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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 31/01/2005 22.35
LEGANDOMI AL MESSAGGIO 9.....ALLACCIO QUESTO PER CONCLUDERE IL MIO INTERVENTO.....
 
Un mondo incerto e vulnerabile, accende i fondamentalismi religiosi?

Massimo Introvigne: Tutto dipende dalla definizione di "fondamentalista", che non è univoca. Nel mio libro distinguo la domanda religiosa in cinque nicchie: ultra-progressista, progressista, conservatrice, fondamentalista e ultra-fondamentalista. I criteri per distinguere queste cinque nicchie sono diversi, alcuni piuttosto tecnici.

Me ne indichi uno.

Massimo Introvigne: L’atteggiamento rispetto alla separazione post-illuminista fra religione e cultura, dunque anche fra religione e politica.
Il progressista accetta la separazione come inevitabile, e l'ultra-progressista la accetta con entusiasmo.
Il fondamentalista rifiuta la separazione in linea di principio ma è disponibile a qualche inevitabile compromesso; l'ultra-fondamentalista non è disponibile ad alcun compromesso e si separa radicalmente dalla società o cerca di sovvertirla con la violenza.
Il conservatore (una posizione in cui quantitativamente si riconosce la maggioranza delle popolazioni che al mondo si dichiarano religiose) non accetta né la separazione radicale illuminista né la fusione fondamentalista tra religione e cultura: vorrebbe una distinzione senza separazione, un'autonomia della cultura e della politica che non impedisca alla religione di dire la sua in questi campi.
Per ragioni politiche che si tratti di islam o di Europa una certa stampa chiama "fondamentalisti" i conservatori, i fondamentalisti e gli ultra-fondamentalisti. Ma sono posizioni molto diverse.
Nell'islam il primo ministro turco Erdogan è un conservatore, il predicatore di “Al Jazzira” Qaradawi è un fondamentalista, e bin Laden è un ultra-fondamentalista. In ambito cristiano sia Bush che Buttiglione sono conservatori, ma la polemica politica li bolla come "fondamentalisti".

Cosa vuole un fondamentalista religioso: certezze, ritornare al passato, morire per rinascere?

Massimo Introvigne: Anche qui è cruciale la differenza fra conservatori, fondamentalisti e ultra-fondamentalisti. Direi che nessuno dei tre vuole ritornare al passato.
Nell'islam in particolare il fondamentalismo è una forma moderna che intende restaurare la legge islamica con gli strumenti della politica del Novecento e si distingue da forme tradizionaliste (come quelle prevalenti in Arabia Saudita e chiamate dai loro avversari - ma non dai loro fedeli - wahhabite) che invece usano strumenti tradizionali e si concentrano sulla morale più che sulla politica.

L'economia ha a che vedere, con i fondamentalismi, o siamo di fronte ad un tema "spirituale"?

Massimo Introvigne: Quando la scuola sociologica cui mi ispiro parla di "mercato religioso" o "economia religiosa" sta usando strumenti e modelli economici per studiare la religione. Ma questo è un atteggiamento metodologico, che non significa affatto ridurre la religione o anche il fondamentalismo a un fenomeno che ha motivazioni prevalentemente economiche.

L’ Occidente ha delle responsabilità nell'emergere del fondamentalismo islamico?

Massimo Introvigne: Sì, perché ha favorito regimi nazionalisti e laicisti - si pensi alle dittature militari nel Mahgreb e allo stesso Saddam Hussein, a lungo appoggiato dall'Occidente - che hanno represso con uguale zelo conservatori, fondamentalisti e ultra-fondamentalisti. Se tutti sono repressi, gli unici in grado di funzionare nella clandestinità sono gli ultra-fondamentalisti.

La repressione che dovrebbe stroncare il fondamentalismo in realtà ne favorisce le forme più estreme. Lei cosa ne pensa?

Massimo Introvigne: Più in generale l'Occidente soffre di una sorta di "sindrome di Voltaire" per cui va alla ricerca (spasmodica specie in Francia) di musulmani progressisti e ultra-progressisti che o non esistono, o sono generali in grado di governare solo sulla punta delle baionette, o ancora sono intellettuali che vanno benissimo per partecipare a congressi in Europa ma non contano nulla nei loro paesi e neanche nell'emigrazione.

L'alternativa al fondamentalismo non è l'islam progressista ma quello conservatore. Lei come esperto: come prevede il futuro immediato, per quanto riguarda il fondamentalismo di matrice islamica? Crescerà?

Massimo Introvigne: Direi di no. Se i mercati religiosi si aprono, e la democrazia ne permette un funzionamento normale, l'islam conservatore batte quello fondamentalista, come dimostrano i casi della Turchia, della Malesia, dell'Indonesia.

Cosa ne pensa dei fondamentalismi laici? Si tratta di un fenomeno nuovo?

