DIFENDERE LA VERA FEDE

ATTENZIONE: COORDINAMENTO S.P. pellegrinaggio a Roma 3 novembre Anno Fidei

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    Caterina63
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    00 05/08/2012 21:39

    Costituito a Roma un Gruppo internazionale 'pro Summorum Pontificum': pellegrinaggio a San Pietro in Vaticano il 3 novembre 2012

     
    Comunicato di Nuovo Movimento Liturgico
    aderente al Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum Italiano

    Per iniziativa di vari rappresentanti di gruppi di fedeli laici, tra cui la Federazione Internazionale Una Voce e il Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum italiano, si è appena costituito a Roma il Coetus internationalis pro Summorum Pontificum, al fine di organizzare un pellegrinaggio internazionale delle associazioni, gruppi e movimenti pro Summorum Pontificum di Sua Santità Benedetto XVI nell’Anno della Fede.

    Il pellegrinaggio si concluderà con una celebrazione in San Pietro Sabato 3 Novembre 2012.

    Una presentazione ufficiale dell’evento è annunciata per il 10 settembre.

    Riproduco il "Chi siamo" tratto dal Coordinamento al Summorum Pontificum, col quale mi identifico anch'io. Sarei felice se si cogliesse questa occasione per rendere pubbliche le organizzazioni e i gruppi aderenti a questa indispensabile oltre che lodevole iniziativa, nella quale vedrei ben collocati anche noi.

    Sarebbe opportuno, anzi, rendere noto il Patto di Consultazione e Collaborazione sotto riportato, che secondo me ben rientra tra le azioni dirette a creare le opportune sinergie tra coloro che condividono il sensus fidei tradizionista. Vorrei anzi cogliere quest'occasione per invitare i promotori di questa iniziativa a renderne maggiormente esplicito e diffuso l'aspetto organizzativo e operativo, in modo da permettere l'adesione e la partecipazione di chi è interessato e si sente coinvolto. Invito chi legge e conosce meglio gli estensori della proposta a farsi parte diligente per il miglior raccordo a questo proposito.
    Il Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum è una libera federazione a livello nazionale italiano di associazioni, enti e realtà ecclesiali che nel proprio territorio sono impegnate a vario titolo nell’applicazione del motu proprio Summorum Pontificum di S.S. Benedetto XVI e della relativa nota interpretativa Universae Ecclesiae del 2011.
    Il Coordinamento propone ai suoi membri l’adesione ad un Patto di Consultazione e di Collaborazione attorno al quale si intende svolgere in modo permanente e articolato una costruttiva attività di confronto ecclesiale e di coordinamento organizzativo riguardo alle disposizioni pontificie contenute nel motu proprio.
    Scopo immediato del Coordinamento Nazionale è quello di istituire, a livello locale e nazionale insieme all’Istituzione Ecclesiastica, un tavolo di lavoro comune per partecipare ciascuno nel suo modo proprio ad una serena e generosa applicazione dei principi canonici e teologici espressi nel documento papale.


    [SM=g1740722]


    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    Caterina63
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    00 05/08/2012 21:56

    Carissimi Amici del Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum,
     
    con grande gioia Vi comunichiamo la seguente notizia ufficiosa appena diramata dal costituito CISP - Coetus Internationalis pro Summorum Pontificum, e di cui il ns. Coordinamento italiano ha partecipato con entusiasmo alla fondazione:
     
    "Per iniziativa di vari rappresentanti di gruppi di fedeli laici, tra cui la Federazione Internazionale Una Voce e il Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum italiano, si è appena costituito a Roma il Coetus internationalis pro Summorum Pontificum, al fine di organizzare un pellegrinaggio internazionale delle associazioni, gruppi e movimenti pro Summorum Pontificum di Sua Santità Benedetto XVI nell'Anno della Fede. Il pellegrinaggio si concluderà con una celebrazione in San Pietro Sabato 3 Novembre 2012. Una presentazione ufficiale dell'evento è annunciata per il 10 settembre."
     
    Il felice evento coinvolgerà tutti noi per quella data in una grande mobilitazione a Roma, portando in pellegrinaggio e preghiera tutti i fedeli devoti alla Sacra Liturgia e al Santo Padre il Papa, il Quale, ora più che mai, in tempi di attacchi alla Sua Sacra Persona, ha bisogno della nostra manifestazione unanime di affetto, obbedienza e caritatevole sostegno. Cominciate ad organizzarvi.



    [SM=g1740722]

    Le associazioni, le Parrocchie o le istituzioni religiose che volessero aderire al Patto di Collaborazione e Consultazione devono inviare una email di presentazione a info@summorumpontificum.org con i propri dati e un recapito telefonico: sarete ricontattati al più presto dal Vs. Promotore regionale per un colloquio conoscitivo.

    “[...] accomunati dalla particolare venerazione per la Sacra Liturgia,“culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia”, uniti alla cura che i Sommi Pontefici fino ai nostri giorni ebbero costantemente affinché la Chiesa di Cristo offrisse alla Divina Maestà un culto degno “a lode e gloria del Suo nome”, condividendo il vivo desiderio del Papa che il Messale Romano promulgato da S. Pio V e nuovamente edito dal B. Giovanni XXIII, debba venir considerato come espressione straordinaria della stessa lex orandi della Chiesa di rito latino e debba essere tenuto nel debito onore per il suo uso venerabile e antico, e che, in obbediente aderenza alle disposizioni del Motu Proprio Summorum Pontificum di S.S. Benedetto XVI del 7 luglio 2007, e dell’Istruzione Universae Ecclesiae del 30 Aprile 2011, se ne diffonda sempre più la celebrazione “ad utilità di tutta la Santa Chiesa” e a concreto sostegno di un nuovo movimento liturgico che promuova in ogni ambito ecclesiale “l’ermeneutica della riforma nella continuità” [...]“ (dal Patto di Collaborazione e di Consultazione)




    [SM=g1740738]



    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    Caterina63
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    00 05/08/2012 23:25

    Card. Ranjit: “è arrivato il tempo del ritorno del Vetus Ordo e della Riforma della Riforma”

    (su Messa in Latino del 28/12/2011) Lo scorso 5-6 Novembre 2011 si è tenuta a Roma la XX Assemblea Generale della F.I.U.V. (Foederatio Internationalis Una Voce). In occasione dell’apertura era sstata celebrata una S. Messa prelatizia dal Card. Castrillón Hoyos, Prefetto emerito della Congregazione del Clero e Presidente emerito della Pontificia Commissione Ecclesia Dei (della cui omelia avevamo parlato qui in un nostro post) e il 19 dicembre u.s. è stato pubblicata la relazione scritta di tale assemblea.

    Sul sito di New Liturgical Movement è stato pubblicato ieri il contenuto della lettera scritta dal Card. Malcolm Ranjith – ex segretario della Congragazione del Culto Divino – ai partecipanti di tale assemblea.
    Siamo sicuri che sia di certo interesse per i nostri lettori e che rappresenti una forte ed importante dichiarazione in difesa del Vetus Ordus e dell’urgente e opportuna Riforma della Riforma.
     
    L’autorevolezza del prelato, inoltre, carica maggiormente di peso le chiare ed esplicite parole che giungono in un periodo ormai pronto ad accoglierle e a farle fruttare, visto ormai l’ammessa mala-interpretazione ed errata applicazione dei testi conciliari (riconosciuta anche dal Cardinale nella sua lettera), a fronte altresì del frantumazione del super-dogma del Concilio non-più-intoccabile e soprattutto a seguito della “condanna” del pestilenziale “spirito del Concilio”, riconosciuto ormai quale maggiore colpevole e responsabile della discussa Riforma Liturgica (non voluta, così come realizzata, dai Padri Conciliari).

    LETTERA:
    “Desidero esprimere prima di tutto, la mia gratitudine a tutti voi per lo zelo e l’entusiasmo con cui promuovere la causa del restauro della vere tradizioni liturgiche della Chiesa.
    Come sapete, è il culto che esalta la fede e la sua realizzazione eroica nella vita. È il mezzo con cui vengono sollevati gli esseri umani fino al livello del trascendente ed eterna: il luogo di un incontro profondo tra Dio e l’uomo.
    Per questo motivo, la liturgia non potrà mai essere ciò che l’uomo crea. Perché se noi pratichiamo un culto come lo vogliamo noi e fissiamo noi stessi le regole, allora corriamo il rischio di ricreare vitello d’oro di Aaron.
    Dovremmo insistere sempre per intendere il culto divino come atto di partecipazione a ciò che Dio stesso fa, altrimenti corriamo il rischio di impegnarsi in idolatria. Il simbolismo liturgico ci aiuta a superare ciò che è umano verso ciò che è divino. In questo, è mia ferma convinzione che il Vetus Ordo rappresenti in larga misura e nel modo più appagante -mistico e trascendente- ad un incontro con Dio nella liturgia.
    Per questo ora è arrivato il tempo per noi non solo di rinnovare, attraverso cambiamenti radicali, il contenuto della liturgia nuova, ma anche per incoraggiare sempre più un ritorno del Vetus Ordo, inteso come il modo per un vero rinnovamento della Chiesa, che era ciò che il Padri Conciliari seduti nel Concilio Vaticano II desideravano.
    L’attenta lettura della Costituzione conciliare sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilum, dimostra che i cambiamenti introdotti alla Liturgia in seguito non sono mai stati nelle menti dei Padri del Concilio.
    Quindi è giunto il momento per noi di essere coraggiosi e lavorare per una vera riforma della riforma e anche un ritorno alla vera liturgia della Chiesa, che si era sviluppata sulla sua bimillenaria storia in un flusso continuo. Auguro e prego che ciò possa accadere.
    Dio benedica i vostri sforzi con successo.”

