00 20/02/2011 23:35

IMPORTANTE RIFLESSIONE DI PADRE GIOVANNI SCALESE DAL SUO "SENZA PELI SULLA LINGUA"


"Semina Verbi"

È ormai diventato un luogo comune ritenere che nelle religioni non-cristiane siano presenti alcuni semina Verbi (= germi del Verbo) o che esse costituiscano una sorta di praeparatio evangelica (= preparazione al Vangelo). All’origine di tale convinzione c’è l’insegnamento del Concilio Vaticano II. Il Decreto sull’attività missionaria afferma:

«[I cristiani] conoscano a fondo le loro [= dei non-cristiani] tradizioni nazionali e religiose; con gioia e rispetto scoprano i germi del Verbo in esse latenti» (Ad gentes, n. 11; cf Lumen gentium, n. 17).

Nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa si afferma:

«La divina Provvidenza [non] nega gli aiuti necessari alla salvezza a coloro che senza colpa non sono ancora arrivati ad una esplicita conoscenza di Dio, e si sforzano, non senza la grazia divina, di vivere una vita onesta. Poiché ciò che in essi si trova di buono e di vero è ritenuto dalla Chiesa come preparazione al Vangelo, e dato da colui che illumina ogni uomo perché abbia finalmente la vita» (Lumen gentium, n. 16; cf Catechismo della Chiesa cattolica, n. 843).

La Dichiarazione sulle religioni non-cristiane, per esprimere il medesimo concetto, ricorre all’immagine del raggio di luce:

«La Chiesa cattolica non rigetta nulla di quanto c’è di vero e di santo in queste religioni. Guarda con sincero rispetto a quei sistemi di agire e di vivere, a quei precetti e a quelle dottrine che, sebbene differiscano in molti punti da ciò che essa pensa e propone, tuttavia non di rado riflettono un raggio di quella Verità che illumina tutti gli uomini» (Nostra aetate, n. 2).

Dopo il Concilio, le metafore dei semina Verbi e della praeparatio evangelica sono state riprese dai Sommi Pontefici. Paolo VI, nell’Esortazione apostolica sull’evangelizzazione, afferma:

«[Le religioni non-cristiane] sono tutte cosparse di innumerevoli “germi del Verbo” e possono costituire una autentica “preparazione evangelica”, per riprendere una felice espressione del Concilio Vaticano II tratta da Eusebio di Cesarea» (Evangelii nuntiandi, n. 53).

Da parte sua, Giovanni Paolo II, nella sua prima enciclica, scrive:

«Giustamente i Padri della Chiesa vedevano nelle diverse religioni quasi altrettanti riflessi di un’unica verità come “germi del Verbo”, i quali testimoniano che, quantunque per diverse strade, è rivolta tuttavia in una unica direzione la piú profonda aspirazione dello spirito umano, quale si esprime nella ricerca di Dio ed insieme nella ricerca, mediante la tensione verso Dio, della piena dimensione dell’umanità, ossia del pieno senso della vita umana» (Redemptor hominis, n. 11).

Sembrerebbe dunque di trovarci dinanzi a una dottrina consolidata, oltretutto ben radicata nella tradizione, visto che le espressioni usate sono di origine patristica. L’immagine dei semina Verbi è tratta da san Giustino e da Clemente Alessandrino; il concetto di praeparatio evangelica invece, come ci ricordava Paolo VI, lo troviamo in Eusebio di Cesarea. Tutto vero. Il problema è: siamo sicuri che i Santi Padri, con tali espressioni, si riferissero alle religioni non-cristiane (che a quel tempo si identificavano con la religione pagana)? Faccio rispondere a questa domanda uno dei maggiori patrologi del XX secolo, Berthold Altaner (Patrologia, Marietti, 7ª ed., 1977). A proposito di Giustino, che parla dei “germi del Verbo” nelle sue Apologie, scrive:

