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Francesco Federico     28/02/2015 00:37

 


Mons. Athanasius Schneider:
'Siamo nella quarta grande crisi della Chiesa'




Mons. Scneider, Pontificale a West Grinstead nel Sussex
Recentemente, prima di conferire le ordinazioni presso la FSSP di Omaha, Mons. Athanasius Schneider ha tenuto una serie di allocuzioni e conferenze in giro per l'Inghilterra, riconoscendo che oggi la chiesa sta vivendo una «confusione tremenda» tanto che stiamo attraversando la sua «quarta grande crisi».
Il Catholic Herald [qui] ha pubblicato le sue affermazioni in occasione di un'intervista, che ho tradotto e inserisco di seguito. Colpisce la chiarezza e la precisione del vescovo ausiliario soprattutto se la si paragona con l'imprecisione e la confusione dei discorsi cosiddetti «pastorali» della maggior parte dei vescovi di oggi. In precedenza abbiamo pubblicato il suo intervento in occasione del Convegno sul Concilio Vaticano II organizzato dai Francescani dell'Immacolata nel 2010 [qui] e una sua vibrante relazione sulle Cinque piaghe del corpo mistico e liturgico [qui]. Ogni volta che l'ho incontrato, ho trovato un punto di riferimento saldo e corroborante. Il Signore lo benedica lo custodisca e ce lo conservi. Dovrebbero leggere e meditare i "normalisti" che crescono come funghi, persino tra i tradizionisti oggi voltagabbana.
Nulla di nuovo rispetto a quanto andiamo sostenendo da tempo. Ma almeno abbiamo una conferma da parte di un autorevole membro della gerarchia ecclesiale, che non teme di esprimersi in pubblico.
Siamo nella quarta grande crisi della Chiesa
Mons. Athanasius Schneider

Mons. Athanasius Schneider, specialista in liturgia, sta portando avanti una lotta di retroguardia contro gli "abusi" nella Chiesa. Egli afferma che i liberali, collaborando con il "nuovo paganesimo", stanno guidando la Chiesa cattolica verso una scissione.

I problemi sono così gravi, che questa è la quarta grande crisi nella storia della Chiesa, paragonabile alla eresia ariana del IV secolo nella quale è stata coinvolta una grande parte della gerarchia della Chiesa.

Se non avete sentito parlare del vescovo nato in unione Sovietica, ora lo conoscete. Sacerdote studioso e schietto, egli è vescovo ausiliare della lontana Arcidiocesi di Santa Maria in Astana, Kazakistan. Ma questo mese ha ricevuto un'accoglienza da rock star da parte di congregazioni di tutto il paese per il suo tour in Inghilterra e ha abbracciato il cyberspazio per collocarvi una tagliente difesa della Chiesa tradizionale. Ha detto: "Grazie a Dio, internet esiste".

Le sue vedute non sono popolari presso tutti, soprattutto presso alcuni dei suoi colleghi liberali, oppure, dice, presso i media di regime del mondo secolare. Ma chi lo ascolta e lo segue racconta un'altra storia.

Mons. Schneider è meglio conosciuto per il fatto che sostiene che la Santa Comunione dovrebbe essere ricevuta sulla lingua in ginocchio. Egli ripete che è il modo più efficace per favorire il rispetto del Sacramento e per prevenire l'abuso sulle Sacre Specie. Il vescovo 53enne ha anche chiesto chiarimenti (un nuovo Sillabo), rivolto ai sacerdoti, per porre fine alla deriva liturgica e dottrinale su una serie di questioni nello "spirito del Concilio Vaticano II" [qui].

Nella sua intervista, Mons. Schneider ha detto che il trattamento "banale" e casuale del Santissimo Sacramento è parte di una grave crisi nella Chiesa nella quale alcuni, sia tra i laici che tra il clero, non escluse posizioni di autorità, risultano schierati con la società laica. Egli crede che al cuore dei problemi, ci sia l'introduzione strisciante di un'agire centrato sull'uomo, mentre in alcune chiese Dio, nel tabernacolo, in realtà è materialmente messo in un angolo, mentre il sacerdote prende il centro della scena. Mons. Schneider ha sostenuto che questa situazione sta ora venendo al pettine. "Direi che siamo nella quarta grande crisi [della Chiesa], in una confusione tremenda sulla dottrina e la liturgia. Ci siamo già da 50 anni. "

Quanto durerà ancora? «Forse Dio sarà misericordioso verso di noi in 20 o 30 anni."