Massimo Introvigne: L'anticlericalismo è un fenomeno antico. Tuttavia i fondamentalismi laici che vediamo esprimersi in Francia nelle leggi contro le cosiddette "sette" e contro i simboli religiosi, o all'Unione Europea nel caso Buttiglione, sono una reazione al fatto che la religione, che secondo i laicisti doveva sparire, ritorna invece in forme nuove e impreviste.
 
 
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Da: Soprannome MSN°°AlbY°°° Inviato: 31/01/2005 22.53
Per concludere: ognuno deve portare alta la sua fede e proclamarla, ma si deve fermare qui, senza  giudicare che l'altro è senza ombra di dubbio nell'errore, specialmente quando questo non riguarda l'essenza della fede, ma solo alcuni aspetti.
La proclamazione della propria fede non è fondamentalismo, lo diventa quando ci si pone di fronte agli altri come i depositari della verità assoluta, fuori dalla quale tutto il resto è menzogna, ignoranza o peggio.
 
Caro Iyvan, voglio commentare questa frase, dove sono pienamente d'accordo con te, sulle altre lo sono un po' meno ma tralascio i commenti perché ho letto che Caterina ti ha già risposto e non voglio ripetere le stesse cose...
Dicevo che in ciò che hai scritto mi trovi d'accordo, e nel caso del cristianesimo questo concetto diventa ancora più grave, la maggior parte di coloro che si dicono cristiani sono molto attenti ad osservare i precetti delle loro chiese, e spesso si sentono a posto con la coscienza solo per il fatto di appartenere ad una certa denominazione religiosa o di svolgere con successo un'attività evangelizzatrice, in questo tranello ci cadiamo davvero in molti, e spesso, tanto da dimenticare le parole di Paolo:
1Corinzi 4:3 A me però, poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano; anzi, io neppure giudico me stesso,
1Corinzi 4:4 perché anche se non sono consapevole di colpa alcuna non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!
1Corinzi 4:5 Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.
Lo stesso Gesù ha ripetuto più volte di non giudicare per non essere giudicati, egli ha rotto tutti gli schemi umani e religiosi, ha esaltato il pubblicano, il samaritano (che equivaleva al pagano, all'idolatra), ha promesso il paradiso al ladrone prima di tutti gli altri, ha dato da pascere il Suo gregge all'apostolo che lo aveva rinnegato.
Questo solo per farci capire che la nostra giustizia e quella di Dio sono molto lontane, e nel momento in cui giudichiamo qualcuno, ci mettiamo al posto di Dio, il solo a cui spetta il giudizio.
E in questo è molto facile incorrere quando si fa della Parola di Dio una legge umana, quando si impugna la Bibbia per nuocere all'uomo.
Dio ha detto che chiederà conto all'uomo del sangue del fratello, e questo non significa solo ferire materialmente un altro uomo, il sangue nella Bibbia rappresenta l'energia vitale, un uomo si può ferire anche spiritualmente, con una frase a sproposito, e di questo ci verrà chiesto conto!
Come pensiamo di ricevere da Dio la corona di gloria se continuiamo a ferire altri uomini che volente o nolente Dio chiama nostri fratelli?
E non trinceriamoci dietro alla nostra appartenenza a Cristo, ogni uomo può essere di Cristo in misura maggiore di quanto lo siamo noi, anche se all'apparenza non sembra cristiano perché magari appartiene ad un'altra confessione o religione, ma quando ci presenteremo davanti al trono di Dio potremmo trovarlo già lì, vicino a Cristo, e allora la nostra vergogna sarà grande!
Cristo ci ha ordinato di proclamare sui tetti ciò che abbiamo udito, e noi dobbiamo farlo, ma senza giudicare gli altri e lasciando a Lui solo il compito di stabilire chi è nostro fratello e chi no.
 
AlbY

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Da: francesco2 Inviato: 01/02/2005 12.45
Pace a tutti.
 
Mi chiedo e chiedo a voi, al fratello Lyvan : esiste un fondamentalismo contro Dio?
 
Secondo me si!
" Date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio!"
Un uomo politico con falsa umiltà dice di fare gli interesse del popolo, poi con coalizioni asservite per conservarsi un potere impongono all'uomo con la scusa della libertà delle leggi che sono contro Dio, ingannano illudono la gente che crede, in fede ad una falsa libertà, che essi agiscono per il loro bene. Questo sinuoso fondamentalismo è molto più lesivo del fondamentalismo cristiano perchè l'uomo finisce per per confondere quello che è bene con il male e il male con il bene come aveva profetato Isaia.
Un legislatore deve ricordarsi che dare a Dio quel che gli compete non è solo la libertà di professare la propria fede, ma proprio di forumulare leggi che non si oppongano a Dio.
Diversamente esiste e subiamo un fondamentalismo politico e sociale che vive ponendosi contro il Progetto della salvezza.
 
