LaBussolaQuotidiana
No dell'episcopato tedesco a un manifesto di 143 teologi
Abolizione del celibato e sacerdozio femminile, “idee spesso già dibattute”
BERLINO, domenica, 6 febbraio 2011 (ZENIT.org).- L'episcopato tedesco si è detto in disaccordo con un manifesto sottoscritto da 143 docenti di Facoltà teologiche tedesche, austriache e svizzere, nel quale viene chiesto di porre fine al celibato sacerdotale e si invoca la possibilità del sacerdozio anche per le donne oltre alla partecipazione popolare nella elezione dei Vescovi.
È quanto, in sostanza, afferma una nota diffusa il 4 febbraio dal Segretario della Conferenza Episcopale Tedesca, il gesuita Hans Langendörfer, in risposta al memorandum “Chiesa 2011: una svolta necessaria”, in cui, prendendo spunto dal recente scandalo degli abusi sessuali, si chiedono riforme in diversi settori della vita della Chiesa.
Per padre Langendörfer, che riconosce l'importanza del dialogo con il mondo teologico, “il memorandum in sostanza raccoglie ancora una volta idee spesso già dibattute. In questa misura non è molto più che un primo passo”.
Ma, si sottolinea, “su una serie di questioni il memorandum è in disaccordo con le convinzioni teologiche e le dichiarazioni della Chiesa al massimo livello”.
Temi, ha aggiunto, che necessitano di “ulteriore chiarimento” e che verranno approfonditi nella prossima Assemblea plenaria dell'episcopato.
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da Cordialiter:
Anni fa acquistai da un mercante di libri antichi un volumetto intitolato "Teilhard de Chardin, tra il mito e l'eresia", scritto da P. Giacinto Scaltriti O. P. e pubblicato con imprimatur ecclesiastico nei primi anni '60. Nel libro, il dotto sacerdote domenicano confutava alcune tesi del noto teologo gesuita Pierre Teilhard de Chardin, considerato uno dei maggiori esponenti della "nuova teologia".
Qualcuno dirà che quel che pensava al riguardo Padre Scaltriti gli importa poco, poiché ciò che conta davvero è quel che dice la Santa Sede. Ebbene, la Suprema Sacra Congregazione del Sant'Uffizio, ai tempi dell'eroico Cardinale Alfredo Ottaviani, pubblicò un "Monitum" firmato da Mons. Sebastiano Masala, per mettere in guardia i vescovi, i superiori di Istituti Religiosi, i Rettori di Seminari e i Direttori delle Università, dai pericoli delle opere di P. Theilard de Chardin, poiché (cito) "in materia di Filosofia e Teologia si vede chiaramente che le opere menzionate racchiudono tali ambiguità ed anche errori tanto gravi, che offendono la dottrina cattolica."
Nello stesso giorno in cui veniva pubblicato il Monitum (30 giugno 1962), “L'Osservatore Romano” pubblicava un articolo in cui confutava alcune tesi teilhardiane. Ecco alcuni passi: “[...] le ambiguità pericolose e gli errori che si riscontrano in certe espressioni del Teilhard riguardanti il concetto cattolico tradizionale di creazione (riportarsi ai Concili Laterano IV e Vaticano I).
[…] Nella sua concezione dei rapporti tra il Cosmo e Dio, Teilhard de Chardin ha dei punti deboli che non si possono passare sotto silenzio. Egli, è vero, afferma esplicitamente e più volte la necessità e la personalità trascendente di Dio. Tuttavia, nella logica del pensiero teilhardiano la trascendenza divina non viene espressa in un modo sufficiente. Dio viene raffigurato come suprema unità che in qualche modo s'incorpora l'universo; così l'unità divina in qualche maniera diviene partecipe della molteplicità cosmica e Dio in un certo senso viene reso più perfetto dall'assimilazione del Cosmo.
[…] Nel saggio già citato, “Le Christique”, si legge addirittura - e dice “en sens vrai” - di una “troisième nature” di Cristo, non umana, non divina, ma “cosmica”! Non vogliamo prendere alla lettera e “en sens vrai” quanto scrive il Teilhard a questo punto, altrimenti si tratterebbe di una vera eresia.
[...] Anche noi sappiamo che il Teilhard ha fatto non poche volte affermazioni non del tutto coerenti, se non talvolta contrarie o contraddittorie; e vogliamo concedere che il pensiero del Teilhard sia rimasto in una fase di problematicità. Tuttavia, i suoi scritti in molti punti rimangono sempre più o meno contrastanti con la dottrina cattolica.
[…] Veramente il nostro secolo ha un estremo bisogno di autentici testimoni di Cristo; ma noi ci auguriamo che essi non si abbiano ad ispirare al “sistema” scientifico-religioso del Teilhard. Abbiamo ritenuto necessario formulare le nostre critiche al pensiero, non alla persona - ripetiamo - per mettere in guardia gli studiosi, e specialmente i giovani, contro gli errori e le ambiguità contenute negli scritti del Teilhard. E facendo le nostre riflessioni, riteniamo di avere agito nella mente del Monitum, che viene oggi pubblicato sul nostro giornale.”