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[SM=g1740717] [SM=g1740720] Ave Maria, eco del Padre nostro
   

La preghiera a Maria deve avere un’impronta biblica. E ciò vuol dire che il culto alla Vergine dovrà essere permeato delle grandi tematiche del messaggio cristiano.
 

Dire che l’Ave Maria è l’eco del Padre nostro è affermare che a quel modo che il Padre nostro scaturisce dal fatto che noi, divenuti figli nel Figlio, possiamo pregare esclamando nello Spirito: Abbà, Padre!, così l’Ave Maria procede dalla fede vera che di Maria riconosce la maternità divina e spirituale e muove l’animo alla venerazione e all’amore, alla preghiera e alla imitazione di Maria. Allo stesso modo, come le domande del Padre nostro traggono la loro genuina ispirazione dalle pagine della Sacra Scrittura, che è il libro fondamentale della preghiera, così anche le preghiere e i canti a Maria trovano nella Bibbia la loro ispirazione e, in una certa misura, la forma.

Ad ampia conferma di queste riflessioni mi piace riportare il pensiero di san Luigi Maria da Montfort: «Maria è la meravigliosa eco di Dio, e risponde: Dio! quando si grida Maria, e glorifica Dio quando, con santa Elisabetta, la si chiama beata» (Segreto di Maria, 21). «Maria, l’eco fedele di Dio, intonò "L’anima mia magnifica il Signore". Ciò che ella fece quella volta, lo fa tutti i giorni; quando la si loda, la si ama, la si onora, o ci si dona a lei, Dio è lodato, Dio è amato, Dio è onorato per mezzo di Maria e in Maria» (Vera devozione, 225).


La preghiera a Maria

Condotta dallo Spirito Santo, la Chiesa venera Maria con affetto di pietà filiale e come madre amatissima. Per questo le riconosce apertamente quel ruolo materno di intercessione che essa stessa continuamente sperimenta e raccomanda all’amore dei fedeli perché, sostenuti da tale materno aiuto, siano sempre più intimamente congiunti al mediatore e salvatore Gesù. «Già sin dai tempi più antichi – leggiamo nella Lumen gentium 66 – la beata Vergine è venerata col titolo di Madre di Dio, sotto il cui presidio i fedeli imploranti si rifugiano in tutti i pericoli e necessità».

È questo un richiamo esplicito al celebre tropario Sub tuum praesidium, «venerando per antichità e mirabile per contenuto», la cui composizione si fa oscillare tra il III e il IV secolo. Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

Gli anni e i secoli della storia della Chiesa sono tutti una chiara e continua testimonianza dell’amore filiale della Chiesa verso la Madre del Signore e del suo fiducioso ricorso alla protezione e all’intercessione di Maria. «Mentre con tutta l’umanità si avvicina al confine tra i due millenni – osservava Giovanni Paolo II nella Redemptoris Mater del 1987 – la Chiesa, da parte sua, con tutta la comunità dei credenti e in unione con ogni uomo di buona volontà, raccoglie la grande sfida contenuta nelle parole dell’antifona Alma Redemptoris Mater sul "popolo che cade, ma pur anela a risorgere, e si rivolge congiuntamente al Redentore e a sua Madre con l’invocazione: "Soccorri"».

Essa, infatti, vede – e lo attesta questa preghiera – la beata Madre di Dio nel mistero salvifico di Cristo e nel suo proprio mistero; la vede profondamente radicata nella storia dell’umanità, nell’eterna vocazione dell’uomo, secondo il disegno provvidenziale che Dio ha per lui eternamente predisposto; la vede maternamente presente e partecipe nei molteplici e complessi problemi che accompagnano oggi la vita dei singoli, delle famiglie e delle nazioni; la vede soccorritrice del popolo cristiano nell’incessante lotta tra il bene e il male, perché "non cada" o caduta "risorga".

Crocifissione e Dio Padre, miniatura italiana dei secc. XV-XVI.
Crocifissione e Dio Padre, miniatura italiana dei secc. XV-XVI.

Oggi, nella liturgia romana, il tema dell’intercessione misericordiosa di Maria è largamente presente, tanto nel Messale quanto nel Lezionario. Da parte sua, la Liturgia delle Ore contiene eccellenti testimonianze di pietà verso la Madre del Signore:

A) nelle "composizioni innodiche" tra cui non mancano alcuni capolavori della letteratura universale, quale la sublime preghiera di Dante Alighieri (Vergine Madre, figlia del tuo Figlio).

B) Nelle antifone che suggellano l’ufficiatura quotidiana (O santa Madre del Redentore; Ave, Regina dei cieli; Salve, Regina, madre di misericordia; Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio; Inviolata, integra et casta es, Maria; Virgo parens Christi).

