00 12/12/2010 21:59
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Da: Soprannome MSN°Gino¹ Inviato: 07/05/2004 18.36
È solo nella libertà che l'amore può nascere, altrimenti anche tutto ciò che sembra buono non è altro che qualcosa di imposto.
 Sin dall'alba dell'umanità il nucleo della società è la famiglia che ancora oggi, seppur faticosamente, resiste alle insidie del tempo. Cosa può avere determinato un successo così strepitoso? I fattori sono molteplici e l'argomento è oggetto di studio per gli esperti delle più disparate discipline, ma sicuramente uno di motivi principali si può individuare nel fatto che la famiglia è uno dei luoghi dello Spirito, perché non vi regna la legge ma l'amore.

C'è un'altra istituzione plurisecolare dove l'azione dello Spirito è evidente agli occhi di tutti: la Chiesa.
 
Il giorno di Pentecoste lo Spirito scese sugli Apostoli e questi cominciarono ad annunciare il regno di Dio. È proprio in questo giorno che la Chiesa inizia pubblicamente la sua opera: Gesù le aveva già dato inizio ristabilendo un nuovo patto con il popolo di Israele e predicando il Vangelo, ovvero la buona notizia della venuta del regno di Dio promesso nelle scritture.
Da qui prende origine la natura fondamentalmente missionaria della Chiesa: in essa si disvela e si realizza il progetto di Dio che il mistero di Cristo: stabilire la comunione degli uomini con Dio, ricapitolando in Cristo tutte le cose. Per compiere questa sua missione la Chiesa ha continuamente bisogno del sostegno dello Spirito, anzi, è stata definita "Tempio dello Spirito" perché lo Spirito Santo è l'anima stessa della Chiesa, il principio della sua vita, l'origine dei doni, dei ministeri, dei carismi.
"A ciascuno è data una manifestazione dello Spirito per l'utilità comune"
1 Corinzi 7;7
Senza lo Spirito Santo infatti la Chiesa sarebbe una semplice organizzazione politica e il cristianesimo un'ideologia: attraverso la sua azione invece avviene un salto qualitativo. Dallo stato materiale si passa ad una condizione più alta, quella spirituale.
 
Lo Spirito dunque può essere paragonato al collante che tiene insieme il mondo: nonostante tutti i tragici fatti che sembrano porre barriere insuperabili tra popolazioni vicine, nonostante che dislivelli economici e sociali separino sempre di più le persone magari anche di una stessa città, è facile riconoscere in chi ci sta davanti un nostro fratello.
Basta guardarlo negli occhi per capire, qualunque sia la sua cultura, razza, lingua, religione, che anche lui prova i nostri stessi sentimenti, si pone le nostre stesse domande, è figlio del nostro stesso Padre. Ma questa somiglianza non è possibile vederla con gli occhi: se ci fermiamo all'apparenza noteremo solo le differenze, come la pelle più scura o più chiara, i vestiti troppo vecchi o troppo nuovi; essere fratelli è una sensazione che nasce nel profondo, una consapevolezza che abbiamo in noi.
 È lo Spirito che ce lo suggerisce. Non solo grazie all'azione benefica che ha in noi, ma anche grazie al ruolo che ricopre nel mistero della SS. Trinità: è la Persona che pone in relazione il Padre e il  Figlio, è l'amore che li lega. Nella Trinità sono unite tre persone identiche ma diverse.
 Proprio questa "unità nella diversità" dovrebbe farci riflettere sull'attualità del messaggio dello Spirito; oggi i problemi più grandi sorgono dalla difficoltà della pacifica convivenza non solo fra popoli di differente cultura, ma anche all'interno di gruppi a prima vista omogenei.
 Ecco quindi la risposta dello Spirito: le differenze sono una grande ricchezza de difendere e non inutili reminiscenze di un lontano passato; ogni uomo ha i suoi particolarissimi talenti da investire nel grande affare della vita.
 Gesù in una famosa parabola (Giovanni 15; 1-8) ha esclamato: "Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla". L'elemento essenziale perché ogni pianta sopravviva è che in essa vi scorra la linfa vitale: nella Vigna del Padre, simbolo della comunione di tutti i cristiani, della Chiesa, dello stesso Corpo di Cristo, la linfa è lo Spirito Santo, che scorre e porta il suo frutto ai tralci.
 Lo Spirito lancia continuamente il suo messaggio di pace, così come la Colomba (un altro suo simbolo) aveva portato il ramoscello di ulivo a Noè per annunciargli la fine del diluvio e della collera di Dio.
"Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore."
Giovanni 14; 26-28

