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G.A.M. - Gioventù Ardente Mariana (sud)
Numero 185



Una storia per te [SM=g1740733]

Quando le croci sono troppe (Giovanni Francile)

Un uomo viaggiava, portando sulle spalle tante croci pesantissime. Era ansante, trafelato, oppresso e, passando un giorno davanti ad un crocifisso, se ne lamentò con il Signore così:
"Ah, signore, io ho imparato nel catechismo che tu ci hai creato per conoscerti, amarti e servirti... Ma invece mi sembra di essere stato creato soltanto per portare le croci! Me ne hai date tante e così pesanti che io non ho più forza per portarle...".

Il Signore però gli disse: "Vieni qui, figlio mio, posa queste croci per terra ed esaminiamole un poco... Ecco, questa è la croce più grossa e la più pesante; guarda cosa c' è scritto sopra...".
Quell'uomo guardò e lesse questa parola: sensualità.

"Lo vedi?", disse il Signore, "questa croce non te l'ho data io, ma te la sei fabbricata da solo. Hai avuto troppa smania di godere, sei andato in cerca di piaceri, di golosità, di divertimenti... E di conseguenza hai avuto malattie, povertà, rimorsi".
"Purtroppo è vero, soggiunse l'uomo, questa croce l'ho fabbricata io! È giusto che io la porti!". Sollevò da terra quella croce e se la pose di nuovo sulle spalle.

Il Signore continuò: "Guarda quest' altra croce. C'è scritto sopra: ambizione. Anche questa l'hai fabbricata tu, non te l'ho data io. Hai avuto troppo desiderio di salire in alto, di occupare i primi posti, di stare al di sopra degli altri... E di conseguenza hai avuto odio, persecuzione, calunnie, disinganni".
"È vero, è vero! Anche questa croce l'ho fabbricata io! È giusto che io la porti!". Sollevò da terra quella seconda croce e se la mise sulle spalle.

Il Signore additò altre croci, e disse: "Leggi. Su questa è scritto gelosia, su quell'altra: avarizia, su quest'altra...".
"Ho capito, ho capito Signore, è troppo giusto quello che tu dici...".

E prima che il Signore avesse finito di parlare, il povero uomo aveva raccolto da terra tutte le sue croci e se le era poste sulle spalle.
Per ultima era rimasta per terra una crocetta piccola piccola e quando l'uomo la sollevò per porsela sulle spalle, esclamò:
"Oh! Come è piccola questa! E pesa poco!". Guardò quello che c'era scritto sopra e lesse queste parole: "La croce di Gesù".
Vivamente commosso, sollevò lo sguardo verso il Signore ed esclamò: "Quanto sei buono!". Poi baciò quella croce con grande affetto.

E il Signore gli disse: «Vedi, figlio mio, questa piccola croce te l'ho data io, ma te l'ho data con amore di Padre; te l'ho data perché voglio farti acquistare merito con la pazienza; te l'ho data perché tu possa somigliare a me e starmi vicino per giungere al cielo, perché io l'ho detto: "Chi vuole venire dietro a me prenda la sua croce ogni giorno e mi segua...", ma ho detto anche: "il mio giogo è soave e il mio peso è leggerò"».

L'uomo delle croci riprese silenzioso il cammino della vita; fece ogni sforzo per correggersi dei suoi vizi e si diede con ogni premura a conoscere, amare e servire Dio.

Le croci più grosse e più pesanti caddero, una dopo l'altra dalle sue spalle e gli rimase soltanto quella di Gesù.
Questa se la tenne stretta al cuore fino all'ultimo giorno della sua vita, e quando arrivò al termine del viaggio, quella croce gli servì da chiave per aprire la porta del Paradiso.