C) Nelle intercessioni delle Lodi e del Vespro, tra cui non è infrequente il fiducioso ricorso alla Madre della misericordia (cf MC 13).

Anche negli altri libri liturgici «non mancano espressioni di amore e di supplice venerazione verso la Theotokos; così la Chiesa invoca lei, Madre della grazia, prima di immergere i candidati nelle acque salutari del Battesimo; implora la sua intercessione per le madri che, riconoscenti per il dono della maternità, si recano liete al tempio; lei addita come esempio ai suoi membri che abbracciano la sequela di Cristo nella vita religiosa, o ricevono la consacrazione verginale, e per essi chiede il suo soccorso materno; a lei rivolge istante supplica per i figli che sono giunti all’ora del tramonto: richiede il suo intervento per coloro che, chiusi gli occhi alla luce temporale, sono comparsi dinanzi a Cristo, luce eterna, ed invoca conforto, per la sua intercessione, su coloro che, immersi nel dolore, piangono con fede la dipartita dei propri cari» (MC 14).

Alla scuola della Chiesa, la preghiera a Maria fiorisce in mille modi nel cuore e sulle labbra dei fedeli. «Non c’è un bimbo – osserva ancora il Santo di Montfort – che, anche solo balbettando l’Ave Maria, non la lodi; non ci sono peccatori che, pur nel loro indurimento, non abbiano in lei qualche scintilla di fiducia; non c’è nemmeno un demonio negli inferi che, temendola, non la rispetti» (Vera devozione, 9).

Momento più intenso di preghiera a Maria è il pellegrinaggio ai suoi santuari: commovente incontro tra Madre e figli, tra figli e Madre, che Paul Claudel ha così magnificamente descritto nella poesia Mezzogiorno con la Madonna: «È mezzogiorno. Vedo la chiesa aperta. Bisogna entrare. Madre di Gesù Cristo, io non vengo a pregare. Io non ho niente da offrire, e niente da domandare. Io vengo solamente, o Madre, a vederti. Vederti, piangere di felicità, sapere che sono tuo figlio e che tu ci sei. Non più che per un istante, mentre tutto si arresta, a mezzogiorno. Restare con te, qui, in questo luogo dove stai tu. Non dir nulla, guardarti in viso, e far cantare il cuore nella sua lingua. Non dir nulla, ma solamente cantare perché si ha il cuore troppo pieno...».

G. Cesari, Madonna e santi (sec. XVI), chiesa di santa Lucia, Serra San Quirico (Ancona).
G. Cesari, Madonna e santi (sec. XVI), chiesa di santa Lucia, Serra San Quirico (Ancona – foto Paolo Ferrari).

«Scaccia da noi ogni male»

È necessario – avverte la Marialis cultus di Paolo VI – che la preghiera a Maria abbia un’impronta biblica. Ciò vuol dire che occorre «soprattutto che il culto alla Vergine sia permeato dei grandi temi del messaggio cristiano, affinché, mentre i fedeli venerano colei che è Sede della Sapienza, siano essi stessi illuminati dalla luce della divina Parola e indotti ad agire secondo i dettami della Sapienza incarnata» (MC 30).

In concreto, è bene che la preghiera a Maria abbia un suo triplice movimento di lode, di anamnesi e di supplica. In questo l’Ave Maria ha valore di esemplarità. Essa, infatti, si apre con un grido di ammirazione, unito a riconoscenza: «Rallegrati, Maria, piena di grazia! Il Signore è con te».

Segue l’anamnesi (il ricordo) di un avvenimento della storia della salvezza che motiva la lode: «Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù». In Maria si riconosce la donna nuova, la nuova Eva, che con la sua fede obbediente e con il suo generoso ha dato all’umanità la Vita stessa, il frutto benedetto del suo seno, Gesù, redentore e salvatore del mondo.

Nella sua seconda parte, l’Ave Maria si fa implorazione, supplica: «Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte». Contemplando la santità della Madre del Signore, che rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti, i fedeli si sforzano di crescere nella santità, debellando il peccato.

A Maria, congiunta intimamente e indissolubilmente al Figlio nell’opera della salvezza, si chiede che ci renda veri discepoli di Cristo e ci ottenga, con la sua molteplice intercessione, le grazie della salvezza eterna.

A Maria affidiamo i nostri "adesso", e cioè il tempo e il luogo dove viviamo le nostre primavere, le nostre estati, i nostri autunni e i nostri inverni; i nostri misteri di gioia, di dolore e di speranza.

All’intercessione misericordiosa di Maria affidiamo, fiduciosi, il nostro ultimo "adesso", quell’adesso transeunte che introduce nell’adesso intramontabile dell’eternità.

Giuseppe Daminelli

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[Modificato da Caterina63 20/01/2013 15:20]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)