00 12/05/2011 09:33

Il Papa ad Aquileia: il Saluto del Vescovo Mattiazzo a nome delle Diocesi



Santo Padre,

A nome di tutte le Diocesi, qui rappresentate con i loro pastori e fedeli, rivolgo a Vostra Santità il filiale benvenuto e il più vivo ringraziamento per il prezioso dono che ci offre con la Sua presenza e la Sua visita graditissima, preparata e desiderata.
Il luogo in cui ci troviamo, Aquileia, con la sua antichissima e gloriosa Basilica ed il fascino dei suoi monumenti, è per noi un simbolo, è il richiamo alle radici storiche ma sempre vive della fede ecclesiale giunta fino a noi. Aquileia, in effetti, è stata la Chiesa Madre a cui hanno fatto capo, nel decorso del tempo, oltre 50 Diocesi, coprendo un vasto territorio mittel-europeo e orientale.
Vorrei ricordare alcuni tratti che hanno caratterizzato la prima evangelizzazione, facendo risplendere una particolare esperienza di Chiesa.
La fede si è espressa in una maturazione teologica originale, ricettiva del magistero dei primi Concili ecumenici, in un proficuo scambio e mediazione tra Oriente e Occidente.
Merita di essere rilevata, in questo contesto, la comunione profonda della Chiesa Aquileiese con la Sede Apostolica. Aquileia si è, inoltre, distinta per una Liturgia vivente sintonizzata con la sensibilità della pietà popolare.
Altro tratto significativo è stata un'organizzazione ecclesiale capillare, aderente al territorio, in un atteggiamento rispettoso delle diverse etnie e delle legittime autonomie. In pari tempo si è sviluppato un fervido dinamismo missionario.

Questa tradizione è rimasta viva nella coscienza delle nostre Chiese.
Si comprende, allora, perché nel 1990, all'indomani della "caduta del muro di Berlino", intuendo che, a seguito di profonde e rapide trasformazioni, si apriva una nuova fase della storia e della missione della Chiesa, ci siamo dati appuntamento qui, ad Aquileia, per il 1° Convegno ecclesiale. È stato un momento intenso di comunione, di dialogo, di discernimento, di ascolto dello Spirito che guida la Chiesa nei sentieri del tempo.

L'argomento che ha focalizzato la nostra intenzione era la nuova evangelizzazione, l'annunciare e incarnare la fede nei nuovi contesti culturali e sociali del nostro tempo.

Il Convegno ha immesso uno spirito nuovo e avviato esperienze di comunione tra le nostre Diocesi, come la nascita di Telechiara, poi della Facoltà Teologica del Triveneto e, ancora, la missione dei presbiteri fidei donum in Thailandia.
Riflettendo sulla situazione attuale, dopo vent'anni dal 1° Convegno ecclesiale, abbiamo preso coscienza dell'opportunità di ritornare insieme ad Aquileia per narrarci quello che lo Spirito ci ha ispirato e riprendere il cammino con rinnovato slancio. In questo 1° anno di preparazione le nostre 15 Diocesi sono state impegnate nel discernimento comunitario che, facendo memoria del vissuto ecclesiale, orienti le nostre Comunità a scelte profetiche.

Un ruolo particolare stanno svolgendo i Consigli pastorali rappresentati in questa Basilica.
In questo cammino verso il 2° Convegno ecclesiale di Aquileia noi attendiamo da Vostra Santità la parola autorevole del Successore di Pietro che ci illumini, ci confermi nella fede e nella comunione, ci aiuti a discernere come annunciare ed incarnare la grandezza, l'originalità e l'integrale bellezza della fede cristiana nel nostro tempo e come essere Chiesa che genera alla fede.

Grazie, Santo Padre.



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Il Papa a Venezia: i Saluti del Patriarca al Santo Padre


