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Liturgie Papali: la chiusura della III Sessione del Vaticano II


Immagini di un solenne 21 novembre 1964: Paolo VI entra in San Pietro assiso in gestatoria per chiudere la III Sessione del Concilio Vaticano II, nella Festa della Presentazione di Maria Ss.ma al Tempio. La Basilica vaticana è zeppa di mitrie bianche e sfoggia un Altare della Confessione dalle forme innovative: la mensa è quadrata e priva dei soliti svettanti candelieri, sostituiti da semplici portaceri. Rimane però centrale il Crocifisso. Il Pontefice, scortato dal Prefetto delle Celebrazioni Liturgiche Papali, il Vescovo Dante, sale all'Altare petrino attuando uno dei frutti della Riforma Liturgica conciliare in corso: la Concelebrazione. Mons. Dante sorregge ancora la bugia ad un Paolo VI che all'Altare veste la moderna casula -come gli altri Celebranti- coperta però dal serico fanone pontificio (che resisterà ancora per un breve periodo, prima della totale archiviazione). Papa Montini indossa pure la mitria preziosa ricevuta in dono dai milanesi nel '55, nel giorno dell'Insediamento alla Cattedra ambrosiana. A Celebrazione conclusa, il Santo Padre, dopo aver indossato il manto ed essersi portato al trono, pronuncia l'Allocuzione alla Chiusura. Dopo qualche settimana, partirà per lo storico viaggio in India.


 






"Ecco la Gerarchia cattolica, che deve formare e governare il popolo santo di Dio, è convenuta qui in un’unica sede, con un sentimento unanime, un’unica preghiera, una sola fede, una sola carità sulle labbra e nel cuore; ecco questa incomparabile assemblea, che non ci stanchiamo di ammirare, né mai potremo dimenticare, perché aspira alla gloria del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ed è intenta a rievocare il messaggio altissimo della Rivelazione ed a scrutarne il vero ed intimo significato; ecco persone riunite insieme, aliene come nessun altro dalla ricerca del proprio utile e delle vanità; tese come nessun altro ad offrire testimonianza alla verità divina; uomini certo deboli e non immuni da errori, ma persuasi di poter pronunziare verità che non possono in nessun modo venir messe in discussione o aver fine; uomini, vogliamo dire, figli di questo tempo e di questa terra, ma innalzati sopra il tempo e la terra per caricarsi sulle spalle i pesi dei loro fratelli e condurli alla salvezza spirituale; uomini dotati della volontà di dedicarsi totalmente, infiammati di un amore che è più grande dello stesso animo in cui arde, spinti da un impulso che potrebbe sembrare temerario, ma che è associato alla serena fiducia di saper indagare il senso della vita umana e della storia e di dar loro valore, grandezza, bellezza, unitarietà in Cristo; soltanto in Cristo Signore! Questo suscita meraviglia, Venerabili Fratelli, che siete qui presenti; questo suscita meraviglia, uomini che ci guardate stando fuori. Potremo mai vedere spettacolo più grande, più religioso, più commovente, più solenne?"
alla chiusura della III Sezione del Concilio Ecumenico Vaticano II.

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)