00 07/03/2010 19:08
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Da: lisa Inviato: 20/09/2004 14.11
Scusa Mario , ma dove abbiamo giustificato la ricchezza?.......e perchè un povero deve essere come dici tu minimamente superiore?....non siamo forse tutti uguali?....se uno nasce in una condizione di agiatezza  cosa dovrebbe vergognarsi per quello che è? o piuttosto dovrebbe alla luce degli insegnamenti del vangelo trovare il modo di condividere, rendere partecipi  gli altri  di ciò che ha?...
e poi non credo che nelle chiese vadano di moda "le correnti di pensiero" , forse questo succede nelle chiese evangeliche, dove spesso ogni denominazione segue  appunto il pensiero e le dottrine dei pastori, non succede nella Chiesa cattolica  perchè grazie a Dio abbiamo un  unico magistero che basandosi sulla parola di Dio aiuta, tramite il catechismo o altro, noi fedeli a capire cosa Dio vuole da noi!!....che poi ci sia chi cerca di seguire e chi no, questa è un'altra storia!
lisa


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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 20/09/2004 14.44
Caro Mario intanto benvenuto...ho letto ora che ti sei iscritto l'8 di settembre mentre ero in pieno trasloco.....
 
Qui nessuno vuole giustificare una ricchezza a tutti i costi.....il brano citato da te delle beatitudini attenzione perchè Gesù non intendeva esclusivamente parlare di una povertà materiale infatti sempre nelle Beatitudini dice anche Beati i puri di cuore.....
la povertà che intende il Cristo va ben oltre le ricchezze materiali....altrimenti, ripeto, sarebbe stato assurdo che egli stesso facesse tenere UNA CASSA DAI SUOI....e avrebbe avuto ragione Giuda quando rimprovera il presunto spreco di quei danari per profumare Gesù.....Gesù invece pare approvare in quel momento l'uso di quel danaro....
Gesù per non scandalizzare, se vi ricordate...pesca un pesce e ne trae un soldo per pagare la Tassa.....
Non solo, Gesù parla anche di DIRITTO DELL'OPERAIO AD AVERE LA SUA PAGA....loda il gesto della vedova che da quanto aveva nel tesoro del Tempio non criticando affatto l'oro del Tempio.....
 
Insomma...andiamoci piano a demonizzare tutto.....
L'evangelo annunziato ai POVERI...suvvia Mario non penserai che qui Gesù intendeva dire di annunziare solo ai poveri di materiali e di escludere i ricchi o benestanti?
 
La povertà evangelica va ben oltre il senso scritturale, ecco un altro dei pericoli della "sola Scriptura"....... c'è invece bisogno di spiegazione e di interpretazione.....proprio per aiutare "il ricco" a comprendere cosa intenda Gesù per povertà evangelica.....Se Gesù ci dice di dare al povero....che facciamo come Robin Hood che toglieva ai ricchi per dare ai poveri...e poi, come la scena ironica rifatta, ariruba a quelli che erano prima poveri perchè erano diventati ricchi??
Il dare al povero non significa farlo diventare un Paperone de Paperoni..... bensì dice a NOI "ricchi" di non diventare come Papero de Paperoni......
La povertà espressa nelle Beatitudini invece va ben oltre, intende richiamarci sull'orgolgio, sulla presunzione, sulla vanità.....difetti che ci potrebbero arricchire ma che arricchendoci ci allontanerebbero non facendoci essere beati...ecco perchè dice anche BEATI GLI UMILI.....
 
Dimmi Mario....ti risulta per caso che Gesù abbia tolto dalla condizione di povertà coloro che aveva risanato nel corpo?
 