    + Cardinale Malcolm Ranjith
    Arcivescovo di Colombo

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    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    00 06/08/2012 11:14

    Importante iniziativa . Il Pellegrinaggio a Roma del 3 novembre : le prime entusiaste proposte dei fedeli dei gruppi stabili.

    Il “dopo-Messa” di ieri è stato dedicato , soprattutto da parte di alcuni genitori, al Pellegrinaggio “Summorum Pontificum” di sabato 3 novembre a Roma. 
    Nell’improvvisata chiacchierata  nel sagrato del Santuario, prima della processione della festa del “Covo” di Campocavallo, un fedele ha subito proposto di far precedere il pellegrinaggio con una Novena alla Madonna Santissima : Madre della Chiesa. 

    Alcuni genitori  desiderano che i loro bambini nel pomeriggio possano visitare altri luoghi sacri di Roma ecc ecc le proposte si stanno moltiplicando.
    Le buone premesse per un devoto e partecipato Pellegrinaggio ci sono. 
    L’ incontro nella Città Eterna dei rappresentanti dei gruppi italiani e stranieri “Summorum Pontificum” è “andato benissimo” ha detto, con malcelato orgoglio, un Sacerdote che lavora in Vaticano. 
    Da quel caldo sabato di luglio c’è stato un alternarsi di telefonate, email e di incontri fra i diversi gruppi di fedeli. 
    Tutto fa presagire che l’ entusiasmo degli organizzatori è già entrato nel cuore di tutti coloro che, con spirito devoto, umile e pieno di speranza, seguono l’antica liturgia come elemento di santificazione e di sana esperienza nella Tradizione. 

    L’invito di partecipare al Pellegrinaggio a Roma sabato 3 novembre grazie “ all’ iniziativa di vari rappresentanti di gruppi di fedeli laici, tra cui la Federazione Internazionale Una Voce e il Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum italiano “ ha subito entusiasmato gli "addetti ai lavori" coloro che, semplici e umili fedeli, da cinque anni seguono le direttive liturgiche emanate dal Motu Proprio di Papa Benedetto XVI e dall’ Istruzione Universae Ecclesiae.

    Il progetto, che nasce dal comune “sentire cum ecclesia” fa comprendere le caratteristiche spirituale dei gruppi promotori : “gente che ha fatto della promozione della messa antica la ragione della propria vita, anteponendola spesso anche alle proprie famiglie. Non basta? Si ragiona mai sullo sforzo e la fatica che tali iniziative costano, seppur migliorabili nel tempo?” ha ieri scritto il rappresentante di un Gruppo. 
    Il nostro comune “sentire cum Ecclesia” ci porterà a Roma dove, con cuore semplice , umile ed obbediente, recheremo al nostro amatissimo Papa, il Vicario di Nostro Signore e Successore dell’Apostolo Pietro, la preghiera dei fedeli devoti alla Sacra Liturgia che alla fine della Santa Messa pregano “pro Pontifice nostro Benedicto”. 
    Il neonato Coordinamento Internazionale Summorum Pontificum ci ha ricordato che il Papa “ ora più che mai, in tempi di attacchi alla Sua Sacra Persona, ha bisogno della nostra manifestazione unanime di affetto, obbedienza e caritatevole sostegno”

    La presenza della storica Associazione Internazionale “Una Voce” ci fa idealmente rivivere le tante manifestazioni a favore dell’antica Messa che furono organizzate in anni ormai lontani soprattutto nella Città Eterna. 

    Non è poca cosa visto che Una Voce è stato il primo movimento a favore della Messa antica sempre appoggiato da Ratzinger.... 

    Per questo al Pellegrinaggio Romano del 3 novembre sentiremo vicino la devota presenza di tanti uomini , laici e consacrati, che fino alla morte hanno creduto che “multa renascentur quae jam cecidere”. 
    In questo momento ricordiamo alcuni nostri Connazionali, i primi di una lunga schiera che ci vengono in mente,che non esitarono a spendere ogni loro risorsa per la “buona causa” liturgica :
    Cristina Campo, 
    Carlo Belli, 
    Emidia Pediconi, 
    Eliane Radzwill ( romana d’adozione) 
    Mons.Celada, 
    Mons.Vaudagnotti, 
    P.Cornelio Fabro, 
    Marco Tangheroni,
     Renato Angiolillo, 
    Filippo Caffarelli, 
    Augusto Del Noce ecc ecc ecc
    Il loro pregare e soffrire durante la bufera post-conciliare, uno dei più terribili periodi nella storia della chiesa, ha meritato il  miracolo attuale : “l’impressionante rinnovamento generazionale che vede in prima fila tanti giovani allevati in piena vigenza del nuovo rito e per i quali l’attaccamento alla Messa tradizionale non è nostalgia, ma una meditata scelta” ( Cfr. Umberto Mariotti Bianchi, Una Voce, Bollettino 23-24).

    Noi daremo voce con la nostra preghiera e il nostro canto a tutti coloro che hanno dedicato la vita alla salvaguardia della liturgia romana e ringraziamo fin d’ora la Divina Provvidenza che ci dona questa importantissima opportunità del grande Pellegrinaggio romano del 3 novembre.
    Ad “una voce” accanto alla Tomba dell’Apostolo Pietro canteremo : “Oremus pro Pontifice nostro Benedicto. Dominus conservet eum, et vivificet eum, et beatum faciat eum in terra, et non tradat eum in animam inimicorum eius”. 

    Andrea Carradori

    Aggiornamento : Per la nostra edificazione spirituale riporto quanto un lavoratore nella Vigna del Signore  ha scritto al riguardo : " ... il successo del pellegrinaggio dipenderà appunto dalle nostre risposte.... se saremo uniti saremo in tanti  sicuramente riusciremo a far sentire anche la nostra voce, non una voce di guerra, ma di gratitudine a Dio per aver aiutato la Sua Chiesa a ritrovare l'equilibrio nella Tradizione per mezzo del Sacro Culto.....
    Restiamo docili , miti, obbedienti , ferventi nella preghiera e nelle buone azioni il Signore ci aiuterà.... al contrario il Signore ci abbandonerà perchè avremmo confidato in noi stessi.
    .."





    [SM=g1740738]

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    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    00 21/08/2012 23:55
    [SM=g1740733] ATTENZIONE, per organizzare il pellegrinaggio e trovarci a Roma....

    leggete qui:  
    http://www.facebook.com/dorotea.lancellotti?ref=profile#!/events/466797030006233/473086599377276/?notif_t=plan_mall_activity 



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    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    00 27/08/2012 17:13

    Traduzione italiana dell'intervista a Thomas Murphy portavoce CISP sul pellegrinaggio tradizionale a Roma il 3 novembre 2012

    A mezzogiorno di oggi, 27 agosto 2012 e' appensa uscita in inglese e in francese (qui sul sito di Présent quotidien) un'intervista al Sig. Thomas Murphy, segratario della "F.I.U.V. - Foederatio Internationalis Una Voce", nella sua qualità di portavoce ufficiale del "C.I.S.P. - Coetus Internationalis pro Summorum Pontificum" che ha organizzato il Pellegrinaggio internazionale tradizionale a Roma per il prossimo 3 novembre 2012.
    Quella di seguito è la versione ufficiale in italiano, tradotta da un nostro collaboratore di M.i.L.


    Roberto


     

    Intervista a Thomas Murphy,
    portavoce ufficiale del Pellegrinaggio Internazionale pro Summorum Pontificum
    del 3 novembre a Roma -
    (27 Agosto 2012)
    (traduzione di Francesco R. di M.i.L. - Messainlatino.it



    1) Sig. Thomas Murphy, lei è il portavoce ufficiale del Coetus Internationalis pro Summorum Pontificum: qual è l’obiettivo di questo comitato?

    Il Coetus Internationalis riunisce vari gruppi di fedeli che lavorano, ciascuno a modo proprio, a sostegno del Summorum Pontificum. Unire questi gruppi nella carità e lavorare insieme è il nostro primo scopo. L’obiettivo principale del Coetus Internationalis è organizzare un pellegrinaggio a Roma il prossimo fine settimana di Ognissanti.

    Abbiamo colto l'occasione dell'Anno Santo della Fede e il 5 ° Anniversario del 'Summorum Pontificum' per invitare associazioni, gruppi e movimenti di fedeli, provenienti da tutta Europa e dal Mondo, ad unirsi a noi a Roma per una manifestazione di sostegno al Santo Padre e per rendergli grazie per la “Magna Carta” con cui ha “liberalizzato” il Rito Gregoriano. Questo è il nostro invito a tutti i fedeli ad affermare la nostra Fede Cattolica e la nostra fedeltà al Romano Pontefice ed esprimere il nostro convincimento che anche la liturgia tradizionale in latino è uno strumento idoneo per la Nuova Evangelizzazione, compresi il suo fascino sui giovani e la sua universalità.
    Il pellegrinaggio si concluderà con una Messa Pontificale nella Forma Straordinaria del Rito Romano sabato 3 novembre alle ore 10:00 nella Basilica di San Pietro, cuore pulsante del Cattolicesimo.

