00 30/03/2011 09:08

 Un'altro nome che va di moda nelle citazioni e preso come esempio è un tale GIULIO GIRARDI..... ebbene DIFFIDATE dei suoi insegnamenti, anzi, non ascoltatelo perchè fa parte integrante della schiera dei FALSI MAESTRI....


era un sacedorte salesiano, nato nel 1926, ancora vivente, è stato sospeso a divinis....è uno di quei falsi ideologi che unisce il cristianesimo al marxismo e al socialismo, TEOLOGO DELLA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE, ma il dramma è che fu CHIAMATO COME  ESPERTO AL CONCILIO VATICANO II e fu collaboratore per la Gaudium et spes....
Uno si domanda: nessuno si era accorto delle idee malsane di questo sacerdote, oppure di colpo è diventato eretico solo dopo il Concilio?

Nel 1962, Girardi viene invitato come esperto al Concilio Vaticano II, in qualità di profondo conoscitore del marxismo e delle problematiche dell'ateismo contemporaneo. Al Concilio, collabora alla progettazione e alla stesura dello Schema XIII, che darà vita alla Costituzione pastorale Gaudium et Spes.

Nel 1965, inizia la sua partecipazione al dialogo tra cristiani e marxisti, nelle varie sessioni a livello nazionale e internazionale. Alla sua ricerca filosofica, affianca un impegno sempre crescente con le realtà di base, in Italia e nel mondo, che iniziano a coniugare l'aggiornamento conciliare con l'impegno politico. La sua conoscenza dell'America Latina lo porta sempre più frequentemente in giro per il mondo; è tra i protagonisti della nascente teologia della liberazione, di cui è uno degli divulgatori in Europa.

Nel 1972, partecipa al primo incontro continentale dei Cristiani per il Socialismo, a Santiago del Cile; in seguito, dopo aver conosciuto dal vivo i più diversi paesi latinoamericani (Cile, Perù, Colombia, Messico, Cuba), trasporta in Europa il suo impegno nel movimento dei Cristiani per il Socialismo (1973-1980).

Nel 1974 diventa membro del Tribunale Russel II sull'America Latina; dal 1976 ad oggi, è membro del Tribunale Permanente dei Popoli.
Nel 1977, dopo essere stato espulso da tutte le università cattoliche in cui era docente, viene anche dimesso dalla congregazione salesiana e, successivamente, sospeso a divinis.

Girardi continua il suo impegno di solidarietà con i popoli latinoamericani e la sua opera di animatore e formatore nelle comunità di base, così come negli organismi di riflessione e di dialogo tra cattolici e comunisti. Nel 1980 compie la sua prima visita in Nicaragua, ove solidarizza con la rivoluzione sandinista e esprime la sua collaborazione con i vari movimenti ecumenici, indigeni e popolari di questa nazione.
Il Fronte Sandinista gli assegnerà l'ordine Carlos Fonseca per il suo lavoro a fianco della popolazione nicaraguense.

Dal 1986 si reca anche a Cuba, ogni anno, collaborando con diverse istituzioni culturali ed ecumeniche; dal 1988 è impegnato nella solidarietà con il movimento indigeno, specialmente in Messico, Ecuador e Bolivia, e dal 1992, con il movimento macroecumenico dell'Assemblea del popolo di Dio (Pentecostali), in cui alle tradizionali tematiche della liberazione, si unisce la riscoperta delle origine etniche e indigene dei popoli sudamericani. Fino ai primi anni del nuovo secolo, continua ad occuparsi anche delle tematiche riguardanti l'educazione popolare e il nascente movimento per la pace.

Nel corso degli anni, non ha trascurato anche l'impegno in Italia, soprattutto nel campo della ricerca partecipativa sulle condizioni del mondo del lavoro e sulle trasformazioni della coscienza cristiana di fronte alle mutazioni del contesto sociale.

Nel 2005, con il suo ingresso nel movimento Noi Siamo Chiesa, propone in esso l'aggiornamento delle tematiche di impegno politico ed ecclesiale da lui coltivate in tanti anni di studio e di dialogo.

Assieme a un gruppo internazionale di teologi (unico italiano, assieme a Giovanni Franzoni e al giornalista Filippo Gentiloni), è stato promotore anche di un Appello alla chiarezza, un "manifesto" contro la beatificazione di Karol Wojtila [1], uno dei pochi segnali critici rivolti al grande pubblico sulla figura di Giovanni Paolo II.


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Cose americane: la suora eretica che piace ai gesuiti e la diaconessa che si pente (Rodari)

Cose americane: la suora eretica che piace ai gesuiti e la diaconessa che si pente

Paolo Rodari

Due donne con due storie diverse mostrano quanto sia vivace la vita della chiesa cattolica statunitense.
Si chiamano Elizabeth A. Johnson e Norma Jean Coon.
 
La prima è una suora i cui scritti hanno subìto, non senza polemiche, una censura ufficiale dalle gerarchie. La seconda è una diaconessa pentita e per questo reintegrata dal Vaticano alla piena comunione con la chiesa. Due storie differenti che fanno discutere non solo la galassia cattolica ma anche i media laici del paese.

Elizabeth A. Johnson ha scritto nel 2007 “In cerca del Dio vivente”. Il libro ha avuto successo fuori e dentro la Fordham University, l’ateneo dei gesuiti dove la teologa insegna. La commissione dottrinale della Conferenza episcopale del paese l’ha letto e l’ha giudicato non conforme alla dottrina. Una censura piena che tuttavia ha contribuito a impennare le vendite. Dice il presidente della commissione, l’arcivescovo di Washington, il cardinale Donald Wuerl, che in più punti il libro è su posizioni eretiche. Tra queste, la buccia di banana sulla quale scivolano la maggior parte dei teologi eretici, ovvero la negazione che la strada per la salvezza dell’uomo sia solo e soltanto Gesù Cristo. Una tesi che cozza con il granitico paletto che nel 2000 la Dottrina della fede mise sul tema, la dichiarazione Dominus Iesus.
Fin qui Donald Wuerl.

Ma cosa pensano i gesuiti che da tempo permettono alla Johnson di insegnare Teologia sistematica nella loro università?
Pensano che sia una grande teologa e che tutti, nonostante la censura, debbano continuare ad accostarsi ai suoi testi. Scrive James Martin su “America”, la prestigiosa rivista newyorchese dei gesuiti, di aver “raccomandato” i libri della Johnson “a decine di amici, parrocchiani e direttori spirituali”. Perché lei “è una teologa eccezionale”.

La vicenda che riguarda Norma Jean Coon è diversa. Ma il clamore che ha suscitato è simile. Leader dell’organizzazione Roman Catholic Womenpriests che lotta per l’ordinazione sacerdotale delle donne, sposata da 47 anni e madre di cinque figli, nel 2007 venne ordinata e per questo incappò nella scomunica “latae sententiae”. In questi quattro anni ha continuato a studiare teologia. Fino a scoprire, è la sua ammissione, di aver sbagliato. Tanto da riconoscere, col plauso del Vaticano che le ha tolto la scomunica, “l’autorità del Papa nelle questioni relative all’ordinazione” e il fatto che “Cristo ha fondato l’ordinazione solo per gli uomini”.

Pubblicato sul Foglio sabato 2 aprile 2011







[Modificato da Caterina63 06/04/2011 13:00]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)