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4/ La divisione fra Oriente ed Occidente

da J. Gill, Il concilio di Firenze, Sansoni, 1967, pp. 23-24
Gli ordini religiosi, in particolare i domenicani e i frati minori, avevano dei monasteri nei dintorni di Costantinopoli, ed erano continuamente in contatto con il mondo ecclesiastico greco
, che era non poco impressionato dal loro zelo di missionari. Le principesse latine, sposate a principi greci, avevano in genere degli ecclesiastici propri ed un piccolo entourage di fede occidentale; le colonie di veneziani, di genovesi e di pisani si stabilirono con le loro chiese a Costantinopoli e al di là del Corno d'Oro; la brigata dei catalani, gli umanisti italiani come Guarino, Aurispa e Filelfo, che si recarono a Costantinopoli per studiare il greco e mantennero relazioni con i loro amici del mondo bizantino, tutti ebbero la loro influenza nel rendere più conosciuta la Chiesa occidentale, anche se i privilegi accordati allo straniero non sempre li rendevano più amati. In conseguenza di ciò molti greci si sentirono portati verso la Chiesa cattolica e non pochi la seguirono. Procoro Cidones morì nella fede ortodossa ma suo fratello Demetrio entrò nella Chiesa latina, come fecero Manuele Crisolora, Manuele Calecas, i tre fratelli Massimo Teodoro e Andrea Crisoberghes: gli ultimi quattro diventarono domenicani. Marco Eugenico con suo fratello Giovanni e Giuseppe Briennio, tuttavia, diventarono più decisi nella loro opposizione; ma d'altro canto c'erano uomini come Bessarione e Isidoro, la cui tradizionale ostilità verso l'Occidente era quasi affievolita e sinceramente desideravano l'unificazione tra le due Chiese, per se stessa e per quanto poteva giovare ad alleviare il disagio della loro patria.

dall’Epistola II di Martino V a Manuele II, del 1418. Cfr. La Chiesa al tempo del grande scisma, p. 696.
È con grande pena che apprendiamo la desolazione di codesto eccellente impero, di codesta famosissima porzione della Chiesa, nella quale un tempo fiorì la saggezza, sbocciò il coraggio e l'onore militare, ma soprattutto e a profitto di tutti, ha brillato e si è irradiata la religione cristiana
. Noi vogliamo, per quanto sarà possibile e conforme a Dio e alla nostra dignità, prendere a cuore queste vecchie divisioni dei Greci, separati dall'obbedienza della santa Chiesa romana, per coglierne i fermenti e lavorare a estirpare tutto lo scisma in modo salutare, perché non vi siano ormai, né vi dovranno più essere in avvenire, differenze tra Latini e Greci, riuniti nell'unico gregge del Signore.

Indicazioni di Martino V (1417-1431)
- L'imperatore dei greci sceglierà una città sulla costa, dalla Calabria ad Ancona, ove si radunerà con il patriarca di Costantinopoli, gli altri tre patriarchi, i grandi dignitari e le persone eminenti. Lì si raduneranno pure da tutti i regni e domini coloro che fanno capo alla Chiesa di Grecia per fare un sinodo con la Chiesa latina.
- Si manderà qualcuno a Costantinopoli per provvedere alle spese del raduno in tale città. Si invieranno anche due galee leggere e trecento balestrieri per far la guardia alla città, Cretesi, Tarantini, Catalani o di simile origine, che saranno agli ordini dell'imperatore e gli presteranno giuramento.
- Tutte le spese per settecento persone, per il loro viaggio in Italia fino al ritorno a Costantinopoli saranno a carico della Chiesa latina.

5/ Il Concilio di Ferrara-Firenze-Roma

dall’Orazione del Bessarione nella prima seduta del Concilio
Bessarione parla dei padri conciliari «accesi dal desiderio di trovare la sola verità, dalla quale bramano essere conquistati, senza la quale rifiutano anche la stessa vittoria».

da San Basilio, Contra Eunomium, lib. III (il testo che diviene determinate per Bessarione)
Perché è necessario, se lo Spirito Santo è il terzo in ordine e dignità, che sia terzo anche per natura? Poiché lo è per dignità secondo l'essere dal Figlio, la ragione di fede ci tramanda che egli stesso ha e riceve da lui l'essere e lo manifesta a noi e da quella causa procede in tutto.

