00 10/07/2010 11:52
Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 39 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5 Inviato: 24/04/2004 16.14
Beh, sono stupito dall'aver formulato un'idea che era già stata dei Padri della Chiesa (ma loro ci hanno messo qualche centinaio di anni per arrivarci, io molto meno ... eheheheh ) .... E io che credevo di aver detto qualcosa di inedito, e invece era già stato detto  Mai che riesco a dire qualcosa che altri non mi hanno già copiato.
 
Ma poi, perchè sto cercando di controbattere qualcosa di cui tu sei convinta e di cui a mia volta sono convinto? Bah ... comunque sia, ho voluto solleticare ulteriori riflessioni ben sapendo che avresti risposto in modo appropriato e utile per tutti.
 
Concludo la mia visita con il grido: W MARIA E GUAI A CHI ME LA TOCCA (questa volta il maiuscolo significa proprio aver alzato la voce)
 
fraternamente
iyvan
 
 

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 40 di 44 nella discussione 
Da: SweetHawk Inviato: 24/04/2004 16.20

Gentile Stefano,
è un gran piacere sempre leggerti, anche perché è stimolante eheheheh
Saluto poi tutti e mi spiace non avere più il tempo che avevo prima. Oggi ho un ritaglio e ne approfitto.<o:p></o:p>

Andiamo a noi. La domanda del nostro interlocutore è:<o:p></o:p>

Parlando del "parto senza dolore" trovo contraddittorio attribuire Is 66,7 e Ap 12 entrambi a Maria, in quanto se davvero ella non avesse sofferto nel parto questo contraddice Ap 12 dove la donna urla dal dolore delle doglie.<o:p></o:p>

Desidero farvi notare la subdola logica che si nasconde dietro questo ragionamento. Si parte cioè da due termini, sullo stesso piano, in contraddizione per dimostrare che l’equazione è falsa. Facendo una piccola digressione non so se qualcuno vi ha mai fatto il giochino matematico in cui alla fine sembra che 1+1=1 salvo poi scoprire che uno dei passaggi è matematicamente errato, ma apparentemente “ragionevole”.

Ecco, vorrei soffermarmi su due cose che ho detto: “sullo stesso piano” e “ragionevole”. Guardate come e soprattutto dove li ho usati.<o:p></o:p>

Comincio dal secondo termine. Mi chiedo e vi chiedo: un ragionamento se “ragionevole” è sempre vero? L’esperienza ci porterà tutti a dire che non è così e questo perché tante volte nella vita siamo stati indotti a mutare prospettiva, magari dopo l’esperienza fatta (in riferimento a cose pratiche) o magari dopo un maggior studio o perché qualcuno ci ha fatto notare che la nostra prospettiva era errata.
Capita infatti anche a me, nel mio campo, di ritrovarmi davanti ragazzi che giungono con loro impressioni… magari ragionevoli o carpite attraverso programmi televisivi (che ovviamente fanno un servizio generalista)… e dover correggere certe prospettive alla luce di una maggiore consapevolezza tecnica e storica. E se tutto ciò è vero per tutti i campi della vita e del sapere, ancor di più lo è per un tema così delicato come quello teologico e dottrinale! E questo perché su certi temi occorre serenità e soprattutto saggezza e attenzione nel saper riconoscere le direttrici del problema stesso. E qui devo passare al primo termine… quel “sullo stesso piano”.<o:p></o:p>

Infatti il nostro amico mette sullo stesso piano due elementi che sullo stesso piano non possono e non devono starci…  ehehehe
E’ un problema d’altro ordine, come direbbe il mio Pascal…

Il nostro amico infatti realizza l’equazione   ISAIA (donna senza doglie) – APOCALISSE (donna con doglie) = donne diverse o elementi diversi, il che è molto ragionevole per chi legge con occhio superficiale. Ed ecco che, ricordandoci che la realtà è spesso più complessa della prima impressione, dobbiamo mettere a fuoco alcune cosucce. Non voglio farla difficile e vado al cuore del problema.