    2) Quali sono i movimenti che hanno aderito all'iniziativa?

    La lista dei movimenti si allunga quasi ogni giorno. Abbiamo intenzione di presentarne un elenco iniziale in occasione dell’annuncio ufficiale del pellegrinaggio, il 10 settembre, ma alcuni movimenti meritano particolare menzione sin da ora. Parlo anche in qualità di Segretario della Federazione Internazionale "Una Voce", che ha dato il suo notevole sostegno al Coetus Internationalis. Le Associazioni membri della nostra Federazione presenti in tutti e cinque i Continenti, in particolare Una Voce Italia, hanno apportato il loro prezioso contribuito ai lavori del Coetus Internationalis.

    Un’eccellente contributo è stato apportato anche dal Coetus nationalis pro Summorum Pontificum (CNSP), che riunisce i gruppi e le organizzazioni della penisola italiana tra cui alcune delle nostre associazioni di Una Voce. Vorrei anche rivolgere una menzione d’onore alla magistrale e ben nota associazione francese Notre-Dame-de-chrétienté, organizzatrice dell'annuale pellegrinaggio a Chartres, e alla Foederatio Internationalis Juventutem, i giovani a sostegno del Summorum Pontificum che si son fatti conoscere in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù; associazioni queste che hanno confermato la loro adesione al Coetus Internationalis nei giorni scorsi.

    Il supporto di tutti questi gruppi e movimenti è fondamentale se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi: non solo creare una caritatevole unità e collaborazione tra quanti sostengono il Summorum Pontificum ma soprattutto rivolgere i nostri ringraziamenti al Romano Pontefice per il Summorum Pontificum e soprattutto professargli la nostra fedeltà durante il prossimo pellegrinaggio a Roma nei primi di novembre. Ripeto l’invito a ciascuno gruppo che sostiene il Summorum Pontificum a unirsi in supporto del Coetus Internationalis.

    3) Può dirci altri dettagli riguardo gli sviluppi dell’organizzazione del pellegrinaggio, come esempio, il nome del celebrante?

    Stiamo lavorando alacremente, nonostante la pausa estiva, sacrosanta a Roma. Il nome del celebrante sarà reso noto in occasione dell’annuncio ufficiale del pellegrinaggio nel mese di settembre.

    Oltre alla Messa nella Basilica di San Pietro, invitiamo ciascun gruppo che ci avrà raggiunto a Roma di organizzare nella Città Eterna una cerimonia religiosa o un incontro di preghiera durante quel fine settimana di Tutti i Santi. A tal fine, il nostro cappellano, l’Abbé Claude Barthe, autore di numerosi libri e articoli in materia di Liturgia, si metterà in contatto coi gruppi di pellegrini e con i sacerdoti presenti a Roma per quell’occasione. Chiunque fosse interessato può già contattare la nostra Segreteria all’indirizzo cisp@mail.com o scrivere a me: secretary@fiuv.org.

    4) Si darà l’annuncio ufficiale del pellegrinaggio il 10 settembre, appena otto settimane prima della Messa del 3 novembre. Il tempo è poco. Quanti pellegrini lei si aspetta verranno a Roma?

    E 'vero: i tempi sono brevi. Tuttavia, il Coetus Internationalis ha svolto già molto lavoro, in maniera discreta, nei molti mesi precedenti. Ho saputo che i pellegrini previsti a Roma sono stimati tra 3.000 e 4.000 provenienti da tutto il mondo.

    5) Lei ha detto di essere anche il Segretario della F.I.U.V.? Che ruolo ha svolto la F.I.U.V. in questo pellegrinaggio e come si colloca questo pellegrinaggio fra le attività della F.I.U.V.?

    In qualità di più antica organizzazione di laici attiva per la conservazione della liturgia tradizionale in latino, la Federazione Internazionale "Una Voce" è stata coinvolta sin dall'inizio nell’organizzazione del pellegrinaggio. La nostra rete di Associazioni e Federazioni in 33 Paesi nei cinque Continenti attribuisce grande importanza alla collaborazione e all’intima unione nella carità. Era naturale quindi che la F.I.U.V. fosse uno dei primi e decisivi sostenitori del Coetus Internationalis.

    La nostra Federazione si reca a Roma ogni due anni per un’Assemblea Generale dei Soci, ma eravamo ansiosi di compiere uno sforzo particolare per celebrare il 5 ° Anniversario del Summorum Pontificum e dimostrare la nostra fedeltà al Papa durante l'Anno della Fede. Il pellegrinaggio a Roma del prossimo novembre sarà l'occasione ideale per ripetere ciò che i Cattolici fanno da sempre: un pellegrinaggio sulle tombe degli Apostoli, e dichiarare pubblicamente la loro fedeltà al Papa.

    Quanto di peculiare vi è nel Coetus Internationalis, e ciò dovrebbe interessare tutti coloro che supportano il Summorum Pontificum, è il suo essere al di sopra delle divisioni. Si tratta di un semplice atto di amore da parte di molte anime riunite nei diversi movimenti cattolici, che cercano tutte di includersi nella nostra unica e visibile espressione di fede, di ringraziamento e di fedeltà. A tutti coloro che condividono la nostra Fede cattolica, che condividono la nostra gratitudine per il Summorum Pontificum e che condividono la nostra fedeltà al Santo Padre, a loro tutti che ascoltano le mie parole dico: “Venite con noi a Roma!”

    Thomas Murphy, F.I.U.V. e C.I.P.S.
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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    00 06/09/2012 15:46

    Le parole del portavoce del “Coordinamento nazionale del Summorum Pontificum” fanno rientrare alcune polemiche




    “Il nostro è un martirio bianco che tiene viva la fiamma del diritto di Dio”: intervista a Emanuele Fiocchi, portavoce del C.N.S.P. Italiano , in vista della conferenza stampa del prossimo 10 Settembre che annuncerà ufficialmente il pellegrinaggio dei pro Summorum Pontificum di tutto il mondo a Roma. Pellegrinaggio di cui il Coordinamento è "solo uno" dei promotori del Pellegrinaggio.
    Le parole di Fiocchi, del 1° settembre 2012, fanno rientrare in parte alcune polemiche nate dei giorni scorsi, comprese quelle sulla celebrazione della Santa Messa secondo i due Ordo Missae.


    Qual è il ruolo del CNSP nel pellegrinaggio del 3 novembre a Roma?
    Il “Coordinamento nazionale del Summorum Pontificum”, è solo uno dei promotori dell’iniziativa, la quale va ben oltre i confini nazionali ed ha un respiro davvero “cattolico”.
    Al nostro fianco sono scesi in campo organizzazioni di assoluto prestigio come la Fedezione Internazionale “Una Voce”, la Federazione Internazionale dei giovani di “Juventutem” e la grande “Notre-Dame-de-Chrétienté” di Versailles che organizza il pellegrinaggio a Chartres con decine di migliaia di fedeli ogni anno.

    Le opinioni contro il Coordinamento a cosa si devono?
    Credo ad una interpretazione parziale dello spirito con cui il Coordinamento è stato concepito. Il Coordinamento nasce per coordinare quei gruppi di fedeli che si ritrovano nell’interpretrazione “benedettiana” della questione liturgica ereditata dall’ultima riforma. Una questione da riaprire con carità, coraggio e pazienza sotto la guida di questo Papa.

    L’unione che gli aderenti cercano nel Coordinamento è per far la loro piccola parte in questo nuovo e profondo movimento liturgico che è in atto nella Chiesa.
    Ora, tener viva la fiamma della liturgia nella forma straordinaria davanti ai quei fratelli che non capiscono questa scelta e non la condividono – quando proprio non la ostacolano, cioè spessissimo – è la nostra personale testimonianza di fede, il nostro contributo a questo movimento.

    Perché questa scelta, diciamolo pure, difficile e controcorrente?
    Perché scegliere di celebrare in rito antico è un martirio bianco che risponde alla grande domanda del Papa.

    Quale domanda?
    “La crisi della Chiesa nasce dalla liturgia”.

    Ma questa non è una domanda, fu una affermazione di Benedetto XVI!

    Certo, ma rimase una frase sospesa nel vuoto, molti la rubricarono a semplice provocazione, perchè sottintendeva un pragmatico “quindi adesso che facciamo?” che spaventava. In realtà il Papa ha posto una domanda teologica fondamentale che picchia in testa ad ogni Vescovo, ad ogni prete e ad ogni laico ogni giorno: se l’Eucarestia, nella liturgia, genera la Chiesa allora perché certa parte di Chiesa trascura liturgia ed Eucarestia?

    Già, perché?
    Forse perché quella non è più Chiesa, ma un’altra cosa: una specie di mutazione genetica della fede, che ha mantenuto il nome di “cattolica” ma dopo anni di brage trascurate ha spento il fuoco dello Spirito e celebra altro.

    E perché quella parte di Chiesa ce l’ha tanto con il rito antico?
    Perché quella cosa mutante che s’aggira nella Chiesa Cattolica digrigna i denti contro la splendente luce di milleseicento anni di sacri riti e sante preghiere, come un demonio contro un esorcismo.

    La liturgia cattolica celebra una Presenza e quando celebra questa Presenza con la devotio, ovvero con quella pia virtù di cui molte liturgie sono prive, irrita a morte il Nemico, perché vede che l’uomo riconosce con onore e decoro la Maestà del suo vero Dio.
    Il rito antico favorisce in maniera certissima – per la postura, la teologia e la sacralità di cui è intriso – questa sacra devozione e qualcuno proprio non lo sopporta.

