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Sintesi del Convegno su Assisi



“Il Santo Padre ha voluto sottolineare il concetto di pellegrinaggio verso la verità: non uno stare insieme per pregare insieme in un modo disparato con il rischio di confondere la fede rivelata soprannaturale con le credenze religiose umane e naturali, ma un camminare insieme verso l’unica Verità”. Con queste parole il Card. R.L. Burke è intervenuto al Convegno “Pellegrini della Verità verso Assisi“, organizzato dall’Associazione Catholica Spes e tenuto il 1° ottobre a Roma, per evidenziare il significato della prossima giornata convocata il 27 ottobre ad Assisi.

Durante i lavori del convegno si è sviluppato un dibattito interessante rispetto al modo in cui i fedeli cattolici possono avvicinarsi a questo incontro per la pace e la giustizia nel mondo. Questo tipo di eventi causa fondate preoccupazioni, infatti, ancora il Card. Burke rileva che“non sono pochi i rischi che un tale incontro può sollevare quanto alla comunicazione mass-mediatica dell’evento di cui - come è chiaro - il Pontefice è ben cosciente. I mezzi della comunicazione mass-mediale diranno, anche solo con le immagini, che tutte le religioni si sono trovate insieme per chiedere a Dio la pace. Un cristiano poco formato nella fede può trarvi la conclusione gravemente erronea che una religione valga l‘altra e che Gesù Cristo è uno dei tanti mediatori di salvezza.”

Questa preoccupazione è stata rilevata anche dagli organizzatori. Nell’introduzione ai lavori il coordinatore, Lorenzo Bertocchi, ha reso noto un interessante estratto di una lettera personale del Santo Padre inviata lo scorso 4 marzo 2011 al pastore luterano, Prof. Peter Beyerhaus. Quest’ultimo, infatti, in virtù di una lunga amicizia che risale ai tempi dell’insegnamento del Card. Ratzinger a Tubinga, nel febbraio scorso inviò una lettera al Santo Padre in cui manifestava la sua perplessità circa il rischio sincretistico di una nuova convocazione della giornata di Assisi. Per questo chiedeva a Benedetto XVI quali fossero le sue intenzioni nel parteciparvi.

La risposta del Papa al prof. Beyerhaus era già stata richiamata, sebbene non letteralmente, in un’intervista allo stesso professore realizzata dal giornale tedesco “Kichliche Umschau” nell’aprile scorso.
Oggi, dopo aver ricevuto una autorizzazione da parte di Beyerhaus, gli organizzatori possono rendere noto il passaggio letterale richiamato nell‘intervista:
“Comprendo molto bene - scrive Benedetto XVI il 4 marzo 2011 - la sua preoccupazione rispetto alla partecipazione all’incontro di Assisi. Però questa commemorazione doveva essere festeggiata in ogni modo e, dopo tutto, mi sembrava la cosa migliore andarvi personalmente per poter provare in tal modo a determinare la direzione del tutto. Tuttavia farò di tutto affinchè sia impossibile un interpretazione sincretista o relativista dell’evento ed affinchè rimanga che sempre crederò e confesserò ciò che avevo richiamato all’attenzione della Chiesa con la Dominus Iesus”.

Dopo la S.Messa, celebrata nella forma extraordinaria da Mons. Pozzo, hanno preso avvio i lavori del convegno con un intervento di P. Serafino Lanzetta sull’unicità salvifica di Cristo e della Chiesa così come presentati dalla Dominus Iesus. A seguire Don Mauro Gagliardi ha puntualizzato l’interpretazione magisteriale e quella mass-mediale delle giornate di Assisi. L’intervento di don Alessandro Olivieri Pennesi ha fornito un chiaro quadro del cosidetto “super-market religioso” con particolare riferimento ai cosiddetti movimenti religiosi alternativi. Nel pomeriggio, dopo la già citata prolusione del Card. Burke, vi è stato l’intervento di S.E. Mons. Hon Tai-Fai Savio Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.
Il dibattito conclusivo ha visto impegnati Don Nicola Bux (Noi adoriamo quello che conosciamo (Gv 4,22). Verità, Chiesa e salvezza), Don Manfred Hauke (“Semina Verbi”, oppure opera diabolica? I Padri della Chiesa sulle religioni pagane.) e il prof. Corrado Gnerre (Pellegrini della Verità verso Assisi).

