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Le esequie negate in diocesi di Bergamo. Gnocchi racconta il "caso Gnocchi" - III parte

Torna su messainlatino.it il diario della crisi del "caso Gnocchi", scritto dallo stesso Alessandro Gnocchi. Ricordiamo la vicenda: nella diocesi di Bergamo sono stati vietati i funerali in rito antico al padre del noto giornalista e scrittore cattolico (si legga qui, qui e l'articolo del Foglio). Il caso, ricordiamo, ha suscitato l'indignazione generale, anche di quei cattolici lontani dalle nostre posizioni e dal tradizionalismo, fra questi ricordiamo Tornielli sul suo blog.
Vengono in mente alcuni passaggi del bellissimo libro del professor Roberto de Mattei, "Apologia della Tradizione" (Lindau). Citiamo un passo, fuori dal contesto: "Il sensus fidei può spingere i fedeli, in casi eccezionali, a rifiutare il loro assenso verso alcuni documenti ecclesiastici e persino a porsi, di fronte alle supreme autorità, in una situazione di resistenza o di apparente disobbedienza. La disobbedienza è solo apparente perché in questi casi di legittima resistenza vale il principio per cui bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini (At. 5, 29)". E il professor de Mattei non è certo un rivoluzionario...
Alessandro Gnocchi è autore di numerosi libri, scritti con Mario Palmaro, l'ultimo dei quali è il notevole "La Bella Addormentata. Perché dopo il Vaticano II la chiesa è entrata in crisi. Perché si risveglierà (Vallecchi). Altri titoli: "L'ultima Messa di padre Pio. L'anima segreta del Santo delle stigmate"(Piemme), "Viva il Papa. Perché lo attaccano. Perché difenderlo" (Vallecchi), "Contro il logorio del laicismo moderno. Manuale di sopravvivenza per cattolici" (Piemme).




MA QUESTA MESSA S’AVRA’ DA FARE - TERZA PUNTATA
di Alessandro Gnocchi

Qui a Villa d’Adda (VdA), ridente perla della ridentissima diocesi di BG (Bergamo, non Bulgaria) tutto bene. Anzi, tutto benissimo visto che

TUTTO TACE

su tutti i fronti. Non un cenno dal parroco di VdA, non un buffetto dal vicario generale di BG, non un paterno richiamo dal vescovo di BG. E neanche un piccolo messaggio trasversale dal delegato-episcopale-a-quasi-tutto e che tanto timore incute nel clero della diocesi. Insomma, niente di niente. Eppure, parroco di VdA, vicario generale di BG, vescovo di BG e il quasi onnipotente delegato-episcopale-a-quasi-tutto sono stati sommersi da lettere e da e-mail di dissenso non sempre sommesso. Forse che stiano pensando a

UNA LETTERINA ARRIVATA DA ROMA

nella quale si chiede conto di quanto è accaduto? Perché questa risulta essere la procedura. Il fedele battezzato che ritiene di aver subito un torto dall’autorità ecclesiastica territoriale ricorre alle istanze superiori. Le istanze superiori prendono contatto con l’autorità territoriale per capire cosa sia accaduto e valutare la situazione. Quindi, le istanze superiori traggono una conclusione: A) aveva ragione il fedele battezzato e l’autorità territoriale viene messa al suo posto; B) aveva ragione l’autorità territoriale e viene messo al suo posto il fedele battezzato. In linea di principio, e anche in linea di fatto,

NON DOVREBBERO ESSERE CONTEMPLATE LA SOLUZIONE C E LA SOLUZIONE D

e cioè: C) hanno ragione tutti e due; D) hanno torto tutti e due. Questo non potrebbe avvenire in rispetto del principio di non contraddizione che, dentro la Chiesa cattolica, pare in qualche modo sopravvivere. Ma la lunga frequentazione di diocesi dove il federalismo dottrinale e disciplinare è anni luce avanti a quello fiscale, e pure la conoscenza di realtà locali dove sono sempre più evidenti uno spirito e un piglio da dittatura burocratica lasciano intendere che in questo caso potrebbe essere applicata

LA FAMIGERATA SOLUZIONE E

che consisterebbe nello scaricare tutto sul povero parroco di VdA, il quale, dopo aver messo inflessibilmente in pratica il diktat della curia, verrebbe rimproverato per non aver saputo valutare pastoralmente la situazione. Che, tradotto in lingua corrente, significa:

RAGAZZO, LO VEDI IN QUALE AFFARE CI HAI INFILATO?

E si dice affare, per usare un linguaggio da personcine perbene. A soli cinquant’anni di distanza, ecco a che cosa si è ridotto l’afflato pastorale che tanto riscaldò i cuori dei padri conciliari e dei figli postconciliari: per favore niente problemi. Naturalmente, dai meandri della pastorale dei nostri giorni, che funziona come il cappello di un prestigiatore, si possono estrarre tante altre soluzioni. Ma rimane il fatto che le uniche praticabili senza prendere a calci la ragione, la logica, il buon senso, le regole, le leggi, eccetera, eccetera, sono le prime due. Diversamente, il documento che il Santo Padre ha voluto per il bene di tutta la Chiesa verrebbe depotenziato fino a sgonfiarsi. E sul punto in questione

IL DOCUMENTO PARLA CHIARO.

