00 30/06/2011 00:45
LA VERGOGNOSA LETTERA DI UN PRETE PER LA NOMINA DEL CARDINALE SCOLA ALLA SEDE MILANESE

(don) Di Capitani sulla nomina del Card. Scola ad Arcivescovo di Milano.

Sulla pagina iniziale del sito dell'Arcidiocesi di Milano (chiesadimilano.it) si legge un gentile (un po' lezioso, ma diplomaticamente dovuto) saluto di benvenuto al nuovo Arcivescovo: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore - Il Card. Angelo Scola è il nuovo Arcivescovo di Milano".



Sul sito di don (?) De Capitani , si legge quanto segue (e chiediamo perdono a Dio per lui -vergognandocene-). E' superfluo, per ora, ogni commento. Per quanto si conoscano Giorgio De Capitani e le sue farneticazioni deliranti, lo sdegno e l'incredulità per ora ci tolgono le parole.

La Diocesi di Milano è in lutto
"
Benedetto colui che viene nel nome del Signore”:
così il sito della Chiesadimilano.it
dà il benvenuto al neo cardinale. [caso mai al neo arcivescovo di Milano, n.d.r.]
“Benedetto colui che viene nel nome del…”
Ho letto bene? In nome di quale dio?
Non può essere benedetto dal Signore
colui che viene nel nome
- di un vaticano che si è fatto finora inculare
dal Porco maledetto,
sostenuto anche dalla mafia ciellina
- di un gioco politico di poteri occulti
- di quella oscena diplomazia gerarchica
che riesce comunque, col solito metodo machiavellico,
a risistemare gli squilibri…
il tutto per rimettere la Diocesi più grande del mondo,
quella che ultimamente ha ricevuto un’impronta particolare
da Martini e da Tettamanzi,
sul binario morto di una religione
ermeticamente chiusa all’Umanesimo.
È vero che Tettamanzi ha “scherzato col fuoco”,
ma a pagarla adesso è l’intera Diocesi.
Ma noi non lo permetteremo!
E che dire di tutte le fughe di notizie
dettagliatissime e puntuali
sul nome di un nomina che doveva rimanere segreta
fino alla data del 26 giugno,
giorno di festa per la beatificazione dei tre milanesi,
per rispetto di una promessa fatta a Tettamanzi?
Il nome di Angelo Scola
- già bruciato precedentemente per diverse ragioni,
tra cui l’età e la sua appartenenza ciellina –
è uscito prepotentemente dopo la vittoria di Pisapia.
Che il vaticano sia pieno di talpe lo sappiamo,
e sappiamo anche quanto sia inaccessibile
quando si tratta di coprire scandali, affari loschi,
quel turpidume che da secoli alberga nella casa di Dio.
Mi fermo per ora.
Riprenderò il discorso e non risparmierò nessuno.
Angelo Scola, patriarca di Venezia,
a Milano non sei molto gradito.
Rinuncia,
sei ancora in tempo.
Non ti vogliamo come nostro pastore!
D’ora in poi faremo capire alla Chiesa vaticana
che non scherzeremo più col fioretto:
Cristo dovrà pur tornare sulla terra, con la frusta in mano,
e buttar fuori dal tempio ladri, farabutti ed escort!
Saremo decisi:
sorgeranno ovunque comunità di base,
le parrocchie si auto-gestiranno,
non ci faremo più condizionare da una pastorale cimiteriale.
Saremo decisi:
non ci lasceremo commuovere da parole quali:
eucaristia, comunione, obbedienza…
Saremo decisi:
apriremo finalmente le porte sull’Umanità
e renderemo le nostre comunità cristiane
vivamente partecipi di quelle realtà problematiche
che stanno letteralmente facendo abortire
ogni speranza per un futuro diverso.
Qualcuno mi ha invitato a darti una chance:
cambierò idea se già nel tuo primo discorso ai milanesi
farai pubblicamente un atto di abiura
della tua fede ciellina.
Un primo passo, anche se non basterà.

NotaBene. ATTENZIONE
1. Fra poco la Curia sarà invasa dalle cavallette cielline.
2. Si deve vigilare sui beni immobili della diocesi e delle parrocchie: c’è il rischio che siano preda dei tentacoli della piovra Cdo.
3. Ora i preti ciellini diocesani potranno respirare, e godersi la possibilità di qualche privilegio e di posti speciali di responsabilità pastorali.
4. Attenzione ai seminari: potranno accedervi vocazioni portate all’integralismo.
[o mamma, che pericolo! l' "integralismo" cattolico: retta dottrina, santa liturgia e rifiuto di relativismo. Che pericolosi integralismi, vero? da evitare a tutti i costi! n.d.r.]