Ma per poter essere anche noi portatori di pace dobbiamo per prima cosa fare pace con noi stessi e questo è possibile solo nel silenzio e nella preghiera. Lo Spirito infatti è anche "Maestro della Preghiera", intercede per noi e guida le nostre parole.
"Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio."
Romani 8; 26-27

"Siediti ai bordi dell'aurora, per te si leverà il sole. Siediti ai bordi della notte, per te scintilleranno le stelle. Siediti ai bordi del torrente, per te canterà l'usignolo. Siediti ai bordi del silenzio, Dio ti parlerà"
7L. Vahira
 
"Quando pregate vi innalzate a incontrare nell'aria quelli che pregano nel medesimo istante; voi non potete incontrarli che nella preghiera. Perciò questa visita all'invisibile tempio non sia che un'estasi e una dolce comunione"
G. K. Gibran

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Da: Soprannome MSN°Gino¹ Inviato: 07/05/2004 18.39
È difficile trovare momenti di pausa per pensare a Dio; nella confusione in mezzo a cui viviamo è difficile sentire persino le parole di un nostro amico che ci saluta, figuriamoci il richiamo di Dio.
 Eppure Dio avrebbe tante cose belle da dirci… che non siamo soli, che lui ci ama, che tiene un posto per noi…; quando non sappiamo che decisione prendere dobbiamo chiedere aiuto allo Spirito e lui ci farà da guida, sarà come la torcia per l'esploratore, sarà la nostra candela per le zone oscure della vita.

Possiamo infatti vedere le cose con la Luce o senza la Luce. In se stesse esse sono statiche, prive di vita, forme vuote. Con lo Spirito Santo invece acquistano vitalità e funzionalità, hanno finalmente un senso ed un uso nell'economia della Salvezza.

Nicodemo, un capo dei Giudei, andò da Gesù di notte per parlare con lui (Gv 3; 1-21). Il Rabbi gli rivolse queste parole: "In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio". Nicodemo rimase un po' turbato, non capiva quello che Gesù volesse dire. Questo perché non aveva compreso che il modo di parlare del maestro era fortemente simbolico. "Rinascere dall'alto" significa abbandonare l'uomo vecchio, carnale e tutto ripiegato su se stesso, per diventare uomo nuovo, spirituale, che non si sa da dove venga né dove vada, come il vento. Rinascere nello Spirito quindi, ma non per rinnegare la materialità, la corporeità bensì per conferirle dignità superiore tramite l'ingresso in una nuova dimensione.

Nell'Antico Testamento c'è una grandiosa immagine dell'azione vivificante dello Spirito, la visione delle ossa aride da parte del profeta Ezechiele (Ez 37; 1-10). In una valle piena di ossa ormai secche lo Spirito invocato da Ezechiele dà nuova vita e fa rinascere carne e nervi in quello che ormai sembrava perduto.
"Spirito, vieni dei quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano"
Ez 37; 9

Pace, Gino


  

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Da: Soprannome MSN°Gino¹ Inviato: 09/05/2004 19.54
"Vieni, Spirito Santo, .... senza la tua forza nulla è nell'uomo" (Sequenza).
 
Una delle circostanze in cui l'uomo, in cui ognuno di noi avverte l'incapacità, la sua nullità è quella della SOFFERENZA profonda.
E' necessario che lo Spirito santo ci infonda la fortezza per renderci capaci di portare certe croci con serenità che, da un punto di vista umano non lasciano sperare sollievo.
"Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza - dice San Paolo - e lo spirito stesso intercede con insistenza per noi con gemiti ineffabili" Rm. 8,26.
Egli si fa preghiera di ognuno di noi cristiani prega con noi e per noi e ci coinvolge nel mistero di una supplica alla quale il Padre non può resistere.
Quando sotto il peso della sofferenza non riusciamo a pregare, ci resta una sola risorsa: unirsi al gemito segreto che, dal fondo del nostro cuore, lo Spirito eleva al Padre e ripetere la preghiera di Cristo "ABBA' PADRE, NON QUELLO CHE VOGLIO IO, MA QUELLO CHE VUOI TU" Mc. 14,36.
Per quanto ci vogliamo distaccare e vogliamo rinnegare la nostra volontà e tutte le nostre cattive tendenze per conformarci a Cristo, non riusciremo mai da soli a raggiungere a un distacco o a un rinnegamento totale.
Abbiamo bisogno di Forza che può darci solo lo Spirito Santo.
Abbandoniamoci con fiducia all'azione dello Spirito e chiediamo a Lui la forza necessaria per dire col cuore "Padre sia fatta la tua volontà".
 
Pace
Gino