00 12/08/2011 19:19
Nella Sala Stampa della Santa Sede presentate le novità

Messaggio sensibile alle attese dei giovani


 

Sarà la difficile situazione dei giovani costretti a vivere in un ambiente "di fluidità e di incertezze come quello odierno" a catalizzare l'attenzione di Benedetto XVI durante la Giornata mondiale della gioventù di Madrid.

Lo ha reso il diretto della Sala Stampa della Santa Sede, il gesuita Federico Lombardi, stamane, venerdì 12 agosto, a poche ore dall'apertura ufficiale, con la messa che sarà celebrata martedì dal cardinale arcivescovo della capitale spagnola Antonio María Rouco Varela, e dal successivo arrivo del Papa, previsto giovedì 18. Nel fare il punto della situazione con i giornalisti accreditati che seguiranno il Pontefice in terra iberica, Lombardi ha sottolineato che Benedetto XVI "si reca in Spagna per la Gmg, per portare un messaggio estremamente positivo e impegnativo per tutti i giovani del mondo".

Per Papa Ratzinger si tratta del ventesimo viaggio internazionale, quattordicesimo in Europa, terzo in Spagna, dopo quelli a Valencia nel luglio 2006 e a Santiago de Compostela e Barcellona del novembre scorso. E sebbene da Pontefice non abbia ancora visitato Madrid, in passato vi si è recato in diverse occasioni pernottando presso il monastero dell'Escorial. Benedetto XVI è inoltre alla terza esperienza con i giovani di tutto il mondo, dopo quelle di Colonia nell'agosto 2005 e di Sydney nel luglio 2008. Quello del radicamento in Cristo - ha detto padre Lombardi commentando il motto della Gmg "Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede", tratto dalla lettera di san Paolo ai Colossesi (2, 7) - è uno dei temi del Pontificato e appare particolarmente importante soprattutto per i giovani che devono costruire e orientare la loro vita futura".

Dopo aver illustrato il logo della XXVI Gmg e presentato alcune pubblicazioni collegate al viaggio del Papa, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede si è soffermato in particolare sul messale curato dall'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice che in questa occasione è preceduto da un'ampia introduzione.

Per l'Apostolo - vi si legge tra l'altro in merito al motto - essere radicati implica un'appartenenza, legami forti con le proprie origini. Quindi sebbene la Giornata mondiale della gioventù abbia come sede la città di Madrid, il centro nevralgico al di là del continente in cui viene celebrata, è sempre Pietro, il Vicario di Cristo in terra. Per questo nel corso della Gmg sono in programma vari incontri di Benedetto XVI con differenti gruppi di giovani: docenti universitari, consacrati e consacrate, seminaristi, disabili, volontari.

Tra le novità segnalate: la messa di apertura che sarà celebrata con il nuovo rituale del beato Giovanni Paolo II, la presenza di un quinto dell'piscopato mondiale (ben ottocento presuli), la partecipazione di Benedetto XVI a tutta le celebrazione della via Crucis (in passato l'aveva soltanto introdotta), il pranzo offerto dal ministro della presidenza Ramón Jáuregui, che è anche presidente del comitato organizzatore governativo, al cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato di Sua Santità. È in programma venerdì 19, nelle stesse ore in cui, in nunziatura, il Papa pranzerà con dodici giovani.

Con il porporato - che sarà accompagnato dal sostituto Giovanni Angelo Becciu e dal nunzio apostolico Renzo Fratini - si ritroveranno al palazzo della Moncloa tra gli altri anche il ministro degli esteri Trinidad Jiménez e l'ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede, María Jesús Figa López-Palop.
Rispondendo infine alle domande dei giornalisti, padre Lombardi ha anche sottolineato come il contesto sia "quello della società spagnola di oggi, ma il centro e l'impostazione è questo grande incontro che la Spagna ospita con grande cordialità e attenzione". Quanto a eventuali iniziative di protesta, ha ricordato come "a volte prima di un viaggio del Papa ci siano manifestazioni contrarie", com'è successo per esempio a Malta o in Inghilterra: "sempre da parte di chi ha una opinione differente si coglie l'occasione per fare notare la propria posizione e situazione, non mi pare che questo dia luogo a particolare stupore o preoccupazione, fa parte della vita dei paesi democratici: chi non è d'accordo lo dice liberamente e nelle forme appropriate, poi ci sono tantissime persone contente di vedere il Papa".

