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7. Conclusione: Chiesa, catechesi e catechista nel Nuovo Testamento

Qual è la figura della catechesi come essa appare dal Nuovo Testamento e di conseguenza, la figura tipica del catechista che ne emerge? Dopo l'esame analitico, siamo in grado di rispondere raccogliendo a fattore comune alcune indicazioni conclusive.

La catechesi, abbiamo visto, non è tanto il primo annuncio di Cristo, quanto piuttosto la risonanza ulteriore che esso provoca. Tale risonanza passa per la via della «cultura», intesa in senso generale, come la somma di tutte le caratteristiche storico-geografiche, come la situazione di un ambiente. Il Vangelo possiede un dinamismo dal di dentro che lo porta a incarnarsi in tutti i tipi di cultura umana, «risuona» in tutte le situazioni. L'evangelizzazione tende a diventare catechesi.

Il soggetto portante dello sviluppo dall'evangelizzazione alla catechesi è la comunità ecclesiale. Il messaggio di Cristo che essa accoglie la penetra in tutte le sue dimensioni e la spinge continuamente verso un'elaborazione ulteriore. La comunità si trova, così, in una situazione di crescita che la spinge ad essere sempre più se stessa e a confrontarsi arditamente con la situazione storica esterna in cui vive.

Nello sviluppo della comunità ecclesiale secondo queste due dimensioni parallele, interiore ed esteriore, si inserisce la figura del maestro, del catechista. Egli è, si può dire, figlio della sua comunità: condivide con essa la prima accoglienza del messaggio, il ritmo di crescita, la spinta coraggiosa all’inculturazione,

Non sarebbe pensabile in un isolamento individualista che lo dividesse dalla sua comunità. Non potrà permettersi ne l'avventura delle fughe in avanti, ne la nostalgia indolente del passato. Camminerà col ritmo del cammino della Chiesa. Ma il catechista, coinvolto pienamente nel giro della vita ecclesiale, non scompare in una massificazione anonima. Ha anche, rispetto alla sua comunità, una fisionomia propria, una responsabilità specifica, un suo tipo di servizio da prestare.

Le varie situazioni ecclesiali determinano di più: Giacomo, Timoteo, Tito, Giovanni hanno la loro funzione catechetica nell'ambito più ampio della responsabilità pastorale di insieme. Altrove la figura del catechista, scriba o maestro, è più specificata. In ogni caso per essere in grado di prestare un servizio importante, il catechista dovrà averne la competenza: dovrà conoscere ciò che deve insegnare. L'Antico Testamento, il messaggio di Cristo nel Nuovo Testamento, il cammino di tutta la Chiesa guidata dallo Spirito verso la «verità completa» gli dovranno essere familiari. Il catechista sa che ha sempre ancora da imparare e ci si impegna.

Gli dovrà essere familiare il mondo degli uomini in cui vive. Attento ai segni dei tempi, capace di saperli leggere e interpretare, sarà aperto e sensibile ai problemi, alla mentalità, ai modi di esprimersi dei suoi contemporanei. Sarà un uomo del suo tempo, senza lasciarsi dominare dal suo tempo. La sua figura ideale non sarà quindi né quella di un intellettuale che si chiude oziosamente nel giro delle sue elucubrazioni (cfr.2Pt1,16), né quella dell'empirico praticone che agisce senza idee.

Saprà mettere il messaggio a contatto con la vita e la vita a contatto col messaggio. Il catechista, maestro, impara anche dalla vita ciò che insegna. Un aspetto irrinunciabile dei suo servizio ecclesiale è l'impegno non solo a evitare una dicotomia tra il contenuto che presenta e la vita che conduce, ma, positivamente, a imparare provando e riprovando di persona.

Queste tre dimensioni unite insieme - conoscenza di Cristo, conoscenza dell'uomo, impegno appassionato nella vita - comporteranno un tono di autenticità, di aderenza, di creatività che permetteranno al catechista di rendere persuasivo il suo discorso. «È parso bene anche a me - scrive Luca proprio all'inizio del suo Vangelo - dopo essere riandato alla sorgente dei fatti, di scrivertene in ordine e con esattezza, carissimo Teofilo, poiché tu possa conoscere più approfonditamente la solidità dei discorsi mediante i quali fosti catechizzato» (Lc1,3-4).

Luca ci mostra che sia il catechista che la Chiesa catechizzante hanno bisogno di confrontarsi con le fonti per una conoscenza più approfondita dell’oggetto della loro catechesi. C'è un movimento ciclico, ma a spirale ascendente. Si partirà sempre dal messaggio di Cristo, gli si farà strada fino a trovare gli uomini dove sono, facendolo germogliare nella loro cultura.

Ma, poi il movimento di inculturazione, sviluppandosi, dovrà riprendere contatto col messaggio primigenio, confrontarsi radicalmente con esso, e ripartire per una nuova fase, un nuovo giro della spirale ascendente, finché «non ci incontriamo tutti nella unità della fede e della conoscenza approfondita del Figlio di Dio, crescendo ora verso l'uomo perfetto, verso la misura della statura della pienezza di Cristo» (Ef4,13).


Testi dello stesso autore presenti sul nostro stesso sito www.gliscritti.it  


Il “circolo giovanneo” e il cammino della chiesa verso la Gerusalemme celeste
Per conoscere l´Apostolo Paolo
Perché non montassi in superbia mi è stata messa una spina nella carne (2 Cor 12, 7)
Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi (Ap 12,1-6)



[Approfondimenti]



[Modificato da Caterina63 07/03/2011 19:40]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)