erano sia donne che uomini. Anzi una particolare rilievo assumevano le fanciulle che accettavano il martirio  "le teoria delle vergini e martiri": la devozione della recita del rosario  pare che si origini proprio dalla preghiera che si recitava su ogni "rosa" che adornava le fanciulle che andavano al martirio.  Nello Islam lo Shahid  (martire : vedi GIHAD) era soprattutto un guerriero e quindi la donna era esclusa.

Altre donne cristiane furono figure di rilievo per la conversione dei mariti in particolare al tempo delle invasioni barbariche di principi pagani o ariani. La shari'ah invece proibisce alle donne mussulmane di sposare un non mussulmano e quindi nessun rilievo alle donne in questo campo. Una curiosità dei giorni nostri è che un musulmano può sposare chi vuole anche donne non musulmane (anche se dovrebbe farle poi diventare tali), ma una donna musulmana, nata in un Paese Islamico non può ancora oggi sposarsi un non musulmano, se lo fa, viene cancellata dalla famiglia. Diverso è una donna musulmana nata in Occidente ed è forse questo che preme di più "all'invasione" Islamica nel nostro mondo.

Il contributo femminile fu poi grandissimo in tutti gli ordini religiosi come abbiamo ricordato: furono più numerose degli uomini e ogni figura di grande santo fondatore di ordine religioso ebbe un suo equipollente donna (S. Benedetto e Santa Scolastica, S. Francesco e S.Chiara.),il  culto delle sante non ebbe meno importanza di quello dei santi, ed anche se solo in questo ultimo secolo, la Chiesa ha dichiarato Dottore tre Donne. 

Nell'Islam non esistono  ordini  religiosi riservati ai celibi, il "clero" è esclusivamente maschile ( come nel Cristianesimo) e pertanto la donna non potè mai assumere un posizione di rilevanza, nè può leggere in pubblico il Corano, nè può interpretarlo, nè può spiegarlo ad un pubblico, nè può scrivere su di esso.

Soprattutto poi  Maria " la signora per eccellenza ("madonna", "dame"," frau", "panna" secondo le varie lingue) divenne oggetto di un culto superiore a quello di  qualunque altro santo uomo: la sua figura materna che intercede presso il suo Divino figliolo  è dominante in tutta la tradizione cattolica come Dante  mostra nel  33° canto  del Paradiso:

Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,

tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura

Nulla di simile avviene nel campo dell'Islam. Si mostra grande rispetto per le spose di Maometto ma il loro ruolo non va al di da di quello di madre e sposa, ruolo che, come prima detto, è tanto importante ma non dà rilievo sociale....


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 11 di 22 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 09/11/2003 23.13

POLIGAMIA E MONOGAMIA

E' la differenza più appariscente fra Cristianesimo ed Islam ma è anche il luogo del maggior fraintendimento. Per noi occidentali la poligamia pare qualcosa di peccaminoso, di torbido, di sopraffazione maschile ma sarebbe  una prospettiva del tutto errata 

Notiamo innanzi tutto che la poligamia ha una diffusione nel mondo  molto più ampia della monogamia e che essa ha una giustificazione demografica  molto chiara. Benchè nascano un numero quasi pari di femmine e di maschi tuttavia le guerre e le epidemie falciavano soprattutto i maschi per cui il numero delle femmine risultava notevolmente superiore a quello dei maschi. Conseguentemente la monogamia costringe molte donne al nubilato: in una società tradizionale in cui la donna ha come unico  ruolo quello di moglie e madre  molte donne non possono realizzarsi, anzi mancano proprio loro anche i mezzi per vivere. La poligamia invece permette a tutte le donne di trovar marito e sistemazione

Nella nostra società molte donne si davano alla vita religiosa , altre invece restavano nelle famiglie di fratelli e sorelle: un tempo un pò tutti avevano in casa una zia nubile.

D'altra parte i  mussulmani accusano i cristiani di ipocrisia: spesso i mariti avevano una seconda donna illegale, una "amante" e la cosa era comunemente accettata. Si ricorda che Luigi XVI fece addirittura delle sue amanti e favorite una vera istituzione. Il sistema Islamico appare invece più ordinato e morale.

Secondo la Shar'i'ah il marito può avere fino a quattro mogli, ma poi anche il profeta ne ebbe molte di più e comunque è consentito avere anche oltre le quattro mogli legali anche delle concubine per cui potentati grandi e piccoli nel passato gareggiarono  a chi avesse l'harem piu ampio. Da qui si ebbe poi l'accusa del mondo cristiano ai musulmani di favorire appunto il concubinato come legge divina.

Il pio marito mussulmano deve trattare tutte le mogli allo stesso modo, non deve mostrare preferenze nemmeno nei rapporti sessuali: non è prevista come in Cina un moglie principale che abbia una posizione dominante sulle altre.

Poichè è il marito che deve provvedere al sostentamento della moglie e dei suoi figli solo persone ricche possono permettersi più di una moglie e questo porta a un certo" accapparramento "  delle donne da parte dei più facoltosi.

Nei tempi più recenti la diminuzione delle epidemie e delle guerre riduce drasticamente il numero delle donne in  eccedenza e quindi vien meno anche la base  demografica   della poligamia che  tende a sparire anche per la influenza occidentale. Solo però in Turchia e Tunisia essa è espressamente vietata  dalle leggi statali.