In autunno, il Sinodo dei Vescovi si riunirà in sessione straordinaria per discutere sula famiglia, alla luce del questionario che Papa Francesco ha invitato i fedeli a compilare, dando loro punti di vista sul matrimonio e sulla sessualità. Si fanno sempre più strada aspettative sul rilassamento delle regole intorno ad una serie di questioni sessuali e riguardo alle persone divorziate che ricevono la Comunione come un segno di "misericordia" dalla Chiesa.

Tali visuali, secondo il vescovo Schneider, rivelano la profondità del problema. "Penso che la questione della ricezione della Santa Comunione da parte dei risposati farà saltare in aria e mostrerà la vera crisi della Chiesa. La vera crisi della Chiesa è l'antropocentrismo e l'abbandono del Cristo-centrismo...

"Questo è il male più profondo: l'uomo, o il clero, ponendosi al centro quando si celebra la liturgia e quando si cambia la verità rivelata da Dio, ad esempio, per quanto riguarda il sesto comandamento e la sessualità umana".

Anche se sostiene che i discorsi di cambiamento vengono principalmente da "media anti-cristiani", egli vede clero e laici cattolici "collaborare" con quello che lui chiama il nuovo paganesimo. Mons. Schneider è particolarmente critico con l'idea che questi cambiamenti devono essere fatti in modo da essere misericordiosi verso coloro ai quali attualmente è vietato ricevere i Sacramenti. È "una sorta di sofisma", egli ha detto. "Non è misericordia, è crudeltà."

Ha suggerito quindi che si tratta di "un falso concetto di misericordia", dicendo: "È paragonabile a un medico che dà dello zucchero ad un paziente [diabetico], anche se sa che lo ucciderà"

Il vescovo ritiene che vi siano evidenti parallelismi con le grandi crisi del passato, quando i sacerdoti erano complici con eresie. Durante l'eresia ariana, ha detto, solo una manciata della gerarchia, da contare sulle dita, ha resistito. "Noi [i cristiani] siamo una minoranza. Siamo circondati da un mondo pagano molto crudele. La tentazione e la sfida di oggi possono essere confrontati con i primi secoli."

Ha aggiunto: "Purtroppo ci sono stati ...membri del clero e persino vescovi che hanno bruciato grani di incenso di fronte alla statua dell'imperatore o di un idolo pagano o che hanno consegnato i libri della Sacra Scrittura, perché fossero bruciati. Tali cristiani collaborazionisti e chierici sono stati chiamati in quei tempi thurificati o traditores".[1]

E anche oggi, ha confermato, abbiamo coloro che collaborano, i nostri "traditori della Fede".

Si ha la percezione che Papa Francesco sia in prima linea in un nuovo atteggiamento liberale proveniente da Roma. Ma Mons. Schneider dice: "Grazie a Dio, Papa Francesco non si è espresso nel modo in cui i mass media si aspettano da lui. Fino ad ora, nelle sue omelie ufficiali, ha espresso cose molto belle della dottrina cattolica. Spero che continuerà a insegnare con chiarezza la dottrina cattolica".

Il vescovo ha detto che spera che "la maggioranza dei vescovi abbia ancora abbastanza spirito cattolico e fede per respingere quanto proposto e non accettarlo".

Tuttavia, si può prevedere una imminente divisione, che porti ad un eventuale rinnovamento della Chiesa sulle linee tradizionali. Ma, egli crede, questo non avverrà prima che la crisi getti la Chiesa ulteriormente nel caos. Alla fine, pensa, il sistema clericale "antropocentrico" crollerà. "Questo edificio ecclesiale liberale crollerà perché non ha radici e non dà frutti", ha detto.

Nel tumulto, il vescovo Schneider, teme che i cattolici tradizionali possano, per un certo tempo, essere perseguitati o discriminati, anche per volere di coloro che hanno "potere nelle strutture esterne della Chiesa". Ma secondo lui avverrà che coloro che sono coinvolti con l' "eresia non prevarranno contro la Chiesa". E, nella speranza, il vescovo ha detto: "Certamente il Supremo Magistero rilascerà una dichiarazione dottrinale inequivocabile, rifiutando ogni collaborazione con le idee neo-pagane."

A questo punto, il vescovo Schneider ritiene che, i moderni thurificati e traditoreslasceranno la Chiesa. Ha detto: "Posso presumere che tale separazione interesserà ogni livello di cattolici: laici senza escludere l'alto clero".