Parla chiaro, ma non per tutti in quanto il parroco di VdA ha anche tentato di spiegare agli interessati che la Messa in rito antico ha senso soltanto se viene celebrata in certe chiese e non in altre: cioè va bene nelle riserve indiane per cattolici tradizionali, ma non nelle parrocchie. Insomma, se uno la sente dove impone abusivamente e prepotentemente la curia assolve il suo dovere di cattolico

FIGLIO DI UNA CURIA MINORE,

se invece la sente in una chiesa frequentata da fratelli adulti nella fede e incamminati verso il radioso avvenire di una Chiesa più nuova e più bella deve sentirsi fuori posto. Tutto questo per dire che si attende dagli organi competenti una risposta chiara nella quale si spieghi se i fedeli battezzati sono tutti uguali. Ma, nel frattempo, nella parrocchia di VdA, ridente perla della diocesi di BG (Bergamo, non Bulgaria)

TUTTO TACE

e fa una certa impressione pensare che, a tacere, sia proprio questa cosiddetta chiesa del dialogo. Evidentemente, come ha scritto un confratello al parroco di VdA, è proprio difficile dialogare con certi “lontani” che non hanno l’appeal dei musulmani, degli ebrei, dei luterani, dei calvinisti, dei buddisti, degli induisti, dei taosti, degli scintoisti, degli animasti, degli atei agnostici e razionalisti. Eppure, il dialogo sarebbe imposto proprio questa lontananza: chi c’è di più lontano, da certo clero e da certo episcopato, dei cattolici che continuano a credere quello in cui si credeva cinquant’anni fa?







[SM=g1740733] ...e già: ragazzo! ma in quale pasticcio ci hai infilato? Laughing    
Si Alessandro, è così che si ragiona nella Chiesa del post Concilio.... anzi, non TUTTA la Chiesa, ma nelle Diocesi nelle quali non pochi Vescovi usano il Papa solo come LEADER - IL PAPA-IMMAGINE.... la cui IMMAGINE è indiscutibile, tutto il resto è "affare nostro", non del Papa....    
   
Tutto tace?    
è ovvio! secondo una prassi non nuova per la verità, la Gerarchia spera sempre che più il tempo passa e più si dimenticherà la ferita aperta.... nel frattempo che questa si cicatrizzi, bisogna TACERE, NON FARE NULLA!    
il ferito che parla, sarà così scambiato per un povero Cristo IN AGONIA.... "PERDONATELO, NON SA QUELLO CHE DICE".... ciò che c'è di nuovo è la presa in giro.... una volta infatti, il Vescovo ti mandava a chiamare e tu nel solo a vederlo, ti piegavi sulle ginocchia per il santo e sacro timore sapendo chi avevi davanti, ma oggi non sappiamo più chi abbiamo davanti! Resta il sacro timore, ma tanto questi non ti chiamano, non vogliono parlare, NON VOGLIONO TOLLERARE, non vogliono cedere alle loro posizioni personali, non vogliono mettere in discussione la loro supremazia su Roma, la vera minaccia, il vero pericolo per le Diocesi di oggi dopo che, da 50 anni hanno ritenuto bene ottenere la licenza, la indipendenza da Roma, tranne che nell'immaginario collettivo....    
   
Ciò che sperano, caro Alessandro, è che lei sia lasciato SOLO! Wink    
sperano che in questo tempo di cicatrizzazione, il resto del gregge perda la presa e come agnellini si rimettano in riga.... lasciando lei, pecora nera del gregge, al di fuori della cerchia degli eletti....    
Auspico di cuore che da Roma possa essere giunta qualche missiva, ma non si faccia troppe illusioni, con Paolo VI si decise di sacrificare la Tradizione in nome dell'Ecumenismo, e a questo non si fa marcia indientro!    
In questo caso si sacrificherà ben volentieri persino una parte di piccolo gregge tradizionale, pur di non perdere punti dicendo pubblicamente: perdonateci! "abbiamo sbagliato!"    
No! l'unico Mea Culpa valido è e resterà quello del Papa contro i cattivi Cattolici tridentini, quei cattivi Cattolici si permisero di ostacolare Lutero rispondendo, alle sue stravaganti idee contro il Sacerdozio, con il Rito del Messale detto san Pio V.... di questo caro Alessandro, dobbiamo chiedere perdono, e non sia mai che un Vescovo, oggi, possa dare ragione ad un Tradizionale di quella Messa che divise nettamente i Luterani dai Cattolici!    
E' per questo che nelle Parrocchie normali, come spiega il parroco, NON si deve celebrare questa Liturgia, non sia mai!!    
e chi gliela spiegherebbe ai cattolici se i sacerdoti dal dopo concilio non ne sanno più nulla?    
   