Prendiamo Maria quando Gesù l'affida a Giovanni....Giovanni NON POSSEDEVA nulla di suo, ma tutto era messo in comune come in Atti ci sarà spiegato.....
Così come anche Paolo spiegherà gli aiuti economici che riceve...anzi che ad un tratto sembra quasi pretendere.....tanto da far mantenere in alcune chiese (specialmente tra i Protestanti) l'obbligo ancora oggi vivente della Decima.....
A questo punto perchè ad un pastore evangelico-pentecostale bisogna finanziargli la casa?
Risulta infatti che un pastore che apre una chiesa o che gli viene affidata, non si paga l'affitto da solo, ma lo paga la comunità....se sbaglio correggimi.....e lui ne diventa il "proprietario".....a Frosinone c'è una chiesa evangelica fondata nel 1935 o giù di li....dove oggi ne ha preso possesso il nipote del fondatore.....ed è di loro proprietà...le chiese da noi non sono proprietà dei sacerdoti......ma delle Diocesi e sono poste al servizio della comunitàvi abita il parroco di turno che non diventa "il proprietario" ma il momentaneo occupante.....
 
Se fosse come dici tu TUTTI i proprietari di una casa nel mondo intero sarebbero destinati alla dannazione perchè non sarebbero poveri.....il che sarebbe come a dire...nessuno si salverà....e questo mi sembra veramente eccessivo e fuori della mentalità del Cristo.
 
Infine non risulta Gesù abbia denunciato la ricchezza di un uomo in quanto tale se non per l'uso che ne avrebbe fatto o che ne faceva.....anzi, spesso identifica Dio nelle parabole ad un padrone saggio che affida ai suoi beni da amministrare....
Insomma nessuno qui sta elogiando il ricco, ma diamine non mettiamo sull'altare della santificazione il povero a discapito del ricco.....
 
Prendiamo ad esempio l'oro.....è un oggetto CREATO DA DIO e non certo fatto dall'uomo, l'uomo lo prende come farebbe un amministratore SAGGIO......"prendete la terra e soggiogatela"......perchè creare l'oro ben sapendo di cosa fosse stato capace l'uomo se non era una cosa buona? eppure Dio dice, creando ogni cosa: " e Dio vide che era cosa buona".....
 
Di esempi ne abbiamo tanti il punto non è l'avere ma il come adoperiamo certe ricchezze.....
L'energia nucleare è cosa buona ed utile per il nostro progresso, ma se qualcuno poi l'ha fatta diventare un arma micidiale di chi è la colpa?
Anche certe droghe nascono nella natura spontaneamente: e Dio vide che era cosa buona.....ma di certo non diremmo mai che la droga che se ne ricava è una cosa buona o creata da Dio.....
 
Fraternamente Caterina

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Da: Soprannome MSNMario20048410 Inviato: 20/09/2004 15.20
Cara Caterina,
 
perdonami ma del pastore di Frosinone che ha ereditato la "chiesa" dal padre o dal nonno mi interessa fino ad un certo punto!  
 
Se non fosse stato un peccato o comunque un "ostacolo" essere  ricco perchè mai Gesù Cristo dice al giovane ricco :"Una sola cosa ti manca: Va , vendi tutto ciò che hai ed il ricavato dallo ai poveri; poi vieni e seguimi!"  ????????????  - Se Dio non desse alcun peso al possesso di ricchezze, denaro, oro, gioielli, case, auto, azioni,....non si potrebbe nè comprendere , nè spiegare un versetto simile!
 
E che dire della parabola del "Ricco epulone e del povero Lazzaro" ?!?  Dobbiamo considerarla, come fanno i Testimoni di Geova , una storia falsa ed inventata proprio perchè è una "parabola" ? Gesù non dice che quel suo racconto fosse inventato!
 
E laddove dice che "Non si possono servire due padroni! non si può servire Dio e Mammona contemporaneamente"!  che bisogna fare; come interpretarlo ?
 
Caterina, credimi, lasciamo al più becero protestantesimo calvinista la giustificazione del possesso abnorme di denaro!  Dice San Paolo :"Avendo di che vestirmi e di che nutrirmi sarò di questo contento!" -  Sono tutti versetti che vanno in quella ed unica direzione !
 
Mario

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 20/09/2004 15.43
Hai ragione Mario....lasciamo il pastore di Frosinone al suo gregge....chiedo venia.....
 