Tali osservazioni rendono improbabile che Mons. Schneider possa acquistare popolarità in alcuni ambienti, ma lui sostiene: "È insignificante essere popolari o impopolari. Il primo interesse di ogni membro del clero dovrebbe essere quello di essere popolare agli occhi di Dio e non agli occhi dell'oggi o dei potenti. Gesù ha dato un avvertimento: 'Guai a voi quando gli uomini diranno bene di voi.' "

Ha aggiunto: "La popolarità è falsa ... grandi santi della Chiesa, come Thomas More e John Fisher, hanno respinto la popolarità ... quelli che oggi sono preoccupati per la popolarità sui mass media e nell'opinione pubblica ... saranno ricordati come codardi e non come eroi della Fede".

Mons. Schneider osserva con rammarico che ci sono molti, i cui punti di vista coincidono con quelli del mondo pagano, che "si dichiarano cattolici e anche fedeli al Papa", mentre "coloro che sono fedeli alla fede cattolica o chi promuove la gloria di Cristo nella liturgia sono etichettati come estremisti".

Tali critici potrebbero affermare che la preoccupazione del Vescovo Schneider sulla Santa Comunione equivale a preoccuparsi del numero degli angeli su una capocchia di spillo. Ma il vescovo insiste sul fatto che il trattamento riservato all'Eucaristia è al centro della crisi. "L'Eucaristia è il cuore della Chiesa", ha detto. "Quando il cuore è debole, tutto il corpo è debole."

Egli ha sostenuto che ricevere la Comunione in mano "contribuisce progressivamente alla perdita della fede cattolica nella presenza reale e nella transustanziazione".

Mons. Schneider ha anche respinto l'idea che la preoccupazione per la liturgia è meno importante, o addirittura separata, dalla preoccupazione per i poveri. "Questo è falso. Il primo comandamento che Cristo ci ha dato è stato quello di adorare Dio solo. La liturgia non è un incontro di amici. È nostro compito prioritario adorare e glorificare Dio nella liturgia e anche nel nostro modo di vivere. L'amore per i poveri e il nostro prossimo cresce da una vera adorazione e amore di Dio. È una conseguenza. "

Le convinzioni del vescovo sono state plasmate dalla sua prima infanzia: è cresciuto come un perseguitato nella comunità cattolica tedesca in Unione Sovietica, dove ha anche dovuto frequentare lezioni di ateismo a scuola. Il suo libro Dominus Est [qui] rivela come la comunità cattolica tedesca abbia mantenuto viva la propria fede nonostante le gravi difficoltà e persecuzioni. Nella sua esperienza, la madre e la prozia hanno corso grandi rischi per la loro fede e per sostenere altri nella comunità. Così il vescovo Schneider e la sua famiglia erano inorriditi degli atteggiamenti e delle pratiche liberali in Occidente, soprattutto per quanto riguarda la Santa Comunione, che era stata così rara e così preziosa per i cattolici tedeschi perseguitati dell'Unione Sovietica.

Similmente al ragazzino della storia de I vestiti nuovi dell'imperatore, il vescovo ora si sente in dovere di parlare e lui non riesce a capire perché gli altri non fanno lo stesso. "Sembra che la maggioranza del clero e dei vescovi siano contenti di questo uso moderno della Comunione in mano... Per me questo è incredibile. Come è possibile, quando Gesù è presente nelle piccole Ostie?"[2]

Ha continuato: "C'è il fatto grave della perdita dei frammenti eucaristici. E i frammenti dell'Ostia consacrata sono calpestati. Questo è orribile! Il nostro Dio, nelle nostre chiese, è schiacciato sotto i piedi! "

Mons. Schneider ha ammesso che è "molto triste che mi sento come uno che è grida nel deserto".

Egli ha detto: "È ora che i vescovi alzino la voce per Gesù Eucaristia che non ha voce per difendersi. Ecco, un attacco al Santissimo, è un attacco alla fede eucaristica ".

Ma nonostante le sue preoccupazioni, il vescovo Schneider non è pessimista e ritiene che vi sia già una ondata di sostegno per i valori tradizionali che, nel tempo, rinnovino la Chiesa: "i piccoli nella Chiesa sono state tenuti in basso e trascurati", ha detto. "[Ma] hanno mantenuto la purezza della loro fede e sono loro che rappresentano il vero potere della Chiesa agli occhi di Dio, non quelli che gestiscono.

"Ho parlato con i giovani studenti di Oxford e sono stato molto impressionato da questi studenti. Ero così felice di vedere la loro purezza di fede e le loro convinzioni, e la loro chiara mente cattolica. Questo rinnoverà la Chiesa. Quindi io sono fiducioso e pieno di speranza anche nei confronti di questa crisi nella Chiesa. Lo Spirito Santo vincerà questa crisi con questo piccolo esercito. "

Ha poi aggiunto: "Io non sono preoccupato per il futuro. La Chiesa è la Chiesa di Cristo e Lui è il vero capo della Chiesa, il Papa è solo il vicario di Cristo. L'anima della Chiesa è lo Spirito Santo ed Egli è potente ".