    E quindi?
    E quindi la forma straordinaria della Sacra Liturgia, laddove viene celebrata, diventa la pietra di scandalo che rivela il pensiero di molti. Un pensiero per niente cattolico, mi creda.

    Ma la Messa di Paolo VI, che viene chiamata ora “forma ordinaria” della liturgia, non bastava?
    Quella è la forma ordinaria, appunto.

    Eppure secondo il Papa era necessario riaccendere anche l’altra fiamma, quella delle radici da cui proveniamo, perché era stata quasi spenta e nemmeno il beato Giovanni Paolo II era riuscito a riaccenderla con la Quattuor abhinc annos e l’Ecclesia Dei adflicta, a causa delle ostilità di molti vescovi. Ecco, allora, che Benedetto XVI ha donato alla Chiesa il Summorum Pontificum, un documento che dona d’autorità il diritto universale e permanente a celebrare anche secondo la forma antica. Noi ci appelliamo a questo diritto e lo difendiamo per tenere accesa quella fiamma.

    Ma questo non crea divisioni tra i fedeli? In fondo anche nelle critiche al Coordinamento c’è l’accusa di voler dividere il tradizionalismo tra posizioni “concilianti” e posizioni “puriste”…

    Come mi dice sempre un carissimo amico: il pensiero del Papa è chiaro, chi la pensa come il Papa sia il benvenuto.

    Nella Chiesa, se si presta fede al Magistero di Benedetto XVI – soprattutto quello liturgico –, queste divisioni non dovrebbero sussistere: ciò che è sempre stato continua a valere anche oggi. Ciò che si fa oggi, invece, potrebbe non essersi sempre fatto, pertanto “nihil innovetur nisi in Traditione”…

    Eventuali divisioni, invece, del cosiddetto “tradizionalismo” (che, detto per inciso, credo non dispiacciano affatto a qualcuno), non saranno certo provocate dal Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum.
    Questa è una iniziativa che non pretende né di dare patenti di cattolicità, né di comandare sui gruppi stabili che celebrano il rito antico, né di imporre loro alcun “pensiero unico”. Per due semplicissimi motivi.
    Primo, perché – e lo diciamo espressamente – non siamo un’associazione con delle tessere o dei capi. Abbiamo una struttura ultraleggera, fatta al massimo di alcuni portavoce e moderatori; ci basiamo su una libera e spontanea partecipazione dei gruppi stabili; proponiamo lavori e progetti che il Coordinamento sviluppa su input dei gruppi stessi.
    Per questo, pur augurandoci di crescere, – già oggi abbiamo una rappresentanza in tutte le regioni italiane – non abbiamo pretese di esclusività, e siamo pronti ad affiancarci ad ogni realtà che sia sulla nostra stessa lunghezza d’onda, come avviene – per fare un esempio – con il Coordinamento Toscano Benedetto XVI.
    Secondo motivo: i nostri contenuti sono quelli espressi da Benedetto XVI nel Summorum Pontificum e nel suo Magistero, noi lavoriamo su quello, e ci confrontiamo strenuamente con gli oppositori della liturgia tradizionale.

    E’ per questo che proponiamo agli aderenti la condivisione di un patto di punti in comune che si richiama pressoché testualmente al Summorum Pontificum e alla Universae Ecclesiae.
    La nostra unione non vuol far la nostra forza, ma la forza del Papa.

    Non c’è il rischio di costruire l’ennesima sovrastruttura?
    No, perchè il nostro scopo è pratico e non ideologico. Il coetus fidelium è e rimane l’unità di misura del Summorum Pontificum: solo il coetus, infatti, può “chiedere una Messa” o appellarsi alla Pontificia Commissione Ecclesia Dei.

    Noi come Coordinamento regionale e nazionale affianchiamo, consigliamo, uniamo gli sforzi, soprattutto quando il coetus incontra difficoltà od opposizioni, ma nulla più.

    E chi vi accusa di edulcorare la liturgia antica, di favorire le contaminazioni tra i riti?

    Una grande falsità nata da un grande equivoco. Il Coordinamento è costruito sul testo del Summorum Pontificum così come esso è stato impostato: possono non star bene certi termini o certe scelte, ma il documento papale è quello. Un solo rito, due forme separate. Da nessuna parte si parla di sperimentare sulla pelle del rito antico, riabilitare messali del ’65 o legittimare contaminazioni casalinghe tra vecchio e nuovo.
    Potrei affermare, in concreto, che l’idea del Coordinamento è nata anche dalla necessità di alcuni gruppi di resistere a pressioni che invitavano a far strane commistioni dei messali. Questi abusi hanno la stessa radice di tutti gli abusi: si profana lo ius divinum. [ non è un lapsus. Fiocchi intendeva proprio dire ius divinum. Sullo ius divinum nella Liturgia si veda Nicola Bux, Come andare a Messa e non perdere la fede, in cui dice: "Il recupero dello Ius divinum nella liturgia, contribuisce molto a rispettarla come cosa sacra, come prescrivevano le rubriche; ma anche le nuove devono tornare ad essere seguite con spirito di devozione e obbedienza da parte dei ministri sacri ad edificazione di tutti i fedeli e per aiutare tanti che cercano Dio a incontrarlo vivo e vero nel culto divino della Chiesa". n.d.r.]
    Ci si impadronisce delle cose sante di Dio, anche con le migliori intenzioni, e si finisce per violare il Suo sacro diritto ad essere adorato come Egli ha stabilito. Ed Egli lo ha stabilito attraverso la Sua Chiesa.

    Niente pasticci insomma…

    La forma ordinaria è “ordinaria”, quella straordinaria è “straordinaria”: sul campo nessuna contaminazione è accettabile.

    Messe in rito antico con le letture nuove “così il prete prepara una sola predica”, preti che per negligenza rasano allegramente le rubriche per evitare la fatica di impararle, quelli che hanno deciso che nel Summorum Pontificum c’è scritto 1920 o 1965 e non 1962 – per quanto la discussione è assolutamente legittima e deve rimanere aperta – sono di una creatività liturgica di segno contrario che non è ammissibile neanche per l’Ecclesia Dei, figuriamoci per il Coordinamento. Il nostro principale dovere è di dare sostegno e decoro alla forma straordinaria, che spesso ha bisogno ancora di un’adeguata catechesi tra i fedeli e tra gli organizzatori, ed a questo che stiamo lavorando.

    Eppure nella lettera introduttiva al SP si dice che “le due forme dell’uso del Rito Romano possono arricchirsi a vicenda ”…
    Sì, ma subito dopo dice anche “nel Messale antico potranno e dovranno essere inseriti nuovi santi e alcuni dei nuovi prefazi.

    La Commissione Ecclesia Dei, in contatto con i diversi enti dedicati all’usus antiquior, studierà le possibilità pratiche”, limitando espressamente i campi e la competenza di questi eventuali interventi.
    Sono auspici ragionevoli, ma senza arbitrii.
    Sinceramente, io non starei a fasciarmi troppo la testa su quella frase: a noi preme che la forma straordinaria della Sacra Liturgia arricchisca la nostra fede e quella delle realtà ecclesiali in cui viviamo.
    Per questo auspichiamo che la liturgia tradizionale si diffonda sempre più e i gruppi si inseriscano pienamente nella vita delle diocesi.
    Quanto al resto, mettiamoci in braccio allo Spirito Santo come dei bambini, convinti che, quando e come la Provvidenza vorrà, anche la crisi liturgica che affligge la Chiesa verrà riassorbita.
    Per ora, felicitiamoci, piuttosto, dei sapienti interventi che il Santo Padre ha chiesto all’ultima edizione del Messale della forma ordinaria, come l’aggiustamento del “pro multis” nella traduzione, per esempio.
    Per questo grande Papa la “dottrina della Fede”, innazitutto.

    fonte: sito ufficiale del Coordinamento Nazionale Summorum Pontificum


    [SM=g1740722]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    00 10/09/2012 23:27

    Pellegrinaggio "straordinario": comunicato del C.I.S.P. Non è stato annunciato il celebrante

    Il Comunicato è quello ufficiale, di don Claude Barthe. Il logo, lo ricordiamo, non è quello ufficiale, ma uno creato da noi, come segno identificativo dell'evento, ad utilità dei lettori.


    Roberto


    Conferenza Stampa del Cœtus Internationalis Summorum Pontificum

    Roma, 10 settembre 2012, Ss.ma Trinità dei Pellegrini

    Intervento di don Claude Barthe, cappellano del Pellegrinaggio


    Il pellegrinaggio Summorum Pontificum di Ognissanti 2012, all’inizio dell’Anno della fede, che culminerà in una messa nella Basilica Vaticana, ha un quadruplice scopo:

    1°. Sarà un rendimento di grazie. I pellegrini offriranno innanzi tutto una messa nella forma straordinaria di ringraziamento e di sostegno filiale al Santo Padre in occasione del 5° anniversario del Motu Proprio Summorum Pontificum, che, come è noto, è entrato in vigore il 14 settembre 2007. Per moltissimi sacerdoti, diocesani e religiosi, che ormai celebrano la loro messa quotidiana nella forma straordinaria, è un beneficio spirituale davvero immenso, come pure per i fedeli di quelle parrocchie – sfortunatamente ancora troppo rare – che possono così godere di questa liturgia e della sua mistica. Si può dire che questo atto di Benedetto XVI ha fatto nascere un vero popolo Summorum Pontificum. Questo popolo vuole ringraziarlo di tutto ciò.