Bessarione scrive (testo in G. L. Coluccia, Basilio Bessarione. Lo spirito greco e l’occidente, Olschki, 2009, p. 56):
Furono trovati 6 libri, quattro antichissimi in membrana, due in carta bombicina, dei quali tre appartenevano all'arcivescovo di Mitilene Doroteo, il quarto ai Latini. Dei due cartacei, uno era del sovrano nostro imperatore, l'altro del sacro patriarca che aveva preso dal monastero di Xantopulos. Cinque di questi presentavano il passo come l'ho ora riferito integro, attestante che lo Spirito Santo riceveva l'essere da lui, cioè dal Figlio, e da quella causa emanava. In un solo libro, quello del Patriarca, qualcuno aveva alterato la sentenza, parte aggiungendo e parte cancellando.

da Bessarione, Oratio dogmatica sive de unione, G. L. Coluccia, Basilio Bessarione. Lo spirito greco e l’occidente, Olschki, 2009, p. 58
Io non sono di quelli che, semplicemente e senza alcuna ragione, credono che bisogna restare separati dai latini, perché questi sono molto lontani dalla verità. E non mi arrendo all'opinione di coloro che, senza alcun motivo, dicono che bisogna prestarsi all'unione
. Ciò che occorre è studiare assiduamente, cercare con zelo e discernere con esattezza l'opinione degli autori sacri, per seguirli come guide. Come arrivare a ciò? Io ve lo dico: la congiuntura attuale richiede un uomo che rischi volentieri in proprio per la verità.

da Bessarione, Ad Alessio Lascaris, G. L. Coluccia, Basilio Bessarione. Lo spirito greco e l’occidente, Olschki, 2009, p. 59
I Latini alla fine hanno presentato le Auctoritates dei Padri con le quali hanno dimostrato chiaramente ed esplicitamente la verità di questo dogma. Hanno citato non solo passi dei dottori d'Occidente, ma anche dei dottori d'Oriente... A queste testimonianze abbiamo saputo dare l'unica risposta, che sono spurie e falsificate dai Latini. Hanno presentato il nostro Epifanio che in molti passi spiega chiaramente con ragionamenti teologici che lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio; abbiamo detto che il testo è falsificato. Hanno letto il passo già citato del grande Basilio contro Eunomio e abbiamo affermato che è interpolato. Hanno esibito i testi dei santi d'Occidente e tutta la nostra difesa è stata nel dire che erano alterati e nient'altro. Meditandoci sopra per molti giorni e consultandoci tra noi, nessun' altra risposta abbiamo trovato ... perciò abbiamo fatto silenzio ... Per questo motivo giustamente è seguita l'unione coi Latini.

dal Concilio di Basilea-Ferrara-Firenze-Roma, Sessione VI (6 luglio 1439) [Firenze]
Eugenio vescovo, servo dei servi di Dio, a perpetua memoria. Col consenso per quanto segue del nostro carissimo figlio Giovanni Paleologo, nobile imperatore dei Romani, dei rappresentanti dei venerabili fratelli nostri patriarchi, e degli altri che rappresentano la chiesa orientale.
Si rallegrino i cieli ed esulti la terra
: è stato abbattuto il muro che divideva la chiesa occidentale e quella orientale ed è tornata la pace e la concordia, poiché quella pietra angolare, Cristo, che ha fatto delle due cose una sola, vincolo fortissimo di carità e di pace, ha congiunto le due pareti e le ha unite e le tiene strette col vincolo della perfetta unità. E dopo la lunga nebbia della tristezza e la scura e spiacevole caligine della lunga separazione, è apparso a tutti il raggio sereno della desiderata unione.
Gioisca anche la madre chiesa, che ormai vede i suoi figli, fino a questo momento separati, tornare all'unità e alla pace; essa, che prima piangeva amaramente per la loro separazione, ringrazi l'onnipotente Dio con ineffabile gaudio per la loro meravigliosa concordia di oggi
. Esultino tutti i fedeli in ogni parte del mondo, e i cristiani si rallegrino con la loro madre, la chiesa cattolica.
Ecco, infatti: i padri occidentali ed orientali, dopo un lunghissimo periodo di dissenso e di discordia, esponendosi ai pericoli del mare e della terra, superate fatiche di ogni genere, sono venuti, lieti e gioiosi, a questo sacro concilio ecumenico col desiderio di rinnovare la sacratissima unione e l'antica carità
. E la loro attesa non è stata vana.