Il Libro “Dominus Est - Riflessioni di un Vescovo dell'Asia Centrale sulla sacra Comunione”, scritto da Mons. Athanasius Schneider, Vescovo Ausiliare di Astana (Kazakhstan), è stato stampato dalla Libreria Editrice Vaticana, con prefazione del Segretario della Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti, Mons. Malcolm Ranjith. [qui]
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1. Termini anticamente usati per designare i cristiani che, nelle persecuzioni, cadevano nell'apostasia. I cosiddetti Lapsi (letteralmente "scivolati"), termine latino usato, nel III e IV secolo, per indicare i cristiani che, sotto la minaccia delle persecuzioni, compirono atti di adorazione verso gli dei pagani. Vigeva la seguente distinzione:
Turificati, coloro che avevano bruciato l'incenso agli dei.
Sacrificati, coloro che avevano offerto sacrifici agli dei.
Libellatici, coloro che si erano procurati documenti falsi che, pur non avendolo fatto, attestavano il loro sacrificio agli dei.
Traditores, termine riferito a vescovi e presbiteri che avevano consegnato le Sacre Scritture alle autorità romane. Il termine trae la sua radice dal verbo latino tradere che significava "consegnare" e assunse poi il significato di "tradire", in riferimento a Giuda che aveva consegnato Gesù al sinedrio.
2. Naturalmente si tratta di un uso che deriva da tutto un atteggiamento di fondo sulla liturgia trasformata da Sacrificio che rende possibile il banchetto escatologico, in convito fraterno: da sacrificio di espiazione, di lode, comunione e ringraziamento - protagonista il Signore per il Padre e noi in Lui -, in festa e agape dell'Assemblea. L'uomo e non Dio, al centro.





Athanasius Schneider: “Le buone intenzioni del Concilio Vaticano II sono finite nelle mani di uomini senza Dio”


Monsignor Athanasius Schneider.

Monsignor Athanasius Schneider.

Dopo l’intervista in esclusiva rilasciata a www.lafedequotidiana.com, monsignor Athanasius Schneider, Segretario della Conferenza Episcopale del Kazakhstan e uno dei vescovi più impegnati in difesa delle verità cattoliche, ha rilasciato alcune dichiarazioni al sito spagnolo Adelante la Fè. Ricordando il beato Alexis Saritski, Mons. Schneider rammenta che era «affabile e simpatico» ma allo stesso tempo era un uomo «senza compromessi» che «ha insegnato la verità piena della legge di Dio», e che invitava a «mantenere la purezza del cuore e la fedeltà alla fede cattolica». Ripescando nei suoi ricordi, Schneider ha ricordato anche Padre Janis Pawlowski che, celebrando «la Messa con tanta devozione e riverenza» ha lasciato un’impronta indelebile nella sua anima, tanto che, «quando, a dodici anni, ho sentito la chiamata del sacerdozio – ricorda Schneider – mi è venuto improvvisamente in mente il volto santo del sacerdote».

Autore di Dominus est (pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana nel 2009), testo che spiega benissimo i motivi della contrarietà alla pratica della Santa Comunione data sulla mano, Schneider ha detto che «è innegabile che una parte considerevole di quelli che ricevono la Santa Comunione sulla mano, soprattutto i più giovani, non hanno conosciuto la ricezione del ginocchio dell’Eucaristia e sulla lingua e non hanno la fede cattolica piena nella Presenza reale». Parlando delle cinque piaghe del Corpo mistico liturgico di Cristo (il sacerdote celebrante che guarda verso i fedeli e non più verso Cristo, la Santa Comunione data sulla mano, le nuove orazioni dell’offertorio, la scomparsa del latino nelle celebrazioni liturgiche, il lettorato e l’accolitato dato alle donne), Schneider ricorda che «nessuna di queste ferite liturgiche trova supporto, anche lontanamente, nella Costituzione del Concilio Vaticano II sulla liturgia Sacrosanctum Concilium» ma «sono state introdotte in conformità con un piano specifico elaborato da un piccolo gruppo di liturgisti che, fatalmente, occupavano posizioni chiave nella Curia romana durante l’immediato periodo post-conciliare».

