00 18/05/2010 20:07
Un male i cui effetti colpiscono i più bisognosi

Appello dei vescovi del Perú
contro la corruzione


Lima, 18. "Nelle ultime settimane abbiamo assistito tutti agli scandali di corruzione che hanno interessato vari livelli dell'amministrazione pubblica e privata. La società civile ha chiesto di porre fine a questo grave problema che riguarda noi come società; tuttavia le parole spesso non diventano realtà. Pertanto dalla Conferenza episcopale ribadiamo il nostro appello, e invitiamo a praticare un'etica pubblica e a recuperare i valori ancestrali che devono guidare il destino di tutte le istituzioni del Paese".

Inizia così il documento della Conferenza episcopale del Perú sulla situazione che il Paese vive ormai da tempo. Un contesto sociale, politico e culturale quello del Perú segnato da forti conflittualità ideologiche, da violenze di varia natura - prime fra tutte quelle legate al traffico della droga - da povertà vecchie e nuove.

"L'uso illegale delle risorse statali e l'uso dell'autorità pubblica a beneficio di coloro che la esercitano - prosegue il documento - piuttosto che servire il popolo, danneggiano soprattutto i più poveri".
La lotta alla corruzione è dunque per il Paese un'urgente necessità. A tale riguardo i presuli si domandano quale organismo statale abbia assunto l'iniziativa di combattere la corruzione "dopo la disattivazione dell'apposito ufficio nazionale".

Alla fine del documento i vescovi auspicano l'unione di tutti i soggetti sociali e istituzionali:  "La corruzione è difficile da contrastare, perché - sottolineano - assume forme diverse:  quando diminuisce in un settore, a volte rinasce e si incrementa in un altro. Il fatto stesso di denunciare richiede coraggio, unità, rinnovamento etico e morale".

Per eliminare, o almeno arginare il fenomeno della corruzione, secondo i presuli peruviani, è necessaria "insieme con la tenace volontà delle autorità, la generosa collaborazione, a ogni livello sociale, di tutti i peruviani, sostenuti da una salda coscienza morale che non si deve mai perdere nella prospettiva del bene comune, specialmente per il bene dei più bisognosi".
Il messaggio dei vescovi viene pubblicato dopo diversi casi di corruzione venuti alla luce tra esponenti del Governo e della pubblica amministrazione.

Il documento dei vescovi è firmato da monsignor Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, arcivescovo di Trujillo e Presidente della Conferenza episcopale del Perú. Il presule, sulla linea del documento della Conferenza episcopale, ha ribadito che "la lotta contro la corruzione costituisce un'urgenza nazionale e, al tempo stesso, un imperativo che i dirigenti più alti del Governo devono assumere come compito istituzionale". "Nelle ultime settimane - prosegue la nota dell'arcivescovo - tutti siamo stati testimoni di scandali di corruzione che riguardano sia le istituzioni pubbliche sia quelle private. La società ha chiesto di mettere fine a questo grave problema che ci colpisce come comunità".
Per questa ragione, osserva il presule, rinnoviamo "con forza, come pastori il nostro appello, la nostra invocazione, in favore di un'etica pubblica che necessariamente deve poggiare su un autentico rinnovamento morale personale".

In questo cammino verso un mutamento di rotta è indispensabile, però, "recuperare quei valori profondi, irrinunciabili che devono permeare l'azione, il servizio di coloro ai quali è affidato il governo delle istituzioni e del Paese".
Il presidente della Conferenza episcopale del Perú ricorda inoltre che "l'uso illegale delle risorse dello Stato e l'utilizzo dei poteri pubblici a beneficio di chi esercita un'autorità politica, e non al servizio dei cittadini, comporta un grave danno per l'intero popolo, ma soprattutto per i più bisognosi ed emarginati".

Questi, ricorda il presule, a causa della diffusa corruzione, "perdono e vedono diminuire il loro accesso alla salute, agli alloggi, all'educazione; vedono affievolirsi il diritto a una vita degna della persona umana".
Infatti - evidenzia ancora - quando si erode la legittimità delle istituzioni, "si favoriscono gli abusi di poteri e tutto ciò offende la dignità della persona umana, indebolisce la governabilità democratica del Paese". L'arcivescovo riconosce inoltre che non è facile combattere la corruzione poiché agisce come una metastasi che invade il corpo sociale:  "Essa, allora, va sradicata con la volontà tenace delle autorità, con la collaborazione generosa di tutti i peruviani".


(©L'Osservatore Romano - 19 maggio 2010)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)