Cari fratelli tutti,
se vi chiamo così è perchè tali vi considero.
Vedete, tutto parte dal cuore, ciò che il cuore dice la mente tenta di elaborarlo, ed è qui che occorre stare molto attenti perchè non si verifichi una sorta di dicotomia che ci faccia ragionare solo con la mente o solo col cuore. Le due cose devono procedere perfettamente in sintonia ed accettarsi vicendevolmente.
Le mie non sono quindi elaborazioni filosofiche e neppure sono semplicemente un'espressione emotiva, ma è solo ciò che sento, accettato quindi sia dalla mente che da cuore.
Mi si dice: "Tu stai sbagliando". Io rispondo che sbaglierei se mi opponessi al mio sentire, sbaglierei se adeguassi il mio pensiero a quello degli altri nel presupposto che la verità stia solo da una parte.
Così com'è giusto che gli altri possano, per la stessa ragione o altre, non condividere il mio pensiero.
Io non sto cercando condivisione, ma sto solo esprimendo me stesso senza avere la presunzione di considerare sbagliate delle idee diverse dalle mie. In un certo senso anche questo mio modo di essere potrebbe essere scambiato per fondamentalismo, dato che non posso accettare ciò che non rientra nel mio modo di sentire la divinità.
Io mi affido a Dio e lascio aperta la mente e il cuore perchè il Suo Spirito abbia completo libero accesso. Le risposte che sottilmente, e anche a volte concretamente, mi giungono attraverso l'emergere di progressive intuizioni, collimano sempre con il Dio proposto da Cristo e nessun altro, e non con un Dio che si schiera in guerre fraticide, esige sofferenza, e punisca con il fuoco eterno chi nel corso di questa vita non è riuscito a comprendere ciò che è bene e ciò che è male.
Non è Dio che condanna, ma è lo spirito stesso che macera nella sofferenza della sua incomprensione finchè non avrà capito. Questo è uno stato infernale che non ha scadenza, ma questa non scadenza deve necessariamente coincidere con un concetto di eternità?. Quale Dio potrebbe condannare in eterno per delle colpe dovute all'imperfezione e all'incapacità di comprensione umana? La parabola del figliol prodigo non si esaurisce nel corso di ciò che si può avere oppure no compreso nel corso di questa vita terrena.
Caro Francesco,
non c'è motivo di sentire confusione. E' giusto che tu segua con coerenza ciò che senti, cioè la tua interiorità. Dio è Uno e lo si può raggiungere attraverso percorsi diversi che non per tutti debbono essere necessariamente gli stessi.
Se tu lo percepisci come lo presentava il Vecchio Testamento, e che in tal modo accreditava la giustezza delle guerre sante e lo spargimento di sangue, va bene così, allo stesso modo di come per me va bene percepirlo secondo un'immagine diversa che rifugge da quelle cose, l'importante è che ci sia Cristo nel cuore.
E' solo un modo diverso di sentire la stessa verità, che non può essere imposto.
Ecco, il fondamentalismo è ciò che invece fa dire: "No, il tuo modo di sentire Dio è sbagliato. esiste un solo modo ed è quello che la Chiesa propone, ogni altro modo è errato".
E' ovvio che non mi sto riferendo a verità di base che rimangono comunque comuni.
Per esempio, una verità di base è l'esistenza dell'Inferno. Io non confuto questa realtà, ma semplicemente la percepisco come uno stato dello spirito in assenza di luce, uno stato che potrebbe trascinarsi anche in un tempo eterno se continua a persistere il rifiuto dell'aiuto divino.
Escludere che la misericordia di Dio possa consentire una risalita è per me una forma d' integralismo eccessivo.
Ma, alla fine, Gesù potrebbe considerarmi un cristiano a metà solo perchè non concepisco una pena eterna per chi ha sbagliato nel corso di una limitata vita terrena?
Lui disse che solo un peccato non può essere perdonato: quello contro lo Spirito Santo. E cos'altro è se non il rifiuto della grazia divina? Proprio così, lo spirito non può svincolarsi dal buio finchè non riesca a comprendere che solo l'invocazione a Dio può ridargli la luce.
Questo è lo stato del demone, che si ritiene irreversibile.
Però io dico che la misericordia divina non ha confini e nessuno può affermare con certezza assoluta che Dio non possa, sia pure tra miliardi e miliardi dei nostri anni, permettergli a sua volta la risalita.
Questo è ciò che mi auspico e spero, ed è il Dio in cui io fermamente credo, senza cadere nell'assolutismo di un eccessivo fondamentalismo.
Caro Alby,
come vedi, le mie osservazioni sono attinenti al problema da te proposto in apertura, che non può essere affrontato senza accennare ai motivi per cui un eccessivo integralismo può essere oppure no considerato giusto.
Comunque scusami se ritieni che mi sia dilungato in argomenti non strettamente attinenti.
Pace
iyvan