Schneider  denuncia che tutto ciò è stato fatto «con astuzia e inganno», facendole passare come «se fossero la volontà del Papa» mentre le manipolazioni sono state documentate, ad esempio, nei libri del cardinale Antonelli e nei ricordi di Louis Bouyer, entrambi membri della Commissione post-conciliare sulla Liturgia, e quindi testimoni oculari. «Per qualche misteriosa ragione – sottolinea Schneider – Dio ha permesso che le buone intenzioni dei Padri del Concilio Vaticano II cadessero nelle mani di uomini senza Dio e ideologi-rivoluzionari liturgici. Hanno messo la sacra liturgia di Santa Romana Chiesa in stato di prigionia, in una sorta di esilio ad Avignone». Secondo il vescovo kazako, per guarire da queste piaghe sono necessarie delle contromisure, per esempio studiare «attentamente il testo della Sacrosanctum Concilium e, in particolare, i verbali delle discussioni del Consiglio su questo tema, al fine di conoscere la vera intenzione dei Padri conciliari (mens Patrum)», «scoraggiare e limitare la ricezione della Comunione sulla mano», «istruire catechesi e omelie sull’ineffabile mistero divino della Santa Eucaristia, la liturgia cattolica perenne e immutabile della sacra teologia, e il significato spirituale dei dettagli dei riti», «organizzare conferenze scientifiche e liturgiche per seminaristi, sacerdoti e laici per insegnare i principi liturgici perenni e la natura organica della liturgia, interrompendo i moderni “miti liturgici”», applicare e non ostacolare «gli insegnamenti del motu proprio Summorum Pontificum del Papa Benedetto XVI».

Schneider insegna che «l’essenza del protestantesimo è di respingere la piena verità dell’Incarnazione, con tutte le sue conseguenze: la visibilità della Chiesa, la vita sacramentale, la realtà e la grandezza della Presenza eucaristica, le caratteristiche “incarnative” della liturgia. L’attuale crisi della Chiesa si manifesta principalmente in questi due atteggiamenti: una spiritualità gnostica e un naturalismo orizzontale, la cui radice è l’antropocentrismo, che a sua volta è una caratteristica tipica del protestantesimo”.

In conclusione di intervista Schneider sottolinea che «se la Chiesa non riesce a influenzare, o non lo fa a sufficienza, il mondo e le sue realtà attraverso doni soprannaturali (la grazia, la luce della verità divina) e, invece, si occupa principalmente di questioni naturali e realtà temporali (ad esempio la giustizia sociale, l’ecologia), priva il mondo della dimensione eterna del cielo. L’attività principale della maggior parte della struttura ufficiale della Chiesa cattolica (associazioni, commissioni, etc.) è immersa nel temporale e orizzontale, isolandoci dal sovrannaturale, dal cielo. È questo il problema centrale della crisi della Chiesa. Un tale atteggiamento conduce al relativismo dogmatico, morale e liturgico, e, infine, a una grave mancanza di fede, al confine con l’apostasia e il paganesimo».

Matteo Orlando






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Athanasius Schneider: “Travisati i documenti del Concilio Vaticano II”

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Monsignor Athanasius Schneider

Monsignor Athanasius Schneider

Mons. Athanasius Schneider, segretario Generale della Conferenza Episcopale del Kazakhstan, è il vescovo ausiliare di Astana (Kazakhstan) e vescovo titolare di Celerina. Nato Anton Schneider (il 7 aprile 1961), a Tokmok, nell’allora Unione Sovietica, ha assunto il nome religioso Atanasio dopo essere entrato nell’ordine dei Canonici Regolari della Santa Croce di Coimbra. Studioso e docente di patristica, Mons. Schneider, da qualche anno, fa sentire la sua voce profetica per cercare di svegliare l’Occidente dal torpore spirituale che sta vivendo, a seguito, specialmente, di false interpretazioni dei perenni insegnamenti della Chiesa e della teologia cattolica. Ha concesso una intervista esclusiva per l’Italia a www.lafedequotidiana.it

Monsignor Schneider, nel suo libro “Dominus Est – Riflessioni di un Vescovo dell’Asia Centrale sulla sacra Comunione”, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, lei ha incoraggiato la Chiesa a sostenere la pratica della Santa Comunione sulla lingua e in ginocchio. Ci spiega brevemente le motivazioni teologiche e storiche di tale modalità?