Tutti sanno che Isaia è uno dei profeti e in quanto tale ha avuto da Dio il dono/privilegio di annunziare la Sua Parola e anche il progetto che Dio preparava per gli uomini. In questo progetto evidentemente il protagonista è il Cristo, il verbo che avrebbe assunto la Carne e avrebbe abitato tra noi. Ma accanto a lui troviamo una creatura particolarissima, ovvero colei che avrebbe accolto nel suo grembo il Salvatore. Creatura particolarissima per il privilegio enorme che ha avuto, per le prove che ha dovuto vivere e per tutte le conseguenze che il ruolo assegnatole da Dio ha significato. Ecco dunque che Isaia preannuncia ciò che sarebbe accaduto, preannuncia i prodigi che avrebbero caratterizzato l’arrivo del Messia e tra questi il parto virginale di Sua Madre.
Ma ecco l’inghippo: il nostro amico saltellando da Isaia a Apocalisse ritiene che i due testi biblici siano da leggere allo stesso modo.
E non lo può fare! Perché nascono in modo diverso, con finalità diverse e con prospettive totalmente diverse!
Ma capisco bene che non è colpa sua, anche perché oggi su Apocalisse si crede (o si fa credere) di tutto e di più.<o:p></o:p>

Apocalisse infatti è un testo “difficile”, proprio per la sua potenza immaginifica e per la complessa caratterizzazione delle figure e degli eventi che si presentano spesso paradigmatici di una o più delle realtà della storia dell’uomo e del progetto divino. Attenti a questa frase che ho appena detto, è necessariamente difficile ma riassume il discorso che segue. [Se poi Caterina vuole possiamo aprire un bel 3d sul modo corretto di porsi dinanzi al libro di Apocalisse].
Detto questo non dobbiamo fare come i testimoni di Geova che leggono Apocalisse letteralmente e nemmeno porci dinanzi a questo libro con la convinzione che sia una telecronaca. Ripeto che le immagini di Apocalisse devono considerarsi paradigi di realtà presenti passate e future della Signoria di Dio e del Cristo e di come tutto si compia in essi (“Io sono l’alfa e l’omega”), compreso l’inizio e la fine della storia umana.<o:p></o:p>

E allora vorrei inserire tra un po’ qualcosa sull’interpretazione della donna coronata di stelle di Apocalisse. Ricordo che le figure di Apocalisse NON SONO SPESSO UNIVOCHE e cioè ESCLUSIVE di una sola realtà. Ma proprio nelle figure femminili di Apocalisse abbiamo l’allegoria di tutte le realtà umane. Vi faccio uno schemino che così vi aiuti:

<o:p></o:p>

Le donne di Apocalisse sono:<o:p></o:p>

-- La donna coronata di stelle che simboleggia il popolo di Dio e per alcuni aspetti che capirete in seguito, ANCHE Maria.
-- La donna sulla bestia rosso scarlatto (17, 1), che simboleggia Roma imperiale e pagana  ma ANCHE la vita empia e lussuriosa di tutti i tempi e di tutti i luoghi.
-- La donna, sposa dell’Agnello, vestita di lino splendente (metafora della giustizia dei Santi), che rappresenta la Gerusalemme Celeste.<o:p></o:p>

Guardate che questo schemino non è casuale! La prima donna, la Chiesa (e Maria come immagine delle creature credenti e della Chiesa) è sottratta alle minacce fino al compimento, la terza donna (Gerusalemme Celeste) discenda da Dio in qunato già perfetta. La seconda (la prostituta) cavalca Satana ed è condotta da esso a insidiare i credenti, rappresentando i non credenti e i dissoluti che in questa vita seminano zizzania (ma poi sappiamo come va a finire a questa donna ehheeh)<o:p></o:p>

Come vedete le tre figure femminili sono l’immagine completa della terna spirituale possibile del genere umano: Chiesa peregrina sulla terra (di cui Maria è stata il fiore più profumato e in cui Maria continua a svolgere un ruolo particolarissimo[altro tema, vedi quello che scrissi tempo fa sull’argomento]), Chiesa Celeste, già perfetta nella santità, e forze del male che si oppongono a Dio e che trovano il campo di battaglia nel mondo.<o:p></o:p>

Ma adesso basta e passiamo a capire la figura di Apocalisse 12. Tenete dunque presente come le donne rappresentino delle realtà complesse e NON UNIVOCHE: popolo di Dio e ANCHE Maria (immagine della Chiesa e della fede) – prostituta come Roma imperiale (tutti i dissoluti e i viziosi che tentano i credenti). Dunque:

 

SEGUE<o:p></o:p>


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 41 di 44 nella discussione 
Da: SweetHawk Inviato: 24/04/2004 16.57

 