Coraggio!    
Noi siamo dentro come lei in questa storia, non si scoraggi e chieda giustizia anche per noi!    
Sono sempre più convinta che non è un caso che il Signore abbia permesso proprio a lei di subire questa enorme cattiveria ed ingiustizia! 
 
Wink

Embarassed Invochiamo anche san Michele Arcangelo, l'Alòtro grande sfrattato dalle Chiese moderne e dalla Messa....  
Angelus pacis Michael in aedes  
Coelitus nostras veniat, serenae  
Auctor ut pacis lacrimosa in orcum  
Bella releget.
 
 
Presto Michele, l'angelo di pace,  
Scenda da l'alto sopra i lari nostri,  
Nel cupo abisso a ricacciar, pugnace,  
Di guerra i mostri.
 
 
 
http://www.gloria.tv/?media=219710 



Leggevo questa intervista su ZENIT....  
 
Don Fabio Rosini, Biblista, Direttore del Servizio per le Vocazioni in Vicariato di Roma, è molto conosciuto per aver iniziato il progetto di Catechesi su I Dieci Comandamenti, diffusosi a macchia d’olio in tutta Italia. Ha rilasciato all’agenzia Zenit una intevista, che qui riportiamo di seguito. In un mondo secolarizzato, in una società quasi totalmente lontana dalla fede, dove i giovani per primi sono pronti ad attaccare il Papa e la Chiesa, sembra quasi impossibile che un ragazzo, al giorno d’oggi, possa sentire il desiderio di affidare la propria vita a Cristo, di rispondere ad una chiamata del Signore. Riguardo a questa situazione di “crisi” delle vocazioni, ZENIT ha intervistato don Fabio Rosini, direttore del Servizio diocesano per le vocazioni del Vicariato di Roma.  
 
 
*************  
 
Quanto è importante far parte di un cammino di fede per la nascita di una vocazione? Rosini: Sia benedetto Dio per qualsiasi esperienza che possa esser fatta nella Chiesa, l’importante è che sia cattolica! Sia benedetto Dio per i movimenti, le associazioni e tutto il resto! Tutto quello che c’è internamente alla Chiesa sia incoraggiato e portato avanti, sicuramente non sono questi il nemico.  
Spesso invece vengono definiti chiese parallele, sette…. Rosini: Purtroppo ci sono critiche, problemi di discomunione, ma queste, però, non sono indicative del valore delle cose in sé. L’importante è essere cattolici, stare in comunione con la Chiesa; l’eredità che Cristo ci ha lasciato è di costruire e mandare avanti la Chiesa, e questo di solito è l’opera più difficile da compiere su questa terra. Abbiamo problemi di fragilità e peccati autentici riguardo alla fraternità, problemi esterni, ma anche interni. Questi ultimi sono più dolorosi perché, mentre i problemi esterni si affrontano con maggior coraggio, quelli interni non te li aspetti.  
A cosa si riferisce in particolare? Rosini: A tutto, dal fatto che alcune volte ci può essere un clima di sfiducia reciproca ai giudizi e via dicendo. Ma sono cose normali che succedono in tutte le famiglie, l’importante è superarle. Soprattutto bisogna lasciarsi guidare dallo Spirito Santo e credere che è Dio che guida la Chiesa, non siamo noi che dobbiamo mettere a posto le cose o stabilire se una cosa è buona o meno. Comunque l’importante è far parte tutti di un’unica Chiesa e ricordarci che tutte le esperienze interne ad essa devono essere benedette ed incoraggiate. Tra l’altro non è che ci sia chissà quanta gente nella Chiesa, se mandiamo via pure quella che sta dentro….  
 
 
Undecided mimble mumble... i conti non mi tornano.....  
tante belle parole ma completamente assenti sul piano non solo pratico, ma anche di quella presunta COMUNIONE....  
"non siamo noi che dobbiamo mettere a posto le cose o stabilire se una cosa è buona o meno. " Surprised  
e allora il DISCERNIMENTO che ce lo abbiamo a fare?  
senza dubbio che la parte più tosta spetta a Gesù che fa crescere ciò che si è seminato, e che dobbiamo convivere con la zizzania senza estirparla.... ma appunto, occorre riconoscere e giudicare ciò che è gramigna da ciò che non lo è....  
se abortire NON E' COSA BUONA, LO DEVO SAPERE E LO DEVO GRIDARE DAI TETTI.... deve essere stabilito ciò che è peccato da ciò che non lo è...  
 
Infine.... dove sta tutta questa comunione verso i gruppi Tradizionali e la benevolenza verso la richiesta della Messa nella Forma Straordinaria?  
 
In conclusione, qual è l’augurio che lei si fa? Rosini: L’augurio che cresca la formazione cristiana, che aumenti il numero di esperienze, di qualsiasi tipo, in cui le persone possano “educarsi” cristianamente, diventare discepoli di Cristo in maniera più compiuta. Allora avremo le vocazioni naturalmente!  
 
 
educare a tutto, fuorchè educare i Fedeli alla Tradizione ed alla Messa di sempre....

[SM=g1740771]



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)