“Le motivazioni teologiche si appoggiano sulla verità della fede della presenza vera, reale e sostanziale del Corpo e del Sangue di Cristo sotto le specie del pane e del vino, e questa presenza contiene anche la divinità di Cristo a causa dell’unione ipostatica, cioè contiene “totum et integrum Christum“, come ha detto il Concilio di Trento. C’è anche la verità che Cristo è presente in ogni parte o frammento del pane. Poi c’è la verità della transubstanziazione. Tutte queste verità sono state dogmaticamente definite dal Magistero della Chiesa. Se prediamo sul serio la verità nella quale crediamo, dobbiamo mostrare la nostra fede con il nostro comportamento esteriore. La fede deve riflettersi nelle opere concrete, la teoria e la prassi, la fede e il culto, la lex credendi e la lex orandi devono concordare vicendevolmente. Altrimenti la nostra fede diviene zoppicante e col tempo prenderà la forma di una fede gnostica. Alla fine la fede concreta nella presenza reale, la fede nella presenza della divinità, la fede nella presenza di Cristo nei minimi frammenti, la fede nella transustanziazione svanisce. C’è una legge inesorabile della psicologia umana: i gesti ripetuti e divenuti poi abituali, determinano con il tempo il modo di pensare. Quindi, se io tratto ciò che è il più sacro, il più sublime, ciò che è il mistero per eccellenza, ciò che è Dio onnipotente stesso (totus et integer Christus) quasi con lo stesso gesto come io prendo l’alimento ordinario e con un modo sprovvisto di un inequivocabile gesto d´adorazione, io non solamente contraddico la profondità della mia fede, ma commetto oggettivamente un atto d’informalità, indegno della maestà infinita di Cristo (anche se questa maestà è umilmente nascosta nella specie del pane). Questo pericolo reale rappresenta una vera motivazione pastorale. Qui entrano ancora altri due aspetti d’importanza eminentemente pastorale: – il fatto sempre più diffuso della perdita dei frammenti eucaristici, i quali cadono sulla terra e in seguito sono calpestati; – il furto dilagante delle ostie sacre. Tutto ciò si verifica a causa del gesto così insicuro, banale e mai esistito nella Chiesa, cioè l’uso odierno di distribuire la santa Comunione sulla mano (l’uso dei primi secoli era notevolmente diverso)”.

In teologia sembra avanzare l’antropocentrismo a discapito del cristocentrismo. Cosa comporterà questo nel prossimo futuro della Chiesa?

“L’antropocentrismo, in ultima analisi, comporta:
– lo svanimento e la perdita della fede soprannaturale;
– l’eliminazione della grazia Divina e dei mezzi della grazia;
– l’eliminazione del senso soprannaturale dei sacramenti, dando loro un significato puramente sociologico;
– l’eliminazione della preghiera personale e delle concrete opere di penitenza e ascesi;
– l’eliminazione, col tempo, dell’adorazione di Dio, cioè della Santissima Trinità e favorisce l’adorazione dell’uomo e della terra (del clima, dell’oceano etc.);
– la dichiarazione pratica e anche teorica che questa terra è il giardino del paradiso, cioè il paradiso sulla terra (teoria dei Comunisti);
– l’apostasia.
L’antropocentrismo comporterà una spaventosa codardia davanti al mondo e la collaborazione dei fedeli e dei chierici con le ideologie anticristiane. Si verificheranno oggi queste parole del Nostro Divino Maestro e dell’apostolo san Paolo: “Quando si dirà: Pace e sicurezza, allora d’improvviso li colpirà la rovina” (1 Tess. 5,3), “Senza de Me non potete far nulla” (Gv 15,5) e “Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,8)”.

Recentemente, in una bellissima quanto documentata conferenza, Lei ha parlato del Concilio Vaticano II e dei suoi documenti. Può spiegarci quello che non è stato ancora attuato alla luce dei documenti conciliari e quali sono le false e pericolose interpretazioni che alcuni teologi progressisti danno dell’ultimo concilio.

“Il contributo più originale e specifico del Concilio Vaticano II consiste nella chiamata universale alla santità nel capitolo 5 di “Lumen gentium” e nella chiamata universale missionaria all’evangelizzazione (il Decreto “Ad gentes“), la quale si manifesta nella collaborazione dei fedeli laici con i pastori della Chiesa nel testimoniare e nel difendere la purezza e l’integrità della fede cattolica nell’odierno mondo fino al martirio, se necessario (il Decreto “Apostolicam actuositatem“). La seguente affermazione conciliare rimane una delle più belle, necessarie e attuali: “I cristiani, comportandosi sapientemente con coloro che non hanno la fede, s’adoperino a diffondere la luce della vita con ogni fiducia e con fortezza apostolica, fino all’effusione del sangue” (Dichiarazione “Dignitatis humanae“, n. 14). Questi contributi più essenziali dell’ultimo Concilio sono stati purtroppo offuscati e soffocati in larga misura dalla gran parte di chi ha occupato le cattedre teologiche, cioè dai nuovi scribi, e purtroppo anche da parte di non pochi rappresentanti del clero e persino dell’alto clero. Sono state diffuse interpretazioni completamente arbitrarie e interpretazioni erronee di alcune espressioni non sufficientemente chiare o ambigue in alcuni testi conciliari. Si sono creati dei miti conciliari. Questa situazione si spiega, da un lato, dal carattere pastorale e non-definitivo di una considerevole parte dei testi conciliari e, dall’altra parte, di una mancata refutazione dettagliata e sistematica di queste interpretazioni erronee da parte del Magistero. Ci vuole un sillabo degli errori di interpretazioni conciliari”.