Mi chiedi:
 
Se non fosse stato un peccato o comunque un "ostacolo" essere  ricco perchè mai Gesù Cristo dice al giovane ricco :"Una sola cosa ti manca: Va , vendi tutto ciò che hai ed il ricavato dallo ai poveri; poi vieni e seguimi!"  ????????????
  .......
perchè il giovane aveva chiesto dell'altro....aveva chiesto una TOTALITA'.....oppure perchè in verità Gesù conosceva l'avidità di quel cuore che non avrebbe abbandonato ciò che aveva per seguire Gesù.....non solo se leggiamo in contesto del fatto il giovane dona è vero, ma non ciò che di più aveva caro...dona semplicemente perchè AVEVA DI CHE DARE....ma quando Gesù gli chiede di più, scatta una chiusura.....
Anche a Pietro che faceva il pescatore Gesù chiede di LASCIARE TUTTO.....e mica erano ricchi....non gli ha chiesto di lasciare il loro patrimonio economico, MA LA FONTE DELLA LORO ECONOMIA.....qui dovremmo parlare anche di Mt.19,10....Gesù ci parlerà fin anche di diventare EUNUCHI......per il Regno di Dio.....ma dice subito che NON tutti avrebbero capito....
l'ostacolo non è la ricchezza, ma come la usiamo.....e quanto siamo pronti a rinunciare a qualcosa per seguire Cristo nella totalità a secondo di quanto ci viene richiesto nel ruolo che dovremmo ricoprire......
 
Idem nella storia del ricco e di Lazzaro non si condanna affatto la ricchezza che aveva avuto ma il rifiuto a dare anche le briciole della sua tavola a Lazzaro che per terra mendicava....infatti quando il ricco chiede di mandare Lazzaro ad avvisare i suoi fratelli non si parla perchè divengano poveri e diano via tutto, ma che stiano attenti aLL'UTILIZZO DEI LORO AVERI.....
 
riguardo alla storia di Dio e mammona mi permetto di lasciare a te e a tutti una meditazione che a me ha aiutato molto......e rientra nell'argomento....
 
Fraternamente Caterina
 
 
18 Settembre 2004 
Dona e coprirai anche il male
«Chiamò i debitori del padrone e disse al primo: Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta».

 

«Devi cento barili? Siediti e scrivi cinquanta». L'amministratore imbocca una logica nuova: regala olio e grano, regala vita, si serve del denaro per essere accolto, cioè per essere amato, imperativo fondamentale del vivere. Allo sfruttamento subentra il dono, l'accoglienza riscatta l'ingiustizia. Ed è questa accortezza che Gesù elogia. Questo è già servire i disegni di Dio e non la logica di mammona. Anche Dio alla fine sarà accoglienza. E nelle braccia degli amici ad accoglierti ci saranno le braccia di Dio. Gesù entra nella vita - e nella parabola - dal basso, dal povero, pensando a coloro cui è stato ridotto il debito, al sorso di vita che ricevono, alla felicità e alla riconoscenza che nascono. Questa rete di relazioni positive importa di più. Fatevi degli amici perché vi accolgano, in casa loro e «nelle tende senza tempo». Fatevi degli amici. Per tutti la più umana, la più dolce delle soluzioni: rendere più affettuosa la vita. Gesù nel fattore infedele indovina già un uomo circondato di amici. E un uomo così è un uomo buono, forse è già un uomo salvato. Una cosa è certa: secondo Gesù gli amici importano più dei soldi. Sono loro la misura di una vita riuscita.
Siamo solo amministratori. Neppure della nostra vita siamo padroni: viene da altri e va' verso altri. Siamo amministratori infedeli. Abbiamo dissipato i doni di Dio e i suoi talenti. Ma per tutti è tracciata la via del riscatto: fare il bene comunque. L'elemosina, anche se fatta da un ladro, «copre ancora una moltitudine di peccati» (I Pt 4,8). Il bene è sempre bene, è comunque bene. Gesù insiste su questo concetto: anche se hai fatto del male, copri il male di bene. Hai causato lacrime? Ora rendi felice qualcuno. Hai derubato? Dona. Unica è la strategia di Dio: coprire il male di bene, perfino con ciò che è servito a fare del male, con la disonesta ricchezza. Perché il bene conta di più, una spiga di buon grano vale più di tutta la zizzania.
Non potete servire a Dio e a mammona. Mammona è denaro idolatrato, vangelo deriso, «povero venduto per un paio di sandali» (Am 8,6). Il servo del denaro, prigioniero in una fortezza di beni ridicoli, grida al mondo: io ho, io accumulo, conto e riconto, accresco, moltiplico: questo sì che è vivere, cautelarsi, vincere. Chi serve Dio dice piano: io sono vita che accoglie altre vite, legame amicale tra uomo e uomo, e i miei beni sono un sacramento di comunione.
La parabola parla di un Dio che si dimentica dentro l'improvvisa felicità dei debitori, un padrone che non rivendica i suoi diritti, che tra l'onestà e la salvezza sceglie la salvezza dell'amministratore; per lui, la felicità dei figli viene prima della loro fedeltà. E nelle dimore eterne accoglierà te, infedele ma amico, proprio con le braccia di coloro che avrai saputo rendere felici.
Letture: Am 8,4-7, 1 Tm 2,1-8, Lc 16,1-13   