    2°. Sarà una dimostrazione di fedeltà a Pietro. Il secondo scopo è manifestare in questo modo il nostro amore per la Chiesa e la nostra fedeltà alla Sede di Pietro, particolarmente nell’attuale amara e difficile congiuntura. Siamo ben consapevoli che le fatiche che oggi affronta il Santo Padre sono pesanti. La messa romana tradizionale, in particolare nel Canone, è sempre stata considerata di per sé stessa una magnifica professione di fede della Chiesa Mater et Magistra: è questo credo liturgico che vorremmo esprimere sulla Tomba degli Apostoli, presso il Successore di Pietro.

    3°. Sarà un’offerta e una supplica. Vogliamo fare questo particolare dono al Signore soprattutto per domandarGli le grazie necessarie al Sovrano Pontefice per proseguire nell’opera meravigliosa che egli compie sin dall’inizio del suo pontificato, e, specialmente oggi, in mezzo a croci e prove.

    4°. Infine, sarà un’espressione di partecipazione alla missione della Chiesa. Vorremmo apportare alla nuova evangelizzazione che il Santo Padre intende promuovere con l’Anno della Fede il contributo della sempre giovane liturgia tradizionale. È ben chiaro che essa è il sostegno di un gran numero di famiglie cosi come di tante organizzazioni e iniziative cattoliche, specialmente rivolte ai giovani (oratori, scuole, corsi di catechismo) e che è fonte di vocazioni religiose e sacerdotali in costante crescita, cosa che oggi, nel mondo occidentale, si rivela estremamente preziosa.

    Mi sembra che occorra insistere su quest’ultimo punto. Per grazia di Dio, in certi paesi come la Francia e gli Stati Uniti – ma il fenomeno potrebbe estendersi – la liturgia tradizionale, purtroppo senza colmare tutti i vuoti, conserva una crescita vocazionale importante. In Francia, per esempio, a fronte di 710 seminaristi diocesani, ci sono 140 seminaristi francesi (di cui 50 della FSSPX) in seminari dedicati alla forma straordinaria, vale a dire il 16%. Questo rapporto si ritrova nel numero delle ordinazioni: quest’anno 21 novelli sacerdoti straordinari contro 97 diocesani. Inoltre, la configurazione spirituale di questo nuovo clero diocesano è in piena mutazione: i giovani preti delle diocesi e i seminaristi diocesani sono attratti dalla celebrazione delle due forme del rito e lo dicono espressamente (in Francia, non è esagerato sostenere che almeno un terzo dei candidati al sacerdozio diocesano possa essere considerato come Summorum Pontificum).

    È proprio questo che vorremmo esprimere religiosamente con il pellegrinaggio e la messa a San Pietro del 3 novembre: quello che si può chiamare il popolo Summorum Pontificum, il popolino (le petit peuple) come si dice in francese per indicare la gente comune, è oggi a disposizione del Santo Padre per la missione della Chiesa.

    don Claude Barthe, cappellano del C.I.S.P.

    contatto: barthe.cisp@mail.com

    Pellegrinaggio "straordinario": la locandina ufficiale. Sancta Missa 'una cum Papa nostro'


    [Modificato da Caterina63 11/09/2012 09:52]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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    00 11/09/2012 23:43

    Dopo la liberalizzazione di papa Ratzinger del 2007, sabato 3 novembre circa 4000 fedeli aderenti al movimento"Summorun Pontificum" saranno nella basilica di San Pietro per una celebrazione di ringraziamento

    Alessandro Speciale
    Città del Vaticano

     

    Gli organizzatori si aspettano tra le “3000 e i 4000 persone”: già oggi, assicurano, sono molte e da tutto il mondo le adesioni al il primo pellegrinaggio internazionale del “popolo del Summorum Pontificum”, i cattolici legati alla messa di San Pio V – il rito in latino in vigore prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II – che vogliono così ringraziare papa Benedetto XVI per aver loro ridato piena "cittadinanza' nella Chiesa con il suo motu proprio Summorum Pontificum del 2007.

     

    Presentando l'evento alla stampa, il cappellano del pellegrinaggio, il francese padre Claude Barthe, ha spiegato che l'incontro culminerà con una messa, naturalmente nella “forma straordinaria” del rito romano, celebrata nella basilica di San Pietro il prossimo sabato 3 novembre. La celebrazione è stata già autorizzata dall'arciprete della basilica, il cardinale Angelo Comastri, ma ancora non si sa chi la celebrerà né a quale altare. “Dipende dal numero delle persone”, ha spiegato padre Barthe.

     

    Non sarà comunque il primo "ritorno" del rito antico dalla liberalizzazione effettuata da papa Ratzinger, perché negli ultimi anni almeno in un paio di occasioni si è celebrato con il messale di Pio V in San Pietro.

     

    Il pellegrinaggio è promosso da Federazione Internazionale “Una Voce” ed ha registrato il sostegno di alcuni gruppi come il francese Notre-Dame-de-Chretienté, che ogni anno a Chartres organizza un incontro con circa 10mila partecipanti.

     

    Per l'evento romano, che comincia il 31 ottobre per culminare con la messa in Vaticano, padre Barthe ha anticipato che adesioni sono già arrivate da una dozzina di Paesi, compresi Filippine, Brasile e Ungheria: “I Cavalieri di Colombo della Pennsylvania, con efficienza statunitense, hanno già effettuato tutte le prenotazioni”.

     

    L'obiettivo del pellegrinaggio sarà prima di tutto rendere grazie a Benedetto XVI a cinque anni dalla promulgazione del Summorum Pontificum. Ma sarà anche l'occasione, ha spiegato il sacerdote, di manifestare “amore per la Chiesa” e “fedeltà alla Sede di Pietro”, perché “siamo ben consapevoli che le fatiche che oggi affronta il Santo Padre sono pesanti”.

     

    Infine, il “popolo del Summorum Pontificum” vuole dare il suo contributo alla “nuova evangelizzazione”. Infatti, sottolineano gli organizzatori, la antica messa in latino è “sempre giovane” e, per questo, attira moltissimi giovani e moltissime vocazioni al sacerdozio. Padre Barthe fa l'esempio della Francia: su 710 seminaristi diocesani, ben 140 studiano in seminari dedicati alla messa tradizionale – di cui 50 in quello lefebvriano della Fraternità San Pio X – ovvero “circa il 16%”. Per contro, sottolinea il sacerdote, i 'nuovi movimenti' come la comunità Emmanuel o il Cammino Neo-catecumenale attirano sì molti giovani ma sono responsabili di solo 50 vocazioni.

     

    E molti dei nuovi sacerdoti sono comunque attratti da entrambe le forme del rito romano, aggiunge il sacerdote: “In Francia – conclude –, non è esagerato sostenere che almeno un terzo dei candidati al sacerdozio diocesano possa essere considerato come Summorum Pontificum”.

    [SM=g1740758]


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    00 19/09/2012 20:06

    Carissimi amici,

    per Vs. conoscenza e per migliore organizzazione Vi inoltro il Comunicato del CISP

    che ci comunica il cambiamento di orario della S.Messa in San Pietro: non più alle ore 10, quindi, ma alle ore 15 di Sabato 3 Novembre 2012.

    Vi invito a moltiplicare gli sforzi per sostenere questa iniziativa di filiale amore per il Papa, la Chiesa e la Sacra Liturgia così tanto tribolati. 

    I disagi organizzativi e logistici che ciascuno di noi potrebbe subire sono tutti parte del carattere penitenziale di questa iniziativa spirituale.

    Vi anticipo che per il 7 Ottobre, ovunque sia possibile, sarà chiesto un momento di preghiera  in ogni coetus in preparazione al Pellegrinaggio.

    Rimango a Vs. disposizione per ogni necessità.

    www.unacumpapanostro.wordpress.com

    www.facebook.com\unacumpapanostro

    ***

    Notice of change of time

    Facendo seguito alla conferenza stampa del 10 settembre, il Coetus Internationalis Summorum Pontificum desidera annunciare la variazione di orario della Santa Messa nella forma straordinaria del rito romano. La Messa avrà luogo nella Basilica di San Pietro alle ore 3.00 del pomeriggio di Sabato 3 Novembre 2012. Questo cambiamento è stato fatto per facilitare la celebrazione della Messa annuale del Santo Padre per i membri defunti del Sacro Collegio dei Cardinali in quella mattina. Siamo una cosa sola con il Santo Padre e accettiamo senza questioni questo cambiamento d'orario.

    Il Coetus Internationalis Summorum Pontificum invita tutti i fedeli legati alla forma straordinaria del Rito Romano a raddoppiare i loro sforzi per mostrare il loro sostegno al Santo Padre e al suo documento Summorum Pontificum.

    Il Coetus Internationalis Summorum Pontificum invita tutti i fedeli che vengono Roma, e anche quelli che non potranno venire, ad unirsi al Santo Padre nella preghiera di suffragio per le anime dei Cardinali defunti.

