00 12/07/2010 10:32
                              coerenza cristiana





L'autentica vita cristiana, si dispiega in quattro parole:
fare, patire, tacere, pregare


- Fare: si intende con diligenza, gli obblighi del proprio stato, senza mai trascurare in esso le Promesse battesimali.

- Patire: significa soprattutto sopportare volentieri, ossia per amore di Gesù, le tribolazioni interne ed esterne, che Iddio in qualsivoglia modo ci manda.
 
- Tacere: i difetti del prossimo, i disgusti ricevuti, ciò che ridonda in propria lode e riputazione, e tutte le parole oziose. Questo non vuol dire "rifiutare", ma il "tacere" è perfezione del cristiano autentico: rifiutando si rigetta ogni lotta, tacendo si combatte ogni tentazione.

- Pregare:  Iddio padre nostro celeste incessantemente: invocare nei travagli, nelle tentazioni, nel principio, nel fine delle nostre opere Gesù e Maria, domandare ogni grazia nei loro nomi, e particolarmente l’aumento della fede, speranza e carità per sé e per tutti gli altri. Senza la Preghiera saresti come un malato che rifiutando ogni cura si voterebbe inesorabilmente al suicidio, alla morte certa. La Preghiera non è solo affidamento, ma è anche l'arma del vero cristiano, per combattere .


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LE MASSIME DI PERFEZIONE CRISTIANA SONO:

1)      Desiderare unicamente e infinitamente di piacere a Dio, cioè di essere giusto

2)      Rivolgere tutti i propri pensieri ed azioni all’incremento e alla gloria della Chiesa di Gesù Cristo

3)      Rimanere in perfetta tranquillità circa tutto ciò che avviene per la divina disposizione a non solo a riguardo nostro, ma anche  a riguardo della Chiesa di Gesù Cristo operando a pro di essa dietro la divina chiamata.

4)      Abbandonare totalmente se stesso nella Divina Provvidenza

5)      Riconoscere intimamente il proprio nulla

6)      Disporre tutte le occupazioni della propria vita con uno spirito di intelligenza che partano dalle Promesse battesimali.


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 Ma come va fatta la Volontà di Dio?
Come capire quando stiamo facendo davvero la sua volontà?

«Con estrema fiducia e senza riserva», dicono i Santi. «La nostra resa alla Volontà di Dio deve essere totale, il Sì detto una volta per sempre. L'esempio mirabile che abbiamo è Maria Vergine, dobbiamo seguire quel "fiat" e lavorare costantemente per essere fedeli a quella sequela; serbare ciò che non comprendiamo nel nostro cuore e vedere crescere Gesù in noi, e poi fare tutto quello che Lui ci chiede di fare attraverso la Scrittura, attraverso la Chiesa, attraverso i nostri superiori, attraverso il Pontefice, attraverso il nostro Confessore».

Di fronte alla morte che vede giungere, Paolo VI ci apre il suo animo: «Non più guardare indietro, ma fare volentieri, semplicemente, umilmente, fortemente la Tua Volontà. Fare presto, fare tutto, fare bene. Fare lietamente ciò che ora tu vuoi da me, anche se supera immensamente le mie forze e se mi chiede la vita».

Papa Giovanni XXIII nel suo «Giornale dell'anima» scriveva: La mia vera grandezza consiste nel fare totalmente e con perfezione unicamente la Volontà di Dio.

Tutto il creato compie la Volontà di Dio. I cieli, mossi dalla sua Volontà, gli stanno sottomessi in pace - scrive Papa Clemente Romano -: Il giorno e la notte percorrono il corso da lui prescritto senza ostacolarsi a vicenda. Il sole e la luna e i cori delle stelle girano come egli ha ordinato, in armonia, e senza deviare dall'orbita da lui segnata. L'immenso mare ricurvo, che per l'opera sua creatrice si raccolse nei suoi alvei, non oltrepassa mai i confini che gli pose intorno.

Nel "Padre Nostro" chiediamo: «Sia fatta la tua Volontà come in cielo così in terra».

«Quando questo sarà compiuto, allora tutto sarà cielo - esclama Pietro Crisologo -. Allora tutti saranno una cosa sola, anzi uno solo, il Cristo, tutti, quando in tutti vivrà l'unico Spirito di Dio».

Quando ci troveremo davanti al Divin Giudice, non ci sarà chiesto cosa avranno fatto gli altri di questa volontà divina, ma ci sarà chiesto: "TU COSA HAI FATTO"?
Prepariamoci fin da adesso, con serenità a poter rispondere a questa domanda: Signore! Io ci ho provato! Ma Tu sai quanto sono debole, conosci i miei limiti e miei difetti, ma conosci quanta battaglia ho fatto per correggermi, solo questo desidero, che si compia in me la Tua volontà!

 Il primo autentico gradino del silenzio è NON ASCOLTARE SE STESSI!
E' EVITARE DI ASCOLTARSI PARLARE, cosa vuol dire?

E' più semplicemente, evitare di fare gli opinionisti quando leggiamo il Magistero o le Sacre Scritture,
è evitare di interrompere la santa lettura per avanzare commenti personali.
E' evitare di associare a ciò che stiamo leggendo i difetti altrui, per esempio quella tentazione ricorrente che mentre leggiamo le Scritture attribuiamo subito ad altri le inadempienze.
E' evitare l'atteggiamento del Fariseo che nei confronti del Pubblicano ringrazia Dio di non essere come lui...
Per rendere efficace la Lettura santa della Scrittura o di una pagina del Magistero, è necessario così "evitare di ascoltarsi" per fare in modo che quella Parola ci parli davvero e che davvero possiamo ascoltarla.
Per esempio, quando leggiamo l'Imitazione di Cristo (ottima lettura che consigliamo a tutti), per poter coglierne immensi benefici, occorre rivolgere quella Parola a noi stessi, in silenzio, assorbirla, farla nostra, accoglierla sia come correzione verso noi stessi, sia come evangelizzazione per gli altri.
L'atteggiamento deve essere sempre quello del Figliol Prodigo che non si mette a discutere le ragioni del suo stato, ma si sottomette all'invocazione di Misericordia, chiede il perdono e veramente pentito non ha altro da aggiungere!
Chi ha sempre da aggiungere qualcosa vuol dire che non è davvero pentito, vuol dire che vuole ancora avere ragione sulle sue opinioni, vuol dire che fa ancora resistenza alla Grazia!


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)