La Pace di Cristo!
Con questo post mi inserisco nella discussione per rispondere alla richiesta che Leonardo mi rivolge nel messaggio 32.
1) Partiamo da Lutero.
Fu proprio nel secolo della Riforma Protestante che iniziò ad affacciarsi sulla scena europea una nuova scienza, quella della Critica testuale, che ben presto si estese anche agli scritti biblici.
In cosa consiste questa scienza? Nella ricerca del testo originale, cioè di ritrovare quali parti dei manoscritti e dei testi in nostro possesso si può veramente riferira al supposto autore e alla sua epoca.
E' così che si scoprì la falsità della donazione di Costantino, o si esclusero dai corpus degli antichi scrittori, come quello Platonico e Aristotelico, alcuni scritti, o glosse, che risultavano essere posteriori o di un'altra mano.
Cosa comportò nel '500 per i testi biblici la critica testuale? Oltre alle molte piccole cose, la più manifesta era questa: mentre la stragrande maggioranza del Primo Testamento era in Ebraico, di alcuni testi avevamo solo i loro manoscritti greci.
La cosa più ovvia da pensare è che essi fossero aggiunte posteriori. Così i riformatori, nella loro estenuante ricerca dell'autentico cristianesimo dei primi secoli, adottarono quel canono ristretto ai testi scritti in lingua ebraica così come presenti nel Testo Masoretico, quello in uso nelle comunità ebraiche del tempo.
Fin qui il discorso può avere una sua logica interna, seppure non si spiega ancora come mai, seppure soggetti a qualche critica in Occidente, quei testi non furono mai messi seriamente in discussione in Oriente...
Il grande colpo di scena però avviene nel secolo appena trascorso con la scoperta dei Rotoli di Qumran, che hanno portato alla luce alcuni brani di Giuditta e più dei due terzi del Siracide scritti in lingua ebraica.
Così la motivazione prima dell'esclusione dei cosiddetti deuterocanonici decade e non regge all'indagine storica.
Aprendo una parentesi, ho fatto notare più di una volta che la cosa non dovrebbe risultare di per sè problematica per le chiese riformate, le quali non hanno mai fatto una dichiarazione dogmatica con la quale si escludevano dal canone i libri greci del Primo Testamento.
Tali Chiese, per i loro stessi presupposti teologici (non ultima la possibiltà della fallibilità delle dichiarazioni ecclesiali), potrebbero tornare ad utilizzarli senza bisogno di dare molte spiegazioni.
La Chiesa Anglicana, la Vetero Cattolica, alcune fraternità protestanti tedesce e la fraternità ecumenica di taizè (il cui fondatore è calvinista) usano regolarmente, senza scandalo, testi deuterocanonici nella loro preghiera pubblica. Questo dovrebbe far riflettere sia noi cattolici del non fare di tutta l'erba un fascio, sia i nuovi movimenti evangelici, spesso ignari della stessa storia della riforma e delle sue più autentiche motivazioni.
2) Sul canone ufficiale ebraico ci sarebbe da fare un profondo studio.
Rilevantissimo ritengo quando Camerone dice nel post. 40.
Gli ebrei del I sec. Avanti Cristo sono una comunità che ormai ha superato la differenza col mondo ellenico e, in città come Alessandria, sa confrontarsi e destreggiarsi benissimo con la cultura ellenica e utilizzare i suoi strumenti intellettuali.
Proprio il Siracide, od anche il libro della Sapienza, sono testimoni di questa lenta integrazione.
Ma poi arriva lo shock della Distruzione del Tempio: bisogna fare quadrato. Mentre fino a quel giorno nella diaspora la lingua liturgica era il greco, da quel momento il culto doveva essere in ebraico, e la bibbia quella in ebraico. Una gestazione durata quasi un secolo produsse l'ebraismo basato sui rabbini e la liturgia sinagogale che oggi noi conosciamo.
Ma mentre l'ebraismo era in questo fermento, la Chiesa era ormai un'entità a sè, e proseguiva un suo cammino di evoluzione ormai distinto nettamente da quello ebraico, da cui pure proveniva.
Non si tratta qui della Chiesa che ha aggiunto, o dell'Ebraismo che ha tolto. I due cammini sono ormai separati, e le scelte prese sono indipendenti.
Mentre l'ebraismo si purifica dalle contaminazioni ellenistiche, la Chiesa si allontana dalle sue radici ebraiche sposando la lingua, le categorie e il pensiero filosofico greco, specialmente platonico (almeno per i primi 1300 anni). Solo dopo il Vaticano II sono sorti seri studi sui rapporti fra Chiesa ed Ebraismo, si è indagato sull'origine ebraica della Preghiera Eucaristica, sulla radice ebraica dei riti di unzioni e di abluzioni in riferimento al battesimo, al Crisma, e all'olio degli infermi.
Si dovrebbe concedere all'Ebraismo di decidere sul canone del Primo Testamento? Io penso che l'Ebraismo ha la potestà di definire il canone cristiano quanta ne avrebbe la Chiesa di obbigare gli ebrei a seguire il suo canone, e cioè nessuna!
E credo che questo sia ovvi a qualunque persona in buona fede, qualunque poi sia la scelta e convinzione personale.
Ma allora, si presenta ora il problema del come mai si sia giunti all'attuale canone biblico in ambito cattolico e ortodosso.
La questione, in sè storicamente complessa, è però, senza rischio di dire falsità, così sintentizzabile: la Chiesa ha ritenuto ispirati quei testi che universalmente erano utilizzati nelle liturgie dalle varie comunità. E così, man mano che la Chiesa crescieva, che le comunicazione e la coordinazione delle azioni ligurgiche diventava sempre più stretta, le varie Chiese si ritrovarono ad avere uno stesso elenco di libri da cui poter scegliere i testi da leggere nella liturgia.
L'attuale "canone cattolico" è universalmente attestabile già nel V-VI secolo.
Morale della favola: nella sua scelta di escludere i deuterocanonici Lutero è stato vittima di una madornale svista, per il resto inconsapevole, dato che solo in questo secolo abbiamo saputo che quei testi, da tutti ritenuti per duemila anni scritti originariamente in greco, sono copie (o rimaneggiamenti) di testi di cui abbiamo scoperto gli esemplari ebraici.
Spero di aver soddisfatto Leonardo e di aver aiutato la discussione.
Vostro servo in Cristo,
Ireneo