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Visita di Benedetto XVI alla sede de "L'Osservatore Romano"

Pope Benedict  XVI signs a guestbook as he is flanked by Giovanni Maria Vian (L), editor-in-chief of Osservatore Romano newspaper during his visit, in the Vatican July 5, 2011.


CITTA' DEL VATICANO, 5 LUG. 2011 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha compiuto una visita alla sede de "L'Osservatore Romano" in occasione del 150° anniversario di fondazione del quotidiano, il primo numero del quale uscì il 1° luglio 1861.

  Il Santo Padre, nel salutare il Direttore, il Vicedirettore e i redattori del giornale,  ha presentato le sue felicitazioni per questo importante anniversario ed ha detto:  "Mediante la vostra opera quotidiana, nascosta e non priva di fatica, voi date vita a questo singolare mezzo di comunicazione che si pone al servizio del ministero del Successore di Pietro, per portare uno specifico contributo alla diffusione del Vangelo e alla testimonianza alla verità. Infatti, diffondendo gli insegnamenti del Papa, informando sulla sua attività e su quella della Curia Romana, e facendosi eco della vita cattolica nel mondo, 'L'Osservatore Romano' aiuta i fedeli a considerare i problemi del momento alla luce della parola di Cristo e del Magistero della Chiesa e nella costante attenzione  ai  segni  dei tempi. In questa prospettiva, il quotidiano della Santa Sede si presenta come una preziosa risorsa, che chiede di esse­re sempre meglio conosciuta e valorizzata".

  "Continuate, cari amici, ad operare con gioia nel grande 'areopago' della comunicazione moderna, facendo tesoro della lunga storia di questa insigne testata" - ha proseguito il Pontefice - "La memoria del passato è feconda se diventa occasione per attingere a solide radici e guardare con speranza al futuro".

  "Non dimenticate che" - ha concluso il Santo Padre - "per portare a compimento la missione affidatavi, occorre certo un'adeguata formazione tecnica e professionale, ma è necessario soprattutto che coltiviate incessantemente in voi uno spirito di preghiera, di servizio e di fedele adesione agli insegnamenti di Cristo e della sua Chiesa".



Il testo integrale del Papa






Cari fratelli e sorelle, sono lieto di potervi incontrare nella sede del quotidiano "L'Osservatore Romano", dove ogni giorno voi svolgete il vostro lavoro, un lavoro prezioso e qualificato, al servizio della Santa Sede. Vi saluto tutti con affetto. Saluto il Direttore, prof. Giovanni Maria Vian, il Vicedirettore, i redattori e tutta la grande famiglia di questo giornale. Pochi giorni fa, il 1° luglio, "L'Osservatore Romano" ha raggiunto il notevole traguardo dei 150 anni di vita. Vorrei dirvi di vero cuore come si fa in casa: buon compleanno!

Questa ricorrenza suscita sentimenti di gratitudine e di legittima fierezza, ma, accanto alle commemorazioni particolari e solenni ho voluto venire anche qui, in mezzo a voi, per esprimere la mia riconoscenza a ciascuno di coloro che il giornale concretamente lo "fanno", con passione umana e cristiana e con professionalità. Da molto tempo ero realmente curioso di vedere come si fa oggi un giornale, dove nasce il giornale, e conoscere almeno per un momento le persone che fanno questo nostro giornale. Ho avuto adesso la gioia di scoprire il modo moderno, totalmente diverso da quello di cinquant'anni fa, in cui un giornale nasce. Esige molta più, diciamo, creatività umana che lavoro tecnico. E così questa "officina" è certamente dedicata al fare, ma prima, soprattutto, al conoscere, al pensare, al giudicare, al riflettere. Non è nemmeno solo una "officina": è soprattutto un grande osservatorio, come dice il nome. Osservatorio per vedere le realtà di questo mondo e informarci di queste realtà. Mi sembra che da questo osservatorio si vedano sia le cose lontane come quelle vicine. Lontane in un duplice senso: anzitutto lontane in tutte le parti del mondo, come sono le Filippine, l'Australia, l'America Latina; questo per me è uno dei grandi vantaggi dell'"Osservatore Romano", che offre realmente un'informazione universale, che realmente vede il mondo intero e non solo una parte. Per questo sono molto grato, perché normalmente nei giornali si danno informazioni, ma con una preponderanza del proprio mondo e ciò fa dimenticare molte altre parti della terra, che sono non meno importanti. Qui si vede qualcosa della coincidenza di Urbs et Orbis che è caratteristica della cattolicità e, in un certo senso, è anche una eredità romana: veramente vedere il mondo e non solo se stessi.

In secondo luogo, da questo osservatorio si vedono le cose lontane anche in un altro senso: "L'Osservatore" non rimane alla superficie degli avvenimenti, ma va alle radici. Oltre la superficie ci mostra le radici culturali e il fondo delle cose. È per me non solo un giornale, ma anche una rivista culturale. Ammiro come è possibile ogni giorno dare dei grandi contributi che ci aiutano a capire meglio l'essere umano, le radici da cui vengono le cose e come devono essere comprese, realizzate, trasformate. Ma questo giornale vede anche le cose vicine. Qualche volta è proprio difficile vedere vicino, il nostro piccolo mondo, che tuttavia è un mondo grande.

C'è un altro fenomeno che mi fa pensare e del quale sono grato, cioè che nessuno può informare su tutto. Anche i mezzi più universalistici, per così dire, non possono dire tutto: è impossibile. È sempre necessaria una scelta, un discernimento. E perciò è decisivo nella presentazione dei fatti il criterio di scelta: non c'è mai il fatto puro, c'è sempre anche una scelta che determina che cosa appare e che cosa non appare. E sappiamo bene che le scelte delle priorità oggi sono spesso, in molti organi dell'opinione pubblica, molto discutibili. E "L'Osservatore Romano", come ha detto il Direttore, nella sua testata si è dato da sempre due criteri: Unicuique suum e Non praevalebunt.

Questa è una sintesi caratteristica per la cultura del mondo occidentale. Da una parte, il grande diritto romano, il diritto naturale, la cultura naturale dell'uomo concretizzata nella cultura romana, con il suo diritto e il senso di giustizia; e dall'altra parte il Vangelo. Si potrebbe anche dire: con questi due criteri - quello del diritto naturale e quello del Vangelo - abbiamo come criterio la giustizia e, dall'altra parte, la speranza che viene dalla fede. Questi due criteri insieme - la giustizia che rispetta ognuno e la speranza che vede anche le cose negative nella luce di una bontà divina della quale siamo sicuri per la fede - aiutano ad offrire realmente un'informazione umana, umanistica, nel senso di un umanesimo che ha le sue radici nella bontà di Dio. E così non è solo informazione, ma realmente formazione culturale.

Per tutto questo vi sono grato. Di cuore imparto a tutti voi, ai vostri cari la Benedizione Apostolica.



Pope Benedict  XVI (L) is greeted as he arrives for a visit to the Osservatore Romano newspaper office in the Vatican July 5, 2011.

Pope Benedict XVI visits the Osservatore Romano newspaper office in the Vatican July 5, 2011.

[Modificato da Caterina63 05/07/2011 19:20]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)