«Con la sua teoria del λόγος σπερματικός [logos spermatikos] Giustino getta un ponte tra la filosofia antica e il Cristianesimo. In Cristo apparve, in tutta la sua pienezza, il Logos divino, ma ogni uomo possiede nella sua ragione un germe (σπέρμα) del Logos. Questa partecipazione al Logos, e conseguente disposizione a conoscere la Verità, fu in alcuni particolarmente grande; cosí nei Profeti del giudaismo e, fra i greci, in Eraclito e Socrate. Molti elementi della verità sono passati, cosí egli opina, nei poeti e nei filosofi greci dell’antica letteratura giudaica, poiché Mosè era ritenuto lo scrittore assolutamente piú antico. Di conseguenza i filosofi, in quanto vissero e insegnarono conformemente alle regole della ragione, furono dei Cristiani, in un certo senso, prima della venuta di Cristo. Tuttavia solo dopo questa venuta i Cristiani sono entrati in possesso della verità totale e sicura, priva di ogni errore. Il pensiero teologico di San Giustino è fortemente influenzato dalla filosofia stoica e platonica» (pp. 70-71).

Quanto a Eusebio, che compose un’opera dal titolo Praeparatio evangelica, Altaner scrive:

«La Praeparatio evangelica (Εὐαγγελικὴ προπαρασκευή), in 15 libri, composta tra il 312 e il 322, vuole dimostrare ai catecumeni e ai pagani, forse scossi dagli attacchi di Porfirio, come i Cristiani abbiano avuto ragione nel preferire il Giudaismo al paganesimo. La “Filosofia degli Ebrei” è superiore alla cosmogonia e alla mitologia dei pagani. I sapienti pagani, soprattutto Platone, hanno attinto dall’A.T.» (p. 223).

Come si può vedere, i Santi Padri non rinvengono alcun “germe del Verbo” nella religione pagana, né considerano questa una “preparazione al Vangelo”. Tali immagini vengono da loro applicate non alla religione, ma alla cultura del tempo, in particolare alla filosofia e alla poesia, le quali, secondo loro, avrebbero attinto a Mosè. I primi cristiani non hanno mai fatto proprio alcun elemento della religione pagana, mentre non si sono fatti scrupolo di adottare le categorie dell’ellenismo addirittura per esprimere la loro fede. La preoccupazione dei cristiani dei primi secoli non era il dialogo interreligioso, ma l’inculturazione del Vangelo.

Una conferma a questo, che è stato l’atteggiamento della Chiesa di tutti i tempi fino al Vaticano II, la troviamo in Padre Matteo Ricci (1552-1610). Solitamente il missionario gesuita viene proposto come antesignano dell’attuale dialogo interreligioso, vista la sua simpatia nei confronti del confucianesimo. Ma non si tiene conto che tale simpatia scaturiva proprio dalla «consape­volezza che nessun elemento vi era nel confucianesimo che potesse far pensare ad una religione … il confucianesimo, lungi dal presentarsi alla stregua di una religione, perseguiva lo scopo di dare una giusta e retta amministrazione al gover­no del paese» (Franco Di Giorgio). Al contrario, Padre Ricci non si fece scrupolo di criticare il taoismo e il buddismo, che considerava inconciliabili col cristianesimo.

Ci si potrebbe dunque chiedere se, su questo punto, il Concilio non rappresenti una rottura con la tradizione o, piuttosto, una sua legittima evoluzione. Non sta a me dare una risposta a questa domanda, che pure costituisce un problema di capitale importanza. L’unica cosa che posso dire è che non mi sembra corretto affermare, come fa Giovanni Paolo II nella Redemptor hominis, che «i Padri della Chiesa vedevano nelle diverse religioni quasi altrettanti riflessi di un’unica verità come “germi del Verbo”». Un Papa ha tutta l’autorità di interpretare la rivelazione, ma non ha autorità di stravolgere la storia.




