00 08/09/2011 15:12

Adieu Scola: «gratitudine al Signore per questo decennio»

 

Non è mancata la «gratitudine al Signore per questo decennio». Né la richiesta di «perdono, a coloro che volontariamente o involontariamente avessi potuto offendere in questo cammino. Se ho peccato contro questa Chiesa ho soprattutto peccato di omissione». Né poteva mancare la rilettura di quanto sta avvenendo a questa Chiesa – e a lui, chiamato ad essere il nuovo arcivescovo di Milano – secondo il filtro della Parola di Dio: «Perché Cristo è la nostra vita siamo qui questa sera. Perché Cristo è la nostra vita noi ci disponiamo a seguire un disegno che ci supera». E ancora: «Ogni prova, compreso il distacco, è per un di più, è per il nostro bene».
«Questa Venezia è un messaggio all'umanità». Ma l'ultima omelia del card. Angelo Scola, pronunciata mercoledì sera dal pulpito della Cattedrale di San Marco, è stata anche l'occasione per rilanciare ancora una volta la missione affidata a questa città dell'umanità, alla «Serenissima nostra città che tanta luce ha avuto dalla nostra Chiesa e che tanta ancora se ne aspetta». Colpito, quasi stregato dal «prorompere della bellezza della nostra Venezia, assolutamente indicibile, indescrivibile», assaporata durante il viaggio nella “disdotona” offertogli poco prima dalle remiere, il card. Scola sottolinea: «Questa Venezia è un messaggio all'umanità, perché il suo popolo la vive in modo tale da renderla un messaggio per l'umanità. E' una responsabiltà per la Chiesa, una responsabiltà per tutti gli abitanti della società civile plurale, un compito per l'umanità in un tempo di grande travaglio».
La lode ai presbiteri. Ha lodato ancora, il card. Scola, il «presbiterio solido, ricco, pluriforme ma unito. Questa è, assieme all'apporto dei religiosi e delle religiose, la grande eredità, la ricchezza della Chiesa di Venezia che il Patriarca Angelo lascia al suo successore. Per la potenza di Cristo questa Chiesa ha un grande futuro, come ce l'ha la città serenissima».
«Che bella Chiesa locale è la Chiesa di Venezia. Realmente è un luogo di pluriformità nell'unità», ha aggiunto. «Una Chiesa ben radicata in Marco, nei suoi successori, in san Lorenzo Giustiniani, nei grandi papi santi e beati, nei patriarchi che ci hanno preceduto, nei tanti santi che hanno vissuto nella nostra terra e hanno seminato i carismi del rinnovamento della vita». Si incrina la voce quando cita anche «i nostri cari che ci hanno già preceduto all'altra riva».
«Nessun distacco è propriamente un distacco», ha rimarcato. «Nessuna partenza è una partenza per chi è incamminato verso un'unica meta: Cristo nostra vita, Cristo tutto in tutti».

Paolo Fusco
Tratto da GENTE VENETA, n.35/2011


 





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[SM=g1740733] .... certo è che... per un saluto così straordinario (come lo è stato per molti aspetti ed anche commovente) UNA MESSA STRAORDINARIA avrebbe lasciato il segno...
chi e che cosa impediva al cardinale Scola - o l'ha impedito - di salutare non solo con pensieri parole straordinarie, anche con una Messa nella forma Straordinaria lasciando intendere quell'obbedienza a Pietro ed alla applicazione delle sue spirituali richieste?
il conformismo... ancora quella schiavitù che volente o dolente ci lega più "ai sussurri degli uomini" anzichè all'autentico godimento di Dio nel SUO SACRIFICIO....

Per carità! La Messa celebrata dal Patriarca è stata fin troppo "paradisiaca" per la forma Ordinaria del Rito... i canti erano un sogno ed una giusta nostalgia che non si sofferma sulla Persona amata del Patriarca, ma che ci fa desiderare di pregare perchè ci venga donato al più presto un altro Pastore solerte e responsabile, ma anche di più ancora, come lo era il Servo che, lasciatosi cingere i fianchi, si è fatto condurre dove forse non pensava..

