00 01/05/2010 20:18
Re: Re: Re: Re:
Caterina63, 01/05/2010 10.05:


Santo Stefano, primo diacono martire, non reagì alla lapidazione, san Giacomo, primo vescovo di Gerusalemme, fu ucciso per Cristo, idem san Paolo, san Pietro e così via....sant'Ippolito, san Policarpo aveva 80 anni quando venne gettato nel colosseo in pasto alle belve...per trecento anni i primi cristiani venivano perseguitati ma non fecero mai ricorso alla difesa personale...
san Giustino martire, nell'anno 150 d.C. si difenderà usando il tribunale, ma verrà ugualmente condannato a morte...
non a caso nascono le Catacombe nelle quali i cristiani sono costretti a vivere per evitare massacri...
poi arriva finalmente il momento della giustizia e i cristiani cominciano a reagire...



Non potevano difendersi, ecco perché non hanno reagito. Hanno accettato la loro inevitabile morte.
Cristo non si è difeso unicamente perché si è fatto uomo per la nostra salvezza, e il suo sacrificio era necessario.


uccidere una vita umana è sempre un peccato perchè essa è costata la vita stessa di Dio che per la vita anche di un "cattivo", Egli ha versato il suo Sangue per convertirlo...
se il "cattivo" muore gli viene negata la possibilità di convertirsi, ma ci sono casi in cui la difesa prevale e si è costretti ad uccidere... il concetto che ciò sia dunque un peccato è semplicemente in quello schema in cui Dio, ponendo un sigillo sulla fronte di Caino, ammonisce: "NESSUNO TOCCHI CAINO"....
Toccare Caino, ucciderlo, è dunque un peccato ma delle volte indipendente dalle mie volontà...



No, non è un peccato perché non c'è il proposito di peccare. Vengo COSTRETTO a difendermi. Dio non può che gioire quando un malvagio che attenta alle vite altrui, e qualora non vi sia altro mezzo, viene sradicato da questa terra.



Non è una deroga ad uccidere, si agisce per difendere la propria vita e quella degli altri il non uccidere diventa così il fine ultimo per giungere al martirio, per donarsi PER L'ALTRO in modo totale, tuttavia ci sono casi in cui ciò non è possibile ed è necessario REAGIRE....questa non è una deroga ad uccidere...



E' invece una deroga perché sono legittimamente chiamato a difendere l'integrità della mia vita, anche a costo della vita dell'aggressore.


Non si può fare lo stesso paragone con la masturbazione...

AMA IL PROSSIMO TUO COME AMI TE STESSO, essa rientra in una EDUCAZIONE DEL PROPRIO CORPO E NEL CONTROLLO DEI PROPRI ISTINTI...
non c'entra la legittima difesa...qui nessuno esternamente sta attentando alla mia vita, la tentazione PROVIENE DA DENTRO ME STESSO, E' CON ME STESSO CHE DEVO COMBATTERE, contro gli istinti e le tentazioni
comprendi la differenza? [SM=g1740733]




Certo che si può fare lo stesso paragone. Non mi sto masturbando per raggiungere volontariamente il piacere, mi sto masturbando perché mi serve per una diagnosi sulla mia salute.

"Dal punto di vista fattuale, visivo, pratico, la legittima difesa si configura come omicidio. Mancando la volontà di uccidere, ed essendovi invece la volontà di difendere una vita (che non deve necessariamente essere la propria), moralmente parlando non è considerabile omicidio.
Dal punto di vista morale però.
Rubare è sempre peccato, ci viene insegnato. Eppure, rubare del cibo se costretti dalla fame non è peccato. Dalla morale cattolica tale gesto è considerato la mera redistribuzione di un bene. Perchè non si vuole rubare (altrimenti si prenderebbero dei soldi giusto?) ma si vuole conservare la propria vita. Dal punto di vista fattuale, visivo, pratico, è un furto (provate a chiedere a chi viene derubato). Ma dal punto di vista morale no, non richiede confessione, perchè si è spinti dal desiderio più che legittimo di conservare la propria vita, che è dono di Dio (non pizza coi fichi).
Assumere la pillola anticoncezionale è peccato, perchè la volontà è quella di scindere unione sessuale e procreazione. Però, se la pillola è presa come medicinale volto a ristabilire la salute ormonale della persona non è peccato (anche se poi si verifica l'effetto anticoncezionale). Perchè seppur l'atto sia lo stesso, ingerire la pillola anticoncezionale, la volontà non è anticoncezionale, ma è quella di salvaguardare la propria salute, che non si potrebbe salvaguardare altrimenti.

Questi esempi ci fanno comprendere come alcuni atti che visivamente sembrano peccati a tutti gli effetti, in realtà mancando delle volontà di peccare, moralmente non sono considerabili tali.
C'è un livello fattuale in ognuno di essi, che concerne l'evento come si pone davanti a noi (il quale rimane visivamente simile al fatto peccaminoso). E poi c'è il livello morale, che concerne invece la situazione, e la volontà che sta dietro l'atto.
Per questo ho immaginato che vi possa essere una situazione (come il dover fare delle analisi mediche) che possa rendere la masturbazione lecita, moralmente parlando, perchè venendo a mancare la volontà peccaminosa, non si configurerebbe come peccato, anche se visivamente l'atto rimarrebbe lo stesso."