00 19/10/2012 20:45
[SM=g1740720]L'ANNO DELLA FEDE PROTAGONISTA FESTIVAL DI MUSICA E ARTE SACRA

Città del Vaticano, 19 ottobre 2012 (VIS). L'XI edizione del Festival internazionale di Musica e Arte sacra - che si svolge nelle basiliche papali di Roma e in Vaticano, sarà dedicata all'Anno della Fede.

Il Festival promuove le attività istituzionali della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, presieduta da Hans-Albert Courtial, che consistono nel restauro di beni preziosi e di tesori di arte sacra contenuti in parte nelle Basiliche Papali e di far risuonare il repertorio sacro nella basiliche romane.

Il programma di quest'anno comprende sette concerti, dal 2 e al 13 novembre.

Il primo sarà la Messa da Requeim di Giovanni Sgambati, interpretata dall'Orchestra Roma Sinfonietta, nella Basilica di Sant'Ignazio di Loyola in Campo Marzio.

Mercoledì 7 novembre nella stessa Basilica, l'Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma interpreterà la Sinfonia no. 7 di Anton Bruckner.

Il Coro della Cappella Musicale Pontificia "Sistina", interpreterà, domenica 11 novembre, la "Missa Anno Santo", composta da Monsignor Georg Ratzinger, fratello del Pontefice, in un concerto privato nella Cappella Sistina.

Lo stesso giorno nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli, alle 21, il Johann-Rosenmüller-Ensemble (su strumenti storici) ed il Bach-Chor Siegen, interpreteranno il "Vespro della Beata Vergine Maria" di Claudio Monteverdi.

Il 12 novembre, alle 20, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, protagonista sarà la polifonia della scuola romana grazie al Coro della Cappella Musicale Pontificia "Sistina", che interpreterà un repertorio di scuola romana ed il Westminster Cathedral Choir che passerà in rassegna sei secoli di musica corale cattolica dalle isole britanniche.

Il 13 novembre, alle 17, il Westminster Cathedral Choir, diretto da Martin Baker, accompagnerà nella Basilica Papale di San Pietro la Santa Messa celebrata dal Cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica Vaticana.

Il Festival si chiude il 13 novembre nella Basilica di San Paolo fuori le Mura con l'Orchestra Wiener Philharmoniker ed un programma interamente dedicato a Mozart.

Il Cardinale Angelo Comastri, Presidente onorario della fondazione pro musica e arte sacra, ha così commentato l'edizione 2012: "È una musica che nasce dalla fede e quindi è una musica che attira anche alla fede. Tutto quello che c'è nella Chiesa, infatti, di artistico, non è altro che l'espressione, la bellezza interiore, che si traduce in forme esteriori".

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ATTENZIONE: DISCORSO DEL PAPA ALLE SCHOLAE CANTORUM...... [SM=g1740733]

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
AI PARTECIPANTI ALL'INCONTRO PROMOSSO
DALL'ASSOCIAZIONE ITALIANA SANTA CECILIA

Aula Paolo VI
Sabato, 10 novembre 2012

 

 

 

Cari fratelli e sorelle!

 

Con grande gioia vi accolgo, in occasione del pellegrinaggio organizzato dall’Associazione Italiana Santa Cecilia, alla quale va anzitutto il mio plauso, con il saluto cordiale al Presidente, che ringrazio per le cortesi parole, e a tutti i collaboratori. Con affetto saluto voi, appartenenti a numerose Scholae Cantorum di ogni parte d’Italia! Sono molto lieto di incontrarvi, e anche di sapere - come è stato ricordato - che domani parteciperete nella Basilica di San Pietro alla celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Arciprete Angelo Comastri, offrendo naturalmente il servizio della lode con il canto.

 

Questo vostro convegno si colloca intenzionalmente nella ricorrenza del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. E con piacere ho visto che l’Associazione Santa Cecilia ha inteso così riproporre alla vostra attenzione l’insegnamento della Costituzione conciliare sulla liturgia, in particolare là dove – nel sesto capitolo – tratta della musica sacra. In tale ricorrenza, come sapete bene, ho voluto per tutta la Chiesa uno speciale Anno della fede, al fine di promuovere l’approfondimento della fede in tutti i battezzati e il comune impegno per la nuova evangelizzazione. Perciò, incontrandovi, vorrei sottolineare brevemente come la musica sacra può, anzitutto, favorire la fede e, inoltre, cooperare alla nuova evangelizzazione.