L'argomento ha suscitato interesse dal Blog di Raffaella e vi propongo qui le discussioni:

Anonimo ha detto...

La Redemptor hominis è del 1979.
Ratzinger arrivò a Roma solo nel 1981.

21 febbraio 2011 19:36

***********************

Fabiola ha detto...

Tra l'altro ciò che sostiene Padre Scalese è stata affermazione costante di tutta la teologia di un certo Joseph Ratzinger.
Il filosofo Robert Spaemann in un commento alla lectio di Regensburg scrive: L'aspetto provvidenziale della prima inculturazione ellenistica fu che il cuore della cultura ellenistica era già universalistico, così da preparare il terreno all'universalismo della fede cristiana. Delle religioni non universalistiche dell'antichità i cristiani non seppero che farsene e non furono disposti a entrare con loro in alcun genere di simbiosi. (Autori vari, Dio salvi la ragione, pagg.150-151- Siena).

21 febbraio 2011 19:49

**************************

 Caterina63 ha detto...

e che c'entra l'arrivo di Ratzinger?
il concetto Semina Verbi esposto da Giovanni Paolo II che sarebbe del Conc. Vat. II è l'arma con la quale si fa anche l'Assisi multireligioso...

ergo c'è un errore di fondo che padre Scalese ha sollevato ma che altrove si denunciava da tempo, solo che nessuno ci ascoltava...speriamo che a padre Scalese diano ascolto ^__^

quanto a Ratzinger lui parò i colpi con la Dominus Jesus, è vero, ma non basta.... non basta se ciò che ha detto un Papa, riscontrandone l'errore, non sarà corretto!

21 febbraio 2011 19:51


 
******************

 Anonimo ha detto...

I miei complimenti a Padre Scalese, di cui ammiro la indipendenza e la profondità di giudizio.
Non sempre sono stato daccordo con lui, ma sono sicurissimo della sua limpidezza e dirittura intellettuale.
In questo caso concordo in pieno e lo ringrazio per avermi illuminato.
un sacerdote

21 febbraio 2011 19:55


***********************************

Andrea ha detto...

E' vero, ed è importantissimo, ciò che padre Scalese sottolinea, cioè che l'incontro della Chiesa con l'esistente ambiente pagano (nei primissimi secoli) avvenne non nel segno della RELIGIONE, bensì in quello della CULTURA.
In altre parole, alla "religione" pagana (peraltro già ampiamente svuotata dall'interno, tanto che ben pochi "pregavano" nei modi antichi) non venne riconosciuto alcun valore veritativo.

Diversa è la situazione missionaria dei secoli più vicini a noi.
Nel complesso, credo che sia opportuno ribadire la distinzione "classica" tra FALSI DEI e VERA RELIGIONE: NON "false religioni" e "vero Dio".
Con tale distinzione, si mette l'accento sulla fallacia degli "idoli" (rappresentazioni umane di Dio) e sul carattere razionale e aperto all'Oggetto (Dio) della religione cattolica, e non si cade nell'insulto ai tentativi religiosi umani ("false religioni") né nella "costrizione" di Dio al ruolo di oggetto scolastico ("vero Dio").

Per Caterina: attenzione, cara Caterina, a farti portare da p.Scalese o da altri sul terreno della censura a Giovanni Paolo II o ad altri Papi. Come sai, il Magistero pontificio non è un "optional". Cordialmente

21 febbraio 2011 20:04

********************************


 Caterina63 ha detto...

Per Caterina: attenzione, cara Caterina, a farti portare da p.Scalese o da altri sul terreno della censura a Giovanni Paolo II o ad altri Papi. Come sai, il Magistero pontificio non è un "optional". Cordialmente

***********

censura ad un Pontefice? ma di che stiamo parlando?
attenzione a come usaiamo certi termini eh! ^__^

rilegga con attenzione, non è una censura, padre Scalese fa emergere UN ERRORE di interpretazione...
semmai sarà compito degli "esperti" verificare se l'errore è così o si tratta di una reinterpretazione di una interpretazione e non solo da parte di padre Scalesi, ma anche di altri, errata!
^__^
Benedetto XVI con gli incontro relativi con la FSSPX ha permesso e sta permettendo che il MAGISTERO ecclesiale sia passato al setaccio...erg?
dove sta scritto che non se ne possa parlare?

