POLIGAMIA E MONOGAMIA E' la differenza più appariscente fra Cristianesimo ed Islam ma è anche il luogo del maggior fraintendimento. Per noi occidentali la poligamia pare qualcosa di peccaminoso, di torbido, di sopraffazione maschile ma sarebbe una prospettiva del tutto errata Notiamo innanzi tutto che la poligamia ha una diffusione nel mondo molto più ampia della monogamia e che essa ha una giustificazione demografica molto chiara. Benchè nascano un numero quasi pari di femmine e di maschi tuttavia le guerre e le epidemie falciavano soprattutto i maschi per cui il numero delle femmine risultava notevolmente superiore a quello dei maschi. Conseguentemente la monogamia costringe molte donne al nubilato: in una società tradizionale in cui la donna ha come unico ruolo quello di moglie e madre molte donne non possono realizzarsi, anzi mancano proprio loro anche i mezzi per vivere. La poligamia invece permette a tutte le donne di trovar marito e sistemazione Nella nostra società molte donne si davano alla vita religiosa , altre invece restavano nelle famiglie di fratelli e sorelle: un tempo un pò tutti avevano in casa una zia nubile. D'altra parte i mussulmani accusano i cristiani di ipocrisia: spesso i mariti avevano una seconda donna illegale, una "amante" e la cosa era comunemente accettata. Si ricorda che Luigi XVI fece addirittura delle sue amanti e favorite una vera istituzione. Il sistema Islamico appare invece più ordinato e morale. Secondo la Shar'i'ah il marito può avere fino a quattro mogli, ma poi anche il profeta ne ebbe molte di più e comunque è consentito avere anche oltre le quattro mogli legali anche delle concubine per cui potentati grandi e piccoli nel passato gareggiarono a chi avesse l'harem piu ampio. Da qui si ebbe poi l'accusa del mondo cristiano ai musulmani di favorire appunto il concubinato come legge divina. Il pio marito mussulmano deve trattare tutte le mogli allo stesso modo, non deve mostrare preferenze nemmeno nei rapporti sessuali: non è prevista come in Cina un moglie principale che abbia una posizione dominante sulle altre. Poichè è il marito che deve provvedere al sostentamento della moglie e dei suoi figli solo persone ricche possono permettersi più di una moglie e questo porta a un certo" accapparramento " delle donne da parte dei più facoltosi. Nei tempi più recenti la diminuzione delle epidemie e delle guerre riduce drasticamente il numero delle donne in eccedenza e quindi vien meno anche la base demografica della poligamia che tende a sparire anche per la influenza occidentale. Solo però in Turchia e Tunisia essa è espressamente vietata dalle leggi statali. Anche se, come prima accennato, la poligamia è una istituzione che favorisce le donne tuttavia è innegabile che essa porta a una maggiore subordinazione della donna che deve rivaleggiare con le altre per avere la benevolenza del marito dalla quale alla fine dipende. IL MATRIMONIO Il matrimonio nella tradizione cristiana è un sacramento: nell'Islam non esistono sacramenti e comunque il matrimonio (in arabo :Nikah) non è un fatto religioso anche se nella cerimonia naturalmente viene invocato l'aiuto di Dio. ma rientra nei contratti e precisamente nei contratti di vendita (in arabo " bay"'). In Occidente il matrimonio è retto dalle leggi religiose e/o civili e non è possibile introdurre clausole che sarebbero nulle: un tempo si usava il contratto di nozze ma esso riguardava esclusivamente la consistenza della dote della sposa ed era quindi un atto preparatorio che non faceva parte del matrimonio stesso. Nell'Islam invece il matrimonio è un contratto fra gli sposi che viene stipulato con l'aiuto di due "adoul" (legali) come ogni altro contratto. In esso è possibile introdurre delle clausole che generalmente sono a favore della sposa: si puo stabilire il suo diritto di chiedere il divorzio,il divieto al marito di sposare altra donna