Nella lettera citata, inviata al prof. Beyerhaus, Sua Santità chiedeva all’amico di prestare totale fiducia nella sua persona sul fatto che si sarebbe impegnato ad evitare una flessione sincretista e relativista della giornata.

Gli organizzatori del convengo e i relatori si sono trovati concordi, pur nella diversità delle prospettive, ad accordare la propria fiducia nel Santo Padre e a cooperare affinché queste sue intenzioni trovino effettiva realizzazione. Il convegno di sabato 1° ottobre è stato un esempio in tale direzione. Nei prossimi giorni verranno redatte on-line delle brevi sintesi dei singoli interventi a cui seguirà la tempestiva pubblicazione degli atti grazie alla collaborazione delle edizioni Fede&Cultura di Verona.

Associazione Catholica Spes

Sito del convegno: www.verumperegrinantes.blogspot.com


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Padre Lanzetta, Professor Hauke, Monsignor Pozzo



Sintesi del Convegno

PELLEGRINI DELLA VERITA' VERSO ASSISI

-UN APPROFONDIMENTO SUI PASSI DI BENEDETTO XVI-

1° ottobre 2011


Padre Serafino Lanzetta ha affrontato il tema del Convegno - “Pellegrini della Verità verso Assisi” - ponendo una considerazione molto importante: “spesso, da cinquant’anni a questa parte grossomodo, si è generato un equivoco: il Cristianesimo, come ogni altra religione, non può pretendere l’assolutezza, perché nessuno può vantare di possedere la verità. La verità è sempre più in là di noi stessi. Sì, è vero: la verità ci trascende sempre perché la verità è Dio. Però, mentre ci trascende, non si smarrisce nei tentativi pluralisti di ricercarla. Rimane sempre una e identica.” Proprio il documento “Dominus Iesus” - al centro dell'intervento di P. Lanzetta – rappresenta una risposta del Magistero della Chiesa rispetto ai problemi sollevati da certo pluralismo religioso.

A questo proposito l'interessante relazione del prof. don Manfred Hauke – sul rapporto tra i Padri della Chiesa e le religioni pagane – ha fatto notare come fin dalle origini il cristianesimo ha dovuto confrontarsi con un pluralismo religioso molto vasto.
Come può dunque essere riassunta la posizione dei Padri nei confronti del pluralismo religioso della loro epoca?
La possibilità dell’uomo di essere salvato – ha spiegato don Hauke - è reale, ma è allo stesso momento minacciata dal peccato e dall’azione del diavolo. Tale influsso negativo si mostra in particolare nella venerazione degli idoli, delle immagini che rappresentavano gli dèi pagani. Gli idoli vengono strettamente legati all’azione dei demoni. Testimone di questa lettura patristica della realtà pluralistica è la traduzione dei LXX del versetto 5 del Salmo 95: Omnes dii gentium daemonia (gli dèi delle genti sono demoni).
Si tratta dunque sostanzialmente di una posizione piuttosto negativa: di certo non si trattava di una ricezione tout-court dell’eredità religiosa pagana. I vecchi culti, secondo i Padri, dovevano cedere all’adorazione del vero Dio e dell’unico Signore Gesù Cristo. Solo per alcuni punti singoli della religione pagana venivano messi in luce degli elementi positivi mentre i cosiddetti “semi del Verbo” non erano cercati tanto nella religione quanto piuttosto nella riflessione filosofica.