LA FIGURA DELLA DONNA IN CIELO

In questa visione è evidente tutto lo splendore di questa donna e la grave minaccia che le viene fatta, e in lei è simboleggiato il popolo di Dio dell'Antica e della Nuova Alleanza.
Mentre le creature celesti sono in bianche vesti (3,5; 4,4) e la prostituta Babilonia è avvolta di porpora e scarlatto (17,4), la donna è vestita del sole stesso, è avvolta dallo splendore sfavillante del sole. Sul capo porta una corona di dodici stelle. Dio si è servito delle sue creature più luminose per ornare la donna.
Ella gli è particolarmente cara e preziosa. In modo analogo, l'ornamento della donna dimostra che ella è particolarmente vicina a Dio. Le dodici stelle alludono certo alle tribù d'Israele (21,12) e agli apostoli dell'Agnello (21,14), che nel popolo di Dio hanno uno speciale compito. Sole e stelle sono i corpi celesti splendenti e fissi in ugual misura. La luna sta per il cambiamento, la variabilità e il passare del tempo. Se la donna ha sotto i piedi la luna, si esprime così che ella non è sottoposta al cambiamento e al tempo che Dio le ha donato stabilità ed eternità. Tutto nella figura della donna dimostra che ella è la creatura favorita di Dio.<o:p></o:p>

Ma questa figura così raggiante sente i dolori del parto, e in questa sua difficile ora è minacciata da uno spaventoso mostro. Solo dopo lunga attesa e solo con sforzo, ha origine, dal popolo di Dio dell'Antica Alleanza, il Messia. Contro la sua venuta si leva l'opposizione delle forze ostili a Dio, ma esse non possono nuocergli in nulla. Egli viene rapito verso Dio e il suo trono. Così viene ristabilito il legame con la precedente grande visione di Dio e dell'Agnello in quanto Signori di ogni evento (4,1-5,14). Con il riferimento alla nascita di Gesù e al suo innalzamento s'intende tutta la sua vita, dall'inizio sino alla fine.
Nessuna delle altre tappe viene nominata, neppure morte e risurrezione. Qui non va descritto tutto il cammino di Gesù, ma dev'essere soltanto chiaro che il drago non poteva nuocergli in nulla. Egli, il Messia, è definitivamente presso Dio e sottratto a tutti gli assalti delle potenze nemiche. Con il suo re, il popolo di Dio ha al tempo stesso un baluardo a fianco di Dio. Il passo decisivo è compiuto, la vittoria è già conseguita, anche se la battaglia continua.

 

LA CHIESA SOTTO LA PROTEZIONE DI DIO<o:p></o:p>

<o:p></o:p> 

Dopo il suo bambino, è la donna stessa l'obiettivo del furore distruttivo del drago. Ella non viene ancora rapita verso Dio, il tempo del suo compimento non è ancora giunto. Ma in vari modi è detto che ella è sicura con la protezione di Dio, che le
potenze nemiche non possono portarla alla rovina. Assai forte è l'immagine del fiume rapinoso che il serpente vomita dietro
alla donna (12,15): ella deve perdere l'equilibrio, dev'essere semplicemente trascinata via e sommersa. Ma questo fiume
non raggiunge la donna. Ci vengono in mente qui le parole di Gesù: "Su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le forze
dell'inferno non prevarranno su di essa" (Mt 16,18). La donna, ossia il popolo di Dio, la Chiesa, non può essere portata alla rovina nella sua totalità; è assicurata dalla potente protezione del suo Signore.<o:p></o:p>

Quando si dice: "La donna fuggì nel deserto" (12,6), non può chiedere di quale deserto si tratti, se un deserto in Africa
Asia. In diverse immagini che alludono alla liberazione d'Israele dall'Egitto si descrive la protezione di Dio, in cui la Chiesa nel suo insieme è al sicuro (12.6.13-16). Nell'Antico Testamento il deserto è il classico luogo di asilo per i perseguitati (Mosè, Davide, Elia). Dopo la liberazione dall'Egitto, Israele è condotta nel deserto, dove infine è al sicuro dalla persecuzione degli Egiziani. L'aiuto di Dio si manifesta poi anche con il nutrimento del popolo nel deserto (miracolo delle quaglie, manna, sostentamento del profeta Elia: 1 Rè 17,2-6: 19,4-8). Nel Sinai, Dio fa dire al pcc.
lo da Mosè: "Voi avete visto quello che io ho fatto agli Egiziani come io vi ho sollevati su ali d'aquila e portati qui da me" E
19,4). Con questo si esprime in forma esemplare quale forza instancabile e sicura nel condurre alla mèta Dio abbia concesso al suo popolo per il passaggio attraverso il deserto (cf. Is 40,311).<o:p></o:p>

Quanto valeva per il popolo d'Israele durante il passaggio attraverso il deserto, vale anche per la donna, per il popolo di Dio escatologico: esso si trova sotto la valida protezione di Dio, viene da lui guidato con sicurezza attraverso tutti i pericoli, non può quindi essere scosso nella propria stabilità. Il Signore della Chiesa, Gesù Cristo, è già nella gloria di Dio. La Chiesa, che da Dio è stata così splendidamente e gloriosamente dotata, è anche sulla terra ed è minacciata dalle potenze nemiche di Dio. Ma sotto la protezione di Dio è sicura. Anche il tempo in cui deve vivere minacciata è un tempo per essa "diviso" (1260 giorni: 12,6; tre periodi e mezzo: 12,14). ossia un tempo limitato. La minaccia durerà fino a quando è stato stabilito da Dio, poi avrà certa fine.