senza il suo consenso, l'entità della dote e altro ancora E richiesto,il consenso degli sposi come da noi: tuttavia la sposa deve avere il consenso del wali (tutore ) cioè del parente maschio più vicino (ordinariamente il padre) Nel mondo Islamico non è avvenuto l'evoluzione che si è avuto in Occidente nell'ultimo secolo e non è nato il concetto del così detto "amore romantico." Non vi è coeducazione dei sessi e quindi praticamente i giovani non si conoscono e non possono liberamente scegliersi . Non esiste il fidanzamento come periodo in cui i giovani possano frequentarsi liberamente: in generale non è permesso che donne e uomini si frequentino perchè secondo quanto affermano gli hadith del Profeta, "Quando, un uomo ed una donna sono insieme da soli, vi è una terza presenza (cioè Shaitani - Satana)" Il consenso degli sposi è quindi poco più che una formalità specie da parte della donna : non è tanto che ella voglia ubbidire alla famiglia ma in pratica non ha alternativa se non accettare il marito che le è stato destinato. Situazione analoga si aveva nel passato anche in Europa: si ricordi la situazione descritta dal Goldoni ne "I quattro rusteghi". Almeno in Occidente la donna poteva sempre scegliere il convento e nessuno poteva impedirglielo, oppure in Sicilia c'era la "fuitina" bastava trascorrere la notte fuori e la donna era "compromessa" dunque obbligata a sposarsi con l'uomo che l'aveva "rapita" questo era un espediente usato da molti innamorati non scelti però dalle rispettive famiglie: ma nell'Islam non esiste nemmeno questa possibilità. Viene tradizionalmente richiesta la verginità della sposa (ovviamente a meno che non si tratti di vedova o divorziata): la pratica però di verificare preventivamente questo stato da parte di una donna di fiducia della famiglia dello sposo non è una pratica Islamica ma è diffusa in alcune aree. Da noi invece era antica tradizione che dopo la consumazione del matrimonio venisse mostrata la biancheria macchiata di sangue verginale in alcune zone dell'Italia meridionale, non a caso in Sicilia influenzata da una cultura musulmana. Le mutilazione genitali femminili non rientrano nell'Islam e per questo fenomeno tanto ripugnante alla sensibilità moderna i mussulmani respingono ogni responsabilità: tuttavia sono però praticate in zone Islamiche dell'africa (soprattutto in Corno d'africa, Sudan e anche in Egitto ) senza che le autorità religiose Islamiche vi si oppongano: ci pare che almeno vi sia una responsabilità di "omissione". Oltre al matrimonio vero e proprio a tempo indeterminato (in arabo :Nikah )di cui abbiamo fino ad ora trattato è anche previsto stranamente anche un matrimonio temporaneo detto Mut'a che rientra nella categoria giuridica dei contratti degli "affitti" (ijara). Il matrimonio coè viene stipulato per un tempo determinato e rinnovabile scaduto il quale il matrimonio ha termine e gli sposi sono liberi da ogni vincolo. Questo istituto è contrastato una volta tanto dagli innovatori che dai tradizionalisti perchè in effetti viene ad essere una legalizzazione di un rapporto extraconiugale: si badi però che l'uomo puo essere sposato (essendo ammessa la poligamia e il concubinato ) ma non la donna. Questo istituto, d'altronde ormai quasi del tutto abbandonato, è stato conosciuto in Occidente in anni recenti per fatti avvenuti in Algeria. Quivi infatti militanti del FIS (fronte Islamico) entravano in villaggi conquistati e sposavano "temporaneamente" ragazze del posto per qualche giorno fino a che andavano poi via. In effetti si trattava di uno stupro, dal momento che la donna comunque non poteva scegliere, che veniva legalizzato. Da notare che la notizia è stata riportata dalla stampa algerina strettamente controllata dal governo: non ci è possibile controllare la veridicità e l'estensione del fenomeno, nè la continuità, nè una statistica delle donne coinvolte. |