Infine è stato reso noto che la prossima Giornata mondiale della gioventù sarà celebrata a Rio de Janeiro, tra due anni, nel luglio 2013.



(©L'Osservatore Romano 13 agosto 2011)



L’economia dell’indulgenza che spiaceva a Lutero e stupirebbe Marrazzo

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Papa B16"Non chiedo anni, ma anime", rispose san Francesco a Papa Onorio, che gli chiedeva di monetizzare in soldoni di purgatorio quella sua irrituale richiesta di indulgenza per i peccatori, che da allora si chiama Perdono d’Assisi. Proprio nel suo giorno, il 2 agosto, la Penitenzieria apostolica ha decretato che i giovani che si confesseranno a Madrid, durante la Giornata mondiale della gioventù, potranno lucrare l’indulgenza plenaria, come formalmente richiesto dal cardinale Antonio María Rouco Varela  (era già avvenuto a Sydney e Colonia). Come allora a Papa Onorio, al secolarizzato mondo di oggi quell’offerta di rimettere non solo la colpa ma anche la pena può sembrare anacronistica, fuori tempo, appunto. E del resto quei 200 orrendi confessionali-gazebo piantati alla bisogna nei Jardines del Buen Retiro, nel loro tentativo di non mostrarsi respingenti per i giovani, qualcosa di forzosamente anacronistico, come tutto ciò che vuol apparire attuale, la mostrano. Fanno il paio con la copertina gialla e quel nome da cartone animato, “YouCat”, maldestramente dato alla versione “per voi giovani” del Catechismo.

Invece la posta in palio, soprattutto per Benedetto XVI, è più alta. Non solo chiede anime, ma ha anche qualcosa da dire al secolo del moralismo psicanalizzato e di massa in cui vivono le migliaia di giovani di Madrid. Quello stesso per cui ci si può macerare, persino chiudere in monastero, vergognarsi dei propri errori. Ma sempre come un fatto privato, una legge morale ben sepolta dentro di sé e nessun cielo stellato di sopra, a decidere cosa sia bene e cosa male. Insomma senza mai riuscire a individuare una differenza tra un “peccato” e un’infrazione alla doxa sociale. Per fare un esempio, l’intervista ferragostana di Piero Marrazzo a Concita De Gregorio è, da questo punto di vista, un’apoteosi dello Zeitgeist. Ho sbagliato, dice, “ho fatto un errore. Di questo errore voglio chiedere scusa. Ho sbagliato, scusatemi”. Il quale “errore più grande di tutti”, non è però aver trasgredito una legge ritenuta davvero sacra. Ma “una mia fragilità di fondo, un bisogno privato e così difficile da spiegare, una mia debolezza”. Insomma l’errore è avere debolezze, perché “un uomo che assume un incarico pubblico non può avere debolezze”. Il contrario dell’idea stessa dell’indulgenza, per la quale l’inadeguatezza non preclude la salvezza. Idea piuttosto destabilizzante, per chi ritiene che si possa al massimo “fare un percorso”. Come alle terme.

Invece “l’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati…  acquista per intervento della chiesa, la quale, come ministra della redenzione (…) dispensa e applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi” (Paolo VI, costituzione apostolica “Indulgentiarum doctrina”, 1967). Una cosa che irrita, anche già solo nel modo di esprimersi. Le indulgenze infatti sono un vero “tesoro”, “costituito dai meriti infiniti di Cristo”, al quale la chiesa può “attingere”. E’ noto che la cosa indispettì già Lutero: sosteneva che le indulgenze non avessero valore essendo solo una remissione della pena canonica da parte della chiesa. Il Concilio di Trento riconfermò la dottrina, e condannò Lutero. Ma è indubbio che nei secoli successivi il mondo abbia seguito più il monaco che il Papa. Che invece ora a Madrid offre ai giovani la  sua buona economia. I debiti, insegna la chiesa, si cancellano non lasciandoli al macero ma con un surplus di investimento di grazia. Così quest’anno la chiesa ha voluto che in quei bislacchi confessionali venga perdonato persino “il peccato gravissimo” dell’aborto, solitamente riservato alla giurisdizione dei vescovi.

di Maurizio Crippa





[Modificato da Caterina63 17/08/2011 23:38]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)