00 10/08/2012 23:08

Le parole colorate di Brigida  

La santa del mese raccontata da Ulla Birgitta Gudmundson

Sulla mia libreria tengo uno stampo per i formaggi ereditato dai nonni. È quadrato, di legno, con incisa la data 6 maggio 1794 e le iniziali di chi lo ha realizzato. Sul fondo, all’interno, c’è un disegno intricato, che serviva a decorare il formaggio, decorazione che si sarebbe vista togliendo il formaggio dal piatto e capovolgendolo. Piccoli fori consentivano al siero di colare via durante il processo di maturazione.

Il modo di fare il formaggio nella Svezia rurale non è molto cambiato tra il XIV e il XVIII secolo. Quindi l’immagine che Brigida (1303-1373), unica santa svedese canonizzata dalla Chiesa cattolica, aveva in mente quando ha fatto fare a Cristo il paragone tra l’anima e un formaggio e tra il corpo e uno stampo per i formaggi non può essere stata molto diversa da quella che vedo adesso mentre scrivo.

Lorenzo Lotto, «Storie di santa Brigida, Opere di carità in campagna» (Trescore, Oratorio Suardi, particolare, 1524)Santa Brigida è stata derisa per questo paragone molto terra terra. Tuttavia è un’immagine dalla grande forza esplicativa. Come il formaggio nel suo stampo, l’anima umana deve trascorrere un certo tempo a maturare nel corpo, liberandosi gradatamente delle impurità, come il formaggio si libera del siero. Il fine ultimo, però, è quello che il formaggio lasci lo stampo, maturo e perfetto.

Brigida è la prima grande scrittrice in lingua svedese. La sua creazione — il convento di Vadstena — è stato per duecento anni il centro culturale del Nord Europa. Ebba Witt-Brattström, femminista e docente di letteratura, afferma che lo svedese scritto, di fatto, è nato dalle attività di traduzione dell’ordine brigidino. L’immagine del formaggio utilizzato dalla santa è solo una tra le tante, tutte molto colorite. Paragona i Papi alle farfalle e agli uccellini appena nati, un vescovo a un tafano, una badessa a una vacca grassa, re e regine a scimmie, serpenti e torsoli di mela. Riesce però anche a evocare l’eleganza di corte. La Vergine, patrona e principale interlocutrice di Brigida nelle sue Rivelazioni, è maestosa, sontuosamente vestita di una tunica d’oro, con un mantello blu cielo e una corona con «sette gigli e sette pietre».

Erich Auerbach, autore del classico letterario Mimesis, sottolinea che questo movimento tra stile alto e basso, tra sublimitas e humilitas, è, di fatto, il contributo che il cristianesimo ha dato alla letteratura occidentale. Una dimensione che si basa sull’incarnazione di Cristo, la sua sofferenza, la sua morte ignominiosa e la sua gloriosa risurrezione. È iniziato nel XII secolo, ma indica Dante e l’epoca moderna.

Santa Brigida corrispondeva ai requisiti che deve avere una scrittrice secondo Virginia Woolf: una stanza tutta per sé e un reddito di cinquecento sterline annue. Era un’aristocratica, imparentata con la casa reale svedese. La sua famiglia era immensamente ricca. Crebbe e visse da sposata in case splendide. Al suo arrivo a Roma nel 1350 le fu offerto il palazzo di un cardinale e, successivamente, un altro a piazza Farnese, l’attuale Casa Santa Brigida, dove si vede ancora la stanza in cui dormì e scrisse. Naturalmente, però, il fine di santa Brigida non è letterario. La sua missione è profetica. Lungi dal seguire il consiglio di tacere che san Paolo rivolge alle donne, intende mettere chierici e principi sulla retta via (le sue origini e la sua posizione in ciò si rivelano utili). È profondamente umile dinanzi a Dio, ma è implacabile nella sua critica ai grandi del mondo. Birgher Berg, compianto docente di latino all’università di Lund, la paragona a un’agente di polizia con un mandato d’arresto, fiduciosa che l’autorità, non la sua, ma quella del suo principale, verrà rispettata.

Erano tempi turbolenti. Nella Svezia di santa Brigida i principi si uccidevano tra loro. La peste imperversava in Europa. Imperatori e re lottavano per il potere. Il Papa era praticamente prigioniero dei francesi ad Avignone. Brigida si fa carico dei conflitti politici dell’epoca. Cerca di mediare per la pace tra l’Inghilterra e la Francia. Cerca d’influenzare la successione in Svezia. Suggerisce a Clemente vi e Urbano v di ritornare a Roma. Il suo fine, però, è la salvezza delle anime. La sua eredità duratura è l’umanizzazione del cristianesimo attraverso Maria: non una giovane obbediente, ma un’avvocata forte, intelligente e misericordiosa dell’umanità dinanzi al tribunale di Cristo. I pubblici ministeri sono diavoli; sempre logici, onesti e formati teologicamente. Pur se cattivi, sono servitori di Cristo e gli obbediscono. Ottengono un processo giusto e talvolta conquistano un’anima. Ma non riescono a vedere che c’è qualcosa che va oltre la ragione e la legge, vale a dire la grazia e la misericordia.

Brigida è stata canonizzata nel 1391. Nel 1999 Giovanni Paolo II l’ha eletta patrona d’Europa. Era impavida, straordinariamente capace, decisa a confrontarsi con la storia. Forse era difficile andarci d’accordo, ma di sicuro si preoccupava delle persone sofferenti e nutriva un grande amore verso Dio e la Chiesa. Una mia amica cattolica, quando le ho chiesto la sua opinione su santa Brigida, mi ha detto: «L’ammiro immensamente. Vorrei che la Chiesa apprezzasse le tante donne coraggiose e intelligenti che, come santa Brigida, oggi giustamente amano e cercano una Chiesa viva».

Ulla Gudmundson è ambasciatore di Svezia presso la Santa Sede dal 2008. In precedenza è stata direttore dell’ufficio per l’analisi delle politiche del Ministero degli Affari Esteri svedese, vice capo della delegazione svedese presso la Nato e primo corrispondente europeo della Svezia. Scrive per «Kyrkans Tidning», il giornale della Chiesa in Svezia. Tra gli altri, ha pubblicato Nato i närbild (“La Nato vista da vicino”) e Påven Benedictus, Kyran och världen (“Papa Benedetto, la Chiesa e il mondo”, premio Axel Munthe San Michele 2011).

 
Osservatore Romano 31 luglio 2012

[SM=g1740757]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)