    Contatti:

    Segreteria Generale del CISP: orga.cisp@mail.com

    Portavoce ufficiale del Pellegrinaggio: secretary@fiuv.org

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    00 12/10/2012 15:36

    Pellegrinaggio "straordinario": Celebra il Card. Cañizares. prima: processione per Roma. Ecco il programma


    Il Coetus Internationalis pro Summorum Pontificum, sul sito ufficiale del Pellegrinaggio UNA CUM PAPA NOSTRO, ha reso noto il programma della chiusura del pellegrinaggio per il giorno
    Sabato 3 novembre 2012
    ore 10:30  Chiesa di S. Salvatore in Lauro (piazza omonima) adorazione eucaristica e accoglienza dei pellegrini
    ore 12:00  chiesa di S. Salvatore in Lauro recita dell'Angelus
    ore 13:30  Partenza della processione verso la Basilica di S. Pietro in Vaticano
    ore 15:00  Basilica di S. Pietro in Vaticano  Santa Messa Pontificale celebrata da S.  Em.za il sig. cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione per il Culto Divino

    pellegrinaggio romano mappa



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    00 14/10/2012 18:37

    L’abbé Barthe sulla messa del Cardinal Cañizares in San Pietro a Roma: «Una riunione di famiglia» L'invito ai Cori e ai cantori

     
     
    Il Coetus Internationalis Summorum Pontificum ha recentemente annunciato il programma della giornata conclusiva del Pellegrinaggio “Una cum Papa nostro”, che si terrà a Roma dal 1° al 3 novembre 2012. 

    Senza eccessivo clamore, il CISP svela così anche il nome del celebrante della messa di chiusura del pellegrinaggio, sabato 3 novembre alle h. 15 nella basilica di San Pietro a Roma: niente meno che il Prefetto del Culto Divino, il Cardinale Antonio Cañizares Llovera. Per comprendere la portata di tale celebrazione, abbiamo chiesto al cappellano del pellegrinaggio, l’abbé Claude Barthe, il senso della partecipazione del Prefetto del Culto Divino al pellegrinaggio stesso. Abbè Barthe: Considerati i fini spirituali della celebrazione nella Basilica Vaticana, il fatto che il celebrante sia il Cardinale Antonio Cañizares Llovera è particolarmente commovente. 

    Sappiamo, infatti, che la celebrazione è destinata: - ad offrire una S. Messa nella forma straordinaria di ringraziamento e di supporto filiale al Santo Padre nel quinto anniversario del Motu Proprio Summorum Pontificum; - a manifestare l’amore dei pellegrini per la Chiesa e la loro fedeltà alla Sede di Pietro; - ad esprimere visibilmente il contributo della liturgia tradizionale alla nuova evangelizzazione che il Santo Padre intende promuovere con l’Anno della Fede. 

     Ora, la qualità del celebrante, che è il responsabile della Liturgia romana in nome del Papa, dà a questo omaggio un particolare rilievo. Il Card. Cañizares Llovera, infatti, ha già celebrato più volte e in diversi luoghi la Messa nella forma straordinaria, segnatamente in occasione di ordinazioni sacerdotali, nella maggior parte dei casi su invito delle Comunità Ecclesia Dei, ma anche per i Francescani dell’Immacolata, e sempre con grande benevolenza. 

    Ma oggi c’è di più: la messa sulla Tomba di Pietro sarà certamente solenne, ma anche “popolare”
    Infatti, la folla di coloro che, grazie al Motu Proprio Summorum Pontificum, possono beneficiare nelle loro parrocchie della messa nella forma straordinaria – sacerdoti in cura d’anime, fedeli e seminaristi diocesani – si ritroverà intorno al card. Canizares che, in quanto delegato del Santo Padre per la liturgia, in quel giorno sarà un po’ come il “parroco” universale di tutti loro. 

    Sacerdoti, fedeli e seminaristi canteranno la Missa de Angelis in San Pietro a Roma, proprio come fanno, o dovrebbero ormai poter fare, ogni domenica nelle loro parrocchie. 
    Per chi conosce il carattere sensibile e affettuoso del cardinale, nonché il credo liturgico che questi semplici e comuni fedeli testimonieranno riconoscenti al Santo Padre, la celebrazione accanto a Don Antonio assume l’aspetto di una calorosa riunione di famiglia.
     
    Facciamo nostre le parole del cappellano del Pellegrinaggio e come desiderio,  invitiamo i gruppi corali o anche singoli cantori che desiderassero cantare di scrivere o di telefonare direttamente a me.
    I mei recapiti sono :  

    telefono abitazione : 0733 960561 ( se c'è la segreteria telefonica lasciare gentilmente un messaggio ) .
    Andrea Carradori


    Fraternamente CaterinaLD

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    Caterina63
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    00 25/10/2012 22:25

    Pellegrinaggio "Straordinario": parla don Nicola Bux in un intervista a Paix Liturgique

    Favorire la rinascita del sacro nei cuori
    Intervista di Paix Liturgique a don Nicola Bux, lettera n. 35
     
    All'udienza generale dello scorso 3 ottobre, Benedetto XVI ha voluto sottolineare la centralità della liturgia, e ha insegnato che essa "non è una specie di 'auto-manifestazione' di una comunità", ma "implica universalità e questo carattere universale deve entrare sempre di nuovo nella consapevolezza di tutti. La liturgia cristiana è il culto del tempio universale che è Cristo Risorto, le cui braccia sono distese sulla croce per attirare tutti nell’abbraccio dell’amore eterno di Dio. E’ il culto del cielo aperto". È estremamente significativo che un discorso così denso sia stato pronunciato proprio nell'imminenza dell'apertura dell'Anno della Fede: ciò testimonia del ruolo fondamentale che Benedetto XVI assegna alla liturgia nel suo magistero e anche nella nuova evangelizzazione.
    A cinque anni dall'entrata in vigore del Motu Proprio e in vista dell'ormai imminente pellegrinaggio "Una cum Papa nostro", che porterà a Roma il "popolo del Summorum Pontificum", abbiamo chiesto a uno dei più profondi conoscitori del pensiero liturgico del Papa, don Nicola Bux, di fare il punto sullo status quaestionis. Autore del best-seller "La riforma di Benedetto XVI. La liturgia tra innovazione e tradizione", Don Nicola è, fra l'altro, Consultore dell'Ufficio per le celebrazioni liturgiche del Santo Padre e della Congregazione per il Culto Divino.


    1) Don Nicola, 49 anni dopo la sua promulgazione, la costituzione apostolica Sacrosanctum Concilium sembra ancora essere lettera morta in tante diocesi del mondo. Per non parlare della riforma della riforma di Papa Benedetto, della quale lei è un ardente promotore, che fatica ad arrivare nelle nostre parrocchie: in Italia come in Francia, pochi altari e santuari sono stati ripristinati per rispondere all'invito papale a una maggiore solennità del culto liturgico. Come spiega questa distanza tra gli orientamenti liturgici romani e la realtà delle messe domenicali?

    Risposta: La Chiesa, lo sappiamo dalla sua storia, si sviluppa mediante riforme e non rivoluzioni, diversamente dal mondo.Perchè sono i suoi uomini a dover cambiare il cuore e la mente, e poi ciò influisce positivamente sul cambiamento delle strutture: un cambiamento che è come lo sviluppo organico del corpo, senza abnormità o sussulti. Così avviene per la sacra liturgia: si sviluppa in modo quasi impercettibile da forme preesistenti; se invece ce se ne accorgesse bruscamente, vorrebbe dire che non è avvenuto un 'aggiornamento' ma un cambiamento da una cosa ad un'altra, per cui la norma della preghiera (lex orandi) non corrisponde alla norma del credo (lex credendi). Si è caduti in errore e persino in eresia.
    Dell'opera di riforma di papa Benedetto XVI, non solo della liturgia ma della Chiesa, visto lo stretto rapporto tra le due, ci si accorge che non è altro che l'attuazione della Costituzione liturgica del Vaticano II, solo se interviene la osservazione appena indicata. Il problema pertanto non è innanzitutto di ripristinare l'altare in modo che si possa celebrare nelle due forme del rito romano, ma di favorire la rinascita del sacro nei cuori, ossia la percezione che Dio è presente tra noi e quindi il culto è divino, la liturgia è sacra se riconosce la Sua presenza, cioè la adora, e implica gli atteggiamenti conseguenti: inginocchiarsi, raccogliersi, far silenzio, ascoltare ecc. Quanto alla distanza tra la liturgia papale e quelle locali, c'è da riflettere: siamo cattolici se riconosciamo il primato del Successore di Pietro, ossia la responsabilità personale datagli dal Signore sulla Chiesa universale; ora, se nella Chiesa universale vi sono diversi riti in specie orientali, a capo dei quali stanno i patriarchi, a capo di quello romano c'è il Vescovo di Roma che, celebrando in san Pietro o nei viaggi apostolici, opera la salvaguardia dell'unità sostanziale del rito romano nelle diversità locali (cfr SC 38). Per queste ragioni, la liturgia celebrata dal Vescovo di Roma, non solo è esemplare ma typica, ovvero normativa, in quanto attua le prescrizioni dei libri liturgici, come tutti sono tenuti a fare ovunque, se sono cattolici.

    2) Si sa bene ormai che il Santo Padre propone e non impone. Così sembra fare il Culto divino che pubblica molti documenti ma senza ricorrere a misure normative, pensiamo in particolare alla questione della comunione in mano che è emblematica di un abuso divenuto legge. Da due anni, lei è consultore della Congregazione per il Culto Divino: qual è il potere reale della Congregazione in materia?

