00 22/10/2010 15:37
 

Le donne consacrate
segno di un mondo nuovo


di Fernanda Barbiero
Consigliera Generale
Suore Maestre di Santa Dorotea


Dentro una società che si chiude nell'immediato e nel terrestre, la vita consacrata è interpellata a richiamare l'Oltre e l'Altro, la realtà dei valori escatologici. Ciò significa coltivare l'aspirazione alla patria futura lavorando per la città terrestre. Noi consacrate siamo segno della trascendenza, di una pienezza che si raggiunge oltre i confini dello spazio e del tempo. Segno di un nuovo mondo di relazioni, un nuovo mondo di significati, che ha inizio qui e troverà la perfezione nell'eternità. C'è una "riserva escatologica" che richiama al senso ultimo della nostra vita umana e della storia del mondo
.

C'erano con Gesù i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità. Queste donne hanno conosciuto la potenza di liberazione e di autenticità contenuta nel messaggio di Gesù così da oltrepassare paure e condanne e rischiare per il profeta di Nazaret. Esse hanno avuto l'ardire di decidersi per il Vangelo, da donne. A cominciare da Maria di Nazaret, donna per eccellenza, e anche la "discepola del Figlio" per eccellenza.
Il profilo femminile è riconducibile a quello mariano, tanto fondamentale per la Chiesa quanto il profilo apostolico-petrino. Qualsiasi riflessione sul femminile, sul ruolo della donna nella Chiesa non può che partire da una seria e approfondita mariologia. Mentre alimenta il sogno di una vita religiosa promotrice e facilitatrice di "mutuae relationes" all'interno della Chiesa. Nelle realtà in cui siamo inserite siamo chiamate a continuare la pratica di una spiritualità di comunione, favorendo il dialogo e la collaborazione con i pastori, i sacerdoti e i laici.

In genere, quando si pensa al ruolo della donna nella Chiesa, si pensa subito al sacerdozio femminile, ma non è questo. Questo è un dettaglio insignificante di fronte a una missione molto più grande che si apre alla donna. Il ruolo della donna è praticamente il ruolo di Maria nella Chiesa e nella società. Senza andare lontano nella storia, oggi, in un contesto di secolarizzazione le donne consacrate continuano a essere una risorsa di testimonianza. Esse rendono visibile la potenza emancipatrice della sequela di Gesù, irradiando la bellezza di comprendersi alla luce di Lui e del suo vangelo.

Oggi, è sotto gli occhi di tutti il panorama della vita consacrata femminile. Una realtà cambiata rispetto anche a solo un decennio fa. Prevalgono i colori del mondo asiatico e africano rispetto a quello europeo e americano. Questa diversa provenienza socio-culturale e socio-religiosa pone nuove urgenze, non solo educative, mentre offre nuove opportunità e sensibilità nella comprensione nuova dell'esperienza evangelica e carismatica. Tutto ciò apporta non solo alle donne, ma alla Chiesa intera, un nuovo volto e nuove sfide. La riflessione teologica relativa alla vita consacrata, fino al Vaticano ii, è stata elaborata in gran parte in Occidente con categorie, accentuazioni e traduzioni pratiche legate a questo contesto.

Occorre ripensarla in chiave di una sapienza spirituale compresa come azione di trasformazione; come energia, non come chiusura in se stessi; come vitalità che opera nel sociale.

Si tratta di una sapienza a partire dal vissuto, "dal conoscimento di sé" di cui parla Caterina da Siena, dal concreto esserci di donne e uomini per re-interpretare la vita. Quello che resta, ciò che non è cambiato è la sfida della trasparenza della radicalità evangelica, ossia la fedeltà al Vangelo resa leggibile con la testimonianza, vale a dire con uno stile di esistenza dal quale risplende la bellezza della sequela del Signore Gesù. Mettendo a disposizione della gente non solo il proprio genio femminile, ma i diversi carismi che abbiamo ricevuto in dono da Dio:  il carisma della contemplazione, dell'evangelizzazione, del servizio ai poveri, della compassione e ancora quello dell'educazione. Pensiamo alle donne sante a cui la vita consacrata si è ispirata per il proprio servizio:  Chiara d'Assisi, Caterina da Siena, Brigida di Svezia, Teresa d'Avila, Mary Ward, Angela Merici, Giovanna Antida Thouret, Maria, Domenica Mazzarello, per arrivare a quelle più recenti:  Luigia Tincani, Teresa di Calcutta e tante altre ancora.

Per tacere di altre grandi donne come Angela da Foligno, che caratterizzava la sua esperienza come "urlo dell'anima e urlo del corpo", o altrove affermava di "contemplare il Crocifisso con gli occhi del corpo". Queste sante donne insegnano a noi non solo a servire valorizzando i nostri carismi, ma a imparare dalle persone che abbiamo l'onore di servire. Dai poveri e dai bisognosi si impara sempre.



(©L'Osservatore Romano - 1-2 febbraio 2010)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)