Infatti dopo lunga e laboriosa ricerca finalmente, per la clemenza dello Spirito santo, hanno raggiunto la desideratissima e santissima unione. Chi potrebbe, quindi, rendere le dovute grazie per i benefici di Dio onnipotente? Chi potrebbe non meravigliarsi per l'abbondanza di una cosi grande misericordia divina? Chi avrebbe un cuore tanto indurito da non essere commosso dalla grandezza della divina pietà?
Tali opere sono schiettamente divine, non frutto dell'umana fragilità
. Esse devono essere accolte, quindi, con somma venerazione e celebrate con lodi a Dio. A te la lode, a te la gloria, a te il ringraziamento, Cristo, fonte di misericordie, che hai ricolmato di tanto bene la tua sposa, la chiesa cattolica ed hai mostrato a questa nostra generazione i prodigi della tua pietà, perché tutti lodino le tue meraviglie.

Dio, infatti, ci ha fatto davvero un dono grande e divino e abbiamo visto coi nostri occhi quello che molti, prima di noi avevano intensamente desiderato, ma non avevano potuto vedere.

5.1/ Lo Spirito Santo e il Filioque  [SM=g1740752]

dal Concilio di Basilea-Ferrara-Firenze-Roma, Sessione VI (6 luglio 1439) [Firenze]
Radunatisi, infatti, i Latini e i Greci in questo sacrosanto concilio ecumenico, gli uni e gli altri hanno posto grande impegno perché, tra le altre cose, con somma diligenza e assidua. ricerca fosse discusso anche l'articolo della divina processione dello Spirito Santo
.

Addotte, quindi, le testimonianze scavate dalle divine scritture e da molti passi dei santi dottori orientali ed occidentali, poiché qualcuno dice che lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, qualcuno, invece, che procede dal Padre attraverso il Figlio, dato che con diverse formulazioni tutti intendono la medesima realtà, i Greci affermano che dicendo che lo Spirito Santo procede dal Padre non intendono escludere il Figlio; ma poiché sembrava loro, come dicono, che i Latini asseriscono che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio come da due principi e da due spirazioni, per questo si astengono dal dire che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio.

I Latini dal canto loro affermano che dicendo che lo Spirito santo procede dal Padre e dal Figlio non intendono escludere che il Padre sia la fonte e il principio di ogni divinità, cioè del Figlio e dello Spirito santo; né vogliono negare che il Figlio abbia dal Padre [il fatto] che lo Spirito santo procede dal Figlio; né ritengono che vi siano due principi o due spirazioni; ma affermano che unico è il principio ed unica la spirazione dello Spirito santo, come finora hanno asserito
.