di Ermes M. Ronchi


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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 20/09/2004 16.38
....e per chi volesse approfondire:
 
...........
 
I POVERI DI IAHVE'

Gesù con queste parole ci invita a sottomettere tutta la nostra vita alla volontà di Dio:

1)Chi non rinunzia ai suoi averi non può essere mio discepolo

2) Beati queli che si sono fatti
eunuchi da sé per il Regno dei cieli

3 ) Chi non odia il padre, la madre e
anche la sua vita non può essere mio discepolo

4) Se una parte del corpo ti
è di scandalo, tagliala.



  Insegna Giovanni Paolo II: "Della povertà evangelica i Padri sinodali hanno dato una descrizione quanto mai concisa e profonda, presentandola come - sottomissione di tutti i beni al bene supremo di Dio e del suo Regno-"( Pastores Dabo vobis n. 30 ).

  La povertà del cuore consiste nel sottomettere tutta la propria vita alla volontà Dio: in questo senso i tipi di povertà sono molteplici in quanto
riguardano tutti gli aspetti della vita.

  Si può, infatti, parlare di povertà sessuale quando si mette il sesso al servizio di Dio e della sua legge, di povertà culturale quando si mette la propria cultura al servizio della fede ecc.

"Cristo Gesù, da ricco che era, si fece povero per arricchire noi per mezzo della sua povertà. (...) Cristo ha scelto una situazione di povertà e di spogliamento per dimostrare quale sia la vera ricchezza da ricercare: quella
della comunione di vita con Dio "
( Libertà e liberazione 66 ).

  Scrive Antonio Fuentes, docente di esegesi biblica :" I poveri di Iahvé (...) erano denominati in Israele con l'appellativo ebraico di ANAWIM. (...)
Il loro nome, ANAWIM, ci parla di sottomissione e donazione a un potere superiore; (...) Al di sopra di tutto, pongono la loro fiducia in Iahvé, al quale raccomandano la loro causa ( cfr Ger 11,20; 20, 12 ).

 I ' poveri di Iahvè ' sanno che la comunione con Lui ( cfr Sal 73, 26-28 ) è il bene più prezioso nel quale l'uomo trova la vera libertà ( cfr Sal 16; 62;84 ). Per essi il male più tragico è la perdita di tale comunione.(...) Gli ANAWIM, o poveri di Iahvè, non sono solamente gli indigenti e gli invalidi, che in quanto tali reclamano da Dio una ricompensa; sono soprattutto e principalmente coloro che cercano Dio e adempiono i suoi precetti ( cfr Sof 2,3 ). (...) Nel libro di Giobbe troviamo un modello compiuto del ' povero di Iahvè '. Tutto il racconto è un canto alla fiducia in Dio, una splendida lezione di umiltà. (...) Giobbe si purifica interiormente e impara per diretta esperienza che cosa significa vivere veramente distaccato da tutte le proprie ricchezze; e, pienamente identificato con la volontà divina, si
abbandona fedelmente nelle mani della Provvidenza.

