00 19/03/2010 18:41

Ecco un perfetto segretario di Stato. Ma è di un secolo fa

Si chiamava Rafael Merry del Val e Pio X lo volle al suo fianco. Raramente una nomina fu così riuscita. Lo storico Gianpaolo Romanato ne traccia il profilo. Che induce a un confronto con la curia vaticana di oggi

di Sandro Magister




ROMA, 4 marzo 2010 – Nell'ottantesimo anniversario della morte, "L'Osservatore Romano" ha pubblicato un affascinante profilo del cardinale Rafael Merry del Val, segretario di Stato di san Pio X dal 1903 al 1914.

Affascinante per come mette in luce la grandezza del personaggio, i suoi talenti fuori dal comune, la bravura nel capire e attuare gli indirizzi del papa, la santità di vita.

Autore del ritratto è Gianpaolo Romanato, docente di storia della Chiesa all'Università di Padova, membro del pontificio comitato di scienze storiche, uno dei maggiori studiosi dei papi tra Ottocento e Novecento.

Merry del Val esempio di perfetto segretario di Stato? Il paragone sorge spontaneo, tra un secolo fa e oggi.

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I segretari di Stato più famosi sono abitualmente associati ad eventi e papi dell'epoca: Ercole Consalvi a Napoleone e alla restaurazione, Giacomo Antonelli a Pio IX e alla condanna del liberalismo, Mariano Rampolla a Leone XIII e alla sua politica "realista", Merry del Val alla condanna del modernismo, Pietro Gasparri al concordato con l'Italia di Mussolini, Eugenio Pacelli alla Germania di Hitler.

Pacelli fu l'unico a essere poi eletto papa, col nome di Pio XII. E per molti anni neppure nominò un proprio segretario di Stato. Al suo posto si avvalse di due provetti collaboratori: Domenico Tardini e Giovanni Battista Montini. Il primo divenne poi segretario di Stato con Giovanni XXIII. Il secondo diventò papa col nome di Paolo VI. E da papa cambiò la struttura della curia, al cui vertice pose proprio la segreteria di Stato.

Da Paolo VI in poi, è il segretario di Stato a fare da filtro tra la curia e il papa. Gli atti di tutti gli uffici vaticani passano da lui. E a questa carica papa Montini chiamò nel 1969 un cardinale francese cresciuto lontano dalla curia, Jean Villot.

Con Giovanni Paolo II, la segreteria di Stato ritorna a un diplomatico di primo rango, Agostino Casaroli, universalmente ricordato come il tessitore della politica vaticana con i paesi comunisti.

Viene dalla diplomazia anche il successore di questi, Angelo Sodano, segretario di Stato dal 1991. Ma di lui non si ricorda nulla di significativo. Piuttosto, con Sodano la curia – del tutto trascurata da papa Karol Wojtyla – vive una rapida decadenza, in un crescente disordine. Al quale sopperisce il maggior potere assunto di fatto dal segretario personale del papa, il polacco Stanislaw Dziwisz.

Con Benedetto XVI, infine, diventa segretario di Stato il cardinale Tarcisio Bertone, già suo collaboratore alla congregazione per la dottrina della fede. Il nuovo segretario personale del papa, il tedesco Georg Gänswein, si attiene strettamente al suo ruolo. E altrettanto fa il portavoce della Santa Sede, che non è più l'esuberante Joaquín Navarro-Valls, ma il misurato gesuita Federico Lombardi.

A questo riordino dei ruoli non corrisponde però una ripresa d'efficienza della macchina curiale. Il passaggio delle consegne tra Sodano e Bertone, nel settembre del 2006, coincide con la controversa lezione di papa Joseph Ratzinger a Ratisbona; né l'uno né l'altro brillano nel governarne i contraccolpi politici e religiosi.

Negli anni successivi, più volte Benedetto XVI si trova mal sostenuto. Pur devotissimo al papa, il volenteroso cardinale Bertone mostra di non saper sempre pilotare a suo servizio la curia.

Il caso più clamoroso di disordine esplode nei primi mesi del 2009, quando è revocata la scomunica ai vescovi lefebvriani senza che alla Chiesa e al mondo venga spiegato perché. Deve intervenire il papa in persona a riparare il disastro di comunicazione e di governo. E lo fa con la lettera ai vescovi del 10 marzo 2009, che è anche una severa denuncia della confusione che alligna nella gerarchia e nella stessa curia.

Per questa e per altre burrasche, l'anno trascorso sarà ricordato come "annus horribilis" della segreteria Bertone, sia dentro il Vaticano che fuori, visti gli attriti tra la segreteria di Stato e vari episcopati nazionali tra i più forti e fedeli al papa, in Italia, negli Stati Uniti, in Brasile.

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Al confronto, dunque, l'armonica e fattiva sinfonia che intercorreva un secolo fa tra un papa come Pio X e un segretario di Stato come Merry del Val sembra risuonare da un altro pianeta.

E la cosa tanto più sorprende per l'affinità tra quel papa e quello di oggi. Entrambi poco o per niente politici e invece concentratissimi sulla loro missione religiosa, in risposta a una diffusa crisi di fede anch'essa con molti tratti in comune.

Ecco qui di seguito chi fu e come agì quel grande segretario di Stato, rispetto al quale il papa non si ritrovò mai solo.

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)