Questa razionalità filosofica come “terreno comune” su cui confrontarsi, appare la chiave interpretativa utile per approcciarsi al prossimo incontro di Assisi, i cui momenti in comune dovrebbero essere intesi non tanto come un dialogo interreligioso con una finalità religiosa, bensì riguarderanno alcune problematiche concrete, quali la pace, la persecuzione religiosa, etc., che vedono coinvolte le stesse religioni in quanto fenomeni socialmente significativi. Inutile ribadire che comunque resta il rischio dell'interpretazione mass-mediale dell'incontro, interpretazione che – è stato rilevato da tutti i relatori presenti al convegno - difficilmente potrà rendere ragione di aspetti così delicati e complessi.

Anche Mons. Pozzo, nell'omelia della S.Messa di apertura del Convegno, ha fatto presente che questo incontro di Assisi deve collocarsi nell'ottica di un dialogo da sviluppare “nel rispetto dell'ordine naturale”. “L’incontro di Assisi – ha detto Mons. Pozzo - non è un pantheon dove tutte le religioni si mescolano o si confondono o, addirittura si equivalgono fra loro, ma è un opportunità. Perché non solo la Chiesa Cattolica, ma anche le altre confessioni cristiane e le altre tradizioni religiose, e persino uomini di buona volontà che sono ancora in ricerca verso la Luce, si ritrovano, per proseguire nell’impegno comune a difendere e a promuovere le basi fondamentali delle umana e civile convivenza nel rispetto dell’ordine naturale e nella ricerca della giustizia e della pace.”
E' giusto ricordare che l'omelia di Mons. Pozzo si è concentrata sulla “compassione mariana” ai piedi della Croce, così il Segretario della Pontificia Commisione Ecclesia Dei non ha mancato di ricordare che “non si può stare presso la Croce di Gesù se non si sta anche presso Maria. E’ proprio lì, ai piedi della Croce, che Maria è diventata Madre della Chiesa".

Associazione Catholica Spes


Quando si parla di dialogo... vediamo cosa ne pensa un Dottore della Chiesa, S. Francesco di Sales

[SM=g1740733]  S. Francesco di Sales impiegò i giorni dal 6 al 9 ottobre 1598 nel preparare i Memoriali di tutte le cose necessarie per l'inte­ra conversione dei popoli dello Chablais, di Ternier e Gaillard alla fede cattolica e per il mantenimento dei Curati: presentò tutto personalmente al Duca, che gli ordinò nuovamente di trovarsi all'assemblea del Consiglio, ove avrebbe trattato delle conclu­sioni da comunicare agli ambasciatori di Berna e Ginevra, i quali molto insistevano perchè si lasciassero almeno tre Ministri protestanti nello Chablais: uno a Tonone, uno a Bons e il terzo a Ternier.

Vedendo che, per ragioni di Stato, alcuni Consiglieri appoggiavano questo parere, con fervore ed ardore apostolico il nostro Santo si alzò prontamente e, fatta profonda riverenza al Duca, disse queste precise parole: "Ah! Serenissimo e Cristia­nissimo Principe, se lasciate i Ministri in questa provincia, perderete le vostre terre... e perderete il Cielo, un palmo del quale vale più di tutto il mondo. Non esistono convenzioni fra Gesù Cristo e Belial!" Come se avesse parlato un Angelo, tutta l'assemblea fu commossa e il Duca espresse precisamente la sua volontà: "Voglio che i Ministri escano da queste provincie - disse - e non se ne parli più." Con questo si usci dal Consiglio, e il Principe offri un magnifico pranzo agli ambasciatori svizzeri.

Prima di ritirarsi, fecero questi ancora un tentativo per lasciare almeno due soli Ministri nello Chablais; ma il Duca rispose loro con fermezza: "Ne sono contento, purché voi rice­viate a Ginevra e a Berna tutti i sacerdoti mandati da me." Conobbero bene gli ambasciatori esser questa risposta suggerita da Francesco di Sales, che ardeva dal desiderio di esporre la vita in servizio della Chiesa, anche in quelle altre provincie; onde si ritirarono malcontenti, senza parlare più dei loro Mini­stri. Il nostro Apostolo rimase invece molto sodisfatto, per aver vinto così la causa di Dio.


Fonte: Sito ICRSS: http://www.icrss.it/?p=2199

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[Modificato da Caterina63 10/10/2011 17:56]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)