(...) Nell'imminente attesa del Messia, il Vangelo pone in risalto, per la loro umiltà e fiducia in Dio, l'anziano Simeone ( cfr Lc 2, 25 ), la profetessa Anna ( cfr Lc 2,36-37 ) e l'austera figura di Giovanni il Battista ( cfr Mt 3,1 ss ). Sono tutti fedeli rappresentanti degli ANAWIM
dell'antico Testamento.(...)

  Al di sopra di essi, tuttavia, si erge nei Vangeli la figura unica e singolare di Maria, la giovane di Nazaret: è il modello compiuto di povertà,
vale a dire di umiltà, distacco e fiducia in Dio (...). Quando l'Angelo le spiega che diverrà madre senza cessare di essere vergine, cioè quando le annuncia il mistero dell'Incarnazione, si dona interamente alla volontà divina, non indugia nella risposta né pone alcuna condizione alla propria donazione. (...)

  Il canto del MAGNIFICAT, ponte di unione fra l'Antico e il Nuovo Testamento, è il luogo dove forse meglio si può apprezzare la statura e la
grandezza d'animo di Maria: in questo breve inno si rispecchia alla perfezione l'anima degli ANAWIM.

(...) Egli - ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili- ( Lc 1,51-52 ) "
( Antonio Fuentes, La cruna e il cammello, il significato cristiano della ricchezza, ed. Ares '94, pag.21-28).

  La povertà del cuore significa che" Ai suoi discepoli Gesù chiede di preferirlo a tutto e a tutti" ( Catechismo della Chiesa cattolica 2544 ).

  Non è possibile amare il prossimo se non amiamo noi stessi e non è possibile amare noi stessi se non amiamo Dio al di sopra di noi stessi: " Se uno viene a me e non odia il padre, la madre, la moglie e i figli, i fratelli e le sorelle, e anche la sua vita, non può essere mio discepolo" ( Lc 14,26 ).

  La parola odio va intesa nel senso di - amare di meno - e ciò lo si deduce confrontando questo insegnamento con quello analogo di Matteo:-" (...) chi ama suo padre o sua madre più di quanto ama me, non è degno di me (...) ecc."- ( Mt 10,37 ).

  Per questo Giovanni Paolo II insegna che" Non è carità nutrire i poveri o visitare i malati portando loro risorse umane e tacendo loro la Parola che salva"
( Giovanni Paolo II, discorso Sono lieto, cf. Annunciare il valore religioso della vita umana, cristianità 1991, pag 11 ).

  Bisogna ricordare che esiste una gerarchia dei beni: il bene dell'anima è superiore al bene del corpo e quindi le opere di misericordia corporale devono sempre essere messe al servizio delle opere di misericordia spirituale.

   Dio non ci comanda di amare il fratello per amore del fratello - che sarebbe filantropia - ma ci comanda di amare il fratello per amore di Dio.

  L'amore cristiano per il fratello è un " amore che viene da Dio e va a Dio "
( cfr Libertà cristiana e liberazione n.68 ).

  Il semplice amore umano, invece, viene solo dall'uomo e va all'uomo ma è proprio l'assenza di Dio la causa di tutti i mali: dice il Concilio Vaticano II che " la creatura senza il Creatore svanisce " ( Gaudium et Spes n.36 ).

  L'esclusione di Dio produce la morte dell'uomo e provoca la divisione tra i fratelli: la Bibbia mostra che viene alterata la relazione fra l'uomo e la donna, poi la relazione tra i fratelli - Caino uccide Abele -.

  L'esclusione di Dio dalla società, nell'episodio di Babele, provoca la distruzione della società stessa ( cfr Giovanni Paolo II, Reconciliatio et
paenitentia n. 15-16 ).