Non un addio!
Il Servo va dove il Padrone della Messe lo manda... lo manda nella vigna in cui c'è bisogno... così ci piace vedere di spalle l'amato Patriarca, mentre dando l'ultimo saluto alle Calli di Venezia, s'incammina verso una vigna più chiassosa... più bisognevole...ben sapendo che un pezzo del suo cuore resterà qui, accanto ai Patriarchi che l'hanno preceduto, accanto alle Parrocchie ed alle persone che ha incrociato...
Sì!
Grazie Padre santo, Angelo Scola, grazie per quanto ha fatto e per quanto ha dato, quanto ai difetti chi è che non li ha? Non saremo certo noi a redigerne un elenco.... in fondo l'apostolo ci insegna che l'amore copre una moltitudine di peccati... e lei tanto ha amato!!

La seguiranno le nostre umili preghiere per il delicato compito che l'attende, in fondo siamo o non siamo UNA SOLA CHIESA?
RI-Doni al suolo Ambrosiano la Liturgia antica, sono anni che l'attendono.... e riequilibrando il giusto ordine delle cose attraverso la SACRALITA', vedrà che anche il suo compito comincerà sotto tutti i migliori auspici!

Ad maiora, Padre santo,
ci benedica, sempre, e la raggiunga il palpito delle Ave Maria di questi giorni in cui, nella Tradizione viva della Chiesa, risuonano le due Feste della Natività e del santissimo Nome di Maria...

[SM=g1740717] Ave Maria!



Eliminato ufficialmente il leone marciano dallo stemma del Cardinal Scola. Il nuovo Arcivescovo di Milano dopo la presa di possesso canonico, si prepara all'ingresso solenne nell'Arcidiocesi, in programma per il 25 settembre.


prima...

... dopo



Monsignor Dino De Antoni è il nuovo presidente della Conferenza espiscopale del Triveneto. L’arcivescovo di Gorizia è stato eletto dopo la partenza del cardinale Angelo Scola, già Patriarca di Venezia ed ora arcivescovo di Milano. Nella stessa occasione i Vescovi hanno, inoltre, provveduto all’elezione del nuovo vicepresidente: monsignor Antonio Mattiazzo, vescovo di Padova.
E la periodica riunione dei Vescovi del Triveneto che si sono ritrovati nei giorni scorsi a Zelarino (Venezia) ha dato il via all’incarico dell’arcivescovo di Gorizia. Tema principale dell’incontro è stata la visita di Papa Benedetto XVI e il cammino verso “Aquileia 2”, il convegno ecclesiale delle comunità cristiane delle 15 Diocesi del Nordest in programma dal 13 al 15 aprile 2012.
Durante l’incontro, i Vescovi hanno esaminato e discusso la nuova “traccia di lavoro” predisposta dal Comitato triveneto che si sta occupando di “Aquileia 2” e che fornisce precise indicazioni sulle tappe e sulle modalità del lavoro che caratterizzerà il periodo di “preparazione immediata” all’appuntamento del prossimo anno. Si punta, in particolare, sulla diffusione e condivisione delle “testimonianze” redatte nei mesi scorsi dalle Diocesi nell’intento di raccontare la vita attuale, l’impegno, le gioie e le fatiche delle Chiese e del territorio del Nordest evidenziandone soprattutto i cambiamenti in atto in questi anni. Si tratterà, ora, di individuare insieme le questioni emergenti e fondamentali che più interessano e stanno a cuore alla vita di queste regioni, anche in vista di una più stretta collaborazione – di esperienze, iniziative, strumenti, stili di vita e orientamenti pastorali – tra le Chiese del Nordest.
Per accompagnare e sostenere il cammino di “preparazione immediata” sono state focalizzate tre piste per il lavoro e la riflessione comune: la nuova evangelizzazione nel Nordest (come annunciare e far incontrare Cristo oggi per testimoniare la “vita buona del Vangelo”); il dialogo con la cultura del nostro tempo (soprattutto nell’attuale contesto multiculturale e multietnico del Nordest, crocevia di popoli e culture); l’impegno per il bene comune (sugli ambiti di vita pubblica che richiedono con maggiore urgenza la collaborazione e l’apporto delle comunità ecclesiali).
da bora.la 


Mons. Dino De Antoni, Arcivescovo Metropolita di Gorizia





[Modificato da Caterina63 15/09/2011 00:36]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)