Qui non c'è ne aria di censura, nè di contestazione ne di altro, usiamo bene i termini.... san Paolo si permise di riprendere pubblicamente Pietro per un argomento analogamente grave...

^__^ cordialmente e fraternamente!

21 febbraio 2011 20:47

*********************************

Gonzaga Gonza
ha detto...

Per Andrea.....
Se un Papa sbaglia.....sbaglia. Punto!
I Papi non godono sempre della infallibilità. Mi pare che Padre Scalese abbia sollevato una questione seria. I Papi vanno valutati alla luce di tutto il magistero dei pontefici precedenti. Possono approfondire la Verità perenn, ma non cambiarla.
Carerina fidati di Padre Scalese e lascia stare le chiacchiere di Andrea....

22 febbraio 2011 05:59

***********************************


Andrea ha detto...

No, cara Caterina, padre Scalese dice che Giovanni Paolo II "stravolge la storia", e questa è una vera censura al Papa (in un atto di Magistero ufficiale).

Se il Magistero viene "passato al setaccio", non è certo per concludere "teniamo il buono e buttiamo il resto", ma per dire "cerchiamo di capire a fondo, senza steccati e antipatie".


Per Gonzaga: la questione se "i Papi vadano valutati alla luce dei predecessori" o, viceversa, se "solo il Papa regnante al momento ci dica qual è la corretta interpretazione del Magistero precedente" è esattamente quella esplosa tra de Mattei (prima tesi) e Introvigne (seconda tesi) in occasione della recentissima pubblicazione dell'opera di de Mattei sul Concilio Vaticano II.

http://www.cesnur.org/2010/mi-dema.html

Ribadendo la mia stima e la mia gratitudine per il prof. de Mattei, dico che in questa occasione egli ha completamente torto.




****************************************

Caterina ha detto:

Mio caro Andrea, non dimentichi che il famoso MEA CULPA di Giovanni Paolo II aprì una gravissima disputa TEOLOGICA perchè mise in dubbio IL MAGISTERO DI ALCUNI SUOI PREDECESSORI LEGALMENTE RICONOSCIUTI ^__^
Ci volle sia la penna di Ratzinger, ancora una volta, sia la penna del cardinale Giacomo Biffi per RIDIMENSIONARE E CORREGGERE la portata delle responsabilità gettate ai destinatari PONTEFICI DEL PASSATO ai quali si rinfacciava il Mea Culpa di oggi CONTRO UN MAGISTERO PONTIFICIO, LEGITTIMO del passato....
Il Magistero è davvero INFALLIBILE quando si esprime in materia DOTTRINALE...
ora, nello specifico padre Scalese sta solo correggendo UNA INTERPRETAZIONE CHE GIOVANNI PAOLO II HA DATO DEL SENSO LETTERALE E SIGNIFICATIVO DEI "SEMINA VERBI", dove sta dunque l'errore?
Per un periodo c'è stata anche la tendenza ad accusare i Padri della Chiesa di ANTISEMITISMO ebraico mentre si trattava di ANTIGIUDAESIMO il chè è tutt'altra cosa:
nell'antisemitismo si colpisce LA RAZZA e questo avvenne con la Rivoluzione francese grazie anche a Voltaire....da qui nasce quell'antisemitismo che portò all'olocausto...
nell'antigiudaesimo invece, i Padri della Chiesa, vollero eliminare QUEL SINCRETISMO con il quale, ancora ai loro tempi, comunità cristiane e giudaiche CONVIVEVANO sacrificando parte della Rivelazione e della Dottrina sulla santissima Trinità....il senso della Messa e dunque il vero significato dell'AGNELLO SACRIFICATO...
Come la si vuole interpretare dunque questa storia?

