di Don Alfredo M. Morselli da Messainlatino
il prof. Andrea Grillo
Tempo addietro, ha fatto scalpore l'indiscrezione di Tornielli circa l'esistenza in Vaticano di un 'dossier' che farebbe stato di rischi concreti di uno 'scisma', o comunque ribellione antiromana, nelle chiese di lingua tedesca: essenzialmente, in Germania (dove il Papa si recherà presto in un viaggio che si preannuncia difficile), in Austria e in Svizzera.
La notizia fu prontamente smentita: addirittura dal cardinale Kasper (vedi qui), che tutti ricordiamo di posizioni non proprio tradizionali né ratzingueriane in materia di ecumenismo, ma che ultimamente non ha lesinato critiche a certi eccessi progressistici dei suoi connazionali; o addirittura si parlò di uno scherzo (vedi qui).
In effetti la cosa sembra inverosimile; ma che qualcosa di serio bolla in pentola, è ormai difficilmente negabile. Troppi i segnali e gli indizi.
Non ci sono, infatti, soltanto i soliti vescovi eretico-progressisti (l'impresentabile cardinale Lehmann, ad esempio, per anni presidente della conferenza episcopale; o il suo degno successore Zollitsch, negatore della redenzione); ci sono segnali evidenti di una ribellione montante della nomenklatura delle ricche facoltà teologiche tedesche (ricorderete il manifesto di 143 teologi per una "ripartenza della Chiesa"), che si salda con il potere politico rappresentato da ampi settori delle cristiandemocrazie in Germania e Austria, con i vertici dei gesuiti tedeschi e con i gruppi di 'laici impegnati' che spadroneggiano nelle parrocchie, o in quel che ne resta, e che di solito sono affiliati all'associazione Wir sind Kirche (noi siamo chiesa), che nei paesi teutonici, e specie in Austria, è potentissima: fu l'anima, ad esempio, della efficace resistenza contro la nomina dell'ortodosso Wagner a vescovo ausiliario di Linz.
Nei giorni scorsi, in Austria, un gruppo di trecento preti (ossia quasi uno su dieci di tutti i preti di quel paese) ha firmato un allucinante proclama intitolato, senza ipocrisie, "Chiamata alla disobbedienza", in cui si incita ad una necessaria riforma bloccata da Roma, che preveda "libertà di parola" nella liturgia - ossia distruggere quel poco che è rimasto della liturgia romana -; dare la comunione a qualunque persona "di buona volontà", anche se non cattolico, risposato, ecc.; limitarsi ad una la messa giornaliera la domenica, da sostituire per il resto con celebrazioni eucaristiche senza prete, affidate ad un 'capo parrocchia' laico, uomo o donna, enaturalmente consentendogli di predicare. E, infine, sfruttare ogni occasione per "parlare apertamente in favore dell'ammissione al sacerdozio di persone sposate e di donne".
Persino il card. Schoenborn, che pur in passato non s'era rifiutato di portare a Roma una petizione per l'abolizione del celibato ecclesiastico, si è detto "scioccato" da questa iniziativa.
L'ultima notizia, minore certamente ma significativa, è che una parrocchia nell'arcidiocesi di Friburgo, fin qui (formalmente) cattolica, ha deciso di portare alle logiche conseguenze questi movimenti di opinione ed ha dichiarato di recidere ogni rapporto con Roma, per porre fine (paradossalmente) alla "indicibile divisione tra cristiani". Pertanto, nella parrocchia ora rinominata "Parrocchia ecumenica di S. Pietro in Bruchstal", il consiglio pastorale invita tutti alla "tavola del Signore, dove Gesù Cristo non allontana nessuno", promuovendo "la diversità della vita cristiana in una unita differenziazione". Il consiglio pastorale non manca di ricordare che la struttura sinodale che si dà appartiene alla più antica tradizione della Chiesa.
Questa la situazione. Possiamo immaginare si tratti solo della punta di un iceberg. Dire: che se ne vadano e fondino qualche setta protestante, è la reazione più immediata, ma forse non la più meditata: sia per il danno alle anime che queste distorsioni porterebbero con sé, sia per l'indebolimento di Roma che, in fin dei conti, è la garanzia di quel che resta di Chiesa, sia infine per i mille problemi pratici ed economici che la perdita di larga parte della Germania causerebbe: giacché la ricca Germania non sostiene economicamente solo l'euro, ma anche il Vaticano...
E possiamo quindi immaginare le enormi difficoltà del Papa e come si debba muovere con estrema circospezione in questo pantano purulento: avverse reazioni ha ad esempio causato la recente nomina del nuovo vescovo di Berlino, che da noi sarebbe considerato un "centrista", mentre per la Germania è un fascista reazionario, perché ha osato ricordare che per la Chiesa la pratica dell'omosessualità è peccato.
C'è del marcio, nel reame di Danimarca, e pure un poco più a sud.
Enrico
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)