00 03/10/2011 10:04
[SM=g1740733]SPENDIAMO DUE PAROLE PER SPIEGARE UN'ASPETTO MOLTO IMPORTANTE:

CHE DIFFERENZA C'E' FRA LA TEOLOGIA PROGRESSISTA E LA TEOLOGIA DELLA TRADIZIONE?

Rispondiamo con un piccolo esempio concreto.....

ho trovato l’ultima omelia di mons. BrunoForte, di questo settembre, sull’educazione e la pastorale…la trovate su Zenit , di per se la predica non è una eresia, dice cose molte corrette, ma dove sta l’inghippo? per esempio in questa affermazione:

L’educazione avviene attraverso la condivisione, la comprensione e il dialogo: l’essere genitori nella relazione ai figli, l’insegnamento vissuto nel porsi accanto e di fronte a chi apprende, la testimonianza resa a chi vorremmo condurre all’incontro con Cristo, esigono compagnia della vita e della parola… Il fallimento di un’educazione solo autoritaria, che neghi il valore del dialogo e dell’ascolto dell’altro, si dimostra da sé. Sarebbe parimenti sbagliato, però, pensare che l’educazione possa realizzarsi solo fra pari: l’egualitarismo educativo ha combinato disastri.

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tutto giusto per carità… ma manca una dimensione di questo rapporto e progetto educativo: LA PREGHIERA, I SACRAMENTI… attraverso i quali impariamo che Dio non è soltanto un educatore, un MORALISTA… MA E’ UN DIO DA ADORARE e che nella dimensione della Preghiera e dei Sacramenti è il vero cuore EDUCATIVO PER UN CRISTIANO…dove si imapara L’UMILTA’, la pazienza per l’attesa di un “sì” da parte di Dio alle nostre esigenze di vita, l’umiliazione dei tanti “no” che ci svelano però il progetto che Dio ha su di noi quando pretendiamo tutti dei “si”….
La Preghiera IN FAMIGLIA, il Rosario in Famiglia, I SILENZI da imparare perchè non è vero che solo dialogando si cresce
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C’è una significativa storiella di sant’Antonio: una donna disperata dei maltrattamenti del marito e del suo fare sgorbutico, va dal santo supplicando di fare qualcosa… il Santo le dice:
prendi quest’acqua, ed ogni volta che tuo marito comincerà la discussione, tu bevine un sorso, ma non ingoiarla…tienila saldamente in bocca e MENTALMENTE PREGA….poi fra quelche settimana ritorna da me.
Così fa la donna, osservando scrupolosamente le indicazioni del santo.
Tornando da lui è tutta raggiante: padre mio, quale acqua santa m’avete dato! è davvero prodigiosa! Mio marito non è più violento, è diventato gentile, premuroso, ora ci intendiamo….
e il Santo:
Figliola, non è l’acqua ad essere prodigiosa, MA E’ STATO IL TUO SILENZIO ORANTE ad aiutare tuo marito a comprendere che le discussioni non spesso servono a risolvere i problemi…
Tu con l’acqua in bocca NON potevi parlare e non potevi rispondere agli insulti, ma invece di vendicarti o rispondere a tono PREGAVI MENTALMENTE e così il Signore stesso poteva agire attraverso il tuo silenzio!

E così la predica di Forte va forte, senza dubbio, ma resta DEBOLE sul piano della CONVERSIONE…. ciò che mancano non sono le parole… piuttosto continua a MANCARE QUELLA PAROLA UNICA CHE DEVE PRENDERE VITA IN NOI e deve convertirci… in questa teologia progressista, ammantata di tante cose belle, di fatto manca di quella più necessaria: la dimensione SACRA, il silenzio, l’adorazione, LE VIRTU’, il MORIRE A SE STESSI mentre qui viene incitato l’uomo a non morire mai a se stesso, al contrario, a trovare nel dialogo LE PROPRIE RAGIONI D’ESSERE… e in questo modo continueremo ad avere fallimenti su fallimenti: migliaia di parole, ma pochi convertiti!

