8. Il Sacrificio del Calvario
Dal giorno in cui Caino ed Abele incominciarono ad offrire al Signore i sacrifici, passarono
tanti e tanti secoli. Migliaia di vittime furono offerte a Dio, con un desiderio immenso
di placare la sua giustizia e di rendergli quel culto che a Lui si conveniva.
Nell’offrire i sacrifici gli uomini pensavano così: Signore, noi vi offriamo e distruggiamo,
in vostro onore, queste creature per riconoscere che voi siete il padrone assoluto di
tutte le cose. – Signore, noi confessiamo che, per i nostri peccati, ci meritiamo la morte; vi
preghiamo di accettare questa vittima al posto nostro. – Signore, non siamo capaci di ringraziarvi
convenientemente, e non siamo meritevoli delle vostre grazie; per questa vittima,
che vi offriamo, concedeteci i vostri favori, ed accettatela in ringraziamento di quelli che ci
avete concesso.
Questi erano i sentimenti buoni con i quali si offrivano i sacrifici; ma quale valore poteva
esserci in quegli animali ed in quei frutti della terra, per adorare Iddio, per ottenere il
perdono dei peccati, per ringraziarlo, per ottenere i suoi favori?
Erano ormai passati più di quattromila anni, e, per il peccato di Adamo e per i peccati
di tutti gli uomini, il Paradiso era ancora chiuso! Nessuno mai vi poté entrare! La giustizia
di Dio non era ancora soddisfatta!... Migliaia e milioni di sacrifici non erano stati sufficienti!
Ma arrivò finalmente il giorno della infinita misericordia di Dio! Gesù prese la croce
sulle spalle, e, con immenso strazio e con infinito amore, salì il monte Calvario. Sulla vetta
di quel monte Egli si lascia configgere, con tre chiodi, sulla croce; e per tre ore agonizza,
in un mare di dolori… Il Sangue sgorga a rivi dalle sue piaghe, e bagna la terra! Nell’ora
estrema Gesù solleva lo sguardo al cielo ed esclama: Padre, nelle tue mani raccomando
l’anima mia!... Inchina il capo e muore!...
Il Sacrificio è compiuto. Gesù si è offerto all’Eterno Padre per la salvezza del mondo.
Sulla croce Egli ha fatto da Sacerdote e da Vittima (fig. 8). Questa è una Vittima di valore
infinito, perché Gesù è Figlio di Dio.
Figura 8: Il Sacrificio è compiuto: Gesù sulla croce è Sacerdote e Vittima.
La giustizia di Dio è stata soddisfatta; il Paradiso è stato riaperto; i peccati saranno
perdonati!...
9. Confronto fra i sacrifici antichi ed il Sacrificio del Calvario
Facciamo adesso un breve confronto fra i sacrifici antichi e il sacrificio di Gesù sulla
croce.
I sacrifici antichi erano soltanto un simbolo ed una figura del sacrificio di Gesù (fig.
9). Gli agnelli che offriva Abele e gli agnelli che offrivano, mattina e sera, i Sacerdoti di Israele,
erano simboli di Gesù, che, come agnello mansueto, è stato sacrificato sul monte
Calvario. Isacco che, sull’altare fatto di pietre, stava per essere immolato in onore di Dio,
era simbolo di Gesù, che, sull’altare della croce, s’immola per la salvezza del mondo…
Figura 9: I sacrifici antichi erano solo un simbolo ed una figura del sacrificio di Gesù sulla croce.
E così tutti i sacrifici della Legge antica: furono tutti simboli, tutte figure di grande
sacrificio di Gesù. Furono come ombre, come disegni, come ritratti. Il Sacrificio vero fu soltanto
quello di Gesù. Per oltre quattromila anni gli uomini cercarono, fra le cose create, una vittima per
poter onorare Iddio, in un modo degno della sua maestà infinita; ma questa vittima non la
trovarono mai! Soltanto Gesù, immolato sulla croce, fu Vittima degnissima, d’infinito valore,
capace di onorare convenientemente Iddio.
Col sangue delle vittime, che anticamente si immolavano sull’altare del Signore, desideravano
gli uomini di ottenere il perdono dei loro peccati; ma il perdono non si otteneva.
Soltanto il Sangue prezioso di Gesù, che sgorgò abbondantissimo dalle sue piaghe, fu capace
di ottenere il perdono di tutti i peccati del mondo.
Quando gli uomini volevano domandare a Dio qualche grazia, o volevano ringraziarlo
dei benefici ricevuti, immolavano vittime sugli altari; ma quelle vittime, dinessun valore,
non potevano ottenere da Dio le grazie, né potevano essere un conveniente ringraziamento
per i benefici già ricevuti. Soltanto Gesù, immolato sulla croce, fu una vittima di infinito valore, colla quale si ringrazia degnamente Iddio per tutti i benefici compartiti agli uomini, e si ottengono grazie a mille a mille.
Dal giorno, dunque, in cui Gesù morì sulla croce, cessarono tutti i sacrifici antichi, si
abbandonarono tutte le vittime; perché l’unico vero sacrificio si era compiuto sul Calvario;
la più perfetta, la più santa Vittima era stata offerta a Dio!