 

LA CHIESA E MARIA

 

<o:p>

Con la donna in cielo, dalla quale ha origine il Messia e che resiste a ogni minaccia con la protezione di Dio, s'intende certo indicare il popolo di Dio, la Chiesa. Ma la si interpreta anche come Maria. Maria è la donna dalla quale è nato Gesù Cristo ed è paradigma di ogni credente, e dunque di tutta la Chiesa, in forza delle sue virtù (umiltà, obbedienza, mitezza, ecc ecc) e del ruolo particolarissimo che le è stato assegnato.
Secondo Gv 19,25-27, l'ultima disposizione data dal Crocifìsso è destinare Maria quale madre del discepolo che egli amava. In questo è
espressa una qualifica e una posizione di madre, per Maria, anche nei confronti di tutti i credenti. [per la questione vedi QUI ] 
Con il suo modo di agire, ella serve alla fede in Gesù dei discepoli, e di conseguenza alla vita dei discepoli (Gv 2,3-5.11; 20,31). Come madre di Gesù, si fa garante di Gesù in ogni aspetto della sua umanità. Per il discepolo di Gesù, nel vivo e cordiale legame con lei si amplia e si approfondisce il suo legame con Gesù.<o:p></o:p>

E’ l'estrema disposizione di Gesù dalla croce, come pure il compimento dell'amore per i suoi (cf. 13,1) nell'ora della sua glorificazione, unire anche tra loro le persone che fin dalla sua nascita, e per aver seguito la sua chiamata, gli sono più vicine di tutti. Il loro rapporto con Gesù è il fondamento del loro reciproco rapporto, e tale reciproco rapporto viene fondato da Gesù stesso.<o:p></o:p>

Gesù è il Figlio di Dio. Il discepolo di Gesù diventa fratello di Gesù e giunge ad avere Dio come Padre. E questo il messaggio che il Risorto manda ai suoi discepoli (20,17). Gesù è il figlio di Maria. Il discepolo di Gesù diventa figlio di Maria e riceve Maria come propria madre. Così viene stabilito dal Crocifisso.La donna dell'Apocalisse e Maria quale la mostra il Vangelo di Giovanni hanno in comune questo presentarsi come donna e come madre, e questo compito di madre non solo nei riguardi di Gesù, ma anche dei discepoli di Gesù. Per questa ragione è possibile che la donna dell'Apocalisse significhi non soltanto la Chiesa, ma anche Maria. Quanto però è detto sulla costante e sicura protezione di Dio nei confronti della donna dell'Apocalisse, vale soprattutto per la Chiesa, ma certo anche per Maria, per il compito che ella adempie nella Chiesa e attraverso la Chiesa.

 

 

__________________________________

 

 

Alla fine di questa lunga cavalcata cosa possiamo dunque desumere?

Semplice: l'equiparazione tra Isaia e Apocalisse 12 è IMPROPONIBILE e soprattutto desumiamo che in Apocalisse 12 gli eventi della donna sono da leggersi in un'ottica dualistica tenute presenti tutte le cose che ho (a volte maldestramente) cercato di ricrdare sopra.

 

E' dunque assolutamente inconsistente il tentativo di leggere quest'immagine di Apocalisse come una narrazione del parto di maria in quanto l'immagine è da riferire in primis al popolo di Dio con tutte le sue vicissitudini e solo a un livello superiore a Maria, che ne è il frutto più bello che ha avuto il privilegio e l'onere di portare al mondo il Cristo, ricevendo a sua volta un posto del tutto atipico nel progetto di Dio (e qui dovremmo riprendere la Mariologia ehehhe  Come vedete è tutto collegato).

Quindi ripeto: la donna di Apocalisse a differenza di Isaia ha un significato più complesso e meno univoco e si presenta come immagine del popolo di Dio che attraversa nella storia le sue prove e che trova nella nascita del Messia la sua Luce. Da qui trasliamo alla Vergine, proprio perchè madre del Cristo e dono che Dio ha fatto alla Chiesa.