...che differenza c'è, dunque, fra la Teologia della Tradizione e la teologia progressista? [SM=g1740732]

A quando abbiamo detto fino a qui, quale prova della differenza, possiamo dire che nella Teologia della Tradizione l'incontro fra Dio e l'uomo, sulla - possiamo dire - cartina tornasole dell'Incarnazione che ci riconduce sui sentieri dei Discepoli di Emmaus, è una reciproca esperienza, una reciproca "penetrazione", una trasformazione ontologica (ossia trasformazione, discorso dell'essere); avviene una conversione, un moto continuo che sfocia in Dio, un moto che Dio pur "muovendo ed azionando per primo" attende da Maria il "sì" della compiutezza, affinchè tale moto si attivi, e da questo "sì" dipenderà il sì o il no di tutti gli uomini con tutto ciò che esso comporta.

Nella teologia progressista, al contrario, pur partendo dal "sì" di Maria, l'incontro fra l'uomo e Dio diventa sentimento e sentimentale, superficiale e mediocre, non chiede all'uomo il massimo dello sforzo, ma il minimo, non chiede necessariamente una conversione, ma una sorta di stabilimento di un "sì-ma" racchiuso nelle capacità esclusivamente umane senza la necessità di dottrine.. (dialogare, discutere, METTERSI SEMPRE AL CENTRO per difendere le proprie opinioni)... [SM=g1740732]

La Teologia della Tradizione non viene citata dai teologi progressisti quale valida dottrina per affrontare le tematiche odierne, gli scritti dei Santi, dei Padri e dei Dottori della Chiesa, vengono re-interpretati a seconda della situazione del momento, del tempo e delle mode, e vi è una ostinazione all'archeologismo cristiano denunciato da Pio XII, un modo difettoso di ritornare alle radici cancellando però lo sviluppo dottrinale e teologico di certi periodi della Chiesa, specialmente del Medioevo e dei tempi di san Tommaso d'Aquino e dei suoi scritti, preferendo una re-interpretazione della Bibbia libera da vincoli dottrinali e dogmatici...

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Un cattolico ha il diritto di rimanere in silenzio di fronte a certi scandali?
Secondo la teologia cattolica, no! piuttosto ha il dovere di parlare...

La stessa teologia cattolica ce lo ricorda.

1 – San Paolo si permette di riprendere pubblicamente San Pietro che per un comportamento ambiguo (non si tratta neanche di dottrina ambigua!) rischiava di rimettere in questione l’insegnamento del Concilio di Gerusalemme sulla salvezza dei pagani (le pratiche della legge mosaica erano abrogate). «Mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto» (Gal. 2, 11), così fece San Paolo con Pietro, il Papa.
2 – San Tommaso commenta così: «Se vi fosse pericolo per la fede, i superiori dovrebbero essere ripresi dagli inferiori, anche in pubblico. Così Paolo, che era sottomesso a Pietro, lo riprese per questo motivo» (II II 33, a. 4). E altrove (II II 104 a. 5), parlando dell’obbedienza: «È detto negli Atti (6, 29): «Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini». Ma talvolta gli ordini dei superiori sono contrari a quelli di Dio. Dunque non bisogna obbedire loro in tutto».
3 – In che modo l’inferiore potrà concludere che certi insegnamenti, certe azioni dei superiori sono contrari a quelli di Dio o vanno a discapito della Chiesa? Esprimendo non le proprie opinioni, o personali giudizi sulle persone, ma argomentando sempre le risposte, avanzando con umiltà, carità e prudenza usando, per rispondere e smascherare la menzogna,  il Catechismo della Chiesa, il Magistero bimillenario della Chiesa e di tutti i Pontefici legittimamente succeduti, in una parola: la santa Tradizione viva della Chiesa.



[Modificato da Caterina63 10/10/2011 18:37]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)