    Risposta: Il Santo Padre non propone sue idee sulla liturgia, ma custodisce e innova (? n.d.r.) quanto la Chiesa riceve dalla tradizione apostolica e da Gesù stesso. Nè una proposta nè una imposizione, bensì l'obbedienza a Qualcosa che viene sempre prima di noi e che da noi è ricevuto. I documenti dei dicasteri della Curia romana devono solo tradurre in atto tutto ciò, incluse le misure normative e le sanzioni previste dal diritto canonico. Un esempio: l'Istruzione Redemptionis Sacramentum su alcune cose che si devono osservare ed evitare nella Ss. Eucaristia. Chi è al corrente, per esempio, della differenza tra legge e indulto? Perciò non sa risolvere la questione del modo di fare la S.Comunione.
    Il punto è che oggi va ricompreso nella liturgia non solo, ma nella Chiesa, il diritto di Dio, il suo primato e le conseguenze che ha sull'etica come sul culto a lui dovuto. Possiamo noi inventarci la legge morale? Nemmeno dunque potremmo inventarci il culto senza cadere nel peccato di farci un dio a modo nostro, ossia l'idolatria. Su questa questione per fortuna proprio Joseph Ratzinger aprì il dibattito con il noto testo Introduzione allo spirito della liturgia; raccolto esemplarmente dal cardinal Raymond Leo Burke ne: La Danza vuota intorno al Vitello d'Oro, ed.Lindau, e recentemente dal libro di Daniele Nigro, I diritti di Dio. La liturgia dopo il Vaticano II, ed.Sugraco.
     
    3) Nella lettera ai vescovi che accompagna il Summorum Pontificum, il Santo Padre invitava all'arricchimento mutuo delle due forme dell’unico rito romano ma per arrivare a quest'arricchimento ci deve prima essere un incontro fra le due liturgie. Come si fa se la forma straordinaria rimane fuori dalle parrocchie: non è la messa parrocchiale il luogo naturale per quest'incontro?

    Risposta: Il Santo Padre ha ripristinato il rito romano celebrato fino al Vaticano II, definendolo 'forma extraordinaria' rispetto a quella ordinaria uscita dalla riforma post-conciliare. Lo ha fatto perchè consapevole a motivo degli studi fatti e dei rapporti con insigni studiosi della liturgia, alcuni dei quali periti conciliari, che non erano soddisfatti di quanto si era riformato, ma nemmeno dello stato precedente: si pensi a Joseph Andreas Jungmann, autore di Missarum Sollemnia. Di qui la ragione innanzitutto dell'arricchimento mutuo tra le due forme, da perseguire con avvedutezza e pazienza, cosa che avviene celebrandole entrambe come sta già avvenendo dappertutto. Non è vero che il Papa ha pubblicato il Motu proprio per fare un piacere alla Fraternità Sacerdotale San Pio X: è del tutto alieno dal suo stile e dal suo pensiero. E' vero invece che deve portare la pace in tutta la Chiesa, dopo decenni di abusi e teoremi, resistenze e indulti. L'incontro tra le due forme avviene semplicemente celebrandole da parte del medesimo sacerdote e offrendole ai fedeli.
    Ma ci vorrà tempo per prepararsi, perchè molti ecclesiastici non conoscono più il latino; e si devono preparare anche i fedeli all'attuazione piena dei n 36 e 54 della Costituzione liturgica che prevedono l'affiancamento delle lingue correnti al latino, lingua dell'unità della Chiesa universale. Domando: è più giusto che in un santuario come Lourdes si celebri la Messa 'internazionale', in più lingue, sicchè ogni gruppo ne capisca la quinta parte? Oppure una Liturgia cattolica, nella lingua latina che fa sentire tutti membri dell'Una Santa Cattolica e Apostolica? Per mettere i fedeli in condizione di capire, è necessario cominciare con sussidi bilingue, e in ogni cattedrale e parrocchia si arrivi a celebrare la Messa secondo il dettato del n 36, come sta facendo il Papa ovunque vada. Questo si può fare anche col Messale di Paolo VI editio typica latina. Perchè la Chiesa universale deve ricorrere all'inglese, quando ha la sua koinè nella veneranda lingua latina?
     
    4) A inizio settembre, ha partecipato a un incontro in Brasile sul Summorum Pontificum, promosso da alcuni vescovi: può dirci che cos'ha visto e imparato da questo viaggio?

    Risposta: Ho imparato ancora una volta come sia vero ciò che dice il Signore nell'Apocalisse: "Ecco io faccio nuove tutte le cose" (21,5). Dove primeggiava la teologia della liberazione, si va affermando la Messa in forma extraordinaria, in molte città del Brasile. Vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli laici in modo sereno e costruttivo attuano l'insegnamento di Benedetto XVI, si celebra nelle due forme del rito romano e si affronta il dibattito secondo il metodo suggerito da san Pietro: Adorate nei vostri cuori il Signore Cristo, sempre pronti a rendere ragione della speranza che è in voi, con dolcezza, rispetto e buona coscienza (cfr 1 Pt 3,15-16).
     
    5) Infine, sabato 3 novembre, in basilica vaticana, il cardinale Cañizares, Prefetto del Culto divino, celebrerà la forma straordinaria in chiusura del pellegrinaggio del popolo Summorum Pontificum a Roma. Che cosa le suggerisce questa notizia: possiamo vedere in questo gesto di colui che è il custode della liturgia per il Santo Padre un esempio dello spirito autentico della comunione ecclesiale che è tanto mancata nel tormentato post-concilio?

    Risposta: Il gesto del Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti vuole dimostrare una voltà di più che nessuno è di troppo nella Chiesa, come disse il Papa ai Vescovi francesi nel suo viaggio in Francia nel 2008. La sacra liturgia si differenzia dalle devozioni private per il fatto che è il culto pubblico della Chiesa e non la devozione di singoli, di gruppi o di movimenti. A questi possono essere stati concessi alcuni adattamenti, ma nella salvaguardia dell'unità del rito romano nelle sue due forme ordinaria e extraordinaria. Non sono ammesse altre forme per gruppi particolari. Tuttavia ritengo che per il Papa l'urgenza grande è che il rito romano innanzitutto nella forma ordinaria sia celebrato con fede, dignità e osservando le prescrizioni dei libri liturgici.
    In tal modo, la Messa in forma extraordinaria promossa dal Coetus Internationalis Summorum Pontificum deve rappresentare un segno di obbedienza e comunione col Papa. Senza la comunione affettiva ed effettiva col Sommo Pontefice e i Vescovi uniti con lui, non si può dire d'essere cattolici. Chiederemo istantemente al Signore l'unità - viene da unus cioè stare insieme intorno ad Uno - e la pace, sinonimo della comunione - viene da cum-munera - mettere insieme i carismi di ciascuno. E speriamo che cessino le rivalità e l'autoaffermazione, e si promuova la fraternità tra tutti nella carità di Cristo, a cominciare dal proprio ambiente, regione e nazione.


    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    00 01/11/2012 18:06

    Il cardinale Cañizares: «Celebro in rito antico per far comprendere che è normale usarlo»


    Il cardinale Cañizares spiega perché ha accettato di presiedere in San Pietro la messa di sabato per i fedeli del pellegrinaggio «Una cum Papa nostro»


    di Andrea Tornielli

    «Ho accettato volentieri di celebrare la messa di sabato prossimo per i pellegrini venuti a ringraziare il Papa per il dono del motu proprio Summorum Pontificum: è un modo per far comprendere che è normale usare la forma straordinaria dell’unico rito romano…». Il cardinale Antonio Cañizares Llovera, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, risponde così alla domanda di Vatican Insider sul significato della celebrazione che avrà luogo sabato prossimo, 3 novembre, alle ore 15, presso l’altare della Cattedra nella basilica di San Pietro. Proprio questa mattina, il portavoce del pellegrinaggio intitolato «Una cum Papa nostro» ha annunciato la presenza alla celebrazione anche dell’arcivescovo Augustine Di Noia, vicepresidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei.

    Qual è il senso di questo pellegrinaggio?

    «È quello di rendere grazie a Dio e di ringraziare il Papa per il motu proprio di cinque anni fa, che ha riconosciuto il valore della liturgia celebrata secondo il messale del beato Giovanni XXIII sottolineando la continuità della tradizione nel rito romano. Riconoscendo la liturgia precedente si comprende che nel riformare non si nega ciò che era in uso precedentemente».

    Perché ha accettato di celebrare la messa per i pellegrini che seguono il rito preconciliare?

    «Ho accettato perché è un modo per far comprendere che è normale l’uso del messale del 1962: esistono due forme dello stesso rito, ma è lo stesso rito e dunque è normale usarlo nella celebrazione. Ho già celebrato diverse volte con il messale del beato Giovanni XXIII e lo farò volentieri anche questa volta. La Congregazione della quale il Papa mi ha chiamato ad essere Prefetto non ha nulla in contrario all’uso della liturgia antica, anche se il compito proprio del nostro dicastero è di approfondire il significato del rinnovamento liturgico secondo le direttive della costituzione Sacrosanctum Concilium e dunque di metterci sulla scia del Concilio Vaticano II. A questo proposito bisogna dire che anche la forma straordinaria del rito romano deve essere illuminata da quella costituzione conciliare, che nei primi dieci paragrafi approfondisce il vero spirito della liturgia e dunque vale per tutti i riti».

    Cinque anni dopo come giudica l’attuazione del motu proprio Summorum Pontificum?