[SM=g1740717] [SM=g1740720] Il segno della Croce

Un segno da riscoprire (parte 3.2)
(Leggi Matteo 28,8.16-20)

La croce in San Paolo

San Paolo fa della Croce il contenuto centrale della sua predicazione: "Noi predichiamo, Cristo crocifisso". (1 Cor 1,23). Come per Giovanni anche per Paolo morte e risurrezione sono strettamente connesse. Soltanto nell’evento salvifico della risurrezione, si dischiude al credente il senso della morte di Gesù (1 Cor 15, 14. 17).

Nonostante questa relazione di fondo con la risurrezione, l’evento della croce, in Paolo, è maggiormente collegato all’incarnazione d Gesù. Questa appare già, per così dire, alla luce della croce. L’inno di Fil 2,6ss lo mette in evidenza. L’essere uomo di Gesù: "umilio se stesso, facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce" (v.8).

Un altro concetto fondamentale è quello dell’espiazione. Nell’offerta di sé attuata da Cristo si compie la giustizia di Dio, per il fatto che Gesù Cristo prende su di sé, ubbidiente, la colpa per i peccati degli uomini; fatto - per così dire - peccato per noi (2 Cor 5,21), la sopporta fino alla morte, annullando così il debito e il peccato dell’uomo.

Un altro concetto è quello del riscatto (1 Cor 6,20). Con la sua morte in croce, Cristo annulla la potenza di perversione della legge che si atteggia a potenza di salvezza (Gal 3,13). Sulla croce si vede con chiarezza la libertà dalla legge, che poi - in positivo - diventa la liberta di affidarsi totalmente all’amore di Gesù. Sulla croce si scorge che la libertà è libertà da se stessi per donarsi agli altri.
Nel corpo della croce vengono tutti riconciliati e offerti a Dio. Per mezzo di Cristo è costituita in tal modo la pace universale (Ef 2,11-18). La pace è realizzata mediante la croce. Questo non solo dice che la pace è a caro prezzo e neppure soltanto che la pace richiede la vittoria sul peccato. Bensì che la pace passa attraverso la gratuità e il perdono, il dono di sé e la non violenza. Tutto questo, infatti, è la croce. Vedi Col 1,20.

Conclusione

Il segno di croce è il segno della nostra fede e della nostra appartenenza a Gesù Cristo. Esso è segno di Amore, segno di Salvezza, segno di potenza.

- Di Amore perché "non c'è amore più grande che dare la vita per coloro che si amano".

- Di Salvezza perché dalla croce Gesù dimostra la sua divinità (Il centurione romano, vedendolo morire così disse: «Costui era veramente Figlio di Dio» - Mc 15,39) e da lì ci salva dalla morte eterna.

- Di Potenza perché di fronte alla croce il Demonio non può nulla se non fuggire: di fronte a Lui «ogni ginocchio si pieghi: nei cieli, sulla terra e sotto terra. E ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore».

A Gesù Crocifisso

(Mons. Angelo Comastri)

O Gesù, mi fermo pensoso ai piedi della Croce:
anch'io l'ho costruita con i miei peccati!
La tua bontà, che non si difende e si lascia crocifiggere,
è un mistero che mi supera e mi commuove profondamente.
Signore, tu sei venuto nel mondo per me, per cercarmi,
per portarmi l'abbraccio del Padre.
Tu sei il Volto della bontà e della misericordia:
per questo vuoi salvarmi!
Dentro di me ci sono le tenebre:
vieni con la tua limpida luce.
Dentro di me c'è tanto egoismo:
vieni con la tua sconfinata carità.
Dentro di me c'è rancore e malignità:
vieni con la tua mitezza e la tua umiltà.
Signore, il peccatore da salvare sono io:
il figlio prodigo che deve ritornare, sono io!
Signore, concedimi il dono delle lacrime
per ritrovare la libertà e la vita,
la pace con Te e la gioia in Te.
Amen.



Flash
Il dolore dei peccati nasce al pensiero e alla visione del Crocifisso, ma questo Crocifisso porta alla Risurrezione (don Carlo De Ambrogio fondatore del G.A.M.).



Il Signore benedica voi e le vostre famiglie
Don Gaetano


[SM=g1740722]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)