E poiché da tutto ciò scaturisce un unico ed identico senso della verità, finalmente con lo stesso senso e con lo stesso significato essi si sono intesi e hanno convenuto nella seguente formula d'unione, santa e gradita a Dio.
Nel nome della santa Trinità, Padre, Figlio e Spirito santo, con l'approvazione di questo sacro ed universale concilio fiorentino, definiamo che questa verità di fede debba essere creduta e accettata da tutti i cristiani; e così tutti debbono professare che lo Spirito santo è eternamente dal Padre e dal Figlio, che ha la sua essenza e l'essere sussistente ad un tempo dal Padre e dal Figlio, e che dall'eternità procede dall'uno e dall'altro come da un unico principio e da un'unica spirazione; e dichiariamo che quello che affermano i santi dottori e padri - che lo Spirito santo procede dal Padre per mezzo del Figlio, - tende a far comprendere che anche il Figlio come il Padre è causa, secondo i Greci, principio, secondo i Latini, della sussistenza dello Spirito santo.
E poiché tutto quello che è del Padre, lo stesso Padre lo ha dato al Figlio con la generazione, meno l'essere Padre; questa stessa processione della Spirito Santo dal Figlio l'ha dall'eternità anche il Figlio dal Padre, da cui è stato pure eternamente generato.
Definiamo, inoltre, che la spiegazione data con l'espressione Filioque, è stata lecitamente e ragionevolmente aggiunta al simbolo per rendere più chiara la verità e per necessità allora incombenti
.

5.2/ Il pane azzimo ed il pane lievitato: la diversità dei riti

dal Concilio di Basilea-Ferrara-Firenze-Roma, Sessione VI (6 luglio 1439) [Firenze]
Similmente definiamo che nel pane di frumento, sia azzimo che fermentato, si consacra veramente il corpo del Cristo, e che i sacerdoti devono consacrare il corpo del Signore nell'uno o nell'altro, ciascuno, cioè, secondo la consuetudine della sua chiesa, occidentale o orientale.

5.3/ Il Purgatorio

dal Concilio di Basilea-Ferrara-Firenze-Roma, Sessione VI (6 luglio 1439) [Firenze]
Inoltre definiamo che le anime di chi, veramente pentito, muore nell'amore di Dio, prima di aver soddisfatto per i peccati e le omissioni con degni frutti di penitenza, vengono purificate dopo la morte con le pene del purgatorio; che, perché siano sollevate da queste pene, sono loro utili i suffragi dei fedeli viventi, cioè il sacrificio della messa, le preghiere, le elemosine, ed altre pratiche di pietà, che i fedeli usano offrire per gli altri fedeli, secondo le consuetudini della chiesa.
Le anime di quelli che dopo aver ricevuto il battesimo non sono incorse in nessuna macchia; e anche quelle che, dopo aver contratto la macchia del peccato, sono state purificate o durante la loro vita, o, come sopra è stato detto, dopo essere state spogliate dai loro corpi, vengono subito accolte in cielo e vedono chiaramente Dio stesso, uno e trino, cosi com'è, nondimeno uno più perfettamente dell'altro, a seconda della diversità dei meriti. Invece, le anime di quelli che muoiono in peccato mortale attuale, o anche solo nel peccato originale, scendono subito nell'inferno; subiranno tuttavia la punizione con pene diverse.

5.4/ Il primato papale e l’autorità dei vescovi e del concilio

dal Concilio di Basilea-Ferrara-Firenze-Roma, Sessione VI (6 luglio 1439) [Firenze]
Definiamo inoltre che la santa sede apostolica e il romano pontefice hanno il primato su tutta la terra; che lo stesso romano pontefice è il successore del beato Pietro principe degli apostoli e vero vicario di Cristo, capo di tutta la chiesa e padre e maestro di tutti i cristiani; che a lui, nel beato Pietro, è stato dato da nostro signore Gesù Cristo pieno potere di pascere, reggere e governare la chiesa universale, come del resto è detto [in greco “in quanto sia contenuto”] negli atti dei concili ecumenici e nei sacri canoni.
Rinnoviamo, infine, l'ordine trasmesso nei canoni tra gli altri venerabili patriarchi, per cui il patriarca di Costantinopoli sia il secondo dopo il santissimo pontefice romano; che il terzo sia il patriarca alessandrino; il quarto quello di Antiochia; il quinto quello di Gerusalemme, salvi tutti i loro privilegi e diritti
.




[SM=g1740771]  continua.....
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)