Gentile Stefano,
è un gran piacere sempre leggerti, anche perché è stimolante eheheheh
Saluto poi tutti e mi spiace non avere più il tempo che avevo prima. Oggi ho un ritaglio e ne approfitto.<o:p></o:p>
Andiamo a noi. La domanda del nostro interlocutore è:<o:p></o:p>
Parlando del "parto senza dolore" trovo contraddittorio attribuire Is 66,7 e Ap 12 entrambi a Maria, in quanto se davvero ella non avesse sofferto nel parto questo contraddice Ap 12 dove la donna urla dal dolore delle doglie.<o:p></o:p>
Desidero farvi notare la subdola logica che si nasconde dietro questo ragionamento. Si parte cioè da due termini, sullo stesso piano, in contraddizione per dimostrare che l’equazione è falsa. Facendo una piccola digressione non so se qualcuno vi ha mai fatto il giochino matematico in cui alla fine sembra che 1+1=1 salvo poi scoprire che uno dei passaggi è matematicamente errato, ma apparentemente “ragionevole”.
Ecco, vorrei soffermarmi su due cose che ho detto: “sullo stesso piano” e “ragionevole”. Guardate come e soprattutto dove li ho usati.<o:p></o:p>
Comincio dal secondo termine. Mi chiedo e vi chiedo: un ragionamento se “ragionevole” è sempre vero? L’esperienza ci porterà tutti a dire che non è così e questo perché tante volte nella vita siamo stati indotti a mutare prospettiva, magari dopo l’esperienza fatta (in riferimento a cose pratiche) o magari dopo un maggior studio o perché qualcuno ci ha fatto notare che la nostra prospettiva era errata.
Capita infatti anche a me, nel mio campo, di ritrovarmi davanti ragazzi che giungono con loro impressioni… magari ragionevoli o carpite attraverso programmi televisivi (che ovviamente fanno un servizio generalista)… e dover correggere certe prospettive alla luce di una maggiore consapevolezza tecnica e storica. E se tutto ciò è vero per tutti i campi della vita e del sapere, ancor di più lo è per un tema così delicato come quello teologico e dottrinale! E questo perché su certi temi occorre serenità e soprattutto saggezza e attenzione nel saper riconoscere le direttrici del problema stesso. E qui devo passare al primo termine… quel “sullo stesso piano”.<o:p></o:p>
Infatti il nostro amico mette sullo stesso piano due elementi che sullo stesso piano non possono e non devono starci… ehehehe
E’ un problema d’altro ordine, come direbbe il mio Pascal…
Il nostro amico infatti realizza l’equazione ISAIA (donna senza doglie) – APOCALISSE (donna con doglie) = donne diverse o elementi diversi, il che è molto ragionevole per chi legge con occhio superficiale. Ed ecco che, ricordandoci che la realtà è spesso più complessa della prima impressione, dobbiamo mettere a fuoco alcune cosucce. Non voglio farla difficile e vado al cuore del problema.
Tutti sanno che Isaia è uno dei profeti e in quanto tale ha avuto da Dio il dono/privilegio di annunziare la Sua Parola e anche il progetto che Dio preparava per gli uomini. In questo progetto evidentemente il protagonista è il Cristo, il verbo che avrebbe assunto la Carne e avrebbe abitato tra noi. Ma accanto a lui troviamo una creatura particolarissima, ovvero colei che avrebbe accolto nel suo grembo il Salvatore. Creatura particolarissima per il privilegio enorme che ha avuto, per le prove che ha dovuto vivere e per tutte le conseguenze che il ruolo assegnatole da Dio ha significato. Ecco dunque che Isaia preannuncia ciò che sarebbe accaduto, preannuncia i prodigi che avrebbero caratterizzato l’arrivo del Messia e tra questi il parto virginale di Sua Madre.
Ma ecco l’inghippo: il nostro amico saltellando da Isaia a Apocalisse ritiene che i due testi biblici siano da leggere allo stesso modo.
E non lo può fare! Perché nascono in modo diverso, con finalità diverse e con prospettive totalmente diverse!
Ma capisco bene che non è colpa sua, anche perché oggi su Apocalisse si crede (o si fa credere) di tutto e di più.<o:p></o:p>
Apocalisse infatti è un testo “difficile”, proprio per la sua potenza immaginifica e per la complessa caratterizzazione delle figure e degli eventi che si presentano spesso paradigmatici di una o più delle realtà della storia dell’uomo e del progetto divino. Attenti a questa frase che ho appena detto, è necessariamente difficile ma riassume il discorso che segue. [Se poi Caterina vuole possiamo aprire un bel 3d sul modo corretto di porsi dinanzi al libro di Apocalisse].
Detto questo non dobbiamo fare come i testimoni di Geova che leggono Apocalisse letteralmente e nemmeno porci dinanzi a questo libro con la convinzione che sia una telecronaca. Ripeto che le immagini di Apocalisse devono considerarsi paradigi di realtà presenti passate e future della Signoria di Dio e del Cristo e di come tutto si compia in essi (“Io sono l’alfa e l’omega”), compreso l’inizio e la fine della storia umana.<o:p></o:p>
E allora vorrei inserire tra un po’ qualcosa sull’interpretazione della donna coronata di stelle di Apocalisse. Ricordo che le figure di Apocalisse NON SONO SPESSO UNIVOCHE e cioè ESCLUSIVE di una sola realtà. Ma proprio nelle figure femminili di Apocalisse abbiamo l’allegoria di tutte le realtà umane. Vi faccio uno schemino che così vi aiuti:
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Le donne di Apocalisse sono:<o:p></o:p>
-- La donna coronata di stelle che simboleggia il popolo di Dio e per alcuni aspetti che capirete in seguito, ANCHE Maria.
-- La donna sulla bestia rosso scarlatto (17, 1), che simboleggia Roma imperiale e pagana ma ANCHE la vita empia e lussuriosa di tutti i tempi e di tutti i luoghi.
-- La donna, sposa dell’Agnello, vestita di lino splendente (metafora della giustizia dei Santi), che rappresenta la Gerusalemme Celeste.<o:p></o:p>
Guardate che questo schemino non è casuale! La prima donna, la Chiesa (e Maria come immagine delle creature credenti e della Chiesa) è sottratta alle minacce fino al compimento, la terza donna (Gerusalemme Celeste) discenda da Dio in qunato già perfetta. La seconda (la prostituta) cavalca Satana ed è condotta da esso a insidiare i credenti, rappresentando i non credenti e i dissoluti che in questa vita seminano zizzania (ma poi sappiamo come va a finire a questa donna ehheeh)<o:p></o:p>
Come vedete le tre figure femminili sono l’immagine completa della terna spirituale possibile del genere umano: Chiesa peregrina sulla terra (di cui Maria è stata il fiore più profumato e in cui Maria continua a svolgere un ruolo particolarissimo[altro tema, vedi quello che scrissi tempo fa sull’argomento]), Chiesa Celeste, già perfetta nella santità, e forze del male che si oppongono a Dio e che trovano il campo di battaglia nel mondo.<o:p></o:p>
Ma adesso basta e passiamo a capire la figura di Apocalisse 12. Tenete dunque presente come le donne rappresentino delle realtà complesse e NON UNIVOCHE: popolo di Dio e ANCHE Maria (immagine della Chiesa e della fede) – prostituta come Roma imperiale (tutti i dissoluti e i viziosi che tentano i credenti). Dunque:
SEGUE<o:p></o:p>