  Chi non ama i fratelli non ama Dio ma è impossibile amare veramente i fratelli senza amare prima Dio, anzi, è impossibile amare se stessi senza amare Dio al di sopra di se stessi. Infatti il primo comandamento è :" Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente. Questo è il massimo e primo comandamento "
( Mt 22,37-38 ).

  Il secondo comandamento è quello dell'amore del prossimo:" Amerai il prossimo tuo come te stesso " ( Mt 22,39 ). Quindi Gesù insegna che, per amare gli altri, bisogna prima amare se stessi, ma per amare se stessi bisogna amare Dio al di sopra di se stessi: " (...) Chi avrà perduto la sua vita per amore mio, la ritroverà" ( Mt 10,37-39 ).

  Amare Dio significa fare la sua volontà e metterlo sempre al primo posto:
perché solo Dio è bene infinito adatto al nostro cuore, solo Lui è la felicità completa.

  Amare il prossimo significa desiderare per il prossimo il suo vero bene e cioè i comandamenti e fra i comandamenti il primo comandamento, cioè l'amore di Dio. Quindi, chi ama il prossimo deve desiderare che il prossimo giunga soprattutto e prima di tutto all'amore di Dio.

  L'amore di carità - cioè amare Dio al di sopra di se stessi e il prossimo per amore di Dio - può e deve richiedere il sacrificio dell'amore umano
perché non è possibile amare veramente il prossimo senza amare prima Dio e i
suoi comandamenti: senza Dio finiremmo, anche senza volerlo, a causa delle
passioni disordinate, per fare del male a noi stessi e al prossimo, confondendo i piaceri disordinati e momentanei con il bene e finendo
facilmente per persuaderci che è falso ciò che non vorremmo fosse vero.

( Bruto Maria Bruti )

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Da: Soprannome MSNdanymarka Inviato: 20/09/2004 22.43
Cara Caterina ho letto con interesse i molti appunti che hai riportato , ti ringrazio , anche gli interventi di tutti gli altri .
Non avendo molto altro da aggiungere , mi viene solo in mente questo :
 
conoscete persone non ricche ma comunque molto taccagne?
 
 E non per effettiva necessita' ma semplicemente per l'insicurezza che genera l'attaccamento ai beni materiali.
Credo sia proprio da questo tipo di insicurezza che Gesu' vuole proteggerci , oltre al pericolo dei vizi malsani che una vita troppo agiata potrebbe causare . D'altra parte molti vizi malsani li vediamo anche nelle classi piu' povere , quando non si mette la vita stessa ( con nessi e connessi) al fine dell'amore di Dio . Non sono i soldi che rovinano le persone , ma la mancanza di fede e desiderio del Padre a volte perche' non si conosce il Suo grande amore .
Ieri leggevo un bellissimo (commovente) messaggio di Dio Padre sul sito Medjugorje , dove Lui ci chiede di amarlo , ci dice che si fa piccolo come noi per stare in mezzo a noi  perche' ci ama infinitamente , ci chiede di aprirgli il cuore e confidarci con Lui di ogni dispiacere ogni desiderio e Lui fara' tutto per noi , tutto ci dara' se solo lo chiediamo .
Ama occuparsi di noi , ci chiede di non pensare erroneamente a Lui con  timore ,ma di chiamarlo Padre , di farlo amare anche dai nostri bambini , di fidarci di Lui come del migliore amico ,vuole poter usare la Sua misericordia con noi, conosce le debolezze dei Suoi figli , non vuole essere un giudice ma un Padre , se solo ci confidassimo con fiducia ,  e Lui ci correggera' e nulla ci rifiutera'.
 Lui Dio ci dice che si e' tolto la corona e l'ha messa ai suoi piedi ,e ci chiede di non rifiutare il Suo amore ! E' sicuro che gli uomini che leggeranno il Suo messaggio non potranno piu' rifiutare il Suo amore !
 
Piu' di cosi' cosa deve fare un Padre?!
 
Un saluto a tutti
Valentina