Vorrei condividervi una fra le Lettere di S.Caterina da Siena a favore dell'unità.......meditiamo sulle parole che userà per convincere Papa Gregorio XI, intorno al 1375, a NON risparmiarsi per la PACE......
< Così vi prego e dico, dolce babbo mio, dalla parte di Cristo Crocifisso, che facciate voi; cioè che voi con benignità e pazienzia, e santa umiltà e mansuetudine, vinciate la malizia e la superbia dè i figliuoli vostri, affidativi dalla santa Provvidenzia nel Gregge, i quali però sono stati ribelli a voi, padre, e alla santa Chiesa di Cristo.
Sapete che col demonio non si scaccia il demonio; ma che con la virtù si caccerà.
Poniamo che abbiate ricevute grandissime ingiurie, avendovi fatto vituperio e toltovi il vostro; nondimeno, padre, io vi prego che non ragguardiate alle loro malizie, ma alla vostra benignità donatavi da Cristo; e non lassate però di sacrificarvi per la nostra salute.
La salute dei ribelli sarà questa: che voi torniate a pace con loro!
Perchè il figliuolo che fa guerra al padre, mentre che persiste, egli stesso si priverà della santa eredità.
Oimè, babbo mio dolce, Pace, v'imploro Pace, per l'amor di Dio, acciò che tanti figliuoli non perdano l'eredità della vita eterna che il Cristo distribuisce nella santa Sua Chiesa, e che per riscatto non risparmiò di dare se stesso.
Voi sapete che Dio ha posto nelle vostre mani il dare, il tollere questa eredità, a secondo del discernimento vostro e di tutti i santi vescovi della successione Apostolica.
Ma voi tenete le chiavi; e a chi voi aprite si troverà aperto; e a chi voi serrate resterà serrato.
Così disse lo dolce e buon Gesù a Pietro.
Però abbiate ad imparare dal vero ed unico Capo che è Pastore della Chiesa, che ci disse; imparate da Me che sono mite ed umile di cuore!
Mio dolce vicario di Cristo, è giunto il tempo di dare la vita per le pecorelle che sono uscite fuori dal gregge.
Convienvole dunque andarle a cercare, e riacquistare con la pazienzia, le pecore inermi ma fuori dell'ovile; ma anche con le armi, se non ascoltano la Pace, per gli infedeli che vogliano rubare con vili armi il gregge già posto al sicuro, rizzando il confalone della santissima Croce che è stato fin troppo calpestato; non conviene più dormire; ma destarsi, siate virili per difendere la Croce calpestata, perchè Gesù ci disse: se vi vergognerete di me, anch'io m'avvergognerò di voi!
(apro un inciso! queste parole sembrano forti...oggi che si parla tanto di pace..ma Caterina da Siena è ONESTA fino in fondo.....per guerra si rivolge a coloro che volutamente calpestavano la Croce portandola in odio...ma prima dice "se non ascoltano la Pace" quindi suggerisce al Papa prima l'intermediazione....soltanto dopo poichè la situazione del suo tempo era drammatica, parla di armi....e tuttavia, dopo, ritorna a parlare di armi spirituali....)
Ma spero sempre nella Bontà di Dio, che riacquistarete gl'infedeli in armi, ponendo ad essi per primo il seme della Carità e con ogni virtù del santo Vangelo conquisterete e correggetere le malizie dè i cristiani che pensano invano di trovare fuori dell'ovile della santa Chiesa un altra Chiesa, perciocchè Cristo disse: vi è una Chiesa sola!
Fiate in modo che tutti corrano all'odore della santa Croce, cominciate voi e i vescovi tutti, e i più ribelli faranno ritorno all'ovile!
Pace, pace, pace, pace, babbo mio dolce, non più guerra, fate tacere questi rumori che assordono l'anima, e diventano l'eco del demonio, Pace, Pace, implorate da tutti i vescovi a voi umilmente sottomessi; che tutte le membra vibrino e soffrano e piangano per i figli che si sono allontanati.
Non più guerra, ma destiamoci, andiamo sopra lo nemico e portiamo quale arma la santissima Croce, usando per coltello la santa Parola di Dio.
Oimè, santo padre, date da mangiare agli affamati, chè non di solo nutrimento umano che diventa escremento vivrà l'uomo, ma da ogni parola che esce dalla bocca di Dio, e dal cibo eterno della Santa Carne e prezioso Sangue del Suo Figlio; i vostri servi sono affamati e aspettano voi con ardentissimo desiderio.
Confortatevi, babbo mio dolce, e non prendete troppa amaritudine ricordandovi come al Cristo venne dato il fiele per bevanda, vorreste voi e i tutti i vescovi e tutto il clero essere da meno? Vorreste bere forse una bevanda più dolce? Che mai sia, sarebbe la vostra condanna, ma non della santa Chiesa perciò che Gesù disse: e le porte degli inferi non prevarranno! Ma su di noi si, esse possono ingollarci!
Questa amarutidine sia a voi di conforto, gloriatevi del vituperio che assorbiamo per salvare la santa Chiesa e il Nome santo di Dio.
Confortatevi per speranza, che Dio vi provvederà ogni cosa, a suo tempo provvederà ad ogni nostra necessità e bisogno, perciocchè il divino Maestro ci disse per ammaestramento nostro: ad ogni giorno basta la sua pena.
Per Cristo Gesù Dolce, Gesù Amore! >