Indubbiamente il Cristianesimo è già in sè un fondamentalismo: chi viene a conoscenza di Gesù e lo rifiuta e lo combatte, si sceglie da solo la morte eterna dell'anima, cioè, l'allontanamento da Dio per sempre. E' un messaggio che sconcerta, ma è la verità. Però Gesù non si ferma al messaggio fondamentalista, è l'Unico che ci dona gli strumenti, i carismi, lo Spirito di verità, la Chiesa con i Sacramenti. Lo sforzo più grande l'ha fatto Gesù, noi dobbiamo solo seguirlo.
 
Un re, un presidente un governatore devono capire che sopra di loro c'è Dio, un politico che pensi che sopra di lui non ci sia nulla oltre al popolo, diventa un tiranno, questo diventa il totalitarismo anche comunista che vive senza pensare di dover dare a Dio quello che gli aspetta, la vita delle persone che gli sono affidate nel sociale.
 
Ma nessuno si lamenta di questo fondamentalismo politico, nessuno si lamenta di quanto siamo obbligati a dover accettare certe legislature che stanno minando la vita degli uomini, della famiglia, dei bambini, degli anziani, le dobbiamo subire perchè questo dice la legge.
Fondamentalismo in nome della libertà che si spinge a mettersi al posto di Dio.
Preghiamo che i politici ricordino che devono dare anche a loro a Dio quello che gli compete.
 
Sia lodato Gesù Cristo
 

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Da: Soprannome MSNIyvan5 Inviato: 01/02/2005 15.59
Caro Francesco e tutti,
 
non posso che condividere le tue osservazioni, come anche l'ultimo post di Alby.    E' vero, il fondamentalismo si esprime in molti modi, ma c'è un unico modo per definirlo: Imposizione del proprio credo, religioso o anche politico,  come unica e assoluta verità, escludendo tutto quanto non gli appartiene.
In misura più o meno accentuata, con effetti più o meno vistosi e a volte impietosi, lo siamo un po' tutti e questo è anche abbastanza ovvio: ognuno di noi non può che essere coerente con il proprio credo, che non sarebbe tale se non fosse soggettivamente considerato come l'unica verità.
Certamente la verità non può essere che una, ma il fondamentalismo è anche il rifiuto che tante altre piccole o grandi verità possano farne parte.
Io penso che Gesù disse molto, ma non tutto. Lo scibile divino non può essere di colpo innestato nella mente dell'uomo, ma ad esso ci si può arrivare solo gradualmente e parzialmente, con una progressiva comprensione. 
 
Dal seme germoglia una pianta molto diversa dalla forma stessa del seme, sviluppando elementi che non potevano essere evidenti al momento della semina.
Da due elementi dissimili, come l'ossigeno e l'idrogeno, nasce un nuovo elemento totalmente diverso, ossia l'acqua.
 
Così è per tutte le cose, anche per il pensiero umano.
Se gli atomi di ossigeno e di idrogeno si ostinassero a restare separati escludendo l'uno la verità dell'altro, pur essendo in se stessi una verità parziale, non potranno mai dare luogo a quella terza verità più complessa costituita dall'acqua.
 
Ho fatto queste analogie solo perchè inducano ad una riflessione. Gesù è il seminatore e il seme è la Sua Parola, ma a volte facciamo l'errore di cristallizzarci su questa prima fase considerandola conclusiva mentre in realtà può essere solo l'inizio di una visione ben più ampia e complessa che ci porta a rivalutare anche il passato in funzione di essa.
 
Non possiamo non considerare il fatto che, se tutte le cose vengono fatte nuove, è perchè è in questa nuova visione che possiamo essere più vicini alla verità, molto di più di quanto non lo fossimo prima. Tuttavia, la Verità Assoluta è solo in Dio e l'uomo non ha la capacità di assorbirla se non in parte e gradualmente.
Possiamo riconoscere in Cristo la verità, in Lui e per ciò che ha ritenuto di dirci, ma non possiamo considerare menzogna tutto quanto non abbia espressamente detto, quando questo non sia in contrasto con le Sue Parole, dico solo le Sue e non quelle di altri che solo a queste si sono rifatti.
 
In altre parole, l'essere assolutisti oltre misura non può mai essere positivo: da una finestra aperta Dio può sempre entrare e sorprenderci, ma se questa finestra la spranghiamo è evidente che il nostro orizzonte non potrà mai estendersi oltre le pareti della nostra stanza.
 
Questo non significa ovviamente dover rinunciare alle proprie convinzioni, ma solo ampliarle in una visione di insieme meno restrittiva. 
 
Ma, come ho già detto, questa è solo la mia modestissima opinione che è solo parte del mio sentire, che non sto proclamando, ma semplicemente esponendo come spunto di riflessione.
 
iyvan