Anche se, come prima accennato, la poligamia è una istituzione che favorisce le donne tuttavia è innegabile che essa porta a una maggiore subordinazione della donna che deve rivaleggiare con le altre per avere la benevolenza del marito dalla quale alla fine  dipende.

IL MATRIMONIO

Il matrimonio nella tradizione cristiana è un sacramento: nell'Islam non esistono sacramenti e comunque il matrimonio (in arabo :Nikah) non è un fatto religioso anche se nella cerimonia naturalmente viene invocato l'aiuto di Dio. ma rientra nei contratti e precisamente nei contratti di vendita (in arabo " bay"'). In  Occidente il matrimonio è retto dalle leggi religiose e/o civili e non è possibile introdurre clausole che sarebbero nulle: un tempo si usava il contratto di nozze ma esso riguardava esclusivamente la consistenza della dote  della sposa ed era quindi un atto preparatorio che non faceva parte del matrimonio stesso. Nell'Islam invece il matrimonio è un contratto fra gli sposi che viene stipulato con l'aiuto di due "adoul"   (legali) come ogni altro contratto. In esso è possibile introdurre delle clausole che generalmente sono a favore della sposa: si puo stabilire il suo diritto di chiedere il divorzio,il divieto al marito di sposare altra donna senza il suo consenso, l'entità della dote e altro ancora

E richiesto,il consenso degli sposi come da noi: tuttavia la sposa deve avere il consenso del  wali (tutore ) cioè del parente maschio più vicino (ordinariamente il padre) 

Nel mondo Islamico non è avvenuto l'evoluzione che si è avuto in Occidente nell'ultimo secolo e non è nato il concetto del così detto "amore romantico." Non vi è coeducazione dei sessi e quindi praticamente i giovani non si conoscono e non possono liberamente scegliersi . Non esiste il fidanzamento come periodo in cui i giovani possano frequentarsi liberamente: in generale non è permesso che donne e uomini si frequentino perchè secondo quanto affermano gli hadith del Profeta,

"Quando, un uomo ed una donna sono insieme da soli, vi è una terza presenza (cioè Shaitani - Satana)"

Il consenso degli sposi è quindi poco più che una formalità specie da parte della donna : non è tanto che  ella  voglia ubbidire alla famiglia ma in pratica non ha alternativa  se non accettare il marito che le è stato destinato. Situazione analoga si aveva nel passato anche in Europa: si ricordi la situazione descritta dal Goldoni ne "I quattro rusteghi". Almeno in Occidente la donna poteva sempre scegliere il convento  e nessuno poteva impedirglielo, oppure in Sicilia c'era la "fuitina" bastava trascorrere la notte fuori e la donna era "compromessa" dunque obbligata a sposarsi con l'uomo che l'aveva "rapita" questo era un espediente usato da molti innamorati non scelti però dalle rispettive famiglie: ma nell'Islam non esiste nemmeno questa possibilità.

Viene tradizionalmente richiesta la verginità della sposa (ovviamente a meno che non si tratti di vedova o divorziata): la pratica però di verificare preventivamente questo stato da parte di una donna di fiducia della famiglia dello sposo non è una pratica Islamica ma è diffusa in alcune aree. Da noi invece era antica tradizione che dopo la consumazione del matrimonio venisse mostrata la biancheria macchiata di sangue verginale in alcune zone dell'Italia meridionale, non a caso in Sicilia influenzata da una cultura musulmana.

Le mutilazione genitali femminili non rientrano nell'Islam e per questo fenomeno tanto ripugnante alla sensibilità moderna i mussulmani respingono ogni responsabilità: tuttavia sono però praticate in zone Islamiche dell'africa (soprattutto in Corno d'africa, Sudan e anche in Egitto ) senza  che le autorità religiose Islamiche vi si oppongano: ci pare che  almeno vi sia una responsabilità di "omissione".

Oltre al matrimonio vero e proprio a tempo indeterminato (in arabo :Nikah )di cui abbiamo fino ad ora trattato è anche previsto stranamente anche un matrimonio temporaneo detto Mut'a che rientra nella categoria giuridica dei contratti degli "affitti"  (ijara). Il matrimonio coè viene stipulato per un tempo determinato e rinnovabile scaduto il quale il matrimonio ha termine e gli sposi sono liberi da ogni vincolo. Questo istituto è contrastato una volta tanto  dagli innovatori che dai tradizionalisti perchè in effetti viene ad essere una legalizzazione di un rapporto extraconiugale: si badi però che l'uomo puo essere sposato (essendo ammessa la poligamia e il concubinato ) ma non la donna.

Questo istituto,  d'altronde ormai quasi del tutto abbandonato, è stato conosciuto in Occidente in anni recenti per fatti avvenuti in Algeria. Quivi infatti militanti del FIS (fronte Islamico) entravano in villaggi conquistati   e sposavano "temporaneamente" ragazze del posto per  qualche giorno fino a che andavano poi  via. In effetti si trattava di uno stupro, dal momento che la donna comunque non poteva scegliere, che veniva legalizzato. Da notare  che la notizia è stata riportata dalla stampa algerina strettamente controllata dal governo: non ci è possibile controllare la veridicità e l'estensione del fenomeno, nè la continuità, nè una statistica delle donne coinvolte.