 

Circa la fede, viene spontaneo pensare alla vicenda personale di Sant’Agostino - uno dei grandi Padri della Chiesa, vissuto tra il IV e il V secolo dopo Cristo - alla cui conversione contribuì certamente e in modo rilevante l’ascolto del canto dei salmi e degli inni, nelle liturgie presiedute da Sant’Ambrogio. Se infatti sempre la fede nasce dall’ascolto della Parola di Dio – un ascolto naturalmente non solo dei sensi, ma che dai sensi passa alla mente ed al cuore – non c’è dubbio che la musica e soprattutto il canto possono conferire alla recita dei salmi e dei cantici biblici maggiore forza comunicativa. Tra i carismi di Sant’Ambrogio vi era proprio quello di una spiccata sensibilità e capacità musicale, ed egli, una volta ordinato Vescovo di Milano, mise questo dono al servizio della fede e dell’evangelizzazione. La testimonianza di Agostino, che in quel tempo era professore a Milano e cercava Dio, cercava la fede, al riguardo è molto significativa.

Nel decimo libro delle Confessioni, della sua Autobiografia, egli scrive: «Quando mi tornano alla mente le lacrime che canti di chiesa mi strapparono ai primordi nella mia fede riconquistata, e alla commozione che ancor oggi suscita in me non il canto, ma le parole cantate, se cantate con voce limpida e la modulazione più conveniente, riconosco di nuovo la grande utilità di questa pratica» (33, 50). L’esperienza degli inni ambrosiani fu talmente forte, che Agostino li portò impressi nella memoria e li citò spesso nelle sue opere; anzi, scrisse un’opera proprio sulla musica, il De Musica.
Egli afferma di non approvare, durante le liturgie cantate, la ricerca del mero piacere sensibile, ma riconosce che la musica e il canto ben fatti possono aiutare ad accogliere la Parola di Dio e a provare una salutare commozione
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Questa testimonianza di Sant’Agostino ci aiuta a comprendere il fatto che la Costituzione Sacrosanctum Concilium, in linea con la tradizione della Chiesa, insegna che «il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne» (n. 112). Perché «necessaria ed integrante»? Non certo per motivi puramente estetici, in un senso superficiale, ma perché coopera, proprio per la sua bellezza, a nutrire ed esprimere la fede, e quindi alla gloria di Dio e alla santificazione dei fedeli, che sono il fine della musica sacra (cfr ibid.). Proprio per questo vorrei ringraziarvi per il prezioso servizio che prestate: la musica che eseguite non è un accessorio o solo un abbellimento esteriore della liturgia, ma è essa stessa liturgia. Voi aiutate l’intera Assemblea a lodare Dio, a far scendere nel profondo del cuore la sua Parola: con il canto voi pregate e fate pregare, e partecipate al canto e alla preghiera della liturgia che abbraccia l’intera creazione nel glorificare il Creatore.

 

Il secondo aspetto che propongo alla vostra riflessione è il rapporto tra il canto sacro e la nuova evangelizzazione. La Costituzione conciliare sulla liturgia ricorda l’importanza della musica sacra nella missione ad gentes ed esorta a valorizzare le tradizioni musicali dei popoli (cfr n. 119). Ma anche proprio nei Paesi di antica evangelizzazione, come l’Italia, la musica sacra - con la sua grande tradizione che è propria, che è cultura nostra, occidentale - può avere e di fatto ha un compito rilevante, per favorire la riscoperta di Dio, un rinnovato accostamento al messaggio cristiano e ai misteri della fede.

Pensiamo alla celebre esperienza di Paul Claudel, poeta francese, che si convertì ascoltando il canto del Magnificat durante i Vespri di Natale nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi: «In quel momento – egli scrive – capitò l’evento che domina tutta la mia vita. In un istante il mio cuore fu toccato e io credetti. Credetti con una forza di adesione così grande, con un tale innalzamento di tutto il mio essere, con una convinzione così potente, in una certezza che non lasciava posto a nessuna specie di dubbio che, dopo di allora, nessun ragionamento, nessuna circostanza della mia vita agitata hanno potuto scuotere la mia fede né toccarla».
Ma, senza scomodare personaggi illustri, pensiamo a quante persone sono state toccate nel profondo dell’animo ascoltando musica sacra; e ancora di più a quanti si sono sentiti nuovamente attirati verso Dio dalla bellezza della musica liturgica come Claudel.
E qui, cari amici, voi avete un ruolo importante: impegnatevi a migliorare la qualità del canto liturgico, senza aver timore di recuperare e valorizzare la grande tradizione musicale della Chiesa, che nel gregoriano e nella polifonia ha due delle espressioni più alte, come afferma lo stesso Vaticano II (cfr Sacrosanctum Concilium, 116). [SM=g1740721]

E vorrei sottolineare che la partecipazione attiva dell’intero Popolo di Dio alla liturgia non consiste solo nel parlare, ma anche nell’ascoltare, nell’accogliere con i sensi e con lo spirito la Parola, e questo vale anche per la musica sacra. Voi, che avete il dono del canto, potete far cantare il cuore di tante persone nelle celebrazioni liturgiche.

 

Cari amici, auguro che in Italia la musica liturgica tenda sempre più in alto, per lodare degnamente il Signore e per mostrare come la Chiesa sia il luogo in cui la bellezza è di casa. Grazie ancora a tutti per questo incontro!
Grazie.


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[Modificato da Caterina63 12/11/2012 16:43]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)