L’idea di cambiamenti sulla morale matrimoniale crede che sia un reale pericolo che possa verificarsi in occasione del prossimo sinodo dei vescovi a Roma o è solo un pericolo auspicato dai media anti-cristiani?

“Alcuni fatti hanno dimostrato che c’è un pericolo del cambiamento della comprensione e dell’applicazione pratica delle verità Divine sul matrimonio e sulla sessualità umana nell’ambito ecclesiale stesso. Esempi sono stati lo svolgimento del sinodo nel mese di ottobre 2014 con momenti di manipolazione all’interno dello stesso sinodo, la Relatio post disceptationem, il nuovo questionario mandato alle diocesi, le affermazioni pubbliche del Segretario del Sinodo, di alcuni cardinali, di rappresentanti di alcune conferenze episcopali. Questi ecclesiastici usano, sorprendentemente, lo stesso linguaggio e lo stesso modo di argomentare dei mass-media anti-cristiani. Essi hanno, riguardo a questa tematica, la forma mentis del mondo e non del Vangelo. Rimane l’impressione che nelle stesse file del clero ci siano dei collaboratori con la dittatura mediatica e politica della nuova ideologia anti-cristiana “.

Sembra che la società si sia sempre più omosessualizzando e, recentemente, anche in Irlanda, sono stati riconosciuti i matrimoni gay. Quali saranno i pericoli per la Chiesa in questo campo?

“Una delle caratteristiche essenziali della Chiesa è la testimonianza e – se necessario – il martirio della verità. Gesù ha solennemente confessato davanti ai potenti del Suo tempo: “Io sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità” (Gv 18,37). E questo rimane sempre la missione della Chiesa e di ogni cristiano. Avere paura, davanti alla prepotenza ideologica del mondo, sarebbe una contraddizione alla missione essenziale della Chiesa e dei cristiani. Le parole di Gesù con le quali Egli incoraggiava all’inizio della predicazione del Vangelo l’apostolo Paolo, sono dirette anche a noi oggi, in primo luogo ad ogni vescovo e poi anche ad ogni fedele: “Non aver paura, ma continua a parlare e non tacere, perché Io sono con te” (At 18,9). Ed anche queste parole di San Pietro, nella sua Prima Lettera, cioè nella prima enciclica papale, sono attuali più che mai: “E chi vi potrà fare del male, se sarete ferventi nel bene? E se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. È meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male” (1 Pt3,13-17)”.

Eccellenza, in che senso è possibile dialogare cristianamente con gli esponenti delle altre religioni e dell’Islam in particolare?

“Il comandamento dell’amore al prossimo vale per tutti e non c’è un’eccezione. Dobbiamo amare persino i nostri nemici e tutti coloro che ci sono ostili. Dobbiamo amare tutti coloro che si trovano nell’errore della fede e della morale. Anzi, dobbiamo avere in modo speciale misericordia verso queste persone, perché da Dio siano liberati dall’errore e dal peccato, giacché l’errore e il peccato sono la più grande miseria e infelicità dell’uomo. Quindi dobbiamo e possiamo dialogare con tutti, e specialmente con i musulmani, seguendo il metodo di san Paolo e di tutti i Santi: “Operando la verità nella carità (veritatem facientes in caritate)” (Ef 4,15)”.

