Caro Alfonso, è molto bello che tu legga S.Agostino e la Didachè. Sono indubbiamenti dei testi affascinanti. S.Agostino è uno degli autori più difficili da capire, almeno per me. Per quanto riguarda il commento al salmo 98 che tu hai citato, credo che per onestà tu devi ammettere che che ne hai citato solo una parte. In realtà il senso di tutto il commento è molto diverso: S.Agostino sta contestando l' idea di coloro che pensavano che Gesù stesse parlando del Suo corpo in quel momento. Il fulcro della frase che tu citi: Non mangerete questo corpo che vedete, e non berrete questo sangue che sarà sparso da quelli che mi crocifigeranno. Nelle frasi "questo corpo che vedete"... "questo sangue che sarà sparso" c'è la chiave per capire il discorso. Infatti più avanti, riferendosi a coloro che avevano abbandonato Gesù, dice: Sembrarono loro dure le parole: Chi non mangerà della mia carne non avrà la vita eterna, poiché le avevano intese stupidamente. Ragionando in modo carnale, avevano pensato che il Signore avrebbe tagliuzzato il suo corpo in particelle dandole loro da mangiare. Ecco, questa è la spiegazione alla parte di testo che tu hai inserito nella tua lettera. Intendere spuiritualmente il testo significa capirlo alla luce della rivelazione dello Spirito Santo, intenderlo carnalmente è invece ragionare in modo prettamente umano e comportarsi come coloro che pensavano che Gesù stesse dicendo che avrebbe tagliuzzato il Suo Corpo ( esattamente quello che 2000 anni fa venne messo su una croce) e lo avrebbe distribuito in pasto alla gente. Un altro brano importante per capire il pensiero di S.Agostino, preso sempre dallo stesso salmo, è il seguente: "Orbene nessuno mangia quella carne senza prima averla adorata". Il fatto stesso che S.Agostino parli esplicitamente di "adorazione" è molto significativo. ( IL testo completo del commento al salmo è alla fine della lettera) Del resto S.Agostino nei "Sermones" (227) scrive: il Pane che voi vedete sull' altare, essendo stato santificato ( o reso santo) dalla parola di Dio, è il Corpo di Cristo. Il calice, o meglio, ciò che è contenuto nel calice, essendo stato santificato dalla parola di Dio, è il Sangue di Cristo" ( La traduzione dal latino è mia). Qui non c'è possibilità di dubbio sul pensiero di S.Agostino 9. E adorate lo sgabello dei suoi piedi, perché è santo. Cosa dobbiamo adorare? Lo sgabello dei suoi piedi. Sgabello significa pedana. Ciò che i greci chiamano certi latini l'hanno reso con scabellum (= sgabello), mentre altri con suppedaneum (= pedana). Ma notate bene, o fratelli, cosa ci si ordini di adorare. In un altro passo scritturale è detto: Mio trono è il cielo; la terra è lo sgabello dei miei piedi . Avendoci dunque detto in questo passo che la terra è lo sgabello dei piedi di Dio, ci si ordinerà, per caso, di adorare la terra? Ma come adoreremo la terra, se la Scrittura ci dice apertamente: Adorerai il Signore Dio tuo ? Eppure mi si comanda di adorare lo sgabello dei suo piedi e, precisandomi quale sia lo sgabello dei suoi piedi, mi si dice: La terra è lo sgabello dei miei piedi. Mi trovo nell'incertezza. Temo di adorare la terra, perché potrebbe punirmi colui che ha creato il cielo e la terra; ma temo ancora di non adorare lo sgabello dei piedi del mio Signore, poiché nel salmo mi si prescrive di adorare lo sgabello dei suoi piedi; e, se vado a ricercate cosa debba intendersi per sgabello dei suoi piedi, mi dice la scrittura: Sgabello dei miei piedi è la terra. Nella mia incertezza mi volgo a Cristo, poiché è di lui che vado in cerca. In lui trovo come si possa adorare la terra, sgabello dei piedi di Dio, senza cadere nell'empietà. Egli infatti dalla terra assunse la terra, poiché la nostra carne proviene dalla terra e lui prese la carne dalla carne di Maria. Rivestito di questa carne mosse i suoi passi quaggiù e la stessa carne ci lasciò affinché ne mangiassimo per conseguire la salute. Orbene nessuno mangia quella carne senza prima averla adorata. Ecco dunque trovata la maniera d'adorare lo sgabello dei piedi del Signore, e trovata in modo che non soltanto non si pecchi adorandolo, ma si pecchi non adorandolo. Ma sarà forse la carne a darci la vita? Diceva il Signore, proprio mentre inculcava gli effetti di tale terra: Lo Spirito è colui che vivifica, la carne non giova a nulla. Quando dunque ti chini o ti prostri dinanzi alla terra, non considerarla [semplice] terra; considera piuttosto il Santo dei cui piedi è sgabello la terra che adori. È in vista di lui infatti che tu la adori. Per questo aggiunge il salmo: Adorate lo sgabello dei suoi piedi, poiché è santo. Chi è santo? Colui in onore del quale tu adori lo sgabello dei suoi piedi. Occorre però che tu, mentre lo adori, non ti arresti col pensiero al livello della carne. Rischieresti di non essere vivificato dallo Spirito, poiché lo Spirito è colui che vivifica, mentre la carne non giova a nulla. Quando il Signore inculcava questa verità, aveva da poco tenuto un discorso sulla propria carne e aveva detto: Chi non mangerà la mia carne non avrà in sé la vita eterna. Alcuni suoi discepoli, una settantina circa, rimasero scandalizzati e dissero: È duro questo parlare; chi può capirci qualcosa? E si allontanarono da lui e non vollero più seguirlo. Sembrarono loro dure le parole: Chi non mangerà della mia carne non avrà la vita eterna, poiché le avevano intese stupidamente. Ragionando in modo carnale, avevano pensato che il Signore avrebbe tagliuzzato il suo corpo in particelle dandole loro da mangiare. Per questo dissero: Questo discorso è duro. Essi erano duri, non il discorso. Se infatti non fossero stati duri ma arrendevoli, si sarebbero detti: Non senza un perché ci dice queste cose; è segno che lì sotto è nascosto un qualche sacramento. Se fossero stati docili, non cocciuti, e fossero restati con lui, avrebbero appreso dal Maestro ciò che appresero gli altri, che anche dopo la loro partenza non lo abbandonarono. Rimasero infatti con lui dodici discepoli e, vedendo gli altri abbandonare il Maestro, addolorati - per così dire - della loro morte, gli richiamarono alla mente che quanti lo avevano abbandonato, lo avevano fatto perché scandalizzati dalle sue parole. Allora Gesù li istruì dicendo: Lo Spirito è colui che vivifica; la carne non giova a nulla. Le parole che vi ho dette sono spirito e vita . Intendete spiritualmente ciò che io vi ho detto! Non mangerete questo corpo che vedete, né berrete il sangue che verseranno i miei crocifissori. Ho voluto proporre alla vostra considerazione un sacramento che, se voi lo intenderete spiritualmente, vi sarà fonte di vita. Sarà necessario, è vero, che esso venga celebrato visibilmente, tuttavia occorrerà sempre che lo si intenda spiritualmente. Esaltate il Signore nostro Dio, e adorate lo sgabello dei suoi piedi poiché è santo. |