I Saluti alla Celebrazione Liturgica a Parco San Giuliano

Beatissimo Padre, 
col cuore colmo di letizia pasquale siamo qui convenuti da tutte le chiese del Nordest d’Italia – dal Patriarcato di Venezia, dalle arcidiocesi di Trento, Gorizia e Udine, dalle diocesi di Adria-Rovigo, Belluno-Feltre, Bolzano-Bressanone, Chioggia, Concordia-Pordenone, Padova, Treviso, Trieste, Verona, Vicenza e Vittorio-Veneto – e dalle altre chiese di Croazia, Slovenia, Ungheria, Austria, Baviera, Como e Mantova, nate da Aquileia. Desideriamo essere confermati nella fede degli Apostoli dal Successore di Pietro. Così, corroborati dalla persona, dalla testimonianza e dal magistero della Santità Vostra, annunceremo con umile franchezza la bellezza di Cristo a tutte le nostre genti.
Scrisse Cromazio di Aquileia: «Siamo venuti, anzi siamo stati condotti da Cristo alla porta bella del tempio. Questa porta bella è la predicazione evangelica che orna il tempio di Dio, cioè la Chiesa» [“Venimus enim, vel potius adducti sumus a Christo ad speciosam portam templi (…) Speciosa porta templi evangelica praedicatio est, per quam templus Dei, id est Ecclesia, spiritali specie adornatur” (Cromazio di Aquileia Sermo I, 4][1]. Queste parole di Cromazio danno voce a ciò che abbiamo davanti agli occhi e nel cuore. Ci commuove, in questo luogo, il fulgore della nostra Venezia, eco della bellezza di Cristo, Splendore di Verità. Dalla presenza di Gesù eucaristico le nostre povere vite sono ogni giorno attratte e sostenute nel cammino verso il Padre che ci attende.
La Santità Vostra ha scritto nel 2° volume dedicato a Gesù di Nazaret: “L’incontro col Signore risorto è missione e dà forma alla Chiesa”[2]. Siamo guidati dal fascino di questo incontro e desiderosi di comunicarlo a tutti gli uomini e le donne dell’ampio Nordest che domanda ancora oggi un comune compito a popoli latini, slavi e germanici. A favore del nostro “fratello uomo” siamo qui per riconoscere il Signore risorto nello spezzare del Pane.
Oggi Pietro è venuto all’incontro di Marco. Grazie, Santo Padre, per il dono della Sua presenza tra noi.

Note:
[1] Chromace d’Aquilée, Sermons I, Sources Chrétiennes 154, Cerf, Paris 1969, 130-131.
[2] J. Ratzinger-Benedetto XVI, Gesù di Nazaret 2, Città del Vaticano 2011, 289.
I Saluti all'Assemblea Ecclesiale in San Marco, a conclusione della Visita Pastorale
Beatissimo Padre,
nel fulgore della nostra Basilica, anticipo della gloria del Paradiso, siamo stati convocati a questa solenne celebrazione che conclude la Visita Pastorale. La Santità Vostra  ha voluto benevolmente prendervi parte. Grazie, Beatissimo Padre! Commossi e ben consapevoli del privilegio accordatoci, vogliamo esprimerlo con parole antiche. Sono un vanto del nostro popolo cattolico e veneziano: «Petrus et Marcus, una fides».
La Provvidenza ha voluto che la Visita Pastorale nel Patriarcato avesse inizio nei giorni immediatamente precedenti la Vostra elezione alla cattedra di Pietro. Quel 10 aprile 2005, infatti, il Cardinale Marco ed io ci trasferimmo da Roma a Venezia per partecipare all’Assemblea Ecclesiale che diede inizio alla Visita Pastorale, indetta l’anno precedente.
Oggi concludiamo un impegnativo itinerario con la grazia di venir confermati nella fede dal Successore di Pietro, fisicamente tra noi. Come non riconoscere la cura provvidente del Padre in questa doppia delicata coincidenza? Abbiamo cominciato con la Sua elezione e concludiamo con la Sua presenza.
La nostra figliolanza nei Vostri confronti, Santo Padre, è ben espressa in uno dei mirabili mosaici della nostra Basilica. Nel cartiglio che descrive il gesto con cui Marco presenta il Vangelo a Pietro si legge: Pietro «approva il Vangelo di Marco e lo consegna alla Chiesa perché lo legga».

Beatissimo Padre,
Lei viene a noi nell’incomparabile vespero veneziano come un dono tanto prezioso quanto immeritato. Ci sostenga la sua apostolica fede, non ci manchi mai l’ardore della carità per annunciare Gesù risorto, speranza affidabile. 
È un dono che con umile energia chiediamo alla Vergine Nicopeia. La Madre di Gesù e madre nostra ci propizi questa vittoria. Grazie, Santità!






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Cliccando qui:
Benedetto XVI in visita ad Aquileia e a Venezia 7-8 maggio 2011

troverete il resto della visita con testi e foto....


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)