Infine chiedi:
E vorrei farti un'altra domanda: il Papa ha detto che invierà dei sacerdoti "missionari della misericordia" con autorità papale di rimettere quei peccati che solo la Santa Sede può rimettere e quindi sollecita i vescovi per accoglierli. La mia domanda è questa: ma i sacerdoti non sono già ministri della misericordia? e i vescovi, nelle loro diocesi, non hanno già l'autorità di rimettere peccati particolari? cosa intende dire il Papa?
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ecco, queste domande, caro Emilio, sono un pò più tecniche e particolari che anche io necessito di ulteriori informazioni e chiarimenti perchè, senza alcun dubbio, tutti i sacerdoti che sono appunto già "mandati" ad esercitare il ministero della misericordia che sono i Sacramenti - specialmente la Confessione e l'Eucaristia come il Viatico ai malati - hanno questa autorità petrina e dal proprio Vescovo.
Potremo riprendere questo argomento in un altro articolo più avanti, qui possiamo specificare però che ci sono dei peccati così gravi che soltanto il Vescovo può rimettere ed altri che possono essere rimessi solo dalla Santa Sede, ossia, è il Papa che può rimetterli anche per mezzo di sacerdoti da lui strettamente inviati.
Riporto quanto segue:
La definizione «peccati riservati alla Sede Apostolica», spiega il vescovo Giuseppe Sciacca, segretario aggiunto della Segnatura «in realtà è un'espressione che si trovava nel vecchio Codice di Diritto Canonico del 1917 e che sta a indicare alcune censure che possono essere tolte soltanto dalla Santa Sede. Si tratta di casi molto gravi, per i quali scatta la scomunica latae sententiae, cioè automatica, e la cui assoluzione è riservata alla Sede Apostolica».
Il primo di questi casi è contemplato nel canone 1367 del nuovo Codice di Diritto Canonico e riguarda «Chi profana le specie consacrate, oppure le asporta o le conserva a scopo sacrilego», e così «incorre nella scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica».
Il secondo caso lo si ritrova poco più avanti, al paragrafo 1 del canone 1370, e riguarda «Chi usa violenza fisica contro il Romano Pontefice».
C'è poi la scomunica riservata alla Sede Apostolica per il sacerdote che assolve il «complice nel peccato contro il sesto comandamento», cioè che assolve in confessione la persona con la quale ha avuto rapporti sessuali (canoni 977 e 1378, paragrafo 1).
Un altro caso grave riguarda il vescovo che «senza mandato pontificio» consacra un altro vescovo: entrambi, consacrante e consacrato «incorrono nella scomunica late sententiae riservata alla Sede Apostolica» (canone 1382).
Ancora, ricade in questa categoria il sacerdote che viola il «sigillo sacramentale», cioè il segreto confessionale (canone 1388, paragrafo 1). A questo elenco si è aggiunto, grazie a un decreto della Congregazione per la dottrina della fede del 2007, il vescovo che tenta di ordinare una donna sacerdote.
Questi sono casi limite gravissimi, la cui remissione è affidata solo alla Santa Sede, ma c'è anche un altro che i preti non possono assolvere e per il quale è necessario ricorrere al vescovo o un penitenziere maggiore o a sacerdoti ai quali il vescovo ha dato questa facoltà. Come si legge nel Codice canonico, è l'aborto:
un peccato che prevede la scomunica latae sententiae sia per la madre, sia per il medico, per l'infermiere e per coloro che hanno eventualmente convinto la donna ad abortire. La scomunica, ha scritto Giovanni Paolo II nell'enciclica «Evangelium vitae» colpisce «tutti coloro che commettono questo delitto conoscendo la pena, inclusi anche quei complici senza la cui opera esso non sarebbe stato realizzato: con tale reiterata sanzione, la Chiesa addita questo delitto come uno dei più gravi e pericolosi, spingendo così chi lo commette a ritrovare sollecitamente la strada della conversione. Nella Chiesa, infatti, la pena della scomunica è finalizzata a rendere pienamente consapevoli della gravità di un certo peccato e a favorire quindi un’adeguata conversione e penitenza».
I «Missionari della Misericordia» avranno dunque autorità su tutte queste materie, «perché sia resa evidente l’ampiezza del loro mandato», dovranno verificare anche quanti di loro "conoscevano la pena" (e cioè quanto intenzionale fu il misfatto) e naturalmente quanto davvero sono ora pentiti da guadagnarsi questo gesto misericordioso.
La domanda sarebbe dunque: perchè il Papa non ha chiesto direttamente ai Vescovi, in questo Anno giubilare, di provvedere ad inviare più sacerdoti in grado di soddisfare a queste incombenze? In fondo, nell'Anno giubilare del 2000 Giovanni Paolo II sollecitò i Vescovi i quali, a loro volta, diedero a molti sacerdoti e parroci la facoltà di rimettere, ad esempio, il peccato dell'aborto a quelle anime veramente pentite.
Probabilmente perchè ciò sarebbe stato più difficoltoso essendo, alcuni peccati, rimettibili, come abbiamo visto, solo dalla Santa Sede al cui iter anche i Vescovi sono sottomessi.
La questione potrebbe sembrare a noi irrilevante e pure pignola, ma il Papa non ha fatto altro che applicare la disciplina della Chiesa, agendo in modo del tutto libero da ogni condizionamento umano e assumendo, applicando, la piena potestà da riversare nell'Urbe e nell'Orbe in un Anno speciale, straordinario. E', possiamo dire, una opportunità, un dono che la Chiesa fa a chi è coinvolto o inciampato in questi drammi davanti ai quali, spesso, non si vede alcuna via di uscita. Ecco che il Papa offre ora questa via d'uscita, offre l'occasione per rimettersi in carreggiata.
Alle domande:
In definitiva poi, non sono tutti i Giubilei misericordia del Signore? ha un senso chiamarlo della misericordia?
Effettivamente potrebbe sembrare una ripetizione inutile, ogni Anno giubilare ed anche questi ultimi dedicati a temi specifici come l'Anno sacerdotale (2009-2010), l'Anno dell'Eucaristia, l'Anno della vita Consacrata come quello che stiamo vivendo, sono tutti Anni in cui la Misericordia di Dio si rende più attiva dell'ordinario.
Ma qui il termine, che pur sembra giocare sulle parole, esprime qualcosa di molto più profondo: Anno "STRAORDINARIO" della Misericordia. Lo dice il termine stesso: straordinario, non dunque ordinario.
Straordinaria come è anche la follia collettiva alla quale sembra essersi votata l'umanità dall'aborto, all'eutanasia, ai divorzi e alla devastazione della famiglia, non chè alla grave crisi economica per colpa dell'avidità e degli egoismi....
Non è un Anno giubilare come gli altri a scadenze o a ricorrenze, siamo davanti ad un regalo più regalo, davanti ad un dono extra se vogliamo, davanti ad un gesto straordinario appunto in cui questa Misericordia che ha un Volto (Misericordiae Vultus dice il titolo della Bolla), è Persona, è Viva e vuole venirci incontro ma che davanti a tante porte chiuse, sta tentando quasi l'impossibile.
Questo è un Giubileo straordinario della Misericordia, non un normale Giubileo venticinquennale.
Consiglio a tutti di leggere il Diario di Santa Faustina Kowalska nel quale il Signore Gesù le spiega di questa Misericordia e anticipava questo Anno di Grazia.
Sia lodato Gesù Cristo +
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si legga anche:
Bolla papale Misericordiae Vultus
Anno Santo Misericordia e Santa Faustina
Misericordia giustizia e perdono in che senso
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)