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Caro "Don" Giorgio di Capitani, personalmente ho sempre evitato un filo diretto con lei pur leggendo delle sue "imprese" abbastanza note nel web....ma questa volta mi lasci dire che lei è uscito allo scoperto...e non è colpa sua...  
Lei ha avuto uno scatto d'IRA, lei è iracondo e non perchè si è sfogato, ora, contro il cardinale Scola, lei è iracondo da sempre, usando semmai internet come la sua valvola di sfogo....e trovando ora finalmente, nel cardinale Scola, il suo prezioso capro espiatorio...  
 
Il punto non è se Scola piace o non piace, questi sentimenti sono legittimi, ma non si addice ad un laico, men che meno ad un Prete, l'iracondia... ma esiste anche il peccato di INDUZIONE, ossia di chi l'ha condotta a questi estremi e qui il cardinale Tettamanzi e lo stesso Vicario che ora le chiede di ritirare il suo sfogo, hanno una gravissima responsabilità.... lei è stato un pessimo maestro seppur, glielo dico con franchezza, in alcune discussioni avrebbe potuto avere o avrebbe tutt'ora alcune ragioni, il danno maggiore lo hanno fatto i suoi Superiori che per anni l'hanno sopportata nonostante le centinaia di segnalazioni di fedeli che lei ha scandalizzato e continua ad ingannare con i suoi metodi sessantottini.... avrebbero dovuto sospenderla da molti anni, un Prete come lei è ciò che santa Caterina da Siena chiamava il "puzzo della Chiesa", "che fa imputridire il giardino".....  
O forse lei crede che lo scandalo sia solo di natura sessuale o politico? 

Senza dubbio che il coraggio non le manca, ma forse non ha ben chiara quale sia la vera BATTAGLIA che siamo chiamati a combattere.....  
la sua immagine di Cristo e della stessa Chiesa non è certo quella di sant'Ambrogio o di san Carlo Borromeo i quali non si sarebbero mai rivolti ad un loro superiore con l'ira che la contraddisti
ngue....L'ira infatti, non è l'occasionale esplosione di rabbia:  diventa un vizio in presenza di un'estrema suscettibilità che fa sì che anche la più trascurabile delle inezie sia capace di scatenare una furia selvaggia. Nell'iracondo infatti vi è l'impossibilità a dialogare, a saper ascoltare l'altro, non c'è in lui la pazienza e non è in grado di amare il prossimo.... lei ama se stesso e le sue opinioni e con "coraggio" le difende dandosi forza parlando perfino al plurale PER COINVOLGERE I FEDELI CHE LA SEGUONO.... lei istiga all'odio e tutto questo gli è stato permesso dai suoi Superiori....  
 
Lei parla di un Tettamanzi che faceva "da arbitro" mentre veniva richiamato una volta dal Vicario.... ARBITRO? spero che si renda conto di qual pessimo servizio e pessima pubblicità sta facendo al cardinale uscente.... avrebbero dovuto sospenderla da molto tempo, ora si raccolgono i cocci e il guaio è che, come rammenta san Paolo, li paghiamo TUTTI, TUTTA LA CHIESA SOFFRE e non certo per la scelta del Papa che seppur non piacendo è sempre una scelta legittima e sacrosanta, ma per la grave zizzania che lei ha seminato  e per lo SCANDALO, e non solo oggi... ma da sempre a quanto pare, visto che le sue idee non sono cambiate....  
c'è infatti da chiedersi perchè il Vicario le ha scritto solo oggi per rimuovere questo testo vergognoso quando in passato ne aveva scritti altri non meno gravi....  
 
Caro Di Capitani, usi il coraggio che crede di avere per ben altre battaglie.... il suo fallimento è anche il fallimento e la riprova di un grave problema interno alla Chiesa che è fatto di volgarità, di sorprusi, di clericalismo, ossia, quello che a lei piace DI FARE IL PRETE dimenticandosi che lei non comanda nulla.... - le risparmio la battuta nel film del Marchese del Grillo - dimenticando che lei non è stato inviato nel mondo, come prete, per imporre la sua opinione o la sua visione di Chiesa.... lei senza quella REALTA' PETRINA E ROMANA che tanto le fa schifo, non sarebbe nulla, neppure un prete.... quindi usi il suo coraggio per dimettersi e magari per andare a zappare un pò la terra, forse un pò di lavoro forzato l'aiuterebbe a placarsi.... il lavoro manuale delle volte, aiuta molto.....  
Dio la benedica!



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)