Si legga attentamente il cardinale Biffi, spero che non lo accuserà di essere contro il Papa....eppure limpidamente sostiene di Giovanni XXIII che fu un grande pastore d'anime, ma un PESSIMO MAESTRO....
e ne spiega le motivazioni nel suo libro "memorie di un cardinale italiano"....
Così come sostiene DELLE STRAVAGANZE INTRAPRESE DA WOJTYLA CHE HANNO DANNEGGIATO QUELLA ERMENEUTICA DELLA CONTINUITA' alla quale oggi Benedetto XVI ci sta riconducendo...
Ma per ricondurci alla VERITA' TUTTA INTERA, caro Andrea, non si deve temere di dire quando un Papa sbaglia ^__^
in tal caso non è messa in discussione la sua beatificazione, poichè i santi non sono tali perchè non hanno mai sbagliato ^__^
Piuttosto, invece di ripetere a tiritera che si tratta di censura (il che non lo è affatto, la Chiesa NON E' UN SOVIET)... risponda a padre Scalese portando a sua volta delle prove che contraddicano la sua CORREZIONE LEGITTIMA...
^__^



********************
Andrea ha detto...

Cerco di rispondere, cara Caterina:

1- la Chiesa non è un Soviet, ma si basa sul principio di autorità: il Magistero (Papa o Vescovi in unione col Papa) è costituito da Cristo non come "luogo di dibattito" (da cui escludere le sole definizioni dogmatiche), ma come GUIDA VIVA per la Chiesa. E' Cristo stesso che è presente in mezzo a noi, come lei sa bene da S.Caterina da Siena.

2- la tesi di p.Scalese è che la Chiesa non abbia MAI considerato esistenti e operanti nelle "religioni" dei "semina Verbi", e quindi confligge direttamente con il Magistero.

Vogliamo sottilizzare? oltre a ribadire quanto ho detto il 21 alle 20:04, cioè che l'"incontro" ai tempi della prima evangelizzazione avvenne con la cultura e non con il Paganesimo religioso, possiamo dire che il concetto di "RELIGIONE" è equivoco, nel senso che ciò che noi conosciamo come tale, grazie alla Chiesa, è qualcosa di molto diverso dalla struttura naturale di rapporto con "il divino" che esiste nel mondo.
Il discorso è complesso, ma uno spunto è costituito dal fatto che l'homo religiosus non cristiano non può neppure ipotizzare che con il Sommo Dio ("Dio ignoto") sia possibile un dialogo d'amore, e si rivolge a una miriade di (falsi) dèi, cioè esseri semi-celesti, che sono al livello della sua religiosità.

Per l'uomo non-cristiano, la "cultura" è sacra e la "religione" è profetica, mentre per il Cattolico la cultura è profetica (uso della ragione come strumento per investigare questo mondo,in attesa di entrare nel mondo definitivo) e la religione è sacrale (studio e culto di Dio Rivelante, nei modi che Egli ci ha comunicato).

Se tutto questo è vero, allora non è vero ciò che p.Scalese sostiene (nessun "seme del Verbo"), ma è vero che i "semi" sono presenti nel mondo, purché ci si intenda bene sul concetto di religioni e si affermi che la Cristianità non E' una religione, ma Ha una religione.

3- che Giovanni Paolo II si sia contrapposto ad alcuni suoi predecessori mi pare un'enormità.
I suoi "nostra culpa" (della Chiesa) del 2000 non avevano per nulla il senso di "Questo o quel Papa ha sbagliato", ma di "Uomini del Clero e del popolo cristiano hanno commesso colpe che hanno oscurato la Luce di Cristo che splende sul volto della Chiesa".

