Risposta al problema della continuità nell'insegnamento della Chiesa cattolica in merito al problema " Fuori della Chiesa non c'è salvezza": riferimento al Concilio di Firenze, Denzinger n.1351.
RISPOSTA DEL PROFESSOR DON PIETRO CANTONI:
Rispondo brevemente: 1. Ex cathedra = infallibile non è esatto. Anche il magistero ordinario universale può essere infallibile. 2. Il Vaticano II non contraddice quanto affermato dal concilio di Firenze. Si tratta di uno sviluppo. Spiega bene il senso il Catechismo della Chiesa Cattolica ai nn. 846-848. 3. L'aggregazione alla Chiesa può avvenire in vari modi: il battesimo sacramentale "di acqua" non è l'unico, perché esiste anche un "battesimo di desiderio". 4. Una lettera del Sant'Uffizio a proposito delle dottrine di padre Leonard Feeney contribuisce a chiarire il punto. In essa si afferma: "Affinché uno ottenga la salvezza eterna, non si richiede sempre che sia effettivamente incorporato nella Chiesa come membro, ma almeno questo: che egli vi aderisca con il voto e il desiderio. Non è poi necessario che questo voto sia sempre esplicito, come avviene nei catecumeni, ma dove l'uomo subisce ignoranza invincibile, Dio accoglie pure un voto implicito: così detto, perché è contenuto nella buona disposizione dell'animo, per cui la persona vuole la sua volontà conforme alla volontà di Dio" (Lettera del Sant'Uffizio all'arcivescovo di Boston, 8 agosto 1949: DS 3870). 5. Lo sviluppo è una verità chiaramente affermata dalle Scritture, quando il Signore ha detto agli Apostoli: "Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera" (Giovanni 16,12-13). Esso significa che in un tempo successivo il Magistero della Chiesa - assistito dallo Spirito Santo - può precisare ed approfondire quanto detto precedentemente, anche andando al di là di quanto avevano capito gli estensori del documento precedente. Bisogna accuratamente distinguere sviluppo da contraddizione. C'è contraddizione quanto la nuova affermazione afferma esattamente ciò che l'altra nega o viceversa. Ora il Fiorentino dice che per salvarsi bisogna essere incorporati alla Chiesa Cattolica. Il Vaticano II non dice che per salvarsi non è necessario essere incorporati alla Chiesa Cattolica. Dice solo che i livelli di incorporazione alla Chiesa sono diversi e non si salva solo chi, sapendo che nella Chiesa Cattolica c'è la pienezza dei mezzi di salvezza, rifiuta questa piena incorporazione. E questo lo fa per approfondire, cioè per rendere più intelligibile quanto affermato dalle Scritture là dove si dice che Dio "vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità" (1Timoteo 2,4). All'Inferno ci può andare solo chi rifiuta con cognizione di causa i mezzi di salvezza che Dio gli offre."" ( Pietro Cantoni )
AGGIUNGO ALLA RISPOSTA DEL PROF. DON PIETRO CANTONI:
1) Tale sviluppo e approfondimento della Dottrina sulla Chiesa e la salvezza è già presente nel magistero di San Pio X Può qualcuno salvarsi fuori della Chiesa Cattolica? Risponde San Pio X nel suo Catechismo Maggiore:- No, fuori della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana nessuno può salvarsi, come niuno poté salvarsi dal diluvio fuori dell 'Arca di Noé, che era figura di questa Chiesa-
( San Pio X, Catechismo Maggiore, Ares, Milano 1987, n169, p.48. ).
Ma chi si trovasse, senza sua colpa, fuori della Chiesa, potrebbe salvarsi? San Pio X risponde: - Chi, trovandosi senza sua colpa, ossia in buona fede, fuori della Chiesa, avesse ricevuto il Battesimo, o ne avesse il desiderio almeno implicito; cercasse inoltre sinceramente la verità e compisse la volontà di Dio come meglio può; benché separato dal corpo della Chiesa, sarebbe unito all'anima di lei e quindi in via di salute- ( San Pio X, ivi, n. 171 ).
Dunque, fuori della Chiesa non c'è salvezza ma il concetto di Chiesa deve essere ampliato perché la Chiesa non possiede solo un corpo visibile ma anche un'anima e tutti quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, ma tuttavia cercano sinceramente Dio come meglio possono, sono uniti all'anima della Chiesa anche se si trovano fuori del suo corpo. A questi che, senza colpa, si trovano fuori dalla Chiesa fa riferimento l'Apostol Paolo quando scrive: - Quando i pagani che non hanno la legge ( i comandamenti dati da Dio a Mosé, ndr ), per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano, ora li difendono. Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo- ( Rm 2, 14-16 ).
2) Nella Chiesa esiste il deposito della verità: questo deposito è costituito dalla verità rivelata sostanziale ma la Rivelazione non è offerta già esplicitata e richiede uno sviluppo di conoscenze che non esime dalla ricerche e dalle fatiche umane.
Dice Giovanni Paolo II:- La verità rivelata (.) è stata affidata alla Chiesa una volta per tutte. Essa ha raggiunto il suo compimento in Cristo. Da qui il profondo significato dell'espressione Paolina " deposito " della fede ( cfr 1 Tm 6,20 ). Allo stesso tempo tale deposito merita un'ulteriore spiegazione e una crescente comprensione fintantoché la Chiesa sarà presente sulla terra-
( Giovanni Paolo II, Il magistero ordinario può essere autenticamente considerato come l'espressione usuale della infallibilità della Chiesa., O R)
3) Il Deposito è come una miniera che contiene infiniti tesori che devono essere pazientemente estratti Il magistero illumina questo immenso tesoro ma le parti illuminate non sono mai esaustive Al di sopra e al di sotto di un aspetto del deposito della fede che vediamo, esistono altri aspetti che ancora non vediamo. Le nuove zone del deposito che verranno illuminate nel corso dei secoli si "aggiungeranno" a quelle già note con le quali saranno in continuità e serviranno per approfondirle.
3) Il Magistero della Chiesa Cattolica consiste in una espressione ordinaria o abituale dell'infallibilità e in una espressione straordinaria dell'infallibilità. ( CFR Gipovanni Paolo II; Il magistero ordinario può essere autenticamente considerato come l'espressione usuale della infallibilità della Chiesa, udienza ai Vescovi USA, L'Osservatore Romano, 10 novembre 1988, p.7, n. 4, edizione settimanale n.45 ).
4) Il Magistero straordinario consiste in una definizione, che è infallibile di per sé.
Il Mgistero ordinario, invece, non consiste in una "definizione" , tipica del magistero straordinario ( ex Cathedra). Il Magistero ordinario è una riflessione e la Chiesa insegna che esso DEVE essere interpretato in CONTINUITA' con tutti gli insegnamenti precedenti, con la Sacra Scrittura e la Sacra Tradizione orale.
Solo nella interpretazione di CONTINUITA', dice la Chiesa, esiste l'infallibilità del magistero ordinario. A questa CONTINUITA'si deve OSSEQUIO DELLA VOLONTA' E DELL'INTELLIGENZA ( LUMEN GENTIUM 25 )
( Bruto Maria Bruti )
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