    «Non conosco nei dettagli ciò che avviene nel mondo, anche perché la competenza su questo è della Commissione Ecclesia Dei, ma credo che poco a poco si cominci a comprendere come la liturgia è fondamentale nella Chiesa e noi dobbiamo ravvivare il senso del mistero e del sacro nelle nostre celebrazioni. Inoltre mi sembra che a cinque anni di distanza si possa meglio comprendere come non si tratti soltanto di alcuni fedeli che vivono nella nostalgia del latino, ma che si tratti di approfondire il senso della liturgia. Tutti siamo Chiesa, tutti viviamo la stessa comunione. Il Papa Benedetto XVI lo ha spiegato molto bene e nel primo anniversario del motu proprio ha ricordato che “nessuno è di troppo nella Chiesa”».

    da vaticaninsider.lastampa.it


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    Caterina63
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    00 06/11/2012 18:53

    QUINTO ANNIVERSARIO MOTU PROPRIO SUMMORUM PONTIFICUM

    Città del Vaticano, 6 novembre 2012 (VIS). In un messaggio inviato a nome del Santo Padre Benedetto XVI in occasione del quinto anniversario della Lettera Apostolica "Summorum Pontificum", il Cardinale Tarcisio Bertone, S.d.B., Segretario di Stato ha affermato che: "Attraverso questo motu proprio, il Santo Padre ha voluto rispondere all'attesa dei fedeli legati alle forme liturgiche anteriori" al Concilio Vaticano II.

    La Lettera Apostolico "Motu Proprio data", "Summorum Pontificum" di Benedetto XVI, sull'uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970, è stata pubblicata il 7 luglio del 2007 ed è entrata in vigore il 14 settembre dello stesso anno.

    Il Segretario di Stato afferma nel suo messaggio che: "È cosa buona conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa e dar loro il giusto spazio, riconoscendo tuttavia pienamente il valore e la santità della forma ordinaria del rito romano".

    Nell'Anno della Fede, aggiunge il Cardinale Bertone, "promulgato mentre la Chiesa celebra il 50° anniversario del Concilio Vaticano II, il Santo Padre invita tutti i fedeli a manifestare in modo particolare la loro unità nella fede; così essi saranno artefici efficaci della nuova evangelizzazione".

    Il messaggio, redatto in francese, è stato letto in occasione del pellegrinaggio internazionale a Roma "Una cum Papa nostro", promosso dal "Coetus internationalis Summorum Pontificum" e culminato con la Messa presieduta dal Cardinale Antonio Cañizares Llovera, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, celebrata secondo la forma straordinaria del rito romano. Alla Santa Messa hanno partecipato numerosi fedeli appartenenti ai gruppi legati all'uso del messale approvato nel 1962 da Giovanni XXIII e in vigore fino alla riforma conciliare.



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    Caterina63
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    00 23/11/2012 11:01
    [SM=g1740758] In esclusiva per i nostri lettori, il bell'articolo firmato Jeanne Smits, direttrice del quotidiano Présent, sulla conclusione del pellegrinaggio del popolo Summorum Pontificum a Roma. Ringraziamo Marco per la traduzione.

    Emozione e riconoscenza: ecco i due sentimenti che, di sicuro, hanno animato le centinaia di pellegrini che hanno partecipato ai diversi appuntamenti proposti dal Coetus Internationalis Summorum Pontificum dal primo al tre novembre, e le migliaia di persone, soprattutto laici, che hanno partecipato al momento culminante, nella Basilica di S. Pietro, sabato pomeriggio. Emozione di vedere davvero onorata la liturgia tradizionale, in tutta la bellezza che le è propria. E non è un caso se la messa di commemorazione di tutti i defunti, venerdì, nella chiesa della Trinità dei Pellegrini, ha radunato un numero considerevole di fedeli. Celebrata da Mons. Sciacca, Segretario del Governatorato della Città del Vaticano, essa fa parte dei riti che contrastano più violentemente con il loro corrispondente nella liturgia "ordinaria": che ha "dimenticato" i paramenti neri, "dimenticato" il lato terribile della morte, "dimenticato", troppo spesso, le preghiere per strappare i defunti dagli artigli dell'inferno...

    La chiesa della Trinità dei Pellegrini, parrocchia personale interamente dedicata alla liturgia tradizionale, è uno dei numerosi e, inizialmente, inattesi frutti del Motu Proprio. Affidata nel 2008 alla Fraternità San Pietro, essa accoglie molti pellegrini di passaggio a Roma; soprattutto, è sovente visitata da seminaristi e da sacerdoti che si stanno formando nella città eterna, e che vengono qui a scoprire una liturgia che non conoscono. Molti di loro non si limitano a soddisfare una curiosità, ma chiedono di imparare a celebrare la liturgia tradizionale, e spesso lo fanno proprio lì.


                                            


    Noi eravamo presenti solo all’appuntamento di sabato, ed abbiamo potuto vedere e vivere sul posto la profonda pietà e l’atmosfera di pace del pellegrinaggio. Dopo l’adorazione eucaristica per tutta la mattinata a San Salvatore in Lauro, sull’altra sponda del Tevere, alla quale hanno assistito numerosi sacerdoti e chierici, centinaia di fedeli si sono ritrovati per una processione contraddistinta dal canto degli inni latini tradizionali e delle litanie dei santi. In un istante, la grande diversità delle origini nazionali e linguistiche non ha più costituito un problema. Si pregava, si cantava insieme grazie alla lingua latina, che è il patrimonio comune di tutti i fedeli di rito latino…

    A quando risaliva una processione come questa, all’ombra di Castel sant’Angelo, e poi lungo la corsia centrale di via della Conciliazione? È stata la marcia lenta e solenne, sotto lo sguardo sbalordito dei numerosi turisti del week-end di Ognissanti (“È per un film?”), di centinaia e centinaia di persone che rendevano a loro modo “visibile” la Chiesa. Cosa certo non originale a Roma, ma che in quell’occasione significava molto.

    Stessa impressione di forza e di pace in Basilica… Bisogna sottolineare la caratura dei partecipanti: accanto al Cardinal Canizares, il cerimoniere era don Almiro de Andrade, della Commissione Ecclesia Dei; mons. Juan Miguel Ferrer Grenesche, sotto-segretario del Culti Divino, era il prete assistente; il diacono, don William Barker, è vicario alla Trinità dei Pellegrini; il suddiacono era il domenicano padre Réginald-Marie, della Fraternità San Vincenzo Ferrier; il secondo cerimoniere, don Marco Cuneo, della diocesi di Albenga-Imperia. Era anche presente, come “familiare”, don Rinaldo Bombardelli, il sacerdote che ha “riportato la messa tridentina a Trento”, dopo averla scoperta grazie al Motu Proprio.

    Si vedevano dei sacerdoti “felici come dei bambini a Natale”, ha commentato uno degli organizzatori uscendo dalla messa. Se quella stessa mattina non ci fosse stata la messa celebrata da Benedetto XVI in San Pietro per i cardinali defunti nell’anno, parecchi cardinali si sarebbero uniti ai tanti sacerdoti e prelati presenti in coro: numerosi hanno inviato un messaggio per scusarsi di non poter partecipare.

    Si notava, comunque, la presenza di mons. Di Noia, insediato alla Commissione ecclesia Dei per facilitare i rapporti con la Fraternità San Pio X; quella di mons. Perl, già responsabile della Commissione, e del suo segretario, mons. Pozzo, che quella stessa mattina aveva appreso la sua elezione ad arcivescovo ed elemosiniere del Papa. Mons. Wach, don Laguérie, don Cantoni dell’Opus Mariae Matris Ecclesiæ e molti altri sacerdoti e religiosi come don Nicola Bux, e il padre Nuara, domenicano italiano, hanno voluto anch’essi essere presenti.

    Ma è stata, soprattutto, un’iniziativa dei fedeli: diversi rappresentanti e personalità della Federazione Internazionale Una Voce, che erano presenti (Patrick Banken, Jack Oostveen, Leo Darroch, Jacques Dhaussy e altri…), hanno contribuito a far conoscere il pellegrinaggio, che è stato sostenuto con entusiasmo da don Claude Barthe. I loro sforzi hanno avuto successo, poiché si può dire che l’evento ha segnato una tappa importante nella “normalizzazione” della messa tradizionale, dopo tanti anni difficili nel corso dei quali numerosi istituti, fraternità, comunità l’hanno conservata nonostante venti e maree contrari. Ma non si è trattato di una conclusione: occorre vedere nell’evento un momento propulsivo, che si deve a tante persone ostinate nel loro amore per la Chiesa, per la liturgia e per la messa, e che sta acquistando forza crescente.

    Jeanne Smits
    Présent, sabato 10 novembre 2012
    http://it.paix-liturgique.org/?force=1


    [SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740752] [SM=g1740738]



    Fraternamente CaterinaLD

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    Caterina63
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    Sesso: Femminile
    00 26/10/2014 18:29
      « Illustrissimo Sig. Delegato Generale,
    finalmente trovo il tempo di ringraziarLa per la sua lettera del 21 agosto scorso. Sono molto felice che l'Usus antiquus vive adesso in una piena pace della Chiesa, anche presso i giovani, appoggiato e celebrato da grandi cardinali.

    Spiritualmente sarò con Voi.
    Il mio stato di "monaco di clausura" non mi permette una presenza anche esteriore. Esco dalla mia clausura solo in casi particolari, invitato personalmente dal Papa.

    In unione di preghiera e di amicizia.
    Vostro nel Signore Benedetto XVI »









    Fraternamente CaterinaLD

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    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)