Le interpretazioni massonizzanti ("finalmente il Papa ha chiesto scusa agli eretici") o quelle della San Pio X ("il Papa ha buttato a mare la Chiesa di sempre") sono totalmente fasulle.

4- detto tutto questo, il fatto che una spinta massonica (naturalistico/relativistica) interna alla Chiesa sia esistita ed esista è evidente.
Lo dicevo esplicitamente sul blog di Tornielli.

Cordialmente





****************

la mia risposta:

Gentile Andrea, provo a rispondere usando la sua medesima numerazione:

1. Il principio di autorevolezza si, autorità fine a se stessa no...infatti santa Caterina da Siena si permetterà di andare a riprendere il Papa da Avignone per ricordargli IL SUO COMPITO ^__^ ossia lo corregge in ciò che fu un errore: andare via da Roma...
Ora per 70 anni di cattività avignonese, nessuno si sogna di dire che venne meno l'autorità del Papa e la sua infallibilità, tuttavia è palese che quel trasferimento fu politico e fu uno sbaglio...santa Caterina da Siena si permise di dire al Papa che era uno sbaglio rimanere li...per essere convincente ci volle la grazia di Dio che le rivelò di un voto segreto fatto da Papa Gregorio il quale l'aveva persino dimenticato... ^__^
Papa Onorio (se non erro) non ascoltò i consigli della santa senese, ma la usò per la fedeltà ch'Ella riversava per la Chiesa e il Papa, santa Caterina morendo se ne rammaricava, sottolineando come avesse dato la sua vita per la Chiesa in continua lotta interna...


2. la testi di padre Scalese la possiamo interpretare in quel PRIMO COMANDAMENTO nel quale Dio ci vieta di adorare altri dei...
ora, pur d'accordo tutti noi che lo Spirito Santo soffia dove e come vuole, è impensabile ed eretico affermare o pensare che lo Spirito Santo possa sollecitare i non cattolici a RIMANERE DOVE SONO ADORANDO IL PROPRIO DIO... ^__^
Il Dio di cui la Chiesa deve parlare e portare è quello rivelato in Gesù Cristo, i "semina verbi" che senza dubbio ANIMANO in qualche modo anche chi è fuori della Chiesa, non possono essere che la spinta dello Spirito Santo a RICONOSCERE IL DIO RIVELATO, tutte le altre divinità sono dal vero Dio VIETATE....
Ratzinger lo spiegò benissimo: "NON POSSIAMO PREGARE INSIEME" se manca dunque la preghiera COMUNE, va da se che qualcosa in queste interpretazioni sono sbagliate da DOPO il Concilio...


3. il senso del Mea Culpa fu sofferto ed ambiguo, lo spiegò Ratzinger in qualità di Prefetto...e lo spiega il cardinale Biffi....quando il Papa si rese conto delle AMBIGUITA', chiese a Ratzinger di preparare un testo DI CHIARIMENTI, ma oramai la divulgazione del primo impatto era fatta....non furono pochi, spiegò Ratzinger, a ritenere in modo erroneo quel Mea Culpa come se i Predecessori avessero scritto un Magistero di errori....
Provi ad interrogare laici e preti e scoprirà come sul Mea Culpa hanno memorizzato il primo impatto e non le correzioni di Ratzinger...
non sono fatti fasulli ^__^


4. non ho mai messo in mezzo la massoneria....è un articolo che per prudenza non cito mai ^__^
Tutto sommato mi pare che non siamo lontani dal comprenderci, soprattutto per il fatto che padre Scalese ha tutta la legittima serietà di poter sottolineare ciò che ritiene un errore... ciò che manca in chi contesta il chiarimento di padre Scalese, è il portare prove che dicano il contrario come lui ha portato delle prove...


Fraternamente LDCaterina63
e grazie per queste condivisioni interessantissime...




[Modificato da Caterina63 24/02/2011 11:23]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)