Matteo Orlando









«Scisma o non scisma»? Mons. Schneider: non è questo il problema

 
Il vescovo Athanasius Schneider è stato indotto a fornire "chiarimenti" in seguito ai commenti pubblicati daAdelante la Fe, versione spagnola diRorate Caeli, dei quali - in attesa della traduzione integrale - abbiamo riportato un interessante stralcio qui.
Evidentemente, c'è chi è ancora inesorabilmente fermo e focalizzato senza appello sul termine "scisma", che appare ben lontano dalla realtà ed anche dalla visione del vescovo Schneider sulla FSSPX. Il che viene confermato nei chiarimenti che seguono, che mons. Schneider ha espresso via mail, chiedendone la diffusione.
Richiamo la vostra attenzione sul punto 9 che mostra consapevolezza della gravità della crisi attuale e dell'inanità, per non dir peggio, delle lotte fratricide tra componenti ecclesiali....
Questo discorso dovrebbe valere per tutti coloro - e sono di solito tra i più accaniti "normalisti" - che si ostinano a spargere veleni contro l'opera di mons. Lefebvre, così drammaticamente provato nella sua responsabilità di vescovo fedele alla Verità. Traduco di seguito i 'punti chiave' dei chiarimenti riportati da Rorate Caeli :
Chiarimenti a Michel Voris sulla questione della Fraternità San Pio X:
  1. Non ho detto che non ci sono ragioni che impedirebbero un riconoscimento canonico della Fraternità San Pio X, ma ho detto più cautamente: "A mia conoscenza non ci sono ragioni pesanti".
  2. Non ho detto che l'attuale situazione canonica della Fraternità San Pio X è OK. Al contrario, a causa del loro status è necessario che essi ricevano il riconoscimento canonico da parte della Santa Sede.
  3. Ho detto che la Fraternità San Pio X dovrebbe essere accolta, nel frattempo, così com'è. Il mio pensiero è questo: per ragioni pedagogiche e pastorali dovrebbe essere nel frattempo accettata così com'è, al fine di correggere per tempo le cose che devono esservi corrette.
  4. Non ho mai detto che sostengo le posizioni della Fraternità San Pio X sul Vaticano II. Ho solo detto che c'è da entrambe le parti, vale a dire Santa Sede e FSSPX, una sopra-valutazione e sovrastima del Concilio Vaticano II, ma su punti di vista opposti. La questione è la giusta misura, cioè dobbiamo avere una stima ed una buona valutazione del Vaticano II, ma non in modo esagerato. Non dobbiamo fare del Vaticano II un Concilio isolato da tutti i Concili precedenti o una specie di super-Concilio.
  5. La tragedia della storia è che in tempi confusi come il nostro, le forze buone della Chiesa, che vogliono restaurare la vera fede e il culto divino spesso combattono una contro l'altra, a scapito del vero rinnovamento e per la gioia dei nemici fuori e dentro la Chiesa.
  6. Naturalmente, la FSSPX deve formulare le proprie critiche con maggiore rispetto verso l'autorità suprema della Chiesa e deve evitare espressioni e giudizi errati ed esagerati. Si deve agire con il principio del «veritatem facientes in caritate» (difendere la verità con amore). Questo ho spesso detto ai rappresentanti della Fraternità San Pio X.
  7. Bisogna avere abbastanza onestà intellettuale e obiettività per ammettere che la Fraternità San Pio X formula alcune critiche teologiche, che devono esser prese sul serio, su alcune affermazioni non strettamente dogmatiche dei testi del Vaticano II e di alcuni documenti postconciliari. Purtroppo la critica a volte manca della dovuta forma rispettosa. Tuttavia, alcune obiezioni teologiche della Fraternità San Pio X possono essere un contributo costruttivo per un maggiore approfondimento teologico di alcuni temi, come ad esempio la collegialità, la libertà religiosa, la riforma liturgica.
  8. Ogni vero cattolico dovrebbe soltanto esser contento e grato a Dio, quando la Fraternità San Pio X con tutti i loro sacerdoti e famiglie cattoliche, che per la maggior parte sono i fedeli cattolici, fosse riconosciuta dalla Santa Sede, in modo che ci sia una nuova forza rilevante per un rinnovamento della Chiesa secondo il pensiero dei Santi, dei nostri padri e secondo la vera intenzione di Papa Giovanni XXIII, intenzione dimostrata nei suoi discorsi e soprattutto nelle bozze di documentazione (schemata) che questo Papa ha ordinato di preparare e che ha personalmente approvato.
  9. La situazione attuale della Chiesa è simile a quella della crisi ariana nel 4° secolo: assistiamo ad una battaglia navale nella notte, dove i nemici della Chiesa attaccano con veemenza la grande nave della Chiesa, mentre nello stesso tempo piccole navi di diversi gruppi cattolici sferrano veri attacchi l'un l'altro, invece di fare una difesa comune contro i nemici.
Vi do il permesso di usare queste mie precisazioni e diffonderle. Dio vi benedica, 
+ Athanasius Schneider






